Intesa, La regola benedettina e la disassociazione

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Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 09:36
Abolizione del Concordato
A quanti vorrebbero veder saltare l'Intesa con lo Stato e i TdG per via della disassociazione rispondo con un documento approvato dalla chiesa cattolica, la Regola di San Benedetto che viene rispettata da questo ordine monastico.

Cosa vorranno fare a questo punto? Abolire anche il concordato? Abolire l'ordine benedettino?

Ogni successo dei nostri oppositori è un passo in più verso il totalitarismo, la dittatura che vorrebbero instaurare per eliminarci.




fonte: www.ora-et-labora.net/RSB_it.html#Cap23

Capitolo XXIII - La scomunica per le colpe

1.

Se qualche fratello si dimostrerà ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore, o assumerà un atteggiamento di ostilità e di disprezzo nei confronti di qualche punto della santa Regola o degli ordini dei superiori,
2.

questi lo rimproverino una prima e una seconda volta in segreto, secondo il precetto del Signore.
3.

Se non si migliorerà, venga ripreso pubblicamente di fronte a tutti.
4.

Ma nel caso che anche questo provvedimento si dimostri inefficace, sia scomunicato, purché sia in grado di valutare la portata di una tale punizione.
5.

Se invece difetta di una sufficiente sensibilità, sia sottoposto al castigo corporale.

Capitolo XXIV - La misura della scomunica

1.

La scomunica e, in genere, la punizione disciplinare dev'essere proporzionata alla gravità della colpa
2.

e ciò è di competenza dell'abate.
3.

Però il monaco che avrà commesso mancanze meno gravi sia escluso dalla mensa comune.
4.

Il trattamento inflitto a chi viene escluso dalla mensa è il seguente: in coro non intoni salmo, né antifona, né reciti lezioni fino a quando non avrà riparato alle sue mancanze;
5.

mangi da solo dopo la comunità,
6.

sicché se, per esempio, i monaci pranzano all'ora di Sesta, egli mangi a Nona; se pranzano a Nona, egli a Vespro,
7.

fino a quando avrà ottenuto il perdono con una conveniente riparazione.

Capitolo XXV - Le colpe più gravi

1.

Il monaco colpevole di mancanze più gravi sia invece sospeso oltre che dalla mensa anche dal coro.
2.

Nessuno lo avvicini per fargli compagnia o parlare di qualsiasi cosa.
3.

Attenda da solo al lavoro che gli sarà assegnato e rimanga nel lutto della penitenza, consapevole della terribile sentenza dell'apostolo che dice:
4.

"Costui è stato consegnato alla morte della carne, perché la sua anima sia salva nel giorno del Signore".
5.

Prenda il suo cibo da solo nella quantità e nell'ora che l'abate giudicherà più conveniente per lui;
6.

non sia benedetto da chi lo incontra e non si benedica neppure il cibo che gli viene dato.

Capitolo XXVI - Rapporti dei confratelli con gli scomunicati

1.

Se qualche monaco oserà avvicinare in qualche modo un fratello scomunicato, o parlare con lui, o inviargli un messaggio, senza l'autorizzazione dell'abate,
2.

incorra nella medesima punizione.
Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 09:38
La regola dei monaci Benedettini procede dicendo quanto segue:



Capitolo XXVIII - La procedura nei confronti degli ostinati

1.

Se un monaco, già ripreso più volte per una qualsiasi colpa, non si correggerà neppure dopo la scomunica, si ricorra a una punizione ancor più severa e cioè al castigo corporale.
2.

Ma se neppure così si emenderà o - non sia mai! - montato in superbia pretenderà persino di difendere il suo operato, l'abate si regoli come un medico provetto,
3.

ossia, dopo aver usato i linimenti e gli unguenti delle esortazioni, i medicamenti delle Scritture divine e, infine, la cauterizzazione della scomunica e le piaghe delle verghe,
4.

vedendo che la sua opera non serve a nulla, si affidi al rimedio più efficace e cioè alla preghiera sua e di tutta la comunità
5.

per ottenere dal Signore che tutto può la salvezza del fratello.
6.

