Induismo e caste

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(SimonLeBon)
00sabato 22 dicembre 2007 09:56
Un analisi sociologica
L’organizzazione in caste, tipica dell’induismo tradizionale, dà vita ad un sistema di disuguaglianza sociale sancito per legge religiosa o razziale.
Ogni casta costituisce un gruppo chiuso, cui si appartiene per nascita o diritto ereditario.
Le caste tradizionali sono quattro e sono chiamate ‘varna’:

- il varna dei sacerdoti (bramhana)
- il varna dei guerrieri (ksatryia)
- il varna dei commercianti (vaisya)
- il varna dei servi (sudras)

Si nota una certa somiglianza con le classi sociali della società feudale europea.
Il concetto di Karma insegna ad un indu’ che egli è nato in una particolare sottocasta perché cosi’ era destinato. Il Dharma costituisce il codice dei doveri di casta. Il concetto di ‘contaminazione’ regola invece i rapporti tra le diverse caste.

La società indiana tradizionale si concretizza in un insieme di villaggi rurali isolati, simili a piccole ‘repubbliche’. Nel processo di spostamento di un membro da un villaggio all’altro veniva conservato l’ambito della casta di appartenenza.
Immaginando tre diversi villaggi V1, V2, V3 ognuno di essi conteneva un proprio sistema organizzativo basato sulle caste. Un membro di V1 appartenente alla casta a1 sarebbe stato accolto nella medesima casta a1 anche nei villaggi V2 e V3.

In periodi recenti i mutamenti economici e politici hanno introdotto grosse modificazioni e maggiore flessibilità nell’organizzazione tradizionale in caste. Benessere e istruzione sono diventati accessibili anche ai membri delle caste inferiori. In questo modo è stata data la possibilità all’individuo di ricevere prestigio e/o potere, indipendentemente dalla casta di appartenenza.

(Riassunto basato sul testo “Appunti di sociologia” – G. Sartorio – Giappichelli)

Simon
T a i t a
00sabato 22 dicembre 2007 21:14
C'è che ritiene che con un miliardo di abitanti, il sistema delle caste tenga insieme il paese.

L'altro è la Cina, tenuto insieme da ben altro!! [SM=x1408440]
(SimonLeBon)
00sabato 22 dicembre 2007 22:00
Re:
T a i t a, 12/22/2007 9:14 PM:

C'è che ritiene che con un miliardo di abitanti, il sistema delle caste tenga insieme il paese.

L'altro è la Cina, tenuto insieme da ben altro!! [SM=x1408440]



Sembra che, come riconosce anche il Sertorio, la tradizionale stratificazione in caste stia andando in crisi. Assieme ad essa un insieme di valori strettamente collegati. Cosi' vedevo qualche anno fa in televisione che per il contadino che vende frutta e verdura al mercato la mucca è certamente sacra, ma se si mette a mangiare l'insalata esposta sul banco non esita un momento a cacciarla a legnate...
Idem i pesci sacri del fiume Gange, cibati dalle prelibatezze preparate dai monaci grazie alle offerte dei fedeli, vengono pescati pochi chilometri a valle e rivenduti a caro prezzo.

Forse tempo fa nessuno avrebbe riflettuto o messo in dubbio, oggi si. [SM=g8435]

Simon
T a i t a
00sabato 22 dicembre 2007 22:02
Per le legnate alla mucca, è verissimo! Visto con questi occhi!!
Come la cornata che mi sono preso da quella "vacca" che mi è passata accanto e ... ahia!! [SM=x66]
(SimonLeBon)
00sabato 22 dicembre 2007 22:54
Re:
T a i t a, 12/22/2007 10:02 PM:

Per le legnate alla mucca, è verissimo! Visto con questi occhi!!
Come la cornata che mi sono preso da quella "vacca" che mi è passata accanto e ... ahia!! [SM=x66]



Una mia constatazione personale è che molti degli indiani emigrati in Italia lavorano in allevamenti di mucche, anche se si devono alzare alle 4.00 di mattina per accudirle. Per loro è un grande onore. Per altri no.

