GEOVISMO (s),
GEOVISTA (s, agg)
E' la declinazione dispregiativa di gran lunga più ricorrente negli scritti dei fuoriusciti, al punto che non ritengo nemmeno necessario riportare una citazione a supporto. Malgrado si tratti di un termine di conio non recente (ne ho trovato le prime occorrenze in scritti degli anni '70, ma credo sia di molto anteriore), è inutile che lo cerchiate nello Zingarelli, nel Devoto-Oli o in qualunque altro dizionario: questa parola
non esiste se non nel lessico dei detrattori. Non è né una parola d'uso corrente (contrariamente a 'buddismo', per esempio), né un raro tecnicismo. E' una pura invenzione denigratoria, che secondo alcuni sarebbe stata prodotta ai tempi di Mussolini.
Ecco cosa ha affermato il prof. Vercelli, ricercatore di storia a Torino, a proposito della parola 'geovismo' e della sua possibile origine fascista (grassetto mio):
"Le posso senz'altro dire che dal punto di vista del lessico totalitario i termini che supportano il suffisso “-ista” e “-ismo” hanno sempre una valenza denigratoria, almeno che non siano applicati alla autodefinizione, ovvero alla apologia di sé e del proprio movimento, fazione, partito e così via. In linea generale, come lei stesso dice, il denominare con prefissi o suffissi un interlocutore - ovvero il renderlo elemento di una scala seriale, l'inserirlo in una successione, cancellandone così la specificità e attribuendogli delle mere qualità ascrittive (in quanto parte di una totalità, non soggetto a sé) - può essere un atto linguistico neutro, ovvero ispirato al presupposto che si tratta di una mero giudizio di fatto. Tuttavia - e qui la questione si fa circolare - gli atti linguistici non sono mai neutri, ovvero non sono mai esenti da un (pre)giudizio di valore. Poiché designano, contrassegnano quindi confortano qualcosa che preesiste all'oggetto stesso della loro definizione, seguendo dei codici di senso che sono anche circuiti di valore. C'è effettivamente un problema contestuale, di campo semantico, che afferisce all'aspetto dell'uso delle parole, di chi e come le usa, a quale scopo. La lingua, in buona sostanza, è il vettore con il quale stabiliamo (ma anche distruggiamo, a volte) rapporti sociali. E con essi le persone che ne sono parte... Per un regime totalitario, che ambisce a tenere in sé, a “comprendere” tutto e tutti, non si dà il caso di eccezioni rispetto alle proprie articolazioni. Da ciò il ricorso ai suffissi di cui sopra serviva a stigmatizzare i destinatari per poi poterli meglio colpire. Dichiarando la loro estraneità dalla “nazione”, dalla “razza”, dalla “comunità di stirpe” o “di popolo”, dal “ceppo originario” e così via.
I dissidenti fanno dunque consapevolmente uso di un termine che ha "
sempre" una
valenza denigratoria, la quale, come accade nei regimi totalitari, ha il preciso obiettivo di "
stigmatizzare i destinatari per poi poterli meglio colpire". La fonte di questa citazione? Paradossalmente, un sito di ex-testimoni di Geova polemici:
Fonte: un sito di fuoriusciti, altre info in spoiler
http://www.infotdgeova.it/geovismo.php
Ora vado a snocciolare gli altri elementi di questo elenco di bizzarrie, il quale risulterebbe al limite anche divertente (come molti fenomeni che riguardano i fuoriusciti dei testimoni di Geova), se non vi fosse per disgrazia coinvolto un simbolo teologico venerato da milioni di persone.