Se, però, nemmeno questo tentativo servirà a guarirlo, l'abate, metta mano al ferro del chirurgo, secondo quanto dice l'apostolo: "Togliete di mezzo a voi quel malvagio"
7.

e ancora: "Se l'infedele vuole andarsene, vada pure",
8.

perché una pecora infetta non debba contagiare tutto il gregge.
Giandujotta.50
00venerdì 22 ottobre 2010 09:51
Toh! ma guarda un po!
molto interessante questa informazione...
davvero molto interessante!
Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 10:06
www.ora-et-labora.net/commentoVIII_penitenziale.html


CAPITOLO 25

Le colpe piu` gravi

De gravioribus culpis

1-6: La scomunica maggiore per le colpe piu` gravi

La posizione del monaco colpito dalla scomunica maggiore impressiona veramente: il colpevole di colpe gravi e` condannato al piu` completo isolamento, tanto piu` brutto in quanto si tratta soprattutto di isolamento morale: sta in comunita` ma nessuno gli parla (v.2); lavora da solo (v.3); nessuno lo benedice nell'incontrarlo ne` viene benedetto il suo cibo (v.6); deve "perseverare nel pianto della penitenza riflettendo sulle terribili parole di S.Paolo" (v.3) che applichera` a se stesso. Il versetto di 1Cor.5,5 si riferisce al famoso incestuoso di Corinto di cui S.Paolo dice: "Sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne", cioe` separato dal regno di Cristo che e` la Chiesa, sicche` ricada nel regno di Satana dove sara` esposto senza difesa spirituale al suo potere ostile, anche ai tormenti del corpo che Satana gli potrebbe procurare. SB dipende qui da Cassiano (Inst.2,16), ma intenzionalmente ha soppresso la parola "Satana", non solo per mitigare l'espressione, ma per dichiarare che il fratello viene abbandonato non a Satana ma alle sue pene afflittive del corpo e di tutte le passioni, purche` si salvi lo spirito. Comunque, anche ammettendo con alcuni codici la presenza della parola "Satana", non pare si possa interpretare questa scomunica nel senso di una censura ecclesiastica, cioe` esclusione dal corpo della Chiesa, ma solo "scomunica regolare", cioe` separazione della comunita` monastica.

Per chi comprende bene il profondo senso della vita in comune, tale pena era veramente terribile: il monaco nelle condizioni descritte in questo capitolo, per poco sensibile che fosse, era veramente distrutto. In confronto a tale isolamento, l'eventuale restrizione del cibo (v.5) appare ben poca cosa.

E' chiaro che il fine, come in S.Paolo, e` medicinale: la correzione e la salvezza del reo. Infatti poco dopo (c.27) SB ricordera` la sollecitudine particolare dell'abate verso questi fratelli colpevoli e dalla vita sappiamo che, appena si fosse riconosciuto umilmente l'errore, egli era pronto a perdonare (cf.II.Dial.12).



CAPITOLO 26

Quelli che senza autorizzazione trattano con gli scomunicati

De his qui sine iussione iungunt se excommunicatis

1-2: Senso del capitolo

Un brevissimo capitolo, secco e deciso (di nuovo appare il verbo "praesumere" , due soli versetti, una sola severa proposizione che giunge velocemente alla conclusione dopo l'enunciazione della colpa: se un fratello, senza ordine dell'abate (cf. il seguente c.27,2-3, in cui si dice che l'abate deve far arrivare, quasi senza darlo a vedere, dei fratelli prudenti che sostengano e consolino il fratello scomunicato), osasse unirsi con lo scomunicato, parlare con lui o mandargli messaggi, soggiaccia alla stessa pena della scomunica (vv.1-2).

Sembrerebbe a prima vista una sanzione esagerata e senza fondamento. Ma cosi` non e` se si tengono presenti alcune considerazioni: la vita di comunita` e la comunione fraterna, come e' stato rilevato al c.precedente, sono realta` molto importanti nella vita monastica; la pena della scomunica consiste proprio nel privare il monaco reo di questa realta` spirituale; colui che di iniziativa sua si unisce allo scomunicato, rende vana la pena medicinale applicata dall'autorita` pastorale dell'abate. Egli si contrappone all'abate con grave colpa di insubordinazione, ritenendo ingiusta la decisione di lui. E come succede spesso in questi casi, il monaco che cosi` agisce, non e` mosso dal desiderio di aiutare il reo, ma da una passione di connivenza, di scontentezza, di critica verso l'abate; il suo contatto col monaco reo, fatto magari di nascosto e con sotterfugio, si riduce spesso a colloqui di mormorazione, con ulteriore detrimento spirituale del reo e dell'intera comunita`. Alla luce di queste riflessioni, si comprende la drastica decisione del santo Legislator.
Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 10:11
www.viabenedicti.it/san-benedetto/lordine-benedettino

