Inferno di fuoco

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Seabiscuit
00mercoledì 10 giugno 2009 09:03
il suo vero significato qual'è?

INFERNO:
Termine usato nella maggior parte delle traduzioni più antiche e anche in alcune versioni moderne per tradurre l’ebraico she’òhl e il greco hàides. Nella Diodati la parola “inferno” traduce 20 volte she’òhl e 8 volte hàides. Questa versione tuttavia non è coerente perché she’òhl viene pure tradotto 38 volte “sepolcro”, 7 volte “sotterra” o “luogo sotterra”, ecc.

Alla voce “Inferno” la Collier’s Encyclopedia (1986, vol. 12, p. 28) dice: “In primo luogo corrisponde all’ebraico Sceol dell’Antico Testamento e al greco Ades della Settanta e del Nuovo Testamento. Poiché Sceol ai tempi dell’Antico Testamento si riferiva semplicemente alla dimora dei morti e non comportava alcuna distinzione morale, la parola ‘inferno’, come la si comprende oggi, non è una traduzione felice”.

Dato che l’“inferno di fuoco” è stato per molti secoli un insegnamento fondamentale della cristianità, si comprende perché l’Encyclopedia Americana (1956, vol. XIV, p. 81) dica: “Molta confusione e incomprensione è dovuta al fatto che i primi traduttori della Bibbia resero persistentemente la parola ebraica Sceol e quelle greche Ades e Geenna con la parola inferno. La semplice traslitterazione di queste parole da parte dei traduttori nelle edizioni rivedute della Bibbia non è stata sufficiente a chiarire apprezzabilmente questa confusione e opinione errata”. Comunque, traslitterando e rendendo in modo coerente questi termini si permette a chi studia la Bibbia di fare un accurato confronto dei versetti in cui ricorrono i termini originali e di arrivare così, senza pregiudizi, a una corretta comprensione del loro vero significato.

L'inferno è quindi un luogo di tormento oppure si riferisce semplicemente alla dimora dei morti e non comporta alcuna distinzione morale?



Seabiscuit
00venerdì 12 giugno 2009 15:36
Mauri,
Araldo,

allora? Vi sto aspettando!

spetta e spera? [SM=x1408399]
giacomo20
00venerdì 12 giugno 2009 15:46
Come con il sangue certi discorsi sembra che proprio non gli vanno proprio chissà
giacomo20
00venerdì 12 giugno 2009 15:46
Come con il sangue certi discorsi sembra che proprio non gli vanno proprio chissà
Araldo73
00venerdì 12 giugno 2009 16:06
Re:
CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

1033 Non possiamo essere uniti a Dio se non scegliamo liberamente di amarlo. Ma non possiamo amare Dio se pecchiamo gravemente contro di lui, contro il nostro prossimo o contro noi stessi: «Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna» (1 Gv 3,14-15). Nostro Signore ci avverte che saremo separati da lui se non soccorriamo nei loro gravi bisogni i poveri e i piccoli che sono suoi fratelli. 628 Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola «inferno».

1034 Gesù parla ripetutamente della «geenna», del «fuoco inestinguibile», 629 che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l'anima che il corpo. 630 Gesù annunzia con parole severe: «Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno [...] tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente» (Mt 13,41-42), ed egli pronunzierà la condanna: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!» (Mt 25,41).

1035 La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, «il fuoco eterno». 631 La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

1036 Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l'inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l'uomo deve usare la propria libertà in vista del proprio destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione: «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!» (Mt 7,13-14).

«Siccome non conosciamo né il giorno né l'ora, bisogna, come ci avvisa il Signore, che vegliamo assiduamente, affinché, finito l'unico corso della nostra vita terrena, meritiamo con lui di entrare al banchetto nuziale ed essere annoverati tra i beati, né ci si comandi, come a servi cattivi e pigri, di andare al fuoco eterno, nelle tenebre esteriori dove ci sarà pianto e stridore di denti».

