ELEMENTI DI RETORICA

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MuttleyWatchDog
00venerdì 27 gennaio 2012 16:10
per parlare, scrivere e capire ...meglio


La retorica è l'arte di parlar bene (dal greco ῥητορικὴ τέχνη, rhetorikè téchne, «arte del dire»). Essa è la disciplina che studia il metodo di composizione dei discorsi, ovvero come organizzare il linguaggio naturale (non simbolico) secondo un criterio per il quale ad una proposizione segua una conclusione. Sotto questo aspetto essa è un metalinguaggio, in quanto cioè un «discorso sul discorso».[1]
Lo scopo della retorica è la persuasione, intesa come approvazione della tesi dell'oratore da parte di uno specifico uditorio. Da un lato, la persuasione consiste in un fenomeno emotivo di assenso psicologico; per altro verso ha una base epistemologica: lo studio dei fondamenti della persuasione è studio degli elementi che, connettendo diverse proposizioni tra loro, portano ad una conclusione condivisa, quindi dei modi di disvelamento della verità nello specifico campo del discorso.


fonte : it.wikipedia.org/wiki/Retorica



Voglio condividere con tutto il forum queste mie ricerche ...forse molti di voi sono già ferrati in merito in tal caso perchè non aggiungete le vostre considerazioni, altri elementi, esempi o casi particolari che ci sfuggono ?


[SM=g7422]



Muttley [SM=g8925]
MuttleyWatchDog
00venerdì 27 gennaio 2012 16:13
Elementi di retorica 1: Le figure retoriche


Le figure retoriche (che di solito fanno molta paura...) sono FORME DEL DIRE.

La retorica è infatti l'arte del dire.
Le figure retoriche sono dunque modalità espressive utilizzate nello stesso nostro quotidiano inconsapevolmente, e con maggior frequenza e livello di sofisticazione nell'arte della letteratura.

Esse sono tradizionalmente divise in tre gruppi:

FIGURE DI SUONO, di cui fanno parte anche le rime, le consonanze e le assonanze, trattate in un'altra sezione solo perché hanno una valenza metrica (in quanto sono funzionali alla definizione della tipologia di un componimento) non condivisa da altre figure di suono;

FIGURE DI SINTASSI O DI ORDINE O DI POSIZIONE: come è noto, la sintassi è lo studio delle regole attraverso cui le parole o le proposizioni si uniscono tra loro; tali figure denominano dunque modalità espressive riguardanti l'ordine delle parole nei versi (ordine che può contraddire quello naturale della lingua italiana, basato sulla successione soggetto/predicato/complemento oggetto etc.), dunque la loro posizione;

FIGURE SEMANTICHE O DI SIGNIFICATO, che riguardano le modalità attraverso cui gli autori utilizzano le parole per rendere più efficace ed espressiva la comunicazione del senso delle parole stesse.


fonte : letteraturaitaliana.over-blog.com/article-elementi-di-retorica-1-le-figure-retoriche-96162...
MuttleyWatchDog
00venerdì 27 gennaio 2012 16:14
Elementi di retorica 2: Le figure di suono

Innanzitutto, specifichiamo che anche le rime, le consonanze e le assonanze sono “figure di suono”. Esse vengono trattate separatamente in quanto hanno una funzione determinante nell'individuazione della tipologia del testo poetico.

Tra le piu' comuni figure di suono, ne ricordiamo qui alcune.

ALLITTERAZIONE
Il termine allitterazione deriva dal latino adlitterare, 'allineare lettere'. Questa figura di suono si ottiene ripetendo uno stesso fonema (o uno simile) in una o più parole successive:

E nella notte nera comeil nulla
(Pascoli, Il tuono)
Già tutta l’aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
(Leopardi, Il sabato del Villaggio)


Esempi tratti dall'uso quotidiano: Far fuoco e fiamme; Sereno è, sereno sarà, se sereno non sarà, si rasserenerà.