Simon
dom@
00martedì 22 gennaio 2008 03:59
Per me e' senpre stato un onore accudire le vacche mi piaceva la zuppa al latte [SM=g8948]
Alex69rm
00venerdì 11 luglio 2008 21:34
Re:
dom@, 1/22/2008 3:59 AM:

Per me e' senpre stato un onore accudire le vacche mi piaceva la zuppa al latte [SM=g8948]




anche in italia è pieno di vacche per strada... solo che sono "vacche" umane.. [SM=g11663]
Wiki NT
00venerdì 11 luglio 2008 22:24
Re: Re:
Alex69rm, 11/07/2008 21.34:




anche in italia è pieno di vacche per strada... solo che sono "vacche" umane.. [SM=g11663]




La Carfagna vuole multare i clienti con una multa sostanziosa! Hai capito la puritana! Ahah.. proprio lei!
Alex69rm
00giovedì 25 dicembre 2008 11:05
Re: Re: Re:
Wiki NT, 11/07/2008 22.24:




La Carfagna vuole multare i clienti con una multa sostanziosa! Hai capito la puritana! Ahah.. proprio lei!



mi correggo... non tutte le vacche sono per strada... [SM=g8149]

Amalia 52
00lunedì 20 luglio 2009 15:18
I cristiani e le caste [SM=g6276]
DAL CORRISPONDENTE DI SVEGLIATEVI! IN INDIA
CHE cosa vi viene in mente quando sentite l’espressione “sistema delle caste”? Forse pensate all’India e ai milioni di senza casta, i fuori casta. Anche se il sistema delle caste fa parte della religione indù, i riformatori indù hanno combattuto per eliminare gli effetti che ha avuto sulle caste inferiori e sui fuori casta. Per questo motivo, cosa direste se veniste a sapere che il sistema delle caste viene praticato perfino in chiese che affermano di essere cristiane?
La possibile origine del sistema delle caste in India
La divisione delle persone in ordini sociali in cui alcuni si sentono superiori non è prerogativa dell’India. Tutti i continenti sono stati testimoni di discriminazione contro certe classi in una forma o nell’altra. Ma il sistema castale dell’India è diverso perché oltre 3.000 anni fa il processo di sottomissione sociale fu introdotto nella religione.
Anche se non si conosce con certezza l’origine del sistema delle caste, alcuni esperti lo fanno risalire all’antica civiltà della valle dell’Indo, nell’odierno Pakistan. L’archeologia pare indicare che gli abitanti originari furono in seguito conquistati da tribù provenienti da nord-ovest, durante quella che oggi viene comunemente definita “migrazione aria”. In un suo libro Jawaharlal Nehru la definisce “la prima grande sintesi e fusione culturale”, da cui derivarono “le razze indiane e la fondamentale cultura indiana”. Questa fusione, però, non portò all’uguaglianza razziale. — The Discovery of India.
Un’enciclopedia dichiara: “Gli indù sono responsabili della proliferazione delle caste (jati, letteralmente ‘nascita’) con la suddivisione in quattro classi, o varna, a motivo dei matrimoni misti (vietati nelle opere indù sul dharma). I teorici moderni, invece, sono propensi a credere che le caste siano sorte da differenze nelle pratiche rituali familiari, da distinzioni razziali e dall’esercizio di professioni diverse e specializzate. Molti studiosi moderni pensano inoltre che il semplice sistema castale sia stato solo un ideale teorico socioreligioso e hanno sottolineato che la divisione molto complessa della società indù in quasi 3.000 caste e sottocaste esisteva probabilmente anche nei tempi antichi”. — The New Encyclopædia Britannica.
Per qualche tempo ci furono matrimoni fra persone di classe diversa e i precedenti pregiudizi basati sul colore della pelle divennero meno pronunciati. Le norme severe che regolavano la casta furono uno sviluppo religioso posteriore, spiegato negli scritti vedici e nel Codice (o Leggi) di Manu, un saggio indù. I brahmani insegnavano che le caste più alte nascevano con una purezza che le distingueva dalle caste più basse. Inculcavano nei sudra, o quelli della casta più bassa, la credenza che il loro lavoro umile fosse la punizione stabilita da Dio per le azioni cattive compiute in un’esistenza precedente e che qualsiasi tentativo di infrangere la barriera della casta li avrebbe resi fuori casta. L’appartenente a una casta superiore che sposava un sudra, ci mangiava insieme, usava la stessa fonte idrica o entrava nello stesso tempio poteva perdere la casta.
La casta nel contesto moderno
Conseguita l’indipendenza nel 1947, il governo dell’India formulò una costituzione secondo la quale la discriminazione in base alla casta era considerata reato. Riconoscendo gli svantaggi che gli indù delle caste più basse avevano avuto per secoli, il governo stabilì che venissero riservati alle tribù e alle caste “schedate” un certo numero di impieghi e di posti nel settore statale e nelle scuole. Un termine usato per questi gruppi indù è “dalit”, che significa “schiacciato, calpestato”. Ma un giornale titolava di recente: “I cristiani dalit chiedono le ‘reservations’ [posti statali e all’università]”. Com’è avvenuto questo?
I notevoli vantaggi concessi dal governo prendono spunto dal fatto che gli indù di casta inferiore hanno subìto ingiustizie a causa del sistema delle caste. Così si è ragionato che le religioni che non hanno praticato il sistema castale non possono aspettarsi questi vantaggi. Tuttavia, poiché sono convertiti di casta inferiore, o intoccabili, dicono i cristiani dalit, anche loro sono oggetto di discriminazione non solo da parte degli indù ma anche da parte di ‘altri cristiani’. È vero?
I missionari della cristianità e le caste
Molti indù furono convertiti da missionari portoghesi, francesi e inglesi, sia cattolici che protestanti, al tempo del colonialismo. Persone di tutte le caste divennero cristiani nominali: alcuni predicatori attirarono i brahmani, altri gli intoccabili. Che effetto ebbero l’insegnamento e la condotta dei missionari sulla credenza nelle caste, così profondamente radicata?
Parlando degli inglesi in India, lo scrittore Nirad Chaudhuri dice che nelle chiese “la congregazione indiana non poteva sedere insieme agli europei. Il cristianesimo non occultò il sentimento di superiorità razziale su cui poggiava il dominio inglese in India”. Manifestando un atteggiamento simile, nel 1894 un missionario riferì al Comitato delle Missioni Estere degli Stati Uniti d’America che convertire persone di casta inferiore voleva dire “raccogliere rifiuti e portarli nella Chiesa”.
È chiaro che il sentimento di superiorità razziale dei primi missionari e la fusione del pensiero brahmanico con gli insegnamenti delle chiese sono la causa principale per cui il sistema castale viene apertamente seguito da tanti cosiddetti cristiani in India.
La casta nelle chiese odierne
L’arcivescovo cattolico George Zur, parlando alla Conferenza Episcopale Cattolica in India nel 1991, disse: “I convertiti delle caste schedate sono trattati come persone di casta bassa non solo dagli indù di casta alta ma anche dai cristiani di casta alta. . . . Nelle chiese parrocchiali e nei cimiteri sono riservati loro posti separati. I matrimoni fra persone di casta diversa sono disapprovati . . . Le discriminazioni dovute alla casta sono molto diffuse fra il clero”.
Il vescovo M. Azariah, della Chiesa dell’India meridionale, una Chiesa Protestante Unita, ha detto in un suo libro: “I cristiani delle caste schedate (dalit) sono pertanto oggetto di discriminazione e sono oppressi da altri cristiani nelle varie chiese non per colpa loro ma per l’accidente della nascita, anche quando sono cristiani della 2a, 3a e 4a generazione. I cristiani di casta alta che sono in minoranza nella Chiesa si portano dietro i loro pregiudizi di casta anche dopo generazioni, senza che le credenze e le pratiche cristiane abbiano avuto alcun effetto su di loro”. — The Un-Christian Side of the Indian Church.
Da un’indagine condotta dal governo sui problemi delle classi arretrate in India, chiamata Commissione Mandal, è emerso che coloro che si professavano cristiani nel Kerala erano divisi “in vari gruppi etnici sulla base della casta di appartenenza. . . . Anche dopo la conversione, i convertiti di casta inferiore continuavano ad essere trattati come harijan. . . . I seguaci siriani e pulaya della stessa Chiesa tenevano riti religiosi separati in edifici diversi”.