1037 Dio non predestina nessuno ad andare all'inferno; 633 questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole «che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi» (2 Pt 3,9): «Accetta con benevolenza, o Signore, l'offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti».

Pax
Araldo
barnabino
00venerdì 12 giugno 2009 16:17

La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio



Dunque anche per il cattolicesimo il "fuoco" è simbolo non di una "separazione" eterna da Dio. Direi che la posizione è simile alla nostra, con la differenza che noi l'abbiamo sempre spiegata al popolo in modo chiaro, mentre il cattolicesimo è sempre stato ambiguo rispetto alle immagini utilizzate per descriverne le pene, al punto di terrorizzare per secoli le persone che, ahimé, per cultura non erano in grado di capire il senso di quel fuoco.

Un domanda: se la pena principale è la separazione eterna di Dio le altre pene secondarie a cosa si riferiscono? Non è chiaro nel catechismo.

Shalom

Spener
00venerdì 12 giugno 2009 16:39
Re:
barnabino, 12/06/2009 16.17:


La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio



Dunque anche per il cattolicesimo il "fuoco" è simbolo non di una "separazione" eterna da Dio. Direi che la posizione è simile alla nostra, con la differenza che noi l'abbiamo sempre spiegata al popolo in modo chiaro, mentre il cattolicesimo è sempre stato ambiguo rispetto alle immagini utilizzate per descriverne le pene, al punto di terrorizzare per secoli le persone che, ahimé, per cultura non erano in grado di capire il senso di quel fuoco.

Un domanda: se la pena principale è la separazione eterna di Dio le altre pene secondarie a cosa si riferiscono? Non è chiaro nel catechismo.

Shalom




Non direi proprio caro Barnabino. La pena principale dell'inferno consiste nella separazione da Dio, ma ciò non significa traslare le fiamme ad un piano simbolico.

La concezione infermale del cattolicesimo è basata sul noto schema di spazi fra i quali è suddiviso l’aldilà. Fu Tommaso d’Aquino a sottolineare con forza un simile carattere topografico, dedicando un articolo della Summa a spiegare che, dopo la morte, le anime hanno “dimore”.
Gli spazi, o i luoghi, che compongono l’aldilà (inferno, paradiso e purgatorio) sono tre zone cronologicamente simultanee ma topograficamente distinte. Interrogarsi su ciò che segue la morte equivale a chiedersi in quale “settore” metafisico si è trasferito il defunto. L’inferno è il luogo REALE dove vanno i malvagi e sostanzialmente è caratterizzato dall’impossibilità di uscirne. Esisterà per sempre e non sarà mai privo di “inquilini”. Il Sinodo di Costantinopoli dichiara: “Se qualcuno dice o pensa che il castigo degli empi è temporaneo e che terminerà dopo un certo tempo, sia anatema”.
Mentre l’inferno e il paradiso sono luoghi definitivi, ciò non vale per il purgatorio, che è da intendersi come luogo di transito. Vi entrano coloro i quali, non essendo deceduti in stato di peccato mortale, non hanno tuttavia fatto penitenza per le loro colpe, o la cui penitenza si è rivelata insufficiente. Il purgatorio assomiglia all’inferno, perché vi si soffre con pene dure a causa del medesimo fuoco. Si esce dal purgatorio per accedere al paradiso, mai per andare all’inferno. Inoltre, a differenza dell’inferno, arriverà il giorno in cui il purgatorio sarà completamente svuotato e cesserà ogni sua funzione.

Non ho mai letto niente che affermi che LE FIAMME sono solo un SIMBOLO della separazione da Dio.

Questo, solo per mettere i puntini sulle "i".

