Dio mostrò parzialità scegliendo come membri del corpo direttivo del I secolo solo ebrei, uomini della stessa razza e nazione?

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Amalia 52
00venerdì 6 febbraio 2015 17:13

Assolutamente no. Tutti coloro che Gesù chiamò per primi come discepoli erano ebrei. Quindi alla Pentecoste del 33 E.V. i primi a essere unti con spirito santo e ad avere la prospettiva di regnare con Cristo in cielo erano ebrei e proseliti circoncisi. Solo in seguito vennero inclusi samaritani e convertiti gentili incirconcisi.
Quindi è comprensibile che a quel tempo il corpo direttivo fosse composto da ebrei, ‘apostoli e anziani di Gerusalemme’, come si legge in Atti 15:2. Questi erano uomini che avevano un fondamento di conoscenza scritturale più ampio e anni di esperienza nella vera adorazione; avevano anche avuto più tempo per diventare anziani cristiani maturi. — Confronta Romani 3:1, 2.

All’epoca dell’adunanza del corpo direttivo descritta nel capitolo 15 di Atti, molti gentili erano diventati cristiani. Fra loro c’erano abitanti dell’Africa, dell’Europa e di altre regioni. Tuttavia non troviamo scritto da nessuna parte che alcuni di quei gentili venissero poi aggiunti al corpo direttivo per rendere il cristianesimo più gradito ai non ebrei. Anche se quei gentili da poco convertiti al cristianesimo erano membri a tutti gli effetti dell’“Israele di Dio”, avrebbero rispettato la maturità e la maggiore esperienza dei cristiani ebrei che, come gli apostoli, facevano parte del corpo direttivo di allora. (Galati 6:16) Si noti in Atti 1:21, 22 quanto valore venisse attribuito a tale esperienza. — Ebrei 2:3; 2 Pietro 1:18; 1 Giovanni 1:1-3.

Per molti secoli Dio aveva trattato in modo speciale con la nazione d’Israele, da cui Gesù scelse gli apostoli. Non fu un errore o un’ingiustizia che non venisse scelto nessun apostolo da quelle che ora sono l’America Meridionale, l’Africa o l’Estremo Oriente. Col tempo uomini e donne di quei luoghi avrebbero avuto l’opportunità di ricevere privilegi più grandi di quello di essere un apostolo sulla terra, di essere membro del corpo direttivo del I secolo o di ricevere qualunque altro incarico fra l’odierno popolo di Dio. — Galati 3:27-29.

Un apostolo si sentì spinto a dire che “Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto”. (Atti 10:34, 35) Sì, i benefìci del riscatto di Cristo sono disponibili a tutti, senza alcuna parzialità. E persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione faranno parte del Regno celeste e della grande folla che vivrà per sempre sulla terra.

Molti danno troppa importanza alla razza, alla lingua o alla nazionalità. Ne abbiamo un esempio in Atti 6:1, dove si parla di una questione che aveva causato un mormorio fra cristiani di lingua greca e cristiani di lingua ebraica. Forse, per motivi di educazione o perché influenzati dall’ambiente, siamo molto sensibili a fattori come lingua, razza, estrazione etnica o sesso. Trattandosi di una possibilità molto reale, è opportuno che facciamo uno sforzo deciso per adeguare i nostri sentimenti e le nostre reazioni a quello che pensa Dio, cioè che tutte le creature umane sono uguali davanti a lui, indipendentemente dall’aspetto esteriore. Quando Dio fece mettere per iscritto i requisiti che gli anziani e i servitori di ministero devono soddisfare, non fece nessun accenno a cose come razza e nazionalità. No, diede risalto ai requisiti spirituali di coloro che dovevano essere impiegati in incarichi di servizio. Questo vale oggi per gli anziani locali, i sorveglianti viaggianti e il personale delle filiali, come era valido per il corpo direttivo del I secolo.

Fonte:w 1/7/95
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