Geova è il nostro soccorritore

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dreamflowers
00lunedì 3 gennaio 2011 20:35
Re: Re: Re: Re: Re: Ebrei 13:6.
brian67, 03/01/2011 19.34:




Ho perseverato per quattro decenni. L’uomo non è stato creato per essere sotto pressione all’infinito.
Grazie comunque a tutti per quello che avete scritto.
Ora mi piacerebbe leggere le vostre esperienze. Particolarmente dove vi siete sentite sostenute da Geova come un padre soccorre un figlio nel momento del bisogno.
Aspetto!!! Grazie.




penso che il piu' grande soccorso che Geova mi ha dato e' fare in modo che lo conoscessi e che uscissi dal mondo di Satana per entrare nella sua meravigliosa organizzazione [SM=g10765]
(garoma)
00lunedì 3 gennaio 2011 20:45
Re: Re: Re: Re: Re: Ebrei 13:6.
brian67, 03/01/2011 19.34:


Ora mi piacerebbe leggere le vostre esperienze. Particolarmente dove vi siete sentite sostenute da Geova come un padre soccorre un figlio nel momento del bisogno.


Scusa ma che tipo di esperienza ti aspetti che ti si racconti?
Geova lo si vede vicino e ne vedo il Suo sostegno in ogni attimo della mia vita, nei momenti gioiosi, nei momenti tristi, nelle piccole e nelle grandi prove. Mi sembri come quelli di cui parlò Paolo in Atti 17:27 "perché cerchino Dio, se possono andare come a tastoni e realmente trovarlo, benché, in effetti, non sia lontano da ciascuno di noi."

Io lo sento vicino ogni giorno, ogni momento della mia esistenza lo sento come un Padre amorevole che mi tende la mano e mi sostiene mi tiene su per non farmi cadere mi aiuta a camminare e quando non ci riesco con le mie gambe mi prende in braccio e mi porta oltre, e te lo dice uno che è da 4 anni che lotta ogni giorno prima con un tumore al polmone e poi con uno al fegato e che purtroppo deve passare buona parte della sua giornata a letto. Secondo te se Geova non mi soccorresse chi mi darebbe la forza di vivere la mia vita con gioia e serenità?.

Geova non lo vediamo vicino a noi solo quando abbiamo gli occhi e il cuore accecati da risentimenti o odio, liberati da essi e potrai con un cuore puro rivedere Geova vicino a te.


Close55
00lunedì 3 gennaio 2011 20:51
GAROMA
[SM=g7255] [SM=g7255] [SM=g7255] [SM=g7255]

brian67
00martedì 4 gennaio 2011 17:12
Sicuramente tutte le vostre esperienze meritano rispetto.

Nulla togliendo . . . sono convinto che vi siate sentite sostenute da una forza non umana per superare le difficoltà della vita.

Qualcosa di simile l’ho vissuta anch’io durante la mia lunga permanenza nell’organizzazione. Per cui comprendo bene cosa intendete dire quando dichiarate: “ Se non ci fosse stato Geova . . . ”.

Faccio un esempio:

Io non amo essere al centro dell’attenzione. Da giovane avvolte rimanevo senza fiato per l’emozione quando mi venivo a trovare al centro dell' attenzione. Ogni qualvolta dovevo fare una parte dal podio, avevo l’abitudine di pregare Geova. Dopo molte preghiere mi sentivo finalmente in compagnia. Non sentendomi più solo trovavo il coraggio di salire sul podio. Come per magia riuscivo brillantemente a superare l’emozione, solo dopo numerose preghiere. Una volta che ho compreso “l’ingranaggio”, andavo avanti quasi . . . come se nulla fosse. Quando i fratelli mi lodavano per la parte svolta dal podio, quasi sempre dicevo che stavo scoppiando per l’emozione. E puntualmente i fratelli mi dicevano che non sembravo affatto emozionato. In silenzio concludevo che c´era stato qualcuno (Dio) a darmi una mano in quella situazione.

Una volta dovevo fare una piccola parte all’assemblea. Giorni prima, e particolarmente poco prima di salire sul palco tremavo come mai prima in tutta la mia vita. Immaginato come deve essere tremolante e spaventata una persona che sale al patibolo. Io stavo vivendo la stessa sensazione per la paura. Il fratello che mi accompagnava nella parte mi disse di pregare Geova. Io gli risposi: “Che cosa pensi che abbia fatto fino adesso?”. Credevo che non sarei riuscito ha fare quella parte. L’uditorio era venti volte maggiori di quello cui ero abituato. Per cui pensai. “Qui ci vuole una preghiera più fervida. Una di quelle in grado di far parlare anche le pietre”. E grazie a questo alla fine superai l’emozione. Sbalordendo mia moglie e tanti altri al corrente della mia emotività.

Dopo quell’esperienza mi convinse che nulla e nessuno, nel “mondo” o nell’organizzazione, mi avrebbero fatto indietreggiare o intimorire. Perché ero convinto che in qualunque situazione, chiedendo il suo aiuto, Geova mi avrebbe sostenuto. Ebrei 13:6.

Con questa convinzione avevo superato anni prima la prova della “neutralità cristiana” scontando 366 giorni di umiliante prigione, in un penitenziario militare.

Durante tutta la mia vita avevo constatato in varie occasioni (contestualmente diverse) sia nel servizio di campo, in congregazione, nel mondo, sul lavoro e nella vita privata, che Geova non mi avrebbe mai abbandonato, se continuavo (Matteo 7:7-8) a chiedere il suo aiuto vivendo secondo la sua volontà.