Ciao
Spener
Spener
00venerdì 12 giugno 2009 16:40
Anzi, per la precisione... ecco qui cosa insegna la Dottrina Cattolica:

CLICCA QUI

Guardate ... e inorridite!!

spener
giacomo20
00venerdì 12 giugno 2009 16:47
Ma a me hanno sempre insegnato che l'inferno e sottoterra allora i miei sacerdoti mi raccontavano bugie?
Araldo73
00venerdì 12 giugno 2009 16:48
Re:
giacomo20, 12/06/2009 15.46:

Come con il sangue certi discorsi sembra che proprio non gli vanno proprio chissà



Sul Sangue ho già risposto.
N non si intende sostanza ma simbolo.
Sangue=Vita

Piuttosto direi che qui siete voi a dover spiegare perchè il sangue = sostanza no ma i suoi derivati si....

Pax
Araldo


Araldo73
00venerdì 12 giugno 2009 16:54
Re:
Spener, 12/06/2009 16.40:

Anzi, per la precisione... ecco qui cosa insegna la Dottrina Cattolica:
CLICCA QUI
Guardate ... e inorridite!!
spener



Per precisione per sapere cosa insegna la dottrina cattolica dovresti andare qui :

www.va/archive/catechism_it/p123a12_it.htm

se no io ti cito gli scritti di Russel e pretendo che abbiano valore anche oggi.

Pax
Araldo
Spener
00venerdì 12 giugno 2009 16:59
Re: Re:

Per precisione per sapere cosa insegna la dottrina cattolica dovresti andare qui :

www.va/archive/catechism_it/p123a12_it.htm



La Vs dottrina non la studio sul World Wide Web, ma sui manuali di Teologia.


se no io ti cito gli scritti di Russel e pretendo che abbiano valore anche oggi.



Il tuo problema è che non sai nemmeno cosa differenzia un catechismo dall'altro secondo la tua stessa chiesa.
Mentre i TdG possono senza problemi affermare in linea ipotetica che Russell sbagliò tutto, tu puoi solo dire che la forma espositiva, e non la sostanza, differenzia un catechismo da un altro.

Saluti
Spener


dom@
00venerdì 12 giugno 2009 17:03
Re:
giacomo20, 6/12/2009 4:47 PM:

Ma a me hanno sempre insegnato che l'inferno e sottoterra allora i miei sacerdoti mi raccontavano bugie?



Un cattolico non fa buggie. [SM=g10765]

Peche' Chi fa la buggia,

non e' figlio, di Maria!

Neanche, figlio, di Gesu'!

Quando, muore... Va laggiu!!!!
[SM=x1408447] [SM=x1408447] [SM=x1408447] [SM=x1408447] [SM=x1408447] [SM=x1408447] [SM=x1408403]


giacomo20
00venerdì 12 giugno 2009 17:15
Re: Re:
Araldo73, 12/06/2009 16.48:



Sul Sangue ho già risposto.
N non si intende sostanza ma simbolo.
Sangue=Vita

Piuttosto direi che qui siete voi a dover spiegare perchè il sangue = sostanza no ma i suoi derivati si....

Pax
Araldo






e una questione di scelte personali mentre invece l'inferno non lo é. Poi spiegami come verranno giudicati i residenti infernali àd armaghedon se sono già stati giudicati quando sono morti?
Seabiscuit
00venerdì 12 giugno 2009 18:17
Re:
Spener, 12/06/2009 16.40:

Anzi, per la precisione... ecco qui cosa insegna la Dottrina Cattolica:

CLICCA QUI

Guardate ... e inorridite!!

spener



alla faccia del simbolismo!

[IMG]http://i41.tinypic.com/14buy5y.jpg[/IMG]


Seabiscuit
00venerdì 12 giugno 2009 18:56
Eccl. 9:5, 10: “I viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla . . . Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol*, il luogo al quale vai”.

*la CEI traduce con "inferi"

se i morti non sono consci di nulla, come fanno ad essere consci della lontananza di Dio e sentir dolore?

È interessante che Giobbe menzionò l'inferno: Oh, ti piacesse nascondermi nell’inferno — occultarmi fino a tanto che passi il tuo furore, — e che tu mi fissi un tempo, in cui ti ricorderai di me!” (Ma)

ancora più interessante, persino Gesù disse:
Atti 2:25-27, EP: “Davide, infatti, dice di lui [Gesù Cristo]: . . . Perché non abbandonerai l’anima mia nell’inferno,* né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione”. (*“Inferno”, PIB, Ri, Sa, Ti; “inferi”, CEI; “luoghi sotterra”, Di; “Ade [Ades]”, Con, Ga, Mar, Na, NM; “sceòl”, NVB).

il fatto di non averlo abbandonato nell'inferno, presuppone che almeno per qualche tempo Gesù ci sia stato nell'inferno.
giacomo20
00venerdì 12 giugno 2009 19:27
Coreggetèmi se sbaglio ma a me avevano insegnato che quando si risorge per il giudizio su va a prendere il proprio corpo e si torna in inferno così le pene sono di molto aumentate in eterno é spaventoso! Poi a quanto ne so l'interpretazione del inferno é talmente individuale che ognuno se lo crea
Seabiscuit
00venerdì 12 giugno 2009 20:19
Re: Re:
Seabiscuit, 12/06/2009 18.17:



alla faccia del simbolismo!

[IMG]http://i41.tinypic.com/14buy5y.jpg[/IMG]





io sono troppo curioso di leggere Mauri al riguardo. Fino a poco fa dice che il suo Dio cose così crudeli non le fa come il nostro Dio Geova che è puro Amore, misericordioso e giusto.

“Tu, o Geova, sei buono e pronto a perdonare; e l’amorevole benignità verso tutti quelli che ti invocano è abbondante. Presta orecchio, o Geova, alla mia preghiera; e presta attenzione alla voce delle mie suppliche. Nel giorno della mia angustia certamente ti invocherò, poiché tu mi risponderai”. (Salmo 86:5-7)

“Geova è clemente e giusto; e il nostro Dio è Uno che mostra misericordia”. (Salmo 116:5)
Seabiscuit
00venerdì 12 giugno 2009 20:34

1034 Gesù parla ripetutamente della «geenna», del «fuoco inestinguibile», 629 che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l'anima che il corpo. 630 Gesù annunzia con parole severe: «Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno [...] tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente» (Mt 13,41-42), ed egli pronunzierà la condanna: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!» (Mt 25,41).



come può la geenna essere l'inferno dove le anime vengono tormentate se...

“E non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna." (Matteo 10:28)
barnabino
00venerdì 12 giugno 2009 21:27
Caro Araldo,

Quoto Spener,


La pena principale dell'inferno consiste nella separazione da Dio, ma ciò non significa traslare le fiamme ad un piano simbolico.



E' in effetti quello che sospettavo, cioè se la pena PRINCIPALE è la separazione da Dio quelle secondarie sono dovute a fuoco letterale... insomma, una roba un pò "fondamentalista". Oppure, lasciatelo dire, in passato vi siete spiegati davvero male. Ed anche oggi non siete proprio chiari...


Shalom

.:mErA:.
00sabato 11 luglio 2009 16:41
Shalom a tutti.
Leggo solo ora l'invito di Seabiscuit a prendere parte a questa discussione.

Nella Bibbia lo Sheol non è un luogo spirituale o un inferno per i peccatori.
Lo Sheol è il sottoterra, il luogo sotterraneo dove vengono poste le tombe.
Un esempio lo troviamo nella Torah in Numeri 16:33, dove è scritto che la terra si aprì e inghiottì coloro che si erano ribellati a Moshè.

"Così scesero vivi nello Sheol; la terra si richiuse su loro ed essi scomparvero di mezzo all'assemblea."

La parola Sheol per estensione indica anche il sepolcro, il luogo dove tutti gli uomini andranno alla fine della vita.

In Isaia è scritto "gli empi scenderanno nello Sheol", non perchè lo Sheol sia un inferno per i cattivi, ma semplicemente perchè Dio farà perire gli empi con il suo giudizio.
Anche il grande patriarca Yakov (Giacobbe) sapeva che sarebbe finito nello Sheol, come anche Giobbe.
Apprezzo quindi l'interpretazione dei TdG dell'oltretomba perchè è in perfetta coerenza con quella dell'Ebraismo Biblico.


Shalom.
Seabiscuit
00sabato 11 luglio 2009 19:58
Re:
.:mErA:., 11/07/2009 16.41:

Shalom a tutti.
Leggo solo ora l'invito di Seabiscuit a prendere parte a questa discussione.

Nella Bibbia lo Sheol non è un luogo spirituale o un inferno per i peccatori.
Lo Sheol è il sottoterra, il luogo sotterraneo dove vengono poste le tombe.
Un esempio lo troviamo nella Torah in Numeri 16:33, dove è scritto che la terra si aprì e inghiottì coloro che si erano ribellati a Moshè.

"Così scesero vivi nello Sheol; la terra si richiuse su loro ed essi scomparvero di mezzo all'assemblea."

La parola Sheol per estensione indica anche il sepolcro, il luogo dove tutti gli uomini andranno alla fine della vita.

In Isaia è scritto "gli empi scenderanno nello Sheol", non perchè lo Sheol sia un inferno per i cattivi, ma semplicemente perchè Dio farà perire gli empi con il suo giudizio.
Anche il grande patriarca Yakov (Giacobbe) sapeva che sarebbe finito nello Sheol, come anche Giobbe.
Apprezzo quindi l'interpretazione dei TdG dell'oltretomba perchè è in perfetta coerenza con quella dell'Ebraismo Biblico.


Shalom.



ciao Mera e grazie della tua risposta che condividiamo in toto [SM=g7562]




.:mErA:.
00domenica 12 luglio 2009 11:38
Osservate come è bella e logica la lingua Ebraica....

L'uomo (adam) viene dalla terra (adamah) e la terra chiede continuamente la sua vita (chiedere = shaal)
Sheol deriva proprio dal verbo shaal.
Lo Sheol è ciò che chiede continuamente, che non si sazia mai di vite umane.
dom@
00domenica 12 luglio 2009 14:48
Re:
.:mErA:., 7/12/2009 11:38 AM:

Osservate come è bella e logica la lingua Ebraica....

L'uomo (adam) viene dalla terra (adamah) e la terra chiede continuamente la sua vita (chiedere = shaal)
Sheol deriva proprio dal verbo shaal.
Lo Sheol è ciò che chiede continuamente, che non si sazia mai di vite umane.

[/POSTQUOTE

Dopo dicono questi "infenieri" che noi siamo condizionati mentali della wts [SM=x1408403]

jon dove sei?




Vittorio_
00mercoledì 8 dicembre 2010 17:41
Ragazzi, so di essere un pochino in ritardo, ma riguardo a questa discussione avrei trovato degli scritti interessanti a riguardo delle credenze cattoliche.

Mi fu dato, tempo fa, un libro da cattolici (gente che frequenta quelle comunità del tipo "confraternita del cuore crocifisso di santa chiara" o robe del genere).

Il libro si chiama "L'Inferno visto dai Santi" e l'autore è Padre Antonio M. Di Monda. Vi allego qui di seguito le pagine, da me scannerizzate, che io ritengo essere interessanti.

Vittorio_
00mercoledì 8 dicembre 2010 17:52
Vittorio_
00mercoledì 8 dicembre 2010 17:53
Vittorio_
00mercoledì 8 dicembre 2010 17:54
Vittorio_
00mercoledì 8 dicembre 2010 17:54
Giandujotta.50
00mercoledì 8 dicembre 2010 18:17
Non sarà l'inferno di Dante con gironi e forconi, ma leggere di gabbie di granito e fiamme roventi che abbracciano l'anima che intravedendo l'ombra di Dio tenta di gettarglisi contro...insomma, una certa impressione fa...la cosa strana che prima di tutto dice che l'inferno non è un luogo di tormento ma l'assenza di Dio dove proprio questa mancanza reca sofferenza....e giu a descrivere nel minuzio le sofferenze patite...con sadico piacere...
questa è l'impressione che ne ho ricavato.
Interessante. Si.

brrrr....
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