Un servizio dell’Indian Express dell’agosto 1996 diceva dei cristiani dalit: “Nel Tamil Nadu vivono separati dalle caste superiori. Nel Kerala sono soprattutto braccianti senza terra e lavorano per i cristiani siriani e per proprietari terrieri appartenenti ad altre caste superiori. I dalit e i cristiani siriani non mangiano mai insieme e non si sposano fra loro. In molti casi i dalit hanno le proprie chiese, dette ‘chiesa pulaya’ o ‘chiesa paraiyan’”. Questi sono nomi di sottocaste. La forma italianizzata di “paraiyan” è “paria”.
Reazioni al malcontento
Gruppi di attivisti laici, come il FACE (Foro contro lo sfruttamento dei cristiani) cercano di ottenere dal governo privilegi per i dalit cristiani. La loro principale preoccupazione sono gli aiuti economici ai convertiti cristiani. Altri invece si preoccupano del trattamento all’interno della chiesa. In una lettera a papa Giovanni Paolo II, circa 120 firmatari hanno detto di avere “abbracciato il cristianesimo per liberarsi dal sistema delle caste”, ma che non è loro permesso di entrare nella chiesa del villaggio o partecipare alle funzioni. Sono stati costretti a costruire case in una sola strada, in cui nessun cristiano di casta alta — e nessun parroco — mette mai piede! Una cattolica con lo stesso problema ha detto: “È senz’altro importante per me che mio figlio studi in una buona università. Ma è ancora più importante che sia riconosciuto come loro pari dai fratelli di fede [cattolici]”.
Alcuni cercano di migliorare la sorte dei cristiani dalit, ma molti stanno perdendo la pazienza. Organizzazioni come la Vishwa Hindu Parishad (Organizzazione Mondiale Indù) cercano di riportare i convertiti cristiani nell’ovile indù. L’Indian Express riferiva di una cerimonia in cui oltre 600 famiglie “cristiane” hanno riabbracciato l’induismo alla presenza di 10.000 persone.
La vera via cristiana
Se i missionari delle organizzazioni ecclesiastiche avessero insegnato gli insegnamenti di Cristo basati sull’amore, non ci sarebbero stati né “cristiani brahmani” né “cristiani dalit” né “cristiani paraiyan”. (Matteo 22:37-40) Non ci sarebbero state chiese separate per i dalit né segregazione nei ristoranti. Quali sono questi insegnamenti biblici che rendono liberi e trascendono le distinzioni di classe?
“Poiché Geova vostro Dio è l’Iddio degli dèi . . . , che non tratta nessuno con parzialità né accetta regalo”. — Deuteronomio 10:17.
“Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, a parlare tutti concordemente, e a non avere fra voi divisioni, ma ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero”. — 1 Corinti 1:10.
“Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. — Giovanni 13:35.
La Bibbia insegna che Dio ha fatto da un solo uomo tutto il genere umano. Dice pure che tutti i discendenti di quell’unico uomo dovrebbero ‘cercare Dio e trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi’. — Atti 17:26, 27.
Quando nella primitiva congregazione cristiana cominciarono a insinuarsi distinzioni di classe, lo scrittore Giacomo, sotto ispirazione, le condannò esplicitamente. Disse: “Avete fra voi distinzioni di classe e siete divenuti giudici che prendono decisioni malvage, non è vero?” (Giacomo 2:1-4) Il vero insegnamento cristiano non permette alcuna forma di sistema castale.
Ci vuole la mentalità del nuovo mondo
Milioni di testimoni di Geova appartenevano in precedenza a molte religioni diverse, ma sono stati disposti a cambiare le loro credenze e la loro condotta. Grazie agli insegnamenti biblici, hanno eliminato dal cuore e dalla mente sentimenti di superiorità o di inferiorità, sia che traessero origine dal colonialismo, dalla razza, dall’apartheid o dal sistema castale. (Romani 12:1, 2) Hanno un chiaro intendimento di ciò che la Bibbia chiama “nuova terra”, in cui “dimorerà la giustizia”. Che luminosa prospettiva per tutti quelli che soffrono sulla terra! — 2 Pietro 3:13.
[Note in calce]
“Caste schedate” è il termine ufficiale con cui si indicano le caste inferiori degli indù, o i fuori casta, gli intoccabili, che sono state emarginate socialmente ed economicamente.
Termine coniato da Mohandas K. Gandhi per indicare le caste inferiori. Significa “gente di Hari”, uno dei nomi del dio Visnu.
[Testo in evidenza/Figura a pagina 25]
“Dio non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto”. — Atti 10:34, 35