Quella sensazione di averlo accanto, nonostante non facesse materialmente nulla per togliermi dai guai, mi dava la forza e un’energia inimmaginabile per andare avanti in tutte le difficoltà della vita.

Finché un giorno dopo quarant'anni purtroppo si presentò la delusione delle delusioni . . . alla base di Ebrei 13.6.



Amalia 52
00martedì 4 gennaio 2011 17:44

Finché un giorno dopo quarant'anni purtroppo si presentò la delusione delle delusioni . . . alla base di Ebrei 13.6.




Non hai mai pensato che forse Geova in quel momento ha voluto solo vedere come si sarebbe comportato il suo servitore in una certa situazione?Geova è sempre fedele.Infatti tu stesso dici che ti ha aiutato per 40 anni..E invece cosa fà il suo servitore?E' deluso perchè forse le cose non sono andate come lui voleva...Sai cosa mi fà ricordare tutta questa storia? Il profeta Giona!Forse ogni tanto ci farebbe bene rileggere il libro di Giona,e riuscire a immedesimarci nella sua storia e di come in ultimo comincia a criticare perfino Dio,che gli aveva fatto seccare la zucca da fiaschi...Geova non delude nessuno!Sono gli esseri umani che deludono Lui,quando cominciano ad accusarlo per mancanza di soccorso...Rileggiti per favore anche il Salmo 30 e 31 e fai tue le parole del Re' Davide..Ricomincia a pregarlo come hai fatto nel passato,e sentirai su di te la pace interiore e la serenità,che solo Geova,il nostro amorevole Padre e soccorritore ti puo' dare!
Morby968
00martedì 4 gennaio 2011 17:57
Re:
brian67, 04/01/2011 17.12:

Sicuramente tutte le vostre esperienze meritano rispetto.

Nulla togliendo . . . sono convinto che vi siate sentite sostenute da una forza non umana per superare le difficoltà della vita.

Qualcosa di simile l’ho vissuta anch’io durante la mia lunga permanenza nell’organizzazione. Per cui comprendo bene cosa intendete dire quando dichiarate: “ Se non ci fosse stato Geova . . . ”.

Faccio un esempio:

Io non amo essere al centro dell’attenzione. Da giovane avvolte rimanevo senza fiato per l’emozione quando mi venivo a trovare al centro dell' attenzione. Ogni qualvolta dovevo fare una parte dal podio, avevo l’abitudine di pregare Geova. Dopo molte preghiere mi sentivo finalmente in compagnia. Non sentendomi più solo trovavo il coraggio di salire sul podio. Come per magia riuscivo brillantemente a superare l’emozione, solo dopo numerose preghiere. Una volta che ho compreso “l’ingranaggio”, andavo avanti quasi . . . come se nulla fosse. Quando i fratelli mi lodavano per la parte svolta dal podio, quasi sempre dicevo che stavo scoppiando per l’emozione. E puntualmente i fratelli mi dicevano che non sembravo affatto emozionato. In silenzio concludevo che c´era stato qualcuno (Dio) a darmi una mano in quella situazione.

Una volta dovevo fare una piccola parte all’assemblea. Giorni prima, e particolarmente poco prima di salire sul palco tremavo come mai prima in tutta la mia vita. Immaginato come deve essere tremolante e spaventata una persona che sale al patibolo. Io stavo vivendo la stessa sensazione per la paura. Il fratello che mi accompagnava nella parte mi disse di pregare Geova. Io gli risposi: “Che cosa pensi che abbia fatto fino adesso?”. Credevo che non sarei riuscito ha fare quella parte. L’uditorio era venti volte maggiori di quello cui ero abituato. Per cui pensai. “Qui ci vuole una preghiera più fervida. Una di quelle in grado di far parlare anche le pietre”. E grazie a questo alla fine superai l’emozione. Sbalordendo mia moglie e tanti altri al corrente della mia emotività.

Dopo quell’esperienza mi convinse che nulla e nessuno, nel “mondo” o nell’organizzazione, mi avrebbero fatto indietreggiare o intimorire. Perché ero convinto che in qualunque situazione, chiedendo il suo aiuto, Geova mi avrebbe sostenuto. Ebrei 13:6.

Con questa convinzione avevo superato anni prima la prova della “neutralità cristiana” scontando 366 giorni di umiliante prigione, in un penitenziario militare.

Durante tutta la mia vita avevo constatato in varie occasioni (contestualmente diverse) sia nel servizio di campo, in congregazione, nel mondo, sul lavoro e nella vita privata, che Geova non mi avrebbe mai abbandonato, se continuavo (Matteo 7:7-8) a chiedere il suo aiuto vivendo secondo la sua volontà.

Quella sensazione di averlo accanto, nonostante non facesse materialmente nulla per togliermi dai guai, mi dava la forza e un’energia inimmaginabile per andare avanti in tutte le difficoltà della vita.






Come ti capisco Brian...




Finché un giorno dopo quarant'anni purtroppo si presentò la delusione delle delusioni . . . alla base di Ebrei 13.6.



