I testimoni di Geova perseguitati lasciano la Cina

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Tiny817
00giovedì 31 ottobre 2019 20:14
testimoni di Geova
I credenti sudcoreani si preparano a tornare in patria per sfuggire alle persecuzioni e alle angherie inflitte loro quotidianamente dal PCC a motivo della loro fede

di Li Mingxuan

Un testimone di Geova Anziano sudcoreano ha riassunto a Bitter Winter la propria esperienza di oltre dieci anni di vita in Cina: «Non ho mai incontrato persecuzioni come in Cina da nessun’altra parte. Ci sono telecamere di sorveglianza ovunque e non c’è libertà personale».

L’uomo era giunto nella provincia orientale dello Shandong oltre un decennio fa per dedicarsi all’attività missionaria. Quest’anno ha però deciso di tornare nel Paese d’origine. Come altri Testimoni di Geova stranieri aveva detto che avrebbe tentato di proseguire la sua attività missionaria fino alla fine dell’anno e ora si accinge a vendere il suo appartamento prima di lasciare la Cina.

Sebbene l’uomo fosse un po’ restio a separarsi dai libri usati per predicare nello Shandong negli ultimi dieci anni, a metà agosto ha chiesto a un fedele del posto di conservare libri e CD religiosi perché temeva di essere espulso se la polizia li avesse trovati in casa sua.

Il motivo principale della sua decisione è l’intensificarsi della repressione contro i movimenti e gruppi religiosi stranieri. Dopo che lo scorso anno il Dipartimento del lavoro del Fronte Unito e il Ministero per la sicurezza pubblica hanno pubblicato congiuntamente il Piano di lavoro dell’operazione speciale incaricata di indagare e di gestire dell’infiltrazione cristiana straniera secondo la legge, in tutto il Paese le autorità hanno represso i Testimoni di Geova e altri gruppi religiosi, come le Chiese cristiane sudcoreane.

A causa delle repressione sono sempre più numerosi i Testimoni di Geova stranieri che vengono arrestati ed espulsi. In maggio, dopo averlo rintracciato a Qingdao nello Shandong nel corso di una indagine sulla religione, la polizia ha rimpatriato un testimone di Geova Anziano. Di norma, secondo quanto riferiscono i Testimoni di Geova in Cina, ai missionari espulsi è proibito tornare in Cina per cinque anni, mentre agli Anziani viene proibito di tornare nel Paese per sempre.

L’Anziano coreano ci ha descritto le misure di sicurezza adottate: «Per evitare di essere rintracciati e arrestati dal PCC abbiamo predisposto diversi “livelli” di sicurezza che precedono l’accesso alla nostra sala per riunioni. Innanzitutto, c’è una porta di sicurezza rivestita di pannelli coibentanti e infine una parete pieghevole che la nasconde. Durante gli incontri, teniamo le finestre ben chiuse e coperte con diversi strati di tende. Inoltre, non possiamo continuare a riunirci nello stesso posto per molto tempo e quindi cambiamo la sede delle riunioni ogni volta che è necessario. Dobbiamo anche essere in grado di riunirci con un breve preavviso perché non sappiamo dove si terrà la riunione. A partire da gennaio la sede in cui ci incontriamo è stata cambiata più di dieci di volte».

Com’è loro costume le donne dei Testimoni di Geova sono solite indossare lunghe gonne per esprimere la loro devozione a Dio. Visto che in Cina l’ambiente è teso e ostile le donne hanno iniziato a indossare i pantaloni durante le riunioni. In questo modo, se arriva la polizia, non hanno bisogno di cambiarsi e possono fuggire più rapidamente. Questo è solo uno dei tanti trucchi che sono stati costretti ad adottare per sopravvivere come Testimoni di Geova in Cina.

Una testimone di Geova sud coreana che vive nello Shandong, ha riferito a Bitter Winter che vedendo espellere uno dopo l’altro i missionari stranieri, lei e suo marito sono diventati più cauti nella loro vita quotidiana.

La donna a tal proposito ha aggiunto: «Quando dobbiamo acquistare una carta SIM o affittare un appartamento, chiediamo ai credenti del posto di farlo per noi. Quando il personale che gestisce la proprietà immobiliare bussa alla porta, non osiamo aprire. Volevamo prendere la metropolitana appena aperta, ma quando abbiamo saputo che vengono controllati i documenti di identità, ci siamo scoraggiati. Ogni giorno, quando apriamo gli occhi e vediamo che tutto va bene, ringraziamo Dio».

La donna ha raccontato: «Una volta sono andata alla stazione degli autobus a prendere un amico e una persona in uniforme mi ha interrogata e fotografata. Ero terrorizzata perché pensavo che fosse un agente di polizia e solo in seguito ho saputo che si trattava di un addetto alla sicurezza. È stato spaventoso, ma non ero in pericolo». La donna ha aggiunto che nel raccontare questa esperienza prova la stessa paura di quel giorno.

I Testimoni di Geova affrontano gli stessi pericoli anche nelle altre parti del Paese. Un fedele cinese della città di Cangzhou, nella provincia settentrionale dell’Hebei, ha raccontato a Bitter Winter che lo scorso maggio in un luogo di culto sono stati arrestati ed espulsi cinque predicatori sudcoreani, altri invece sono stati molestati dalle autorità. Il credente ha anche rivelato che per sfuggire alla sorveglianza i fedeli hanno iniziato a usare i telefoni pubblici per contattarsi. Sui loro telefoni cellulari, non indicano nomi reali negli elenchi dei contatti e non rispondono mai alle chiamate da numeri sconosciuti.

Il fedele di Cangzhou ha detto: «Ora ci incontriamo di nascosto. È come essere guerriglieri, siamo costantemente in movimento da un posto all’altro. Non abbiamo scelta, è la persecuzione del PCC che ci costringe a farlo. Dobbiamo stare attenti. Il governo ha paura che entriamo in contatto con stranieri e teme che ciò costituisca una minaccia per il regime del Partito Comunista, ma noi non ci occupiamo di politica, tutto ciò che facciamo quando siamo insieme è pregare Dio».

Sebbene non siano inseriti nella lista degli xie jiao, le attività dei Testimoni di Geova sono considerate illegali. A metà aprile 17 Testimoni di Geova di Korla, una città nello Xinjiang, sono stati accusati di «usare un’organizzazione malvagia» per «incitare a sabotare l’applicazione della legge» e uno di loro di «sabotare l’applicazione della legge organizzando e usando un’organizzazione religiosa malvagia». È la prima volta che l’Articolo 300 del Codice penale, di solito riservato alle organizzazioni classificate come xie jiao, viene applicato contro i Testimoni di Geova.

Fonte: https://it.bitterwinter.org/i-testimoni-di-geova-perseguitati-lasciano-la-cina/

barnabino
00giovedì 31 ottobre 2019 20:29
Tiny dovresti presentarti nell'apposita sezione. Grazie.

Shalom
Seabiscuit
00giovedì 31 ottobre 2019 20:30
Non saranno convalidati altri post se prima non fai la tua presentazione
giusyforever
00giovedì 31 ottobre 2019 20:35
Se invece di usare le telecamere per perseguitare i TdG le usassero per combattere la mafia non sarebbe meglio? [SM=g10765]
(SimonLeBon)
00giovedì 31 ottobre 2019 20:45
Re:
giusyforever, 31/10/2019 20:35:

Se invece di usare le telecamere per perseguitare i TdG le usassero per combattere la mafia non sarebbe meglio? [SM=g10765]



Sei un idealista...

Simon
frida18
00giovedì 31 ottobre 2019 20:49
Re:
giusyforever, 31/10/2019 20.35:

Se invece di usare le telecamere per perseguitare i TdG le usassero per combattere la mafia non sarebbe meglio? [SM=g10765]




Quanti dovrebbero autoarrestarsi??
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:53.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com