Diluvio e Dio
Diluvio.
Testimonianze ce ne sono fin troppe, ma capire come poté accadere e da dove venne tutta quell'acqua è cosa sia difficile da spiegarsi che da credere.
Personalmente sono rimasto colpito dalla semplicità con la quale tali diffici fenomeni fisici che poterono accadere furono descritti. Credo in Dio e cerco sempre di capire come egli stesso opera.
I miracoli, sono sempre davanti ai nostri occhi. Un oggeto cade. Cosa lo attrae a terra? La forza di gravità, e fin qui molti subito dicono: ovvio!.
Ma cosa è la "gravità?" sapreste spiegare di quali forze è composta e come operano? (é una domanda retorica). Se io dicessi che è un "miracolo" vi scandalizzereste? Un "miracolo", per me, è ogni cosa meravigliosa che il nostro creatore ha fatta; noi cerchiamo solo di capirla, e nel frattempo, restandoci misteriosa, usiamo la parola "miracolo" quando ne prendiamo atto che pur esiste. "Miracolo" è l'originale sviluppo della vita che osserviamo attualmente solo sulla terra.
Riguardo alla terra la bibbia semplicemente registra:
(Genesi 1:1) 1 In principio Dio creò i cieli e la terra.
Chi pertanto vorrebbe ridurre ad una mera descrizione scentifica la nostra esistenza, e volesse ignorare l'intervento di tale creatore, dovrebbe domandarsi: "se esisto, come faccio ad esistere?" E se volesse rigettare la sempiterna esistenza di Dio, dovrebbe ricordare che a scuola, quando studiava geometria, prendeva un buon voto quando diceva: "la retta è una teoria
infinita di punti". Se infatti la facesse iniziare da un qualsiasi riferimento la dovrebbe definire una "semiretta" e se ne ponesse un limite alla sua lunghezza, la dovrebbe definire un "segmento di retta".
E' poi così tanto difficile capire il nostro eterno Creatore o il suo operato?
Parliamo perciò del "Diluvio".
Dopo che nel primo giorno la luce del sole (soffusa) raggiunge la tenebrosa superfice della terra attraverso la coltre di polveri e vapori che la avvolgeva, Dio, nel seguire la preparazione del nostro abitat, ne stabilì la velocità di rotazione sul suo asse definendo in tal modo i due periodi chiamati poi "giorno" e "notte".
Cosa successe probabilmente affinché la "luce" arrivasse sulla superfice della terra? Scientificamente potrei dire che "Dio" avviò il precesso di condesazione della spessa coltre di polveri e di gas quasi incandescenti dando inizio alla formazione di grandi quantità di acqua.
Non che tale fenomeno non si possa verificare "scentificamente" in modo spontaneo, secondo le leggi fisiche oggi conosciute, ma semplicemente Dio ne calibrò il fenomeno in modo che si formassero le sostanze e le quantità che Egli stesso aveva deciso che si dovessero formare. Tale acqua aveva anche lo scopo di accelerare la formazione della crosta terrestre.
Per riscontro, proprio per il calore, tale acqua creava moltissimo vapore. Verso il termine del secondo giorno creativo, avendo raggiunto una opportuna saturazione fra Acqua e vapor acqueo (e altre svariate sostanze), Dio permise una sorta di separazione fra questi due stati della materia
dicendo:
(Genesi 1:6-8) ...“Si faccia una distesa fra le acque e avvenga una divisione fra le acque e le acque”. 7 Quindi Dio faceva la distesa e faceva una divisione fra le acque che dovevano essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere sopra la distesa. E così si fece. 8 E Dio chiamava la distesa Cielo...
Si venne a creare quindi un intercapedine formato da vari gas rarefatti (diversi da quelli attuali) che separarono l'acqua liquida dall'acqua allo stato di vapore e che Dio appunto chiamò "cielo".
Durante tutto il terzo giorno creativo, tali acque sopra la distesa, si diradarono progressivamente, perdendo molta della parte corpuscolata che ancora potevano avere, mentre, sotto il peso dell'aumento della parte liquida, le parti più deboli della crosta terrestre formatasi sprofondarono facendo innalzare quelli che oggi noi conosciamo come continenti. Nel frattempo, il diradarsi delle acque sopra la distesa aumentava permettendo a della luce soffusa di raggiungere le parti asciutte della terra che emergevano, e (mediante creazione) Geova creava le molte specie vegetali che ora potevano riprodursi in modo tale che quasi tutto il terzo giorno termina con la formazione della vegetazione sulla terra.
Con il quarto giorno, accelerando il diradarsi della coltre nuvolosa sopra la distesa, che anche andava sempre più innalzandosi, permise alla luce del già creato sole da miliardi di anni di poter essere riconosiuto o identificato, attraverso la coltre nuvolosa.
Continuando a diradarsi, anche la luce della luna divenne visibile e identificabile. Verso la fine del quarto giorno, la coltre di vapor acqueo che avvolgeva l'intera terra si era innalzata ulteriormente diradandosi (NON PERDENDO ACQUA) ma "diradandosi" appunto per effetto dell'innalzamento in quota, permettendo perdino alle stelle più luminose di poter essere identificate (diciamo quelle di magnitudo (luminosità) simile a quelle della costellazione di Orione).
Ora le "cateratte" dei cieli erano pienamente formate. Immaginate una enorme sfera di vapore acqueo ad alta temperatura, quasi allo stato ionizzato (con le molecole di H2O molto distanziate fra loro) ad una quota che non vi so dire, perché dovrei inventarla, ma che dovrebbe essersi stabilizzata su una fascia molto calda della troposfera e che
(evidentemente per intervento divino) tale "sfera" ruotasse intorno alla terra, abbastanza velocemente da potersi mantenere costantemente a quella orbita.
Essendo infatti la volta ruotante a evidentemente alta velocià, poteva restare, per così dire, in "orbita" senza che il suo peso influenzasse la pressione terrestre formata dalla normale atmosfera sottostante.
Tale rotazione, infatti, avrebbe anche mantenuto uniforme la temperatura fra la parte illuminata dal sole e quella non illuminata dal sole fornendo alla terra il clima uniforme in ogni sua latitudine con piccolissime variazioni stagionali.
Tale volta, sappimo dalla Bibbia e dalle informazioni storiche di molti popoli, fu attiva fino al diluvio.
La bibbia semplicemente registra:
(Genesi 7:11-12) ...Nel seicentesimo anno della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassettesimo giorno del mese, in quel giorno tutte le sorgenti delle vaste acque dell’abisso si ruppero e le cateratte dei cieli si aprirono. 12 E sulla terra piovve a dirotto per quaranta giorni e quaranta notti.
L'espressione: "vaste acque dell’abisso" credo che vada intesa come che riferisca per "abisso" appunto l'enorme spessore (allo stato diradato, praticamente ionizzato) di tale volta di acque che ruotava sopra l'atmosfera terestre. L'espressione "vaste acque" stava ad indicare che il volume di acqua che si sarebbe ricondensato era davvero notevole. Per "sorgenti" scentificamente, io capirei che l'energia che manteneva in movimento rotatorio intorno alla terra, fu, evidentemente per volontà divina, alterata con una certa progressione da poter scaricare in 40 giorni e 40 notti l'intera massa di Acqua immagazzinata in tale enorme sfera.
"semplice semplice" diceva qualcuno ;-)
Così io, monseppe capisco cosa successe in quel tempo. Chi ha da proporre qualcosa di più ragionevolmente accettabile, sarà mio piacere ascoltarlo. Se però vuole escludere una "volontà divina" in tale operato... bé risponda prima a questa semplice domanda: è nato prima l'uovo o la gallina? :-)
monseppe