IL VOTO

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claudiofalco
00venerdì 12 ottobre 2007 22:34
In Romani 13,1-7 Paolo ci esorta ad ubbidire alle autorità civili con la motivazione che ogni legittima autorità viene da Dio. Anche Gesù lo afferma esplicitamente di fronte al governatore Ponzio Pilato: Rispose Gesù "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto" (Giovanni 19:1)
ALLORA IO MI CHIEDO:PERCHè SI SCONSIGLIA AI TDG DI VOTARE?
O ADDIRITTURA DI ANNULLARE LA SCHEDA?
F.Delemme
00venerdì 12 ottobre 2007 23:24
Re:
claudiofalco, 12/10/2007 22.34:

In Romani 13,1-7 Paolo ci esorta ad ubbidire alle autorità civili con la motivazione che ogni legittima autorità viene da Dio. Anche Gesù lo afferma esplicitamente di fronte al governatore Ponzio Pilato: Rispose Gesù "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto" (Giovanni 19:1)
ALLORA IO MI CHIEDO:PERCHè SI SCONSIGLIA AI TDG DI VOTARE?
O ADDIRITTURA DI ANNULLARE LA SCHEDA?



La tua esposizione non è molto chiara. Fammi capire...chi non vota non ubbidisce alle autorità? Da dove si evince questo? Se non si evince, astieniti dal presentare "le tue verità". Riservale ai i tuoi nipotini.

Filippo Delemme


La Primula Rossa
00sabato 13 ottobre 2007 00:17
Claudio questa discussione sarà riaperta quando terminerai le altre. Ti invito di nuovo a terminare i discorsi iniziati, se non prenderai atto di questi avvisi dovrò intervenire come Moderatore.

Grazie.
La Primula Rossa
00domenica 14 ottobre 2007 12:29
Discussione riaperta.
La Primula Rossa
00domenica 14 ottobre 2007 12:33
W 1/11/99


Domande dai lettori

Cosa pensano i testimoni di Geova delle votazioni?

Nella Bibbia ci sono princìpi chiari che permettono ai servitori di Dio di avere la giusta opinione al riguardo. Sembra comunque che non esista nessun principio contrario al votare in sé e per sé. Per esempio, non c’è motivo per cui un consiglio direttivo non possa decidere per votazione le questioni inerenti alla propria società. Spesso le congregazioni dei testimoni di Geova prendono decisioni circa l’orario delle adunanze e l’impiego dei fondi della congregazione votando per alzata di mano.

Che dire però del votare alle elezioni politiche? In alcuni paesi democratici ben il 50 per cento della popolazione non va a votare il giorno delle elezioni. In quanto ai testimoni di Geova, essi non interferiscono nel diritto altrui di votare; né fanno alcuna campagna astensionistica. Rispettano le autorità debitamente costituite a seguito di tali elezioni e cooperano con esse. (Romani 13:1-7) In quanto a dare personalmente il voto a un candidato alle elezioni, ciascun testimone di Geova decide in base alla propria coscienza addestrata secondo la Bibbia e a come intende la responsabilità che ha verso Dio e verso lo Stato. (Matteo 22:21; 1 Pietro 3:16) Nel prendere questa decisione personale, i Testimoni tengono conto di una serie di fattori.

Primo, Gesù Cristo disse riguardo ai suoi seguaci: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:14) I testimoni di Geova prendono seriamente questo principio. ‘Non facendo parte del mondo’, sono neutrali rispetto agli affari politici del mondo. — Giovanni 18:36.

Secondo, l’apostolo Paolo si considerava “ambasciatore” di Cristo fra i suoi contemporanei. (Efesini 6:20; 2 Corinti 5:20) I testimoni di Geova credono che ora Cristo Gesù sia stato intronizzato quale Re del celeste Regno di Dio e che loro, come ambasciatori, devono annunciarlo alle nazioni. (Matteo 24:14; Rivelazione [Apocalisse] 11:15) Ci si aspetta che gli ambasciatori siano neutrali e non interferiscano negli affari interni del paese in cui vengono mandati. In qualità di rappresentanti del celeste Regno di Dio, anche i testimoni di Geova si sentono analogamente in obbligo di non interferire nella politica del paese in cui risiedono.