Cosa ti fa credere che Dio abbia smesso di essere il tuo soccorritore? Forse non ti ha soccorso come speravi, ma non credere che Dio ti sia lontano. Se per innumerevoli volte ti ha sostenuto, perchè hai rinunciato a credere che non è stato il tuo soccorritore anche questa volta?
Come facciamo a raffinarci, a prepararci per la perfezione (dato che questo processo parte già ora) se non sfruttiamo le disgrazie, i dispiaceri come occasione per accrescere la persona spirituale che siamo di dentro?
Brian, per quanto non possa capire fino in fondo ciò che hai passato, spero che le parole di Pietro nella sua prima lettera, possano esserti di incoraggiamento:

6 Di questo fatto voi vi rallegrate grandemente, essendo ora per poco tempo, se necessario, addolorati da varie prove, 7 affinché la provata qualità della vostra fede, di valore assai più grande dell’oro che perisce malgrado sia provato col fuoco, sia trovata causa di lode e gloria e onore alla rivelazione di Gesù Cristo.


Per quanto questo "tempo" possa sembrarci eccessivo, in realtà è poco se lo confrontiamo con l' eternità che ci spetta senza sofferenza e problemi. Se sfruttiamo questo tempo per provare la nostra fede e raffinarci e farci diventare persone migliori, la Bibbia, la Parola di Dio, ci conferma che la nostra fede renderà onore al nostro Dio.



(garoma)
00martedì 4 gennaio 2011 18:32
Caro Brian posso chiederti alcune cose e se intendi rispondermi farlo con molta sincerità?

Tu hai parlato di aver subito “riprensione privata & pubblica” “segnatura” “disassociazione” riassociazione” di nuovo “riprensioni private” “minacce” etc . . .

1) La riprensione privata e poi quella pubblica sono azioni successive a vari tentativi di aiutarti nel problema, quando la persona non mostra alcun segno di cambiare si segna e solo quando il peccato è grave e manca qualsiasi segno di pentimento si ricorre alla disassociazione. Ora ti chiedo, in tutti questi passaggi che hanno richiesto anche un periodo di tempo piuttosto lungo, non hai intravisto Geova che ti stava soccorrendo per aiutarti a ristabilirti? Eri forse così convinto di aver ragione che vedevi gli altri come tuoi nemici? E’ possibile che questa tua visione delle cose non ti permetteva di vedere il soccorso di Geova per aiutarti?

2) Dopo la tua riassociazione che comunque indica un pentimento del tuo errore che ti aveva portato alla disassociazione neanche allora hai visto Geova come tuo soccorritore che ti aiutava a ristabilirti? Eri veramente convinto del tuo pentimento ho in fondo al cuore ti ritenevi ancora nel giusto?

3) Dopo la riassociazione parli di nuovo di riprensioni “minacce” e qui vorrei capire cosa intendi, e poi dici etc. e anche qui vorrei capire cosa significa questo etc. Ora ti chiedo Come mai hai ricominciato tutto da capo? Ora agli occhi di Geova e della congregazione, in quale condizione sei?

Se non ritieni di rispondere pubblicamente e desideri rispondere puoi farlo anche in privato.

Per quanto concerne l’emozione che provavi quando dovevi fare i discorsi e quando hai fatto o narrato l’esperienza o dimostrazione all’assemblea ti capisco pienamente. Ti racconto brevemente la mia esperienza:

La prima volta che mi fu assegnato il discorso alla Scuola in Sala ero così emozionato che pensa il podio aveva due scale a destra e sinistra io salii sul podio feci l’errore di guardare in faccia l’uditorio mi bloccai e ridiscesi dall’altra parte, non ti dico l’applauso che l’uditorio mi fece e le parole di apprezzamento che il Sorvegliante della Scuola mi fece per il coraggio che avevo mostrato.

Quando invece mi fu concesso il privilegio di fare un discorso all’assemblea di Circoscrizione la prima volta, mi chiusi in una stanza dietro il podio per mezzora a pregare Geova in solitudine, mentre i fratelli mi cercavano, eppure ero un oratore pubblico già da parecchio tempo ma mi sentivo il cuore in gola stavolta però non ridiscesi dall’altra parte del podio all’assemblea prima perché non c’era una seconda scala e poi perché avevo capito la lezione Geova ci sostiene se noi operiamo e mi vennero in mente le parole di Giosuè 3:13 E deve avvenire che nell’istante in cui le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l’arca di Geova, il Signore dell’intera terra, si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano saranno recise, le acque che scendono da sopra, e staranno ferme come una diga”.

Io dovevo mettere i piedi nell’acqua e Geova avrebbe fatto la Sua parte e non viceversa.

Tu li stai mettendo i piedi nell’acqua o aspetti che sia prima Geova a fare la Sua parte?

Un saluto
dom@
00martedì 4 gennaio 2011 18:32
Re:
brian67, 1/4/2011 5:12 PM:

Sicuramente tutte le vostre esperienze meritano rispetto.

Nulla togliendo . . . sono convinto che vi siate sentite sostenute da una forza non umana per superare le difficoltà della vita.

Qualcosa di simile l’ho vissuta anch’io durante la mia lunga permanenza nell’organizzazione. Per cui comprendo bene cosa intendete dire quando dichiarate: “ Se non ci fosse stato Geova . . . ”.