ONOMATOPEA
Detta anche “armonia imitativa”, consiste nell’usare espressioni che richiamano particolari suoni naturali. L’espressione verbale che viene usata può essere
foneticamente imitativa (il gre gre della rane, il din don delle campane etc.) o
contenere dei fonemi che suggeriscono acusticamente il suono (il fruscio o frusciare delle foglie, il miagolio o miagolare del gatto, il ticchettio o ticchettare dell'orologio etc.).


PARONOMASIA
Viene detta anche “bisticcio”, e consiste nell’accostare due parole di suono simile ma di significato completamente diverso:
Ascoltare fra i pruni e gli sterpi
Schiocchi di merli, frusci di serpi
(Montale, Meriggiare pallido e assorto)

Esempi tratti dall'uso quotidiano: Chi non risica, non rosica; Carta canta; Volente o nolente; Dalle stelle alle stalle; Spendere e spandere; C'e' un gran via vai.



fonte : letteraturaitaliana.over-blog.com/article-elementi-di-retorica-2-le-figure-di-suono-96168...
MuttleyWatchDog
00venerdì 27 gennaio 2012 16:17
Elementi di retorica 3: Le figure di posizione

Anacoluto
È un'alterazione della regolarità sintattica della frase, quale compare frequentemente nel parlato pur essendo scorretta in base alla grammatica normativa. In genere, consiste in un ingiustificato cambio di soggetto.

perché questo signore, Dio gli ha toccato il cuore
(Manzoni, Promessi Sposi)

Ci aspetteremmo, che “questo signore” fosse il soggetto della proposizione, ma nel prosieguo il soggetto si rivela essere “Dio”.

Esempio tratto dal quotidiano: Perché i calciatori, accidenti se li pagano!


Anafora
Il termine anafora deriva dal greco anaphéro, 'ripeto'. Consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di due o più versi, proposizioni, espressioni.

Per me si va nella città dolente,
per me si va nell’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
(Dante, Inferno)
Lei nella casa, dovunque sempre lei,
lei dietro le spalle, lei dinanzi,
lei dentro il letto e in ogni strada, lei.
Anima mia, straziato dall’averla lontana
Per me non esiste altra immagine.
Lei lei lei lei lei.
In tutto il mondo c’è soltanto lei.
Essere tutt’uno è questo?
(Amaruka, Centuria d'amore)

Esempio tratto dal quotidiano: Devi studiare! Devi impegnarti!


Epifora
Relativamente all'ultimo esempio, ripetizione delle stesse parole alla fine di più versi o proposizioni (lei, lei).

Esempio tratto dal quotidiano: Parli sempre di sport! Possibile che tu abbia in mente solo lo sport?


Iterazione
Ripetizione di parole o proposizioni (Lei lei lei lei lei).

Esempio tratto dal quotidiano: Cibo cibo cibo! Non sai parlare d'altro!


Epanadiplosi
Ripetizione della stessa parola a inizio e fine di un verso (Lei nella casa, dovunque sempre lei), o ad inizio di un verso e alla fine del successivo.

dov'ero? le campane
mi dissero dov'ero.
(Pascoli, Patria)

Esempio tratto dal quotidiano: Lei non è qui. Se vuoi, vai pure da lei.


Anadiplosi
Dal greco anadìplosis, 'raddoppio', consiste nella ripresa enfatica, all'inizio di un verso, di una parola o di un gruppo di parole poste in conclusione del verso precedente. Oltre ad Amaruka (dovunque sempre lei, / lei dietro le spalle):

Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
(Saba, La capra)

Esempio tratto dal quotidiano: Dove hai la testa? La tua testa è sui libri o no?


Anastrofe
Questo temine deriva dal greco anàstrophe, 'inversione'. Questa figura, chiamata anche“inversione propriamente detta”, prevede l'inversione dell’ordine degli elementi di una frase rispetto alla struttura sintattica abituale (soggetto + verbo + complemento oggetto etc.).

La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator [...]
(Dante, Inferno)
invece di: Quel peccator sollevò la bocca dal fiero pasto

Il soggetto (quel peccator) è posposto al predicato verbale (mentre lo dovrebbe precedere), ed il complemento oggetto (la bocca) è anteposto allo stesso predicato (quando lo dovrebbe seguire).