Un terzo fattore da considerare è che chi col suo voto contribuisce a eleggere un candidato può diventare responsabile di ciò che questi farà. (Confronta 1 Timoteo 5:22, Parola del Signore). I cristiani devono valutare attentamente se intendono assumersi questa responsabilità.

Quarto, i testimoni di Geova tengono in alta stima la loro unità cristiana. (Colossesi 3:14) Quando le religioni si immischiano nella politica, spesso ciò causa divisioni fra i loro aderenti. Imitando Gesù Cristo, i testimoni di Geova evitano ogni ingerenza nella politica e mantengono così la loro unità cristiana. — Matteo 12:25; Giovanni 6:15; 18:36, 37.

Quinto ed ultimo fattore, stando fuori dalla politica i testimoni di Geova hanno la libertà di parola che consente loro di annunciare l’importante messaggio del Regno a persone di qualsiasi idea politica. — Ebrei 10:35.

Alla luce dei princìpi scritturali su esposti, in molti paesi i testimoni di Geova decidono personalmente di non votare alle elezioni politiche, e la legge del paese riconosce loro questa libertà. Che dire però se la legge impone ai cittadini di andare a votare? In tal caso spetta a ciascun Testimone prendere la propria decisione di coscienza basata sulla Bibbia su come intende affrontare la situazione. Se qualcuno decide di recarsi alle urne, è una decisione sua. Ciò che fa nella cabina elettorale è una questione fra lui e il Creatore.

La Torre di Guardia del 15 marzo 1951, a pagina 89, diceva: ‘Quando Cesare obbliga i cittadini a votare . . . [i Testimoni] possono recarsi alle urne ed entrare nella cabina elettorale. È qui che essi devono fare il segno sulla scheda o scrivere ciò che hanno deciso. I votanti possono fare ciò che vogliono con la loro scheda. Perciò quivi alla presenza di Dio è dove i suoi testimoni devono comportarsi in armonia con i suoi comandamenti e in accordo con la loro fede. Non è nostra responsabilità istruirli su ciò che devono fare con la loro scheda’.

Che dire se un marito incredulo insiste che la moglie cristiana si rechi alle urne? Ebbene, lei è sottoposta al marito, così come i cristiani sono sottoposti alle autorità superiori. (Efesini 5:22; 1 Pietro 2:13-17) Se ubbidisce al marito e si reca alle urne, è una sua decisione personale. Nessuno dovrebbe criticarla. — Confronta Romani 14:4.

Che fare se in un paese la legge non obbliga ad andare a votare, ma c’è forte ostilità nei confronti di coloro che non vanno alle urne, i quali magari rischiano anche di essere aggrediti? O che dire se i singoli individui, pur non essendo obbligati per legge ad andare a votare, vengono in qualche modo seriamente penalizzati se non si recano alle urne? In queste e in situazioni analoghe, il cristiano deve prendere la propria decisione. “Ciascuno porterà il proprio carico”. — Galati 6:5.

Può capitare che certuni inciampino vedendo che durante le elezioni nel proprio paese alcuni testimoni di Geova vanno alle urne e altri no. Potrebbero dire: ‘I testimoni di Geova non sono coerenti’. Le persone devono però riconoscere che in questioni come questa, che implicano la coscienza individuale, ciascun cristiano deve prendere la propria decisione davanti a Geova Dio. — Romani 14:12.

Qualunque decisione personale prendano nelle diverse situazioni, i testimoni di Geova si sforzano di salvaguardare la propria neutralità cristiana e la propria libertà di parola. In ogni cosa confidano in Geova Dio perché dia loro forza, sapienza e aiuto per non compromettere in alcun modo la loro fede. Dimostrano così di avere fiducia nelle parole del salmista, che disse: “Tu sei la mia rupe e la mia fortezza; e per amore del tuo nome mi guiderai e mi condurrai”. — Salmo 31:3.
operman
00venerdì 19 ottobre 2007 20:23
Re: W 1/11/99
La Primula Rossa, 14/10/2007 12.33:



Domande dai lettori

Alla luce dei princìpi scritturali su esposti, in molti paesi i testimoni di Geova decidono personalmente di non votare alle elezioni politiche, e la legge del paese riconosce loro questa libertà. Che dire però se la legge impone ai cittadini di andare a votare? In tal caso spetta a ciascun Testimone prendere la propria decisione di coscienza basata sulla Bibbia su come intende affrontare la situazione. Se qualcuno decide di recarsi alle urne, è una decisione sua. Ciò che fa nella cabina elettorale è una questione fra lui e il Creatore.

La Torre di Guardia del 15 marzo 1951, a pagina 89, diceva: ‘Quando Cesare obbliga i cittadini a votare . . . [i Testimoni] possono recarsi alle urne ed entrare nella cabina elettorale. È qui che essi devono fare il segno sulla scheda o scrivere ciò che hanno deciso. I votanti possono fare ciò che vogliono con la loro scheda. Perciò quivi alla presenza di Dio è dove i suoi testimoni devono comportarsi in armonia con i suoi comandamenti e in accordo con la loro fede. Non è nostra responsabilità istruirli su ciò che devono fare con la loro scheda’.

Che dire se un marito incredulo insiste che la moglie cristiana si rechi alle urne? Ebbene, lei è sottoposta al marito, così come i cristiani sono sottoposti alle autorità superiori. (Efesini 5:22; 1 Pietro 2:13-17) Se ubbidisce al marito e si reca alle urne, è una sua decisione personale. Nessuno dovrebbe criticarla. — Confronta Romani 14:4.

Che fare se in un paese la legge non obbliga ad andare a votare, ma c’è forte ostilità nei confronti di coloro che non vanno alle urne, i quali magari rischiano anche di essere aggrediti? O che dire se i singoli individui, pur non essendo obbligati per legge ad andare a votare, vengono in qualche modo seriamente penalizzati se non si recano alle urne? In queste e in situazioni analoghe, il cristiano deve prendere la propria decisione. “Ciascuno porterà il proprio carico”. — Galati 6:5.

Può capitare che certuni inciampino vedendo che durante le elezioni nel proprio paese alcuni testimoni di Geova vanno alle urne e altri no. Potrebbero dire: ‘I testimoni di Geova non sono coerenti’. Le persone devono però riconoscere che in questioni come questa, che implicano la coscienza individuale, ciascun cristiano deve prendere la propria decisione davanti a Geova Dio. — Romani 14:12.

Qualunque decisione personale prendano nelle diverse situazioni, i testimoni di Geova si sforzano di salvaguardare la propria neutralità cristiana e la propria libertà di parola. In ogni cosa confidano in Geova Dio perché dia loro forza, sapienza e aiuto per non compromettere in alcun modo la loro fede. Dimostrano così di avere fiducia nelle parole del salmista, che disse: “Tu sei la mia rupe e la mia fortezza; e per amore del tuo nome mi guiderai e mi condurrai”. — Salmo 31:3.



Il problema per chi come Claudio, fà queste obiezioni è quello di considerarci persone che non hanno la possibiltà di decidere niente nella nostra vita. "Potete fare solo quello che vi ordina la WTS." Questa TG mostra la nostra posizione ufficiale. Siamo LIBERI di decidere cosa fare in base alla nostra coscienza. Altro che menti distorte dalla WTS!
La Primula Rossa
00mercoledì 24 ottobre 2007 00:38
Per essere più precisi, caro operman, altrimenti ci accusano di strategia teocratica, diciamo che prima di divenire TDG abbiamo scelto liberamente di aderire all'insegnamento biblico diffuso dall'Organizzazione. Fra questo vi è anche quello della neutralità politica a tutti i costi, compreso il non partecipare alle votazioni.

E' ovvio però che il solo partecipare entrando in una cabina, non vuol dire votare e potrebbe essere una via d'uscita per quei TDG che vivono in paesi dove il solo non andare alle elezioni comporterebbe seri rischi, anche per la propria vita. In un paese democratico come l'Italia non si è obbligati ad andare a votare e nessun TDG mai ci andrebbe. Se ci andasse ciò vorrebbe dire che non crede più in quell'insegnamento biblico a cui aveva scelto di aderire liberamente per tanto si porrebbe fuori dai TDG automaticamente.
strongmind
00sabato 14 maggio 2011 15:34
La Primula Rossa, 24/10/2007 00.38:

Per essere più precisi, caro operman, altrimenti ci accusano di strategia teocratica, diciamo che prima di divenire TDG abbiamo scelto liberamente di aderire all'insegnamento biblico diffuso dall'Organizzazione. Fra questo vi è anche quello della neutralità politica a tutti i costi, compreso il non partecipare alle votazioni.

E' ovvio però che il solo partecipare entrando in una cabina, non vuol dire votare e potrebbe essere una via d'uscita per quei TDG che vivono in paesi dove il solo non andare alle elezioni comporterebbe seri rischi, anche per la propria vita. In un paese democratico come l'Italia non si è obbligati ad andare a votare e nessun TDG mai ci andrebbe. Se ci andasse ciò vorrebbe dire che non crede più in quell'insegnamento biblico a cui aveva scelto di aderire liberamente per tanto si porrebbe fuori dai TDG automaticamente.




Questo è un discorso che mi interessa molto.....
Per quanto ho capito di quello che hai detto se un TdG andasse a votare (esprimendco una preferenza) e lo ammettesse apertamente ai suoi confratelli verrebbe espulso? (Se ci andasse ciò vorrebbe dire che non crede più in quell'insegnamento biblico a cui aveva scelto di aderire liberamente per tanto si porrebbe fuori dai TDG automaticamente)
Giandujotta.50
00sabato 14 maggio 2011 16:52
la posizione dei testimoni riguardo alle votazioni si evince da questa domanda dei lettori a cui è stata data risposta.


Cosa pensano i testimoni di Geova delle votazioni?

Nella Bibbia ci sono princìpi chiari che permettono ai servitori di Dio di avere la giusta opinione al riguardo. Sembra comunque che non esista nessun principio contrario al votare in sé e per sé. Per esempio, non c’è motivo per cui un consiglio direttivo non possa decidere per votazione le questioni inerenti alla propria società. Spesso le congregazioni dei testimoni di Geova prendono decisioni circa l’orario delle adunanze e l’impiego dei fondi della congregazione votando per alzata di mano.

Che dire però del votare alle elezioni politiche? In alcuni paesi democratici ben il 50 per cento della popolazione non va a votare il giorno delle elezioni. In quanto ai testimoni di Geova, essi non interferiscono nel diritto altrui di votare; né fanno alcuna campagna astensionistica. Rispettano le autorità debitamente costituite a seguito di tali elezioni e cooperano con esse. (Romani 13:1-7) In quanto a dare personalmente il voto a un candidato alle elezioni, ciascun testimone di Geova decide in base alla propria coscienza addestrata secondo la Bibbia e a come intende la responsabilità che ha verso Dio e verso lo Stato. (Matteo 22:21; 1 Pietro 3:16) Nel prendere questa decisione personale, i Testimoni tengono conto di una serie di fattori.

Primo, Gesù Cristo disse riguardo ai suoi seguaci: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:14) I testimoni di Geova prendono seriamente questo principio. ‘Non facendo parte del mondo’, sono neutrali rispetto agli affari politici del mondo. — Giovanni 18:36.

Secondo, l’apostolo Paolo si considerava “ambasciatore” di Cristo fra i suoi contemporanei. (Efesini 6:20; 2 Corinti 5:20) I testimoni di Geova credono che ora Cristo Gesù sia stato intronizzato quale Re del celeste Regno di Dio e che loro, come ambasciatori, devono annunciarlo alle nazioni. (Matteo 24:14; Rivelazione [Apocalisse] 11:15) Ci si aspetta che gli ambasciatori siano neutrali e non interferiscano negli affari interni del paese in cui vengono mandati. In qualità di rappresentanti del celeste Regno di Dio, anche i testimoni di Geova si sentono analogamente in obbligo di non interferire nella politica del paese in cui risiedono.

