Re:
Caro Giovanni,
giovanniparigi, 06/06/2012 21.27:
Come dicevi, Aquila, il computo o ipotesi che una generazione siano 35 anni è la base di tutto il mio discorso, per cui devo provare che assumendo tale valore non cado in un orrido senza costrutto logico e matematico, nonchè cronologico. E infatti con mia sorpresa non ci sono caduto e non ci cadrete.
Marco 13,30 ci dice che "questa generazione" vedrà la fine di Gerusalemme, per cui se essa avvenne nel 70d.C. Gesù parla nel 35d.C. (70-35=35), anno della sua crocefissione o messa al palo come dite voi.
Se tale ipotesi è vera
Beh, il testo marciano parla specificatamente dei fatti che sarebbero accaduti in Israele (Marco 13:2-4), ma non ci si può limitare alla sola distruzione del tempio del 70 E.V.,
poichè la fine completa del "sistema giudaico" si ebbe con la rivolta di Bar Kokhba che si concluse tragicamente nel 135 E.V..
Perchè dico questo?
Perchè il testo marciano, anche se parla espressamente, come detto, dei fatti giudaici, può comunque ricollegarsi al testo matteano (basta che tu lo legga per vedere le analogie...), che allarga l' orizzonte al "
sunteleias tou aionos",("
termine del sistema di cose", o "
del mondo, o dell' era presente"...).
Il testo matteano intreccia chiaramente le due prospettive, quella della fine del "mondo" giudaico e quella della fine del "mondo" intesa nel senso globale, e il testo marciano ripete sostanzialmente molti di quei segni.
E' interessante infatti notare
che il testo matteano parli espressamente del segno della
parousìa di Cristo e del
sunteleias tou aionos (
Mt. 24:3).
Quindi, intrecciandosi, le due prospettive riguardano sia la fine del "mondo" giudaico e che quella del "mondo" intesa in senso globale (poichè c' è di mezzo anche l'
erchomenon, la venuta finale di Cristo "
sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria",
Mt. 24:30, che il testo marciano ripete in
Marco 13:26), come ho già detto, per cui la "generazione" di
Mt. 24:34 che avrebbe visto la fine del "mondo" giudaico
va oltre la distruzione del tempio, arrivando fino al disastro della rivolta successiva, quando nel 135 E.V. circa la ribellione fu domata e Bar Kokhba ucciso, e avvenne la fine completa e totale del "mondo" giudaico.
Per cui, il termine "generazione" va a nostro parere inteso come una "
generazione di eventi",
ergo un susseguirsi di eventi che riguardò ininterrottamente probabilmente un paio di generazioni "reali", coinvolte nel disastro giudaico, iniziato nel 70 E.V. e terminato nel 135 E.V. circa.
Che poi, biblicamente parlando, la "generazione" vera e propria non possa ridursi a soli 35 anni, te lo dimostra la nostra enciclopedia PERSPICACIA NELLO STUDIO DELLE SCRITTURE, di cui ti riporto una parte:
"
Quando il termine “generazione” si riferisce alle persone viventi in un dato periodo di tempo, non si può stabilirne l’esatta durata, ma solo un limite ragionevole. Questo limite sarebbe determinato dalla durata della vita degli uomini dell’epoca o di quella popolazione. La durata della vita delle dieci generazioni da Adamo a Noè era in media di 850 anni ciascuna. (Ge 5:5-31; 9:29) Ma dopo Noè la durata della vita dell’uomo diminuì bruscamente. Abraamo, per esempio, visse solo 175 anni. (Ge 25:7) Oggi, più o meno come al tempo di Mosè, le persone che vivono in condizioni favorevoli possono raggiungere i 70 o gli 80 anni. Mosè scrisse: “In se stessi i giorni dei nostri anni sono settant’anni; e se a causa di speciale potenza sono ottant’anni, tuttavia la loro insistenza è sull’affanno e sulle cose nocive; poiché deve presto passare, e voliamo via”. (Sl 90:10) Qualcuno può vivere più a lungo, ma Mosè espose la regola generale. Mosè stesso, che visse 120 anni, fu un’eccezione, come lo furono suo fratello Aaronne (123 anni), Giosuè (110 anni) e alcuni altri insolitamente forti e vitali. — De 34:7; Nu 33:39; Gsè 24:29".