Faccio un esempio:

Io non amo essere al centro dell’attenzione. Da giovane avvolte rimanevo senza fiato per l’emozione quando mi venivo a trovare al centro dell' attenzione. Ogni qualvolta dovevo fare una parte dal podio, avevo l’abitudine di pregare Geova. Dopo molte preghiere mi sentivo finalmente in compagnia. Non sentendomi più solo trovavo il coraggio di salire sul podio. Come per magia riuscivo brillantemente a superare l’emozione, solo dopo numerose preghiere. Una volta che ho compreso “l’ingranaggio”, andavo avanti quasi . . . come se nulla fosse. Quando i fratelli mi lodavano per la parte svolta dal podio, quasi sempre dicevo che stavo scoppiando per l’emozione. E puntualmente i fratelli mi dicevano che non sembravo affatto emozionato. In silenzio concludevo che c´era stato qualcuno (Dio) a darmi una mano in quella situazione.

Una volta dovevo fare una piccola parte all’assemblea. Giorni prima, e particolarmente poco prima di salire sul palco tremavo come mai prima in tutta la mia vita. Immaginato come deve essere tremolante e spaventata una persona che sale al patibolo. Io stavo vivendo la stessa sensazione per la paura. Il fratello che mi accompagnava nella parte mi disse di pregare Geova. Io gli risposi: “Che cosa pensi che abbia fatto fino adesso?”. Credevo che non sarei riuscito ha fare quella parte. L’uditorio era venti volte maggiori di quello cui ero abituato. Per cui pensai. “Qui ci vuole una preghiera più fervida. Una di quelle in grado di far parlare anche le pietre”. E grazie a questo alla fine superai l’emozione. Sbalordendo mia moglie e tanti altri al corrente della mia emotività.

Dopo quell’esperienza mi convinse che nulla e nessuno, nel “mondo” o nell’organizzazione, mi avrebbero fatto indietreggiare o intimorire. Perché ero convinto che in qualunque situazione, chiedendo il suo aiuto, Geova mi avrebbe sostenuto. Ebrei 13:6.

Con questa convinzione avevo superato anni prima la prova della “neutralità cristiana” scontando 366 giorni di umiliante prigione, in un penitenziario militare.

Durante tutta la mia vita avevo constatato in varie occasioni (contestualmente diverse) sia nel servizio di campo, in congregazione, nel mondo, sul lavoro e nella vita privata, che Geova non mi avrebbe mai abbandonato, se continuavo (Matteo 7:7-8) a chiedere il suo aiuto vivendo secondo la sua volontà.

Quella sensazione di averlo accanto, nonostante non facesse materialmente nulla per togliermi dai guai, mi dava la forza e un’energia inimmaginabile per andare avanti in tutte le difficoltà della vita.

Finché un giorno dopo quarant'anni purtroppo si presentò la delusione delle delusioni . . . alla base di Ebrei 13.6.






Caro brian in questa vita bisogna sapere i nostri i liminiti. E non conoscendo i nostri limiti ci mettiamo in problemi. La colpa non e' di nessuno neanche la tua. Io nei miei 40anni alla verita' ho fatto un discorso di un;ora e una parte all'asselblea, e mi sono rassegnato che Geova mi vuole come sono. E tu brian devi rassegnarti come sei. Perche noi ci accettiamo realmente come sei.

beh io avevo un tumore al cervello che cresceva, alla Sala del Regno pure all'inpiedi dormivo, a volte, mi cadevo giu', le ginocchia mi abbondavano e cadevo per terra, Ma mentre tanto dovevo accettarmi come io ero, nei miei l'imiti, E sono sicuro che Geova non vuole da noi quello che non possiamo offrire [SM=g10765]


(Gladio)
00martedì 4 gennaio 2011 19:51
Comincia ad evitare certe compagnie e vedi la vita come cambia caro Brian.......è vero che i guai a volte ci vengono addosso e siamo impotenti a certe situazioni che subiamo passivamente ma altre volte caro Brian andiamo noi dai guai........

Inutile cercare Geova se non desideriamo farlo.......inutile cercare riscontri in altri se non desideriamo che la nostra condizioni cambi senza pretendere che cambino pure coloro che ci hanno amareggiato.

Inutile chiedere spiegazoni qui quando conosci risposte,metodo,applicazioni di come un cristiano deve comportarsi.

Concentrati piuttosto a considerare non tanto il problema ma come tu hai reagito a questo.

Il Confidare in Geova o il chiedere il suo aiuto non basta.........è necessario credere che la situazione può cambiare ed è necessario agire affinchè la situazione si modifichi ,in questo Geova Sostiene e nn abbandona........ci dà la forza di volta in volta di sopportare...........di cambiare se necessario ,ma lo sforzo principale dobbiamo farlo noi e nn attendere supinamente il miracolo.

Il Miracolo non è la dissoluzione del problema o che certi anziani .......il miracolo è chiedersi se noi abbiamo in qualche modo attirato su di noi la calamità non magari mantenendoci umili.........il Miracolo è capire se abbiamo commesso qualche errore di valutazione.........il miracolo è permettere alla nostra coscienza di esaminarci e permettere a uomini imperfetti,anche se non ci piacciono di aiutarci.

Il miracolo avviene quando Geova capisce che il tuo desiderio non è principalmente ricercare la tua legittima giustizia ma passare sopra le trasgressionialtrui..............se non rifletti a fondo su queste cose non aspettarti nessun Miracolo caro Brian........ [SM=x1408427]
brian67
00mercoledì 5 gennaio 2011 17:27
Gladio . . . e tutti quelli che sono del suo parere, non sto parlando di miracoli.

Mi sorge il sospetto che io forse ho provato sensazioni ignote a te e a qualcun altro. Scusa la franchezza.

Comunque . . .


Quando ho avviato questo treahd non avevo alcuna intenzione di parlare di quello che mi è capitato. Perché in passato quando ho accennato qualcosa al riguardo, inevitabilmente, si è giunti ha creare controversie inaspettate. Per esempio link.

In questo treahd volevo semplicemente leggere belle esperienze di persone che si sono sentite sostenute da Dio nelle difficoltà. Inevitabilmente e naturalmente fate delle domande allo scopo di capire meglio con chi avete a che fare. E nello stesso tempo io sono “costretto” a rispondere per evitare incomprensioni.

A differenza delle altre volte oggi non mi concentrerò sul lato tecnico della mia sventura, ma sul lato emotivo fisico e spirituale.
Nel far questo, risponderò indirettamente anche alle vostre domande.

All’apice della mia carriera teocratica (non sto qui a rivelarvi la mia nomina né tanto meno i privilegi che avevo. Perché non è questo il punto) dopo numerosissime esperienze positive o negative che siano (un po’ come tutti i tdg) un anziano si é trasferito nella mia congregazione. Quest’uomo era una persona carismatica. Con una conoscenza biblica e teocratica non indifferente. In breve tempo si conquistò il rispetto dell’intero corpo degli anziani. Per qualche anno anch’io fui attratto dalla sua personalità. Dopo di ché ebbi modo di conoscerlo bene in contesti diversi. E mi accorsi che si mostrava più “giusto” che buono. Aveva un difetto immenso. Considerava i proclamatori in generale “amici” o “nemici”. Per lui la via di mezzo non esisteva. Chi agisce in questo modo lo considero cattiva compagnia.

Inizialmente aveva un comportamento accettabile. Poi appena prese campo, sconfinò dove non doveva. Considerava i fratelli deboli spiritualmente insignificanti . . . quasi un peso. Di conseguenza mi allontanai da lui silenziosamente. Come è mia abitudine. In qualche modo lui avvertì il mio allontanamento. La mia influenza lo aveva portato a convalidare la raccomandazione della congregazione di provenienza. Quando si accorse di non avere più il mio appoggio considerò il mio silenzio come una minaccia per la sua posizione. Nel giro di poco tempo mi rivoltò passivamente contro tutto il corpo degli anziani. E nella successiva visita del sorvegliante persi la nomina.

Ora qualcuno penserà che tutto il mio scoraggiamento ebbe luogo quando persi la nomina. Vi sbagliate.

Avrei referito dimettermi io, e non come hanno fatto loro. Questo perché avevo speso tutta la mia vita per farmi una eccellente reputazione. Invece quell'“incirconciso di cuore” me l’aveva rovinata in quattro e quattro otto.
Ci sono rimasto malissimo perdere la nomina. Sarei un bugiardo se dicessi il contrario. Ma le parole del sorvegliante mi avevano ricaricato e dato un nuovo spirito.
Considerai la mia nuova posizione come un modo per impegnarmi di più nel servizio e avere più tempo per la mia famiglia durante le adunanze e nella vita privata.
Però da lì a poco quella persona si scaraventò su di me con maggiore entità. Da semplice proclamatore che ero diventato, ero completamente attaccabile da ogni lato. E in breve tempo sotto falso pretesto mi trovai “segnato” e dopo 6 mesi disassociato.

Sorprendentemente più si accanivano su di me, più forte mi mostravo. Questo perché i 40 anni trascorsi nell’organizzazione avevano il loro peso. E non come qualcuno ha pensato che mi sono tirato indietro al primo ostacolo.

Durante la mia discesa fino a un certo punto credevo che Dio mi stesse mettendo alla prova. Come dire: “Brian adesso sei abbastanza maturo. Da adesso in avanti, te la devi cavare da solo. Dimostrami di che pasta sei fatto”.

Con questa convinzione (non essere sostenuto da Dio) stranamente mi sentii incoraggiato ad andare avanti. Avevo l’occasione di dimostrare quanto amore avevo per Lui.

Quando ho toccato il fondo, (disassociato) mi sono accorto di essere completamente solo. Ciò nonostante anche lì . . . non mi sono dato per vinto.

Continua . . .

Seabiscuit
00mercoledì 5 gennaio 2011 17:54
Re:
brian67, 05.01.2011 17:27:

Gladio . . . e tutti quelli che sono del suo parere, non sto parlando di miracoli.

Mi sorge il sospetto che io forse ho provato sensazioni ignote a te e a qualcun altro. Scusa la franchezza.

Comunque . . .


Quando ho avviato questo treahd non avevo alcuna intenzione di parlare di quello che mi è capitato. Perché in passato quando ho accennato qualcosa al riguardo, inevitabilmente, si è giunti ha creare controversie inaspettate. Per esempio link.

In questo treahd volevo semplicemente leggere belle esperienze di persone che si sono sentite sostenute da Dio nelle difficoltà. Inevitabilmente e naturalmente fate delle domande allo scopo di capire meglio con chi avete a che fare. E nello stesso tempo io sono “costretto” a rispondere per evitare incomprensioni.

A differenza delle altre volte oggi non mi concentrerò sul lato tecnico della mia sventura, ma sul lato emotivo fisico e spirituale.
Nel far questo, risponderò indirettamente anche alle vostre domande.

All’apice della mia carriera teocratica (non sto qui a rivelarvi la mia nomina né tanto meno i privilegi che avevo. Perché non è questo il punto) dopo numerosissime esperienze positive o negative che siano (un po’ come tutti i tdg) un anziano si é trasferito nella mia congregazione. Quest’uomo era una persona carismatica. Con una conoscenza biblica e teocratica non indifferente. In breve tempo si conquistò il rispetto dell’intero corpo degli anziani. Per qualche anno anch’io fui attratto dalla sua personalità. Dopo di ché ebbi modo di conoscerlo bene in contesti diversi. E mi accorsi che si mostrava più “giusto” che buono. Aveva un difetto immenso. Considerava i proclamatori in generale “amici” o “nemici”. Per lui la via di mezzo non esisteva. Chi agisce in questo modo lo considero cattiva compagnia.

Inizialmente aveva un comportamento accettabile. Poi appena prese campo, sconfinò dove non doveva. Considerava i fratelli deboli spiritualmente insignificanti . . . quasi un peso. Di conseguenza mi allontanai da lui silenziosamente. Come è mia abitudine. In qualche modo lui avvertì il mio allontanamento. La mia influenza lo aveva portato a convalidare la raccomandazione della congregazione di provenienza. Quando si accorse di non avere più il mio appoggio considerò il mio silenzio come una minaccia per la sua posizione. Nel giro di poco tempo mi rivoltò passivamente contro tutto il corpo degli anziani. E nella successiva visita del sorvegliante persi la nomina.

Ora qualcuno penserà che tutto il mio scoraggiamento ebbe luogo quando persi la nomina. Vi sbagliate.

Avrei referito dimettermi io, e non come hanno fatto loro. Questo perché avevo speso tutta la mia vita per farmi una eccellente reputazione. Invece quell'“incirconciso di cuore” me l’aveva rovinata in quattro e quattro otto.
Ci sono rimasto malissimo perdere la nomina. Sarei un bugiardo se dicessi il contrario. Ma le parole del sorvegliante mi avevano ricaricato e dato un nuovo spirito.
Considerai la mia nuova posizione come un modo per impegnarmi di più nel servizio e avere più tempo per la mia famiglia durante le adunanze e nella vita privata.
Però da lì a poco quella persona si scaraventò su di me con maggiore entità. Da semplice proclamatore che ero diventato, ero completamente attaccabile da ogni lato. E in breve tempo sotto falso pretesto mi trovai “segnato” e dopo 6 mesi disassociato.

Sorprendentemente più si accanivano su di me, più forte mi mostravo. Questo perché i 40 anni trascorsi nell’organizzazione avevano il loro peso. E non come qualcuno ha pensato che mi sono tirato indietro al primo ostacolo.

Durante la mia discesa fino a un certo punto credevo che Dio mi stesse mettendo alla prova. Come dire: “Brian adesso sei abbastanza maturo. Da adesso in avanti, te la devi cavare da solo. Dimostrami di che pasta sei fatto”.

Con questa convinzione (non essere sostenuto da Dio) stranamente mi sentii incoraggiato ad andare avanti. Avevo l’occasione di dimostrare quanto amore avevo per Lui.

Quando ho toccato il fondo, (disassociato) mi sono accorto di essere completamente solo. Ciò nonostante anche lì . . . non mi sono dato per vinto.

Continua . . .




caro Brian,

capisco che hai bisogno di dare sfogo alle tue sensazioni, ma questo forum non è il posto adatto a questo scopo. Noi consigliamo ai fratelli che hanno bisogno di sostegno spirituale a rivolgersi direttamente ai loro anziani di congregazione che conoscono meglio di noi la persona e possono dare consigli più mirati.

Se hai voglia di confidarti con noi, non siamo certamente insensibili a simili richieste e quindi ti offriamo la possibilità di avere un area tutta tua, più confidenziale, condivisa solo da alcuni fratelli in gamba di questo forum che, potranno darti dei utili consigli.

Dicci tu se possiamo procedere in tal senso.
(Gladio)
00mercoledì 5 gennaio 2011 19:18
Re:
brian67, 05/01/2011 17.27:

Gladio . . . e tutti quelli che sono del suo parere, non sto parlando di miracoli.

Mi sorge il sospetto che io forse ho provato sensazioni ignote a te e a qualcun altro. Scusa la franchezza.

Comunque . . .


Quando ho avviato questo treahd non avevo alcuna intenzione di parlare di quello che mi è capitato. Perché in passato quando ho accennato qualcosa al riguardo, inevitabilmente, si è giunti ha creare controversie inaspettate. Per esempio link.

In questo treahd volevo semplicemente leggere belle esperienze di persone che si sono sentite sostenute da Dio nelle difficoltà. Inevitabilmente e naturalmente fate delle domande allo scopo di capire meglio con chi avete a che fare. E nello stesso tempo io sono “costretto” a rispondere per evitare incomprensioni.

A differenza delle altre volte oggi non mi concentrerò sul lato tecnico della mia sventura, ma sul lato emotivo fisico e spirituale.
Nel far questo, risponderò indirettamente anche alle vostre domande.

All’apice della mia carriera teocratica (non sto qui a rivelarvi la mia nomina né tanto meno i privilegi che avevo. Perché non è questo il punto) dopo numerosissime esperienze positive o negative che siano (un po’ come tutti i tdg) un anziano si é trasferito nella mia congregazione. Quest’uomo era una persona carismatica. Con una conoscenza biblica e teocratica non indifferente. In breve tempo si conquistò il rispetto dell’intero corpo degli anziani. Per qualche anno anch’io fui attratto dalla sua personalità. Dopo di ché ebbi modo di conoscerlo bene in contesti diversi. E mi accorsi che si mostrava più “giusto” che buono. Aveva un difetto immenso. Considerava i proclamatori in generale “amici” o “nemici”. Per lui la via di mezzo non esisteva. Chi agisce in questo modo lo considero cattiva compagnia.

Inizialmente aveva un comportamento accettabile. Poi appena prese campo, sconfinò dove non doveva. Considerava i fratelli deboli spiritualmente insignificanti . . . quasi un peso. Di conseguenza mi allontanai da lui silenziosamente. Come è mia abitudine. In qualche modo lui avvertì il mio allontanamento. La mia influenza lo aveva portato a convalidare la raccomandazione della congregazione di provenienza. Quando si accorse di non avere più il mio appoggio considerò il mio silenzio come una minaccia per la sua posizione. Nel giro di poco tempo mi rivoltò passivamente contro tutto il corpo degli anziani. E nella successiva visita del sorvegliante persi la nomina.

Ora qualcuno penserà che tutto il mio scoraggiamento ebbe luogo quando persi la nomina. Vi sbagliate.

Avrei referito dimettermi io, e non come hanno fatto loro. Questo perché avevo speso tutta la mia vita per farmi una eccellente reputazione. Invece quell'“incirconciso di cuore” me l’aveva rovinata in quattro e quattro otto.
Ci sono rimasto malissimo perdere la nomina. Sarei un bugiardo se dicessi il contrario. Ma le parole del sorvegliante mi avevano ricaricato e dato un nuovo spirito.
Considerai la mia nuova posizione come un modo per impegnarmi di più nel servizio e avere più tempo per la mia famiglia durante le adunanze e nella vita privata.
Però da lì a poco quella persona si scaraventò su di me con maggiore entità. Da semplice proclamatore che ero diventato, ero completamente attaccabile da ogni lato. E in breve tempo sotto falso pretesto mi trovai “segnato” e dopo 6 mesi disassociato.

Sorprendentemente più si accanivano su di me, più forte mi mostravo. Questo perché i 40 anni trascorsi nell’organizzazione avevano il loro peso. E non come qualcuno ha pensato che mi sono tirato indietro al primo ostacolo.

Durante la mia discesa fino a un certo punto credevo che Dio mi stesse mettendo alla prova. Come dire: “Brian adesso sei abbastanza maturo. Da adesso in avanti, te la devi cavare da solo. Dimostrami di che pasta sei fatto”.

Con questa convinzione (non essere sostenuto da Dio) stranamente mi sentii incoraggiato ad andare avanti. Avevo l’occasione di dimostrare quanto amore avevo per Lui.

Quando ho toccato il fondo, (disassociato) mi sono accorto di essere completamente solo. Ciò nonostante anche lì . . . non mi sono dato per vinto.

Continua . . .






Ovviamente non sei tenuto a spifferare i fatti tuoi ma una constatazione va fatta.............

Ti disassociano,e da quello che fai capire è quasi un tranello........una trappola.

Mi chiedo............possibile che essendo stato tu un nominato la tua reputazione si sia frantumata in così poco tempo ?

Probabilmente hai ragione che forse quel fratello era spocchioso e pieno di sè.......ma non si viene disassociati per futili motivi.

Passando oltre sei da ammirare perchè hai fatto i passi per essere riassociato quindi sei ripartito da 0 ma dalle tue parole sembra invece che il periodo della disassociazione sia stata più la pausa tra due pugili che un periodo di riflessione e meditazione.

Rientri in congregazione e .......scompari......sei nominalmente dentro ma completamente fuori nei sentimenti,nell'animo e forse preferisci dileguarti per magari non riaffrontare certe persone e certi discorsi.

La domanda è:perchè ti sei riassociato???

Se lo hai fatto per amici e parenti continuerai a vivere in questo limbo circoscritto che tu ti sei creato come una ragnatela da cui non ne esci perchè in qualche modo ti consente di fare relativamente ciò che vuoi senza pagarne dazio........

Se lo hai fatto per amore della verità e perchè riconosci la congregazione come quel gruppo di persone che ama Geova pur con tutti i suoi limiti bhè..........sei sempre da lodare.

Io credo alla prima ipotesi ma magari mi sbaglio.......ma con questo non ti giudico ognuno trova i suoi motivi.

Quello che stona è che cerchi qualcuno che ti racconti una bella esperienza ma non capisco ancora a che prò visto che ognuno ha il suo percorso.

Quello che devi valutare ,e non mi stancherò mai di ricordartelo e di ricordarmelo non è tanto cosa è successo ,per colpa di chi o di che cosa..........ma come tu/io affrontiamo questa situazione.Con quale spirito.......con quale obbiettivo.

Tu non devi riconciliarti con mè ne con SEA nè con il fratello pinko pallino NE con quell'eventuale sbruffone di anziano che ci parli..............tu devi riconciliarti con Geova per primo il resto verrà da sè.

Se non ti concentri su questo non avrai nessuna possibilità di riacquistare quella gioia e serenità che hai perso.

Gli anni ti hanno cambiato.........ma come sei cambiato tu,in meglio o in peggio,sono cambiati anche quelli che hanno avuto a che fare con tè in queste vicende,abbi fiducia.

L'altro ieri parlavo con un fratello che prende gli emblemi e condividendo cose profonde mi ha detto che tempo fà si trovò in una grossa difficoltà e che l'aiuto più efficace e il sostegno più amorevole lo ebbe proprio da quel fratello anziano che reputava meno adatto a differenza di quelli che sembravano pastori ancora più eccellenti.

