Il patriarca Kirill ai russi “Adottate gli orfani”

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(SimonLeBon)
00lunedì 7 gennaio 2013 22:38
Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill mentre officia la messa di Natale alla cattedrale di Mosca

Il problema affrontato dalla chiesa
di Mosca per la prima volta
in occasione del Natale ortodosso

ANNA ZAFESOVA

«Adottate gli orfani, non ci devono essere bambini senza famiglie nel nostro Paese»: è l’esortazione che il patriarca di Mosca Kirill ha lanciato ai fedeli in occasione del Natale, che la chiesa ortodossa russa celebra con 13 giorni di ritardo, secondo il calendario giuliano che non ha mai abolito. È la prima volta che il problema dei bambini senza famiglia - circa 700 mila in Russia, secondo le stime delle ong internazionali - viene affrontato dal capo della chiesa russa, di solito molto restia a sollevare argomenti di impegno sociale. Ma molto probabilmente l’appello del patriarca - «mi rivolgo a ciascuno di voi con questa richiesta, se potete fare questo passo importante nella vostra vita, adottando dei bambini, aiutando gli orfani, allora fatelo» - punta non tanto a sensibilizzare gli ortodossi alle sventure del prossimo, quanto a compiacere il Cremlino, che nei giorni scorsi ha lanciato una campagna contro le adozioni internazionali.

Una legge votata dalla Duma e firmata da Putin nonostante le polemiche interne ed internazionali, e l’opposizione perfino di alcuni membri del governo, proibisce infatti l’adozione di orfani russi da parte di coppie americani. Il provvedimento è stato promosso come vendetta per le sanzioni imposte dal Congresso americano contro i funzionari russi implicati nella morte dell’avvocato Magnitsky, deceduto in prigione dove era finito dopo aver accusato ufficiali del fisco e della polizia di frodi e truffe. Ma la ritorsione è stata anche l’occasione per una nuova campagna di stampo nazionalista, nel corso della quale politici, esponenti della cultura e media hanno denunciato il fatto che una «grande potenza» come la Russia non poteva «vendere i suoi figli» alle coppie straniere, che poi li avrebbero maltrattati o comunque allevati in una cultura diversa da quella degli antenati. Il commissario per i diritti dell’infanzia presso la presidenza Pavel Astakhov ha promesso un’imminente chiusura di tutte le adozioni internazionali, sostenendo che d’ora in poi sarà la Madre Russia a occuparsi dei suoi figli più sfortunati.

Non che finora l’avesse fatto molto bene. I minori in custodia dello Stato - la maggioranza dei quali con i genitori in vita, che però non sono in grado di provvedere ai figli per povertà e soprattutto per alcolismo - sono centinaia di migliaia, e la maggioranza di loro non ha nessuna speranza di trovare una famiglia. In Russia l’adozione è ancora considerata una vergogna da nascondere, e vengono adottati soltanto bambini piccolissimi che si possono poi spacciare per figli biologici senza troppi problemi. Inoltre c’è una profonda diffidenza verso i figli degli alcolizzati, tossicodipendenti e delinquenti, nella convinzione che i bambini portino un retaggio “genetico” che nel migliore dei casi creerà problemi di salute e ritardo mentale, e nel peggiore li indurrà a comportamenti anti-sociali. Questo spiega anche la diffidenza dell’opinione pubblica e delle autorità russe nei confronti degli stranieri che non disdegnano l’adozione di bambini problematici (in Russia sono i medici e gli assistenti sociali stessi a consigliare alle giovani madri di lasciare allo Stato bimbi venuti al mondo con difetti fisici o ritardi mentali). Un comportamento da Paese ancora povero, ma anche una cultura molto radicata da decenni (l’emergenza orfani era nato già all’epoca dell’Urss che ne aveva circa un milione). Per questo motivo i bambini adottati dalle coppie russe, nel 2011, sono stati 7400, mentre altri 700 mila restano in orfanotrofi che spesso assomigliano più a campi di concentramento, in attesa di venirne buttati fuori senza quasi nessun sostegno a 18 anni, se sani, o trasferiti in istituti ancora più tremendi per condizioni di vita, se disabili.

Ora il patriarca ortodosso chiede ai fedeli di adottare bambini, nell’idea di una nuova Russia che non cede nulla all’Occidente e anzi ospita chi, scontento, ne vuole fuggire, come Gerard Depardieu appena «adottato» da Putin come neo-cittadino russo. Considerato che l’appello natalizio precedente di Kirill esortava i russi a restare a casa invece di scendere in piazza nella stagione delle manifestazioni contro Putin, non c’è dubbio che la svolta «sociale» del patriarcato anche stavolta sia dettata da ragioni politiche. Resta da sperare che comunque possa aiutare qualche orfano a trovare una famiglia.

www.lastampa.it
(Gladio)
00martedì 8 gennaio 2013 00:13
MI VIENE IL VOMITO...... [SM=x1408438]
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