L'eredità di Adamo
Quando nasce un bambino una delle prime discussioni è quello di riconoscere se gli occhi sono del papà o della mamma, se il sorriso è quello della nonna, e così via.
I caratteri son infatti trasmessi dai geni, cioè piccoli pezzetti di un lungo filamento avvolto come una scala a spirale, chiamato DNA e contenuto nel nucleo delle cellule.
Il DNA racchiude le istruzioni per stabilire il colore degli occhi, dirigere lo sviluppo dell’intero organismo
Tutto questo lo riceviamo dai nostri genitori, pensando fino a poco tempo fa che non si poteva modificare, qualcosa però sta cambiando.
Poiché la nuova ricerca pone che obesità, depressione, disturbi della personalità, sono patologie che possono dipendere da come la madre ha vissuto la gravidanza.
Se in quei mesi la madre ha avuto un forte stress, il neonato , da adulto, potrebbe avere una salute precaria.
Questo si era sempre sospettato, ma ora si pensa di capire pure il perché.
I geni presenti nelle nostre cellule non sono nudi, ma sono rivestiti da molecole che en condizionano l’espressione, rendendoli attivi o silenti.
E come se una parte dei libri contenuti in una biblioteca fosse resa accessibile da lucchetti, in funzione del tipo di cellula: quella del sangue potrà leggere solo i libri 1 e 7; la cellula dei muscoli il 5 e il 7 e l’8, e così via.
Questo è il normale funzionamento.
Si è però scoperto che il numero dei lucchetti può essere influenzato dall’ambiente esterno e dal nostro stile di vita; e questa a sentire gli esperti è una scoperta straordinaria , studiata da una nuova disciplina: l’EPIGENETICA.
Il nostro stesso cervello usa questo sistema o metodo per reagire e adattarsi alle continue sfide ambientali.
Per esempio la continua assunzione di cocaina comporta la riconfigurazione di centinaia di lucchetti nei geni del cervello, modificando tragicamente il comportamento della persona.
Altro esempio: una donna incinta colpita da un trauma—terremoto, carestia o incomprensioni famigliari, reagirà producendo delle sostanze che possono rendere il feto ipersensibile allo stress, modificando la regolazione ( lucchetti) dei suoi geni.
Se poi dopo la nascita , per qualche motivo la madre non si prende cura della bambina/o, facendogli poche carezze , le conseguenze per la figlia/o, da adulta, potrebbero essere abuso di sostanze, depressione, paura cronica, fino alla possibilità che , per troppa ansia diventi a sua volta incapace di essere una madre affettuosa. E così via di figlia in figlia.
Qualcosa del genere può succedere ai reduci di guerra, a chi subisce maltrattamenti e , più in generale, a chi è colpito dai cosiddetti Ptsd ( disturbi postraumatici da stress) ; in pratica si forma una specie di “ memoria biologica”del trauma, che modifica il funzionamento dei geni, quindi lo stato di salute
(Adamo); soprattutto mentale.
A volte questa memoria si trasmette agli eredi ( Abele no Caino si).
Ora fino a poco tempo fa si credeva che durante la formazione dio ovociti e spermatozoi, tutti i marcatori epigenetici ( lucchetti) fossero rimossi, impedendo quindi la trasmissione erditaria.
Ma in certi casi sembra non sia così: cambiamenti nella regolazione dei geni in risposta all’ambiente possono essere trasmessi dai nonni fino ai nipoti.
OPer esempio, gli adolescenti che fumano o mangiano troppo, rischiano di avere da adulti figli obesi e con salute precaria.
La cautela è d’obbligo, ma sembra proprio che i nostri stili di vita si ripercuotano ( in bene e in male) sulla salute di figli e nipoti. Una responsabilità enorme.
Reversibilità
Ci sono,comunque , alcune precisazioni da fare, cioè gli effetti possono essere temporanei e diversi da una persona a un’altra, e soprattutto sono reversibili, cioè i lucchetti “ sbagliati” possono essere rimessi a posto.
L’acido folico consigliato alle partorienti,per esempio, in dosi opportune sembra avere questo effetto positivo, ed è una delle prime applicazioni dell’epigenetica nutrizionale, la disciplina che studia come normalizzare l’espressione dei geni con diete speciali.
Ma oltre le diete, sono soprattutto gli ambienti famigliari e sociali positivi, e in primis la qualità delle cure materne che possono interrompere la spirale negativa.
Perché se è vero che abbandono genera abbandono, anche buone cure materne ( e paterne) possono perpetuarsi da una generazione all’altra, in un circolo virtuoso.
I processi epigenetici, dunque, sono capaci di influenzare il comportamento psicosociale delle persone, ma a loro volta oltre che dall’ambiente cellulare, sono influenzati dal contesto esterno, cultura compresa.
Mamme che durante la gravidanza continuano a leggersi e tenersi intellettualmente in forma, inviano segnali chimici che favoriscono il coretto sviluppo del sistema nervoso dell’embrione.
Ultimamente si è chiarito che ciascun genitore dà al figlio un diverso contributo epigenetico, necessario per il normale sviluppo embrionale.
(Ma è pure vero il contrario, cioè che il nascituro influenzi la madre che ha poco autocontrollo su se stessa, difatti può capitare che una donna in stato di gravidanza diventi ghiotta di dentifricio, oppure che volendo addentare della panna, o un frutto, o un tipo di gelato, appena messo in bocca gli sa amaro, perché al figlio non piace ne piacerà il gelato alla fragola).
Cancro
Anche il cancro è sotto osservazione : il caso o sostanze cancerogene esterne possono alterare la regolazione dei geni, aprendo i lucchetti e facendo impazzire la cellula.
Però le marcature epigenetiche sono reversibili, per cui dovrebbe essere possibile rimettere a posto i lucchetti, facendo ritornare normale la cellula.
E per questo la ricerca più avanzata oggi studia soprattutto il cancro, epigenomica psichiatrica e invecchiamento; in sostanza non si tratta di uccidere cellule malate, come fatto finora con la chemioterapia, ma di risanarle, in modo mirato e delicato.
Questo può spiegare perché in medicina alternativa il cancro al polmone può essere inteso pure come espressione di solitudine.
RESPONSABILITA.
Siamo alle soglie di una rivoluzione medica, ma anche culturale, influenza reciproca tra geni e ambiente significa prima di tutto che il patrimonio genetico non stabilisce inesorabilmente il nostro destino; altrimenti Cristo non sarebbe venuto sulla terra per dare questa possibilità di cambiamento alla razza umana, poiché senza cambiamento non vi è nessun paradiso nei in terra e ne in cielo, cosa che la chiesa cattolica nella sua ignoranza poco comprende ponendo davanti la caramella del paradiso nell’aldilà, che sembra più un posto per statuette beate con il telecomando dello spirito di Dio che gli possiede così il cuore e il cervello.
Anche se è vero che il nostro corpo ci condiziona la nostra vita sociale e spirituale, vale pure l’opposto, e cioè che possiamo in qualche misura modellare il nostro corpo con la volontà e le nostre azioni.
Lo sviluppo di una persona non è completamente fissato prima della sua nascita, ma si compone durante la vita, in interazione con l’esterno, con un processo di autorganizzazione.
Ciò spiega perché raggiungere oggi la perfezione morale non è possibile, perché la presenza del male oggettivo, individuale e sociale influenza inesorabilmente la nostra personalità, questi agendo sia in senso psichico che biologico, avendo alterato il tutto , cioè lo stesso ambiente fisico e quindi tutto ciò di cui ci nutriamo, non ci aiuta a ottenere quel necessario equilibrio interiore per essere degni figli di Dio.
Tutto ciò vissuto in nome di una libertà che l’uomo si è voluto prendere fin dalle origini, avendo con ciò deciso lo stesso destino di tutti, volente o dolente che sia stato.
La pretesa maggiore libertà ha significato una enorme responsabilità, e che si ripete tutt’ora da padre in figlio.
L’epigenetica rappresenta soltanto un infantile presa di coscienza di questo processo naturale, che è tipico degli uomini, e non degli angeli, dato che soltanto agli uomini è stato concesso nella loro delicatezza biologica, così esaltata; di rappresentare il ruolo del Padre, che nella sua delicatezza e umiltà genera e crea i suoi propri figli .