Un terzo fattore da considerare è che chi col suo voto contribuisce a eleggere un candidato può diventare responsabile di ciò che questi farà. (Confronta 1 Timoteo 5:22, Parola del Signore). I cristiani devono valutare attentamente se intendono assumersi questa responsabilità.

Quarto, i testimoni di Geova tengono in alta stima la loro unità cristiana. (Colossesi 3:14) Quando le religioni si immischiano nella politica, spesso ciò causa divisioni fra i loro aderenti. Imitando Gesù Cristo, i testimoni di Geova evitano ogni ingerenza nella politica e mantengono così la loro unità cristiana. — Matteo 12:25; Giovanni 6:15; 18:36, 37.

Quinto ed ultimo fattore, stando fuori dalla politica i testimoni di Geova hanno la libertà di parola che consente loro di annunciare l’importante messaggio del Regno a persone di qualsiasi idea politica. — Ebrei 10:35.

Alla luce dei princìpi scritturali su esposti, in molti paesi i testimoni di Geova decidono personalmente di non votare alle elezioni politiche, e la legge del paese riconosce loro questa libertà. Che dire però se la legge impone ai cittadini di andare a votare? In tal caso spetta a ciascun Testimone prendere la propria decisione di coscienza basata sulla Bibbia su come intende affrontare la situazione. Se qualcuno decide di recarsi alle urne, è una decisione sua. Ciò che fa nella cabina elettorale è una questione fra lui e il Creatore.
La Torre di Guardia del 15 marzo 1951, a pagina 89, diceva: ‘Quando Cesare obbliga i cittadini a votare . . . [i Testimoni] possono recarsi alle urne ed entrare nella cabina elettorale. È qui che essi devono fare il segno sulla scheda o scrivere ciò che hanno deciso. I votanti possono fare ciò che vogliono con la loro scheda. Perciò quivi alla presenza di Dio è dove i suoi testimoni devono comportarsi in armonia con i suoi comandamenti e in accordo con la loro fede. Non è nostra responsabilità istruirli su ciò che devono fare con la loro scheda’.

Che dire se un marito incredulo insiste che la moglie cristiana si rechi alle urne? Ebbene, lei è sottoposta al marito, così come i cristiani sono sottoposti alle autorità superiori. (Efesini 5:22; 1 Pietro 2:13-17) Se ubbidisce al marito e si reca alle urne, è una sua decisione personale. Nessuno dovrebbe criticarla. — Confronta Romani 14:4.
Che fare se in un paese la legge non obbliga ad andare a votare, ma c’è forte ostilità nei confronti di coloro che non vanno alle urne, i quali magari rischiano anche di essere aggrediti? O che dire se i singoli individui, pur non essendo obbligati per legge ad andare a votare, vengono in qualche modo seriamente penalizzati se non si recano alle urne? In queste e in situazioni analoghe, il cristiano deve prendere la propria decisione. “Ciascuno porterà il proprio carico”. — Galati 6:5.

Può capitare che certuni inciampino vedendo che durante le elezioni nel proprio paese alcuni testimoni di Geova vanno alle urne e altri no. Potrebbero dire: ‘I testimoni di Geova non sono coerenti’. Le persone devono però riconoscere che in questioni come questa, che implicano la coscienza individuale, ciascun cristiano deve prendere la propria decisione davanti a Geova Dio. — Romani 14:12.
Qualunque decisione personale prendano nelle diverse situazioni, i testimoni di Geova si sforzano di salvaguardare la propria neutralità cristiana e la propria libertà di parola. In ogni cosa confidano in Geova Dio perché dia loro forza, sapienza e aiuto per non compromettere in alcun modo la loro fede. Dimostrano così di avere fiducia nelle parole del salmista, che disse: “Tu sei la mia rupe e la mia fortezza; e per amore del tuo nome mi guiderai e mi condurrai”. — Salmo 31:3.

W 99/1/11 - pag. 28,29



pavel43
00sabato 14 maggio 2011 17:33

Gesù Cristo disse riguardo ai suoi seguaci: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giovanni 17:14) I testimoni di Geova prendono seriamente questo principio. ‘Non facendo parte del mondo’, sono neutrali rispetto agli affari politici del mondo. — Giovanni 18:36.