Come ci si sente?
Sì, come ci si sente a essere trattati come un fuori casta da persone che si dichiarano cristiane? Un cristiano i cui antenati erano stati convertiti da una casta inferiore indù chiamata cheramar o pulaya, narra un episodio verificatosi alcuni anni fa nel Kerala, lo stato da cui proviene.
Fui invitato a un matrimonio dove c’erano parecchi invitati che erano seguaci di varie chiese. La mia presenza al ricevimento causò un gran subbuglio, e quelli che appartenevano alla Chiesa Ortodossa Siriana dissero che non sarebbero rimasti al ricevimento se io non me ne fossi andato, poiché non avrebbero mangiato insieme a un pulaya. Quando il padre della sposa si rifiutò di cedere al loro ricatto, boicottarono in massa il ricevimento. Dopo che se ne furono andati venne servito il pranzo. Ma quelli che servivano ai tavoli si rifiutarono di portar via la foglia di banano in cui avevo mangiato e di sparecchiare il mio tavolo. [SM=g11399]


Giullare108
00mercoledì 22 giugno 2011 07:31
Parlo per vita vissuta. Perché in India vi ho vissuto. Perché, come appassionato di letteratura antica, ho tradotto dei libri e letto quasi tutti i Classici della Letteratura Vedica. Si può dire che il sistema delle caste esiste ancora oggi anche da noi. La differenza è che noi siamo promiscui, nel senso di più liberali e non ne facciamo una netta divisione.
La casta più alta (la più importante) da sempre è stata quella “sacerdotale” I BRAHMANAS sono i preti, o monaci, i sacerdoti che con la loro liturgia celebrano i riti religiosi. Onorati anche dai Re che normalmente sono KSHATRYAS “guerrieri” o meglio militari.
I VAISYAS sono i “commercianti”. Coloro che comprano e vendono. Coloro che trattano affari. Gli artigiani, ecc..
I SUDRAS sono i contadini, gli operai…
Gli antichi testi affermano che una CASTA non può vivere senza le altre tre. I SUDRAS coltivano la terra, producono cibo, sono anche gli operai, la manodopera in genere che oggi lavora nelle industrie. i VAISYAS commerciano i prodotti della terra e gli oggetti prodotti nelle fabbriche, o da loro stessi costruiti, mentre gli KSHATRYA, sono governanti, i militari che proteggono la nazione, di conseguenza le altre tre caste. I BRAHMANAS, sono i sacerdoti, che facendo osservare la religione, fanno in modo che tutto vada per il meglio.
Una società così strutturata una volta funzionava, in quanto tutti collaboravano, ognuno faceva il proprio lavoro e tutto procedeva per il meglio. Nulla impediva a un SUDRA, di divenire VAISHYA, o KSHATRYA o BRAHMANA. Se sviluppava le doti necessarie poteva farlo. Ora le cose sono un po’ degenerate…
Oggi si è creata una nuova casta, quella dei PARYAS. Una casta che prima non esisteva, di fatto il termine significa FUORI CASTA. Un qualcosa che prima non esisteva, frutto dei tempi moderni. Nella società vedica, il FUORI CASTA non era concepito, tutti avevano un ruolo.
A differenza dei SUDRAS, dei VAISHYAS e degli KSHATRYAS, quella dei BRAHMANAS, si divide in altre 4 parti. Dette ASHRAMAS o ASHRAMA VARNAS.
La Prima viene detta BRAHMACHARY… sono gli studenti, coloro che frequentano i seminari, che studiano teologia e le varie scienze. In genere vengono dedicati allo studio 25 anni. Poi si diviene BRAHMANAS a tutti gli effetti. Fino a quell’età l’aspirante PRETE deve rimanere celibe, non può avere rapporti sessuali. Presi i voti può sposarsi e generare figli. A 50 anni di età, dopo aver cresciuto i figli e adempito a tutti i doveri famigliari, può prendere il voto di VANAPRASTA. Cioè iniziare a distaccarsi dagli attaccamenti famigliari. Man mano che i figli vengono sistemati, sposati, ecc.. Torna ad astenersi dai rapporti sessuali, ma non è ancora tornato celibe. Vive ancora in famiglia, ma passa la maggior parte del suo tempo in un luogo di culto, quale un tempio… Se la moglie dovesse morire prima, può prendere il voto di SANYASI, dove la rinuncia al tutto è completa. Se la moglie è ancora viva, deve aspettare fino a 75 anni di età, poi può farlo, la moglie viene mantenuta e accudita dai figli. In genere il SANYASI, non vive nei Templi, fa il girovago, diviene nomade, visita tutti quelli che possono essere i luoghi sacri. Vive di elemosina. Di solito viene ospitato di casa in casa. Se non trova ospitalità dorme dove capita. Molti si ritirano in luoghi isolati come eremiti. Qualcuno in solitudine qualcuno in compagnia di altri SANYASIS.
Il DARMA, invece, è una parola che viene spesso tradotta con RELIGIONE. E’ una traduzione sbagliata. DARMA si traduce con LEGGE. Un po’ come la TORAH degli Ebrei, Il Pentateuco contiene la LEGGE. DHARMA ha lo stesso significato di TORAH. LEGGE sono anche i precetti religiosi, da qui la confusione nella traduzione. Errore che comunque fanno solo i traduttori occidentali.
Giullare108
00mercoledì 22 giugno 2011 08:09
Riguardo la VACCA SACRA. Questa non è e non è mai stata SACRA. La notizia è una deformazione DOVUTA All’ignoranza occidentale, rispetto alle tradizioni del luogo.
E la vita che viene ritenuta SACRA, tutta la vita, compresa quella della VACCA. La VACCA viene tenuta in maggior considerazione, in quanto fonte di cibo.
Nell’antica CIVILTA’ VEDICA non era proibito cibarsi di carne. La casta degli KSHATRYA, ne mangiava tranquillamente. Per esercitarsi andavano a caccia… Mangiavano qualunque carne… tranne la quella di VACCA intesa come femmina del TORO. Quest’ultimo poteva essere consumato.
La ragione per cui si preferiva non mangiare carne di VACCA, è legata a quella moderna. I nostri allevatori producono latte. La VACCA da il latte per 20 o più anni. Possedere una VACCA, per una famiglia di contadini significava avere cibo per lungo tempo. Se invece la si uccideva per mangiarne la carne, dopo poco tempo non si aveva più nulla. Mi pare una ragione molto logica, che dagli occidentali è stata ridicolizzata, riducendo il rispetto per l’animale che dava cibo per così tanto tempo all’adorazione da parte di persone stupide che “adoravano” un animale. Inoltre ancora oggi lo sterco di VACCA una volta essiccato è un buon combustibile per i focolai domestici. E come da noi un buon concime per i campi.
Giandujotta.50
00mercoledì 22 giugno 2011 08:24
Se quella della vacca sacra è un equivoco, c'è da dire che è stato alimentato da tutta la stampa occidentale.
Si dice che possano circolare tranquillamente nelle città, provocando anche danni...ma se non sono sacre, a chi apparterrebbero questi animali? se sono, giustamente, considerati preziose fonti di alimento come il latte e fattrici di vitelli che si possono consumare, come mai si lasciano vagare libere e presumo difficilmente rintracciabili quando si dovrebbero mungere o far ingravidare o assisterle per partorire e...ecc...

Certo è che con culture così diverse, restiamo sorpresi e incuriositi...ma in ogni caso sempre troppo "lontani" [SM=g27985]
Giullare108
00mercoledì 22 giugno 2011 14:40
Le VACCHE che girovagano tranquillamente per la città, sono dipendenti comunali... Naturalmente è una battuta, fatta per dirti che fanno gli SPAZZINI, tengono “pulita” la città, nutrendosi degli scarti dei vari mercati... Il loro sterco viene raccolto, essiccato e venduto come combustibile.
ADORARE, significa inchinarsi davanti a una VACCA, rivolgergli preghiere, portargli offerte di cibo, ecc.. Nessuno fa questo con le VACCHE addette alla pulizia... Vengono tollerate per l’aiuto che danno... Quelle VACCHE che si vedono nelle città, non sono VACCHE DA LATTE, sono di una razza particolare... Il loro latte non viene usato…
Quando si parla di civiltà vedica si parla di una cosa, quando si parla della civiltà odierna si parla di un’altra cosa… Il degrado è ovunque... come ho detto, la casta dei PARYA, o FUORI CASTA ai tempi della civiltà vedica, non esisteva...
Mentre esisteva il termine MLECCHA, tutt’ora in uso. MLECCHA significa BARBARO. Con questo termine sia allora che oggi, veniamo designati noi occidentali... E oggi un MLECCHA è degenerato in un PARYA... Un occidentale può anche convertirsi all’induismo, ma può non essere accettato dai più ortodossi...
Molti TEMPLI vietano l’ingressò agli occidentali… (non tutti per fortuna).
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