Esempi tratti dal quotidiano: Eccezion fatta; Cammin facendo; Vita natural durante.


Iperbato
Come l'anastrofe, consiste in un’alterazione dell’ordine consueto delle parole, attuato attraverso l’inserimento di uno o più termini tra parole che sintatticamente andrebbero unite.
Nell'esempio precedente, dal fiero pasto crea un iperbato inserendosi tra termini che non potrebbero essere separati. Si ha dunque una compresenza di anastrofi e iperbato.

mille di fior al ciel mandano incensi
(Foscolo, Sepolcri)
invece di: mandano al ciel (anastrofe) mille incensi (iperbato) di fior (anastrofe).


Chiasmo
Dal greco khiasmòs, 'collocazione in forma di croce', secondo la lettera greca X. Si tratta di un particolare tipo di inversione che prevede la disposizione incrociata di due espressioni, il cui ordine delle parole è invertito nella seconda rispetto la prima, così da formare una X.

Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori
(Ariosto, Orlando furioso)
Si noti come Le donne richiami l’espressione gli amori e i cavalieri l’espressione l’arme, a formare una X.

Trema un ricordo nel ricolmo secchio
nel puro cerchio un’immagine ride
(Montale, Cigola la carrucola nel pozzo)

In questo caso nel primo verso la costruzione è la seguente: predicato verbale + soggetto + complemento indiretto; nel secondo la costruzione è esattamente invertita.

Esempio tratto dal quotidiano: Luca sarà il primo, l'ultimo Giovanni. / Èun dovere rispettare il prossimo, perché essere rispettati è un diritto.


Ellissi
Deriva dal greco élleipsis ,'mancanza'. L’ellissi prevede l’eliminazione di uno più elementi sintattici all’interno della frase al fine di ottenere una maggiore efficacia comunicativa. È molto usata anche nei testi non poetici, in particolare giornalistici: si pensi alle frasi nominali, cioè prive di verbo, come ad esempio “Oggi pensionati in piazza”.
Gèmmea [è] l’aria, il sole [è] così chiaro,
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore.
(Pascoli, Novembre)

Un esempio tratto dal quotidiano: Bella serata!


Enumerazione
Consiste in un elenco, in una rapida rassegna di eventi, oggetti, qualità coordinati per asindeto (ossia senza le congiunzioni e, o, ma etc., eventualmente sostituite da segni di punteggiatura) o per polisindeto (con le consuete congiunzioni).
Enumerazione per asindeto.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando,
come l’acqua nelle fontane.
(Pavese, Passerò per Piazza di Spagna)
Enumerazione per polisindeto.
Benedetto sia 'l giorno e 'l mese, e l’anno,
e la stagione, e 'l tempo, e l’ora, e 'l punto,
(Petrarca, Canzoniere)


Parallelismo
Consiste nello sviluppare un'idea attraverso la successione simmetrica di due o più termini.
Le mie parole
sono profonde
come le radici
terrene,
[...]
nette come i cristalli
del monte
(D'Annunzio, Le stirpi canore)



fonte: letteraturaitaliana.over-blog.com/article-elementi-di-retorica-3-le-figure-di-posizione-96752...
MuttleyWatchDog
00venerdì 27 gennaio 2012 16:18
Elementi di retorica 4: Le figure semantiche


Allegoria

Dal greco 'dire altrimenti', l'allegoria è spesso definita come una metafora continuata, in quanto in tutto il discorso (narrativo o poetico) la medesima figura concreta rimanda allo stesso concetto astratto.
In sostanza, l'allegoria consiste nell'indicare un concetto astratto attraverso una figura concreta in modo univoco, perché l'autore o la cultura a cui appartiene associa quel concetto a quella figura.
Ad esempio, la volpe è allegoria (non simbolo) dell'astuzia nella nostra cultura; la bilancia è allegoria della giustizia etc.
Pensando ad un'opera letteraria, laddove una figura concreta richiami chiaramente e sempre ad un determinato concetto astratto, si parla di allegoria.
L'allegoria è dunque frutto di una consapevole associazione intellettuale tra un elemento concreto ed un elemento astratto.
Ad esempio nella maggior parte delle favole gli animali sono allegorie di vizi o virtù umane.


Diverso è il simbolo, che mantiene una vaghezza e polisemanticità ignota all'allegoria. Inoltre, e proprio per il motivo soprascritto, a differenza dell'allegoria, in un discorso (narrativo o poetico) una figura concreta può rimandare a diversi concetti astratti.
Ad esempio, in un testo, il mare può essere di volta in volta simbolo della vita (in quanto luogo senza confini in cui liberamente navigare, affrontare sfide e incontrare possibili incanti), della madre (per la critica psicanalitica, il mare rappresenta il liquido amniotico da cui tutti siamo stati avvolti e nutriti da bambini) etc.


Antitesi

Significa 'contrapposizione'. Infatti consiste nell'accostare sintatticamente (attraverso congiunzioni) concetti contrastanti.
Vive tra il Tutto e il Niente
(G. Gozzano)

E nulla stringo e tutto il mondo abbraccio
(F. Petrarca)


Ossimoro
Diverso è l'ossimoro, che non consiste nell'accostare attraverso un collegamento sintattico (come una congiunzione) due concetti opposti, bensì nell'accostamento immediato di due termini tra loro contrapposti.
Ad esempio: Il dolce affanno (F. Petrarca); Provvida sventura (A. Manzoni); L'estate fredda (G. Pascoli).

Esempi tratti dal quotidiano: un piccolo grande uomo; il suo silenzio diceva molte cose; è un silenzio molto eloquente.


Climax
Con climax si intendeuna successione di termini in un ordine che può essere progressivamente crescente, per cui si parla di climax ascendente (progressivo intensificarsi del concetto), o decrescente (progressivo attenuarsi del concetto). In quest'ultimo caso si parla anche di climax discendente (o anticlimax).

Climax ascendente
Il rombo cresce, mi percuote, mi assorda
(D'Annunzio)

Esempi tratti dal quotidiano: Mi piace, le voglio bene, la amo. / Vai, corri, precipitati, vola!


Climax discendente
[…] come un libro di rima dilegua, passa, non dura
(Gozzano, L'ipotesi)

Esempio tratto dal quotidiano: Questo alunno è intelligente, ha buona memoria, fa quello che può.


Iperbole

Significa 'esagerazione', ed esprime un concetto in termini eccessivi e non verosimili.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
(E. Montale)

Esempi tratti dal quotidiano: Ti amo da morire; Ti mando un milione di baci; Sono al settimo cielo; Sono in un mare di guai; Sei più veloce della luce.


Perifrasi
Consiste nel 'girare intorno' a un concetto invece di nominarlo direttamente.
Ad esempio, invece di nominare Manzoni, l'autore dei “Promessi Sposi”.


Sinestesia

Consiste nell'accostamento di termini che si riferiscono a campi sensoriali diversi.
L'urlo nero
(S. Quasimodo)

Le tacite stelle
(G. Pascoli)

Profumi verdi
(C. Baudelaire)

Esempi tratti dal quotidiano: ho una paura nera; parole dolci; un profumo fresco; c'è un silenzio glaciale; c'è una luce fredda; ha un colore caldo; parole amare.


Litote

Consiste nell'attenuare un'affermazione attraverso una negazione.
Non era nato con un cuor di leone
(A. Manzoni)

Esempi tratti dal quotidiano: Non mi lamento; Non è male; Non sei certo arrivato presto!


Eufemismo

Consiste nell'attenuare un'affermazione che potrebbe suonare sgradevole, offensiva, poco delicata. Segno di falsità e ipocrisia, ma anche di prudenza e delicatezza.

Esempi: andarsene/spegnersi (in luogo di morire).


Ironia

Consiste nell'affermare l'opposto di quanto si intende affermare.

Bel parere che m'avete dato! M'avete mandato da un buon galantuomo, da uno che aiuta veramente i poverelli!
(A. Manzoni)

Esempi tratti dal quotidiano: Che stanza ordinata! Ci sono passati i vandali? / Quanta pioggia... Una bella giornata eh!


Similitudine

La similitudine mette in relazione due figure o concetti attraverso il "come" o locuzioni prepositive (a somiglianza di). Troviamo dunque un primo termine di paragone e un secondo termine di paragone che hanno in comune una determinata caratteristica.

Tu sei come la rondine che torna a primavera
(U. Saba)

N.B. La similitudine è diversa dal paragone. Nella similitudine infatti i due termini non sono intercambiabili.
Ad esempio, Marco è veloce come il fulmine è una similitudine, non un paragone, perché non si può dire Il fulmine è veloce come Marco.


Metafora

Definita spesso come una similitudine abbreviata, è una similitudine “senza il come” o altre forme avverbiali. Essa presenta anche l'omissione della caratteristica in comune tra i due termini.
Ipotizzando un'evoluzione dalla similitudine alla metafora:
Mi perdo nei tuoi occhi (primo termine di paragone) azzurri (elemento in comune tra i due termini) come il mare (secondo termine di paragone). = similitudine
Mi perdo nei tuoi occhi di mare. = metafora

Esempi tratti dal quotidiano:
metafore nominali (riguardanti nomi): Luca è un leone; mani di pastafrolla; lui è la pecora nera del gruppo; un gomitolo di strade; quell'uomo è un blocco di ghiaccio; l'Amazzonia è il polmone del mondo; ho il cuore in gola; è una stella del cinema; un sacco di baci;
metafore verbali (attuate attraverso un verbo): il tempo vola; sono piovute proteste; ingannare l'attesa; mangiare di baci; bruciare il tempo;
metafore enunciative (l'intero enunciato o espressione deve essere inteso in senso metaforico): bisogna lavare i panni sporchi in casa; un discorso senza capo né coda; fare di tutte le erbe un fascio;
metafore 'morte' o catacresi (entrate nell'uso comune al punto da non essere piu' riconosciute come metafore): il collo della bottiglia; i denti della sega; una lingua di fuoco; il piede del tavolo.


Analogia

La definizione di analogia varia a seconda degli studiosi.
Spesso si trova la seguente definizione: relazione tra due elementi del discorso indipedentemente dai rapporti logici comuni, trattandosi di termini distanti tra loro; al rapporto tra di essi si giunge solo attraverso l'intuizione. Si tratterebbe dunque di metafore particolarmente ardite. (lo si vedrà in componimenti troppo complessi per essere analizzati qui).
Alcuni definiscono l'analogia come una metafora cui manca il primo termine di paragone.
Rimangono tuttavia ancora incerte spiegazioni definitive, che chiariscano tutti i casi in cui collegamenti tra elementi lontani tra loro vengano coraggiosamente proposti dagli autori.
Riferendoci alla seconda proposta, partendo da uno degli esempi precedenti:
Mi perdo nel tuo mare. (nei tuoi occhi azzurri come il mare)


Sineddoche

Consiste nel nominare la parte per il tutto o viceversa:
vedo una vela sul mare (cioè una barca, di cui la vela è una parte); senza tetto;
ho un portafoglio di coccodrillo (cioè di pelle di coccodrillo).


Metonimia

Affine alla sineddoche, con cui spesso viene "confusa", consiste nell'utilizzare un termine che ha un legame logico col termine sostituito.
Esempi:
l'autore per l'opera: ascolto Mozart
il produttore per il prodotto: veste Armani
la marca per il prodotto: un Rolex
il proprietario per la cosa posseduta: Luca va a 150 all'ora
il contenente per il contenuto: bere un bicchiere
lo strumento per chi lo adopera: quel giovane è un ottimo pennello
una qualità fisica per una qualità morale: buon sangue non mente; un uomo senza cuore; una donna senza cervello; ha del fegato
il luogo per i suoi abitanti: la tragedia della Bosnia


fonte: letteraturaitaliana.over-blog.com/article-elementi-di-retorica-4-le-figure-semantiche-96751...
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