L'ordine benedettino


I Benedettini, (in latino Ordo Sancti Benedicti o, semplicemente, O.S.B.), rappresentano l’ordine monastico che osserva la Regola dettata da san Benedetto nel 534. L’Ordine prosperò per tutto il Medioevo, grazie anche all’aiuto di uomini insigni come Papa Gregorio Magno e Carlomagno, e a essi si può attribuire l’originaria opera di evangelizzazione dell’Italia e dell’Europa. Attualmente i Benedettini sono presenti in tutto il mondo con circa 2.000 monasteri e oltre 8.000 monaci, e sono organizzati in circa 20 Congregazioni, ovvero associazioni di abbazie, di cui le maggiori sono:

* Congregazione cassinese, fondata nell'Abbazia di Monte Cassino;
* Congregazione cluniacense, fondata nella Badia di Cluny;
* Congregazione dei Camaldolesi;
* Congregazione dei Vallombrosani;
* Congregazione dei Cistercensi, fondata nella Abbazia di Cîteaux;
* Congregazione Cavese, fondata nella Badia di Cava;
* Congregazioni dei Silvestrini;
* Congregazione dei Celestini;
* Congregazione degli Olivetani;
* Congregazione di Santa Giustina, fondata nella Badia di Padova;
* Congregazione dei Maurini.
Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 10:24
www.vatican.va/holy_father/paul_vi/speeches/1966/documents/hf_p-vi_spe_19660930_abati-benedettini...

DISCORSO DI PAOLO VI
AGLI ABATI E AI PRIORI DELLE CONGREGAZIONI MONASTICHE
DELL'ORDINE BENEDETTINO

Venerdì, 30 settembre 1966

“Voi siete per il mondo d’oggi un richiamo. Un principio di riflessione, che spesso è salutare e rigeneratore. Ad una condizione: che la vostra vita monastica sia perfetta. Perfetta di stile, quale l’antica regola benedettina ha saputo delineare; perfetta di virtù morali; di gravità specialmente (cfr. Herwegen), di bontà (cfr. Ryelandt), quali sembrano caratterizzare il vostro austero ed umano grande padre Benedetto; perfetta di religiosità soprattutto (cfr. Marmion), che fa anteporre a tutto l’amore a Cristo; così ripete la regola: «nihil amori Christi praeponere» (cc. 4 e 72); perfetta infine nell’adesione alla santa Chiesa (cfr. Schuster). ”


“La vostra Regola è sapienza che non svanisce per passare di secoli. ”



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www.vatican.va/holy_father/pius_xii/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_21031947_fulgens-radiatur...


PIO XII

LETTERA ENCICLICA

FULGENS RADIATUR(1)

XIV CENTENARIO DELLA MORTE
DI SAN BENEDETTO

“In questo luogo Benedetto portò il regolamento della vita monastica a quel grado di perfezione cui già da molto tempo egli aveva mirato con le preghiere, con la meditazione e con l'esercizio della virtù. Questo veramente sembra sia stato lo speciale e principale compito affidatogli dalla divina Provvidenza: non tanto, cioè, di portare in occidente dall'oriente le regole della vita monastica, quanto di adattarle e proporzionarle genialmente alle inclinazioni, alle necessità, alle condizioni delle popolazioni dell'Italia e di tutta l'Europa.”


“In questo modo, a quelle regole particolari della vita eremitica e a quelle speciali imposizioni, che prima per lo più non erano ben fissate e determinate, ma spesso dipendevano dal cenno dello stesso superiore del cenobio, successe la Regola monastica benedettina, celebre monumento di sapienza romana e cristiana, nella quale i diritti, i doveri e le occupazioni dei monaci sono temperati con benignità e carità evangelica, la quale fu ed è sempre così efficace per stimolare molti alla virtù e per farli crescere in santità. Nella Regola benedettina infatti una somma prudenza si unisce alla semplicità, l'umiltà cristiana si associa alla virtù piena di coraggio; la dolcezza mitiga la severità, un'equilibrata libertà nobilita la necessaria obbedienza. In essa la riprensione non manca di energia: la condiscendenza e la benignità è gradita per la sua soavità: i comandi conservano tutta la loro forza, ma l'obbedienza dà tranquillità al cuore, dà pace all'anima: il silenzio con la sua gravità è piacevole; ma la conversazione si orna di dolce finezza; infine viene esercitato il potere dell'autorità, ma la debolezza non è priva di aiuto.”