La congregazione cristiana è fatta da migliaia di uomini e donne certamente migliori di quelli che forse..........ti hanno fatto soffrire,ricordatelo........

Infine scava a fondo nella tua memoria,in quelle stanze chiuse e buoie che non entri mai perchè ci hai seppellito i peggiori ricordi e chiediti: ma io sono totalmente esente da colpe?Potevo gestire meglio quelle situazione?ho lottato per avere giustizia ,la mia o per salvaguardare la pace(di tutti).

SEi Abbastanza schietto da saperti dare le giuste risposte Brian......

Stammi bene. [SM=x1408427]



brian67
00giovedì 6 gennaio 2011 09:52
Re: Re:
Seabiscuit, 05.01.2011 17:54:



caro Brian,

Se hai voglia di confidarti con noi, non siamo certamente insensibili a simili richieste e quindi ti offriamo la possibilità di avere un area tutta tua, più confidenziale, condivisa solo da alcuni fratelli in gamba di questo forum che, potranno darti dei utili consigli.

Dicci tu se possiamo procedere in tal senso.





Caro Seabiscuit
Ti ringrazio per la proposta.
Il vostro interessamento nell’aiutare gli altri mi fa venire in mente la mia missione di un tempo. Questo comportamento altruistico denota maturità e amore. Impiegare il proprio tempo a beneficio degli altri è la caratteristica dei veri cristiani. Tanto di cappello.
Ringrazio . . . ma preferisco al momento rimandare la decisione, lasciando la porta socchiusa.


Per Gladio.
Lo sapevo che eri un ragazzo sveglio. Riconfermo la mia ammirazione nei tuoi confronti. Però purtroppo non hai azzeccato i tempi. Il caro (garoma) ha riportato tre punti focali.

(garoma), 04.01.2011 18:32:


1) La riprensione privata e poi quella pubblica sono azioni successive a vari tentativi di aiutarti nel problema, quando la persona non mostra alcun segno di cambiare si segna e solo quando il peccato è grave e manca qualsiasi segno di pentimento si ricorre alla disassociazione. Ora ti chiedo, in tutti questi passaggi che hanno richiesto anche un periodo di tempo piuttosto lungo, non hai intravisto Geova che ti stava soccorrendo per aiutarti a ristabilirti? Eri forse così convinto di aver ragione che vedevi gli altri come tuoi nemici? E’ possibile che questa tua visione delle cose non ti permetteva di vedere il soccorso di Geova per aiutarti?

2) Dopo la tua riassociazione che comunque indica un pentimento del tuo errore che ti aveva portato alla disassociazione neanche allora hai visto Geova come tuo soccorritore che ti aiutava a ristabilirti? Eri veramente convinto del tuo pentimento ho in fondo al cuore ti ritenevi ancora nel giusto?

3) Dopo la riassociazione parli di nuovo di riprensioni “minacce” e qui vorrei capire cosa intendi, e poi dici etc. e anche qui vorrei capire cosa significa questo etc. Ora ti chiedo Come mai hai ricominciato tutto da capo? Ora agli occhi di Geova e della congregazione, in quale condizione sei?

Un saluto



Potevo rispondere ai suoi interrogativi direttamente. Ma rischio di deviare questo treahd.

Come ho detto non mi voglio concentrare nell’aspetto tecnico della mia storia. Perché se riferisse gli sbagli che hanno fatto secondo le disposizioni dell’organizzazione non mi credereste. Ma non é questo il punto. Quindi sorvolo il lato tecnico concentrandomi sul lato emotivo. Quello che mi ha segnato di più. (Matteo 18:6) "...Ma chiunque fa inciampare uno di questi piccoli che ripongono fede in me..." Il passo successivo di questo versetto non é affar mio.

Se permettete, ringraziando anticipatamente gli addetti ai lavori dell’ospitalità, continuo il racconto nel rispetto di tutti i presenti, e non presenti (gli anziani della mia ex), rispondendo indirettamente a dubbi e domande sollevate evitando ogni malinteso.
Giandujotta.50
00giovedì 6 gennaio 2011 10:04
Re: Re: Re:
brian67, 06/01/2011 9.52:




Se permettete, ringraziando anticipatamente gli addetti ai lavori dell’ospitalità, continuo il racconto nel rispetto di tutti i presenti, e non presenti (gli anziani della mia ex), rispondendo indirettamente a dubbi e domande sollevate evitando ogni malinteso.




Brian, non si può prescindere dall'aspetto personale rispetto a questa tua frustrazione. Ogni situazione è particolare, si è già ampiamente dibattuto sull'istituto della disassociazione.
Rispetto a quel che hai provato o provi, capisci anche tu che non si può rispondere se non si conoscono i particolari. e questi non vuoi esporli in privato.
Continuare su questa strada, sarebbe un girarci intorno senza che noi ti possa dare risposte perchè non conosciamo i fatti.
Direi di sospendere l'argomento e visto che hai lasciato la porta socchiusa, noi non la chiuderemo, rinnovandoti l'invito ad accettare un dialogo in una zona riservata esclusivamente a te.

Se posso un pensiero personale: credo di aver compreso la tua posizione e ti auguro di prendere la strada giusta.
[SM=x1408424]

Mod: per il momento chiudo la discussione, fino a nuovi sviluppi. Brian sai come contattarci e nel frattempo, a rileggerci nelle tante discussioni.

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