Certo non dobbiamo partecipare a edificare nel mondo ciò che in se stesso il mondo ama(quelle logiche di potere che fanno parte integrante dei meccanismi stessi della struttura di controllo satanica), dobbiamo amare nel mondo ciò che in se stesso il mondo odia, (operare con spirito di servizio, perseguire pace e giustizia)


chi col suo voto contribuisce a eleggere un candidato può diventare responsabile di ciò che questi farà. (Confronta 1 Timoteo 5:22, Parola del Signore). I cristiani devono valutare attentamente se intendono assumersi questa responsabilità.


Ci sono responsabilità più grandi rispetto quella dell’orario delle adunanze, ma perché dobbiamo discriminare secondo il livello e non secondo il rispetto del bene comune.

Gesù comandò "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" pagare lealmente le tasse per un cristiano (ma anche per ogni persona onesta) è un dovere di giustizia e quindi un obbligo di coscienza. Ma pagare le tasse garantisce l'ordine, il commercio e tutta una serie di altri servizi, lo stato dà al cittadino qualcosa per il quale ha diritto a una contropartita, proprio per poter continuare a rendere questi stessi servizi.
Mi pare evidente che il comando implichi l’aspetto politico, affidando alla libera scelta delle persone l’esercizio responsabile di servizio al bene comune.
Seabiscuit
00sabato 14 maggio 2011 17:41
Re:
pavel43, 14.05.2011 17:33:



Gesù comandò "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" pagare lealmente le tasse per un cristiano (ma anche per ogni persona onesta) è un dovere di giustizia e quindi un obbligo di coscienza. Ma pagare le tasse garantisce l'ordine, il commercio e tutta una serie di altri servizi, lo stato dà al cittadino qualcosa per il quale ha diritto a una contropartita, proprio per poter continuare a rendere questi stessi servizi.
Mi pare evidente che il comando implichi l’aspetto politico, affidando alla libera scelta delle persone l’esercizio responsabile di servizio al bene comune.



infatti i TdG danno a Cesare ciò che è di Cesare, ma come continua la scrittura, danno a Dio ciò che è di Dio.

Gesù disse anche di non far parte di questo mondo. Votando e scegliendo un partito politico, puoi dire di non farne parte?

Ovviamente i TdG fanno parte del mondo in senso stretto proprio come disse l'apostolo Paolo, ma fra Cesare e Dio, scegliamo Dio e il Suo Regno senza alcun compromesso.


claudio2018
00giovedì 4 ottobre 2018 12:16
Re: Re:
Seabiscuit, 14/05/2011 17.41:

pavel43, 14.05.2011 17:33:



Gesù comandò "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" pagare lealmente le tasse per un cristiano (ma anche per ogni persona onesta) è un dovere di giustizia e quindi un obbligo di coscienza. Ma pagare le tasse garantisce l'ordine, il commercio e tutta una serie di altri servizi, lo stato dà al cittadino qualcosa per il quale ha diritto a una contropartita, proprio per poter continuare a rendere questi stessi servizi.
Mi pare evidente che il comando implichi l’aspetto politico, affidando alla libera scelta delle persone l’esercizio responsabile di servizio al bene comune.



infatti i TdG danno a Cesare ciò che è di Cesare, ma come continua la scrittura, danno a Dio ciò che è di Dio.

Gesù disse anche di non far parte di questo mondo. Votando e scegliendo un partito politico, puoi dire di non farne parte?

Ovviamente i TdG fanno parte del mondo in senso stretto proprio come disse l'apostolo Paolo, ma fra Cesare e Dio, scegliamo Dio e il Suo Regno senza alcun compromesso.





E questo sostegno , questa lealtà , ha avuto ragione di esistere soprattutto dal 1914 in avanti perché se in quell'anno è stato stabilito un governo reale , allora chi sostiene questo governo sono sudditi reali , che fanno scelte reali.

Si perché il voto è una scelta : io decido chi deve regnare su di me. È il principio della democrazia secondo cui il popolo sceglie il proprio governante. Questo principio poteva anche essere accettabile prima della nascita del governo di Cristo perché si era in quelli che la bibbia chiama 'tempi di ignoranza' ovvero i 7 tempi di dominio incontrastato delle bestie politiche sull'umanita senza interferenza del Regno di Dio. Dopo che i 7 tempi sono finiti ed è nato il Regno di Dio da allora ogni uomo è chiamato a votarlo , a sceglierlo , a farsi rappresentare da esso . Nel momento pero' in cui una persona non riconosce l'esistenza di tale governo che ha una sua realtà organizzativa visibile , è chiaro che considerera' irrazionale la decisione di non eleggere un qualsiasi altro uomo come proprio rappresentante . Tra l'altro la scrittura di Lunedì 1 Ottobre 2018 ricorda proprio la posizione del cristiano : riconoscere ubbidienza relativa a Cesare ma non votarlo perché il cristiano è suddito , ha gia votato il Regno di Dio

Saluti
claudio2018
00giovedì 4 ottobre 2018 12:25
Una domanda : Ai tempi di Cristo c'era l'impero romano e si era nei 7 tempi , ovvero mancava il governo di Cristo . Come funzionava ? I senatori romani venivano scelti dal popolo ? Mi sembra di no. Comunque nel caso si fosse presentata la possibilità di votare un candidato politico non credo che si potesse porre la questione della lealtà e suddittanza al regno di Cristo visto che non era ancora stato istituito per cui penso non ci sarebbe stata nessuna obiezione al voto e alla partecipazione alla vita politica in una certa misura. Che ne pensate ?
Aquila-58
00giovedì 4 ottobre 2018 12:38
Re:
claudio2018, 04/10/2018 12.25:

Una domanda : Ai tempi di Cristo c'era l'impero romano e si era nei 7 tempi , ovvero mancava il governo di Cristo . Come funzionava ? I senatori romani venivano scelti dal popolo ? Mi sembra di no. Comunque nel caso si fosse presentata la possibilità di votare un candidato politico non credo che si potesse porre la questione della lealtà e suddittanza al regno di Cristo visto che non era ancora stato istituito per cui penso non ci sarebbe stata nessuna obiezione al voto e alla partecipazione alla vita politica in una certa misura. Che ne pensate ?




restava però sempre il fatto che i discepoli di Gesù non facevano parte di questo mondo perché il Regno stesso di Gesù non era di qui (Giovanni 18:36)


claudio2018
00giovedì 4 ottobre 2018 12:49
Re: Re:
Aquila-58, 04/10/2018 12.38:

claudio2018, 04/10/2018 12.25:

Una domanda : Ai tempi di Cristo c'era l'impero romano e si era nei 7 tempi , ovvero mancava il governo di Cristo . Come funzionava ? I senatori romani venivano scelti dal popolo ? Mi sembra di no. Comunque nel caso si fosse presentata la possibilità di votare un candidato politico non credo che si potesse porre la questione della lealtà e suddittanza al regno di Cristo visto che non era ancora stato istituito per cui penso non ci sarebbe stata nessuna obiezione al voto e alla partecipazione alla vita politica in una certa misura. Che ne pensate ?




restava però sempre il fatto che i discepoli di Gesù non facevano parte di questo mondo perché il Regno stesso di Gesù non era di qui (Giovanni 18:36)





Come agirono storicamente i primi cristiani in relazione alla vita politica ?
(SimonLeBon)
00giovedì 4 ottobre 2018 14:17
Re: Re: Re:
claudio2018, 04/10/2018 12:49:



Come agirono storicamente i primi cristiani in relazione alla vita politica ?



Come facciamo a saperlo? Chiediamo a qualcuno se votavano per l'imperatore? [SM=g2037509]

Simon
(SimonLeBon)
00giovedì 4 ottobre 2018 14:21
Re:
claudio2018, 04/10/2018 12:25:

Una domanda : Ai tempi di Cristo c'era l'impero romano e si era nei 7 tempi , ovvero mancava il governo di Cristo . Come funzionava ? I senatori romani venivano scelti dal popolo ? Mi sembra di no. Comunque nel caso si fosse presentata la possibilità di votare un candidato politico non credo che si potesse porre la questione della lealtà e suddittanza al regno di Cristo visto che non era ancora stato istituito per cui penso non ci sarebbe stata nessuna obiezione al voto e alla partecipazione alla vita politica in una certa misura. Che ne pensate ?



Roma era la capitale dell'impero e la sua città piu' grande per dimensioni e importanza.
I senatori appartenevano alle famiglie ricche e influenti della città, mentre alcuni rappresentanti del popolo venivano scelti, piu' per acclamazione che non per votazione.

Dei cristiani sappiamo che vennero espulsi dalla città piu' di una volta, poi anche perseguitati, anche perchè non offrivano sacrifici all'iperatore. Quindi è difficile pensare che si schierassero politicamente a favore di qualcuno, almeno nella fase iniziale del cristianesimo.

Simon
dom@
00venerdì 5 ottobre 2018 02:26
Re: Re:
(SimonLeBon), 10/4/2018 2:21 PM:



Roma era la capitale dell'impero e la sua città piu' grande per dimensioni e importanza.
I senatori appartenevano alle famiglie ricche e influenti della città, mentre alcuni rappresentanti del popolo venivano scelti, piu' per acclamazione che non per votazione.

Dei cristiani sappiamo che vennero espulsi dalla città piu' di una volta, poi anche perseguitati, anche perchè non offrivano sacrifici all'iperatore. Quindi è difficile pensare che si schierassero politicamente a favore di qualcuno, almeno nella fase iniziale del cristianesimo.r

Simon



Be' portiamo la questione del voto al 2016. Io tdG Vado a votate [SM=g27987] .e il MIO candidato Vince Le lezzione . Vince pero. Per voti. E il eletto decisse fare. Una Guerra nucleare a Corea Del Nord. Come sentirei? ? Ho vomeri? E cesoie? [SM=g27995]
Isaia 2
Gloria futura di Gerusalemme
=Mi 4:1-5; Is 11:4-10
1 Parola che Isaia, figlio di Amots, ebbe in visione, riguardo a Giuda e a Gerusalemme.
2 Avverrà, negli ultimi giorni,
che il monte della casa del SIGNORE
si ergerà sulla vetta dei monti,
e sarà elevato al di sopra dei colli;
e tutte le nazioni affluiranno a esso.
3 Molti popoli vi accorreranno, e diranno:
«Venite, saliamo al monte del SIGNORE,
alla casa del Dio di Giacobbe;
egli ci insegnerà le sue vie,
e noi cammineremo per i suoi sentieri».
Da Sion, infatti, uscirà la legge,
e da Gerusalemme la parola del SIGNORE.

"4 Egli giudicherà tra nazione e nazione
e sarà l'arbitro fra molti popoli;
ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro,
e le loro lance, in falci;
una nazione non alzerà più la spada contro un'altra,
e non impareranno più la guerra.""
5 Casa di Giacobbe,
venite, e camminiamo alls luce del SIGNORE!
claudio2018
00venerdì 5 ottobre 2018 08:17
Certamente la condivisione della responsabilità ha il suo peso ma ne farei sopratutto una questione di fede . La fede ti permette di vedere e considerare reale ciò che non si vede. Ho fede che il Regno di Cristo è istituito e operante dal 1914 ? Per me il governo di Cristo è reale ? È completo ? È sufficente ? Se lo è allora non ha senso sceglierne un altro ( perché votare significa fare una SCELTA ), anzi è sleale . Sarebbe come se un iscritto , attivista aderente al movimento 5 stelle , il giorno delle elezioni votasse PD. Il problema è che alle urne non'e' possibile votare il governo di Cristo o un qualche suo rappresentante visibile unto sulla terra perché come specificano le scritture il regno di Dio non 'e' parte del mondo come non ne sono parte coloro che lo sostengono ma ciò non toglie che sia un governo reale e che porti benefici reali già da ora . Pertanto i suoi sostenitori vivono in modo coerente con questa consapevolezza dell'esistenza di ciò che altri non vedono
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