Il libro mette in luce anche un altro aspetto, e cioè il tipo di cultura che informa questo intervento repressivo, al di là della sua stessa origine totalitaria. La paura del "diverso " appartiene ad una cultura che non è semplicemente il riflesso di un'adesione allo schieramento che difende il cattolicesimo italiano controriformato: sembra che nelle autorità pubbliche rimanga una solida base di cultura positivistica, evidente in una prima fase (fino alla metà degli anni trenta) nell'atteggiamento tenuto verso i pentecostali: alla perizia del medico cattolico, ancora più suggestionato dei suoi osservati nella diagnosi fa riscontro la perizia del clinico indicato come esperto dall'autorità di pubblica sicurezza, abbastanza fredda e distaccata e quindi in genere favorevole. Il fatto è confermato dall'assenza di simpatia che, invece, domina le reazioni verso i testimoni di Geova, portatori di un bagaglio cultural-religioso troppo rozzo per risultare meritevole di tutela in un quadro di riferimento positivistico.
tratto dalla recensione di questo libro:
www.ibs.it/code/9788870161304/rochat-giorgio/regime-fascista-chi...
Forse lo compro.