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www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1984/september/documents/hf_jp-ii_spe_19840927_benedettini-confederati...

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI ABATI E AI PRIORI CONVENTUALI
DELLA CONFEDERAZIONE BENEDETTINA

Sala Clementina - Giovedì, 27settembre 1984


“Sono assai lieto di vedervi qui in quest’aula, di salutarvi nel Signore con tutta la mia affezione e di cogliere questa attesa occasione per consolidare il vostro animo nella sequela scrupolosa e ferma della Regola benedettina, nel rinnovamento dei criteri della vostra vita, nell’esame del significato delle vostre opere e istituzioni.”




etc.etc.etc...... potrei continuare a lungo
nevio63
00venerdì 22 ottobre 2010 10:28
Felio il castigamatti! Ma dove le scovi?!

Certo che è da rimanere sempre più disgustati dalle regole stabilite nei secoli dai religiosi della cristianità, lontanissimi dallo siprito del cristianesimo mite, tollerante e indulgente, che l'osservatore contemporaneo s'immagina. Forse che gli atei non hanno tutti i torti?

[SM=g28004]
The Line
00venerdì 22 ottobre 2010 10:31
Re: Felio il castigamatti! Ma dove le scovi?!
nevio63, 22/10/2010 10.28:


Certo che è da rimanere sempre più disgustati dalle regole stabilite nei secoli dai religiosi della cristianità, lontanissimi dallo siprito del cristianesimo mite, tollerante e indulgente, che l'osservatore contemporaneo s'immagina. Forse che gli atei non hanno tutti i torti?

[SM=g28004]



Nevio, siamo arrivati a dar ragione a tutti, persino agli atei. Che i TdG abbiano ragione... quello mai?



Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 10:41
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1980/september/documents/hf_jp-ii_spe_19800920_cittadini-cassino...

VISITA PASTORALE A CASSINO

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CITTADINI

Cassino, 20 settembre 1980

“La dottrina di san Benedetto è semplicemente evangelica: questo ne spiega la perenne validità ed insieme il fascino singolare. Essa non mira che a fare del monaco un ricercatore e conquistatore di Dio, della sua santità, del suo regno. Per questo essa esplica tutta la sua forza nel promuovere le virtù che sono basilari nel Vangelo: l’amore di Dio e del prossimo, lo spirito di fede, l’umiltà, l’obbedienza, la preghiera, la carità.”


“Le relazioni tra abate e fratelli e quelle mutue tra i fratelli medesimi, l’autorità e l’obbedienza, la sottomissione e i diritti della ragione, l’incitamento all’eroismo e la considerazione della debolezza, l’intransigenza per il necessario e l’indulgenza per l’accessorio, tutto è contemperato con un equilibrio romano e cristiano, che fa della Regola un capolavoro di sapienza e di discrezione.”

***************************************************
www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080409...

BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 9 aprile 2008


“Cercando il vero progresso, ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino.”

***************************************************

Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 11:01
Re: Felio il castigamatti! Ma dove le scovi?!
nevio63, 22/10/2010 10.28:


Certo che è da rimanere sempre più disgustati dalle regole stabilite nei secoli dai religiosi della cristianità, lontanissimi dallo siprito del cristianesimo mite, tollerante e indulgente, che l'osservatore contemporaneo s'immagina. Forse che gli atei non hanno tutti i torti?

[SM=g28004]




Non sto parlando "dei secoli scorsi", sto parlando di OGGI, e sto parlando della libertà di adesione ai benedettini, ai marines, ai carabinieri, ai salesiani... al di là della rigidità dei singoli regolamenti e statuti. Ogni privazione di simili libertà è un passo verso il totalitarismo, e il mio ragionamento è il seguente: oggi mettete i bastoni tra le ruote ai tdg domani li metterete agli ordini monastici e dopodomani sarà dittatura.
EverLastingLife
00venerdì 22 ottobre 2010 11:04
Interessante davvero.

Mi chiedo se questo materiale possa essere integrato nell'articolo di TdgOnline sulla disassociazione:

www.tdgonline.net/indice/articoli/disassociazione.htm

magari in forma di appendice. Non ci vorrebbe molto.

ELL
nevio63
00venerdì 22 ottobre 2010 11:26
The Line, sai quanto ti stimo, non pensarmi nemico!
The Line, 22.10.2010 10:31:



Nevio, siamo arrivati a dar ragione a tutti, persino agli atei. Che i TdG abbiano ragione... quello mai?



La mia sugli atei è, naturalmente, una domanda retorica, che rimarca la fondatezza di critica a certe usanze costrittive che molte religioni, o sottodenominazioni di esse, e non soltanto queste, esercitano sui propri adepti, pur se abbiano essi aderito, più o meno, coscientemente e volontariamente, pensando al bello e non al cattivo tempo, che fossero sempre rose, magari.
Da una parte, dunque, il blocco delle religioni, solo per semplificazione di ragionamento, dall'altra i libertari e i laicisti con la loro critica generalizzata, insomma.
Non certo parlavo di TdG, nello specifico, non certo avallavo per intero la critica degli atei e dei laicisti, solo un invito alla riflessione, postuma all'iniziale senso di disgusto per le regole fustigatorie della libera umana scelta, in ogni tempo e in qualsiasi momento.
Io non sopporto i militari, nè i soppressori d'arbitrio autonomo dell'individuo, d'ogni sorta, il mio pensiero è teso all'ordine anarchizzante, che premesso il rispetto per la sfera personale di chiunque, si fonda sulla libertà, anche di chiunque di credere, a ciò che voglia nel corso del tempo della sua esistenza, tutto qui.


(SimonLeBon)
00venerdì 22 ottobre 2010 11:36
Re: The Line, sai quanto ti stimo, non pensarmi nemico!
nevio63, 22.10.2010 11:26:

The Line, 22.10.2010 10:31:



Nevio, siamo arrivati a dar ragione a tutti, persino agli atei. Che i TdG abbiano ragione... quello mai?



La mia sugli atei è, naturalmente, una domanda retorica, che rimarca la fondatezza di critica a certe usanze costrittive che molte religioni, o sottodenominazioni di esse, e non soltanto queste, esercitano sui propri adepti, pur se abbiano essi aderito, più o meno, coscientemente e volontariamente, pensando al bello e non al cattivo tempo, che fossero sempre rose, magari.
Da una parte, dunque, il blocco delle religioni, solo per semplificazione di ragionamento, dall'altra i libertari e i laicisti con la loro critica generalizzata, insomma.
Non certo parlavo di TdG, nello specifico, non certo avallavo per intero la critica degli atei e dei laicisti, solo un invito alla riflessione, postuma all'iniziale senso di disgusto per le regole fustigatorie della libera umana scelta, in ogni tempo e in qualsiasi momento.
Io non sopporto i militari, nè i soppressori d'arbitrio autonomo dell'individuo, d'ogni sorta, il mio pensiero è teso all'ordine anarchizzante, che premesso il rispetto per la sfera personale di chiunque, si fonda sulla libertà, anche di chiunque di credere, a ciò che voglia nel corso del tempo della sua esistenza, tutto qui.



Non è che si voglia giocare per forza al "lui è peggio di me", ma se un benedettino lascia il suo posto, dove puo' reinserirsi socialmente?

E se un tdG diventa un ex, quali possibilità ha?
Chi è messo meglio?

Simon
Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 11:39
Re: The Line, sai quanto ti stimo, non pensarmi nemico!
nevio63, 22/10/2010 11.26:


Io non sopporto i militari, nè i soppressori d'arbitrio autonomo dell'individuo, d'ogni sorta, il mio pensiero è teso all'ordine anarchizzante, che premesso il rispetto per la sfera personale di chiunque, si fonda sulla libertà, anche di chiunque di credere, a ciò che voglia nel corso del tempo della sua esistenza, tutto qui.




Non è certo abolendo gli ordini monastici, i preti o i tdg che puoi aumentare "l'arbitrio autonomo dell'individuo". Per esempio, prendiamo il caso dei preti, i quali non possono sposarsi , l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti umani sancisce:

www.ohchr.org/EN/UDHR/Pages/Language.aspx?LangID=itn


“Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.”



Cosa ne dici, aboliamo il sacerdozio cattolico? Facciamo una bella petizione popolare scrivendo ai senatori?
Felio69
00venerdì 22 ottobre 2010 11:44
Re: Re: The Line, sai quanto ti stimo, non pensarmi nemico!
(SimonLeBon), 22/10/2010 11.36:



Non è che si voglia giocare per forza al "lui è peggio di me", ma se un benedettino lascia il suo posto, dove puo' reinserirsi socialmente?

E se un tdG diventa un ex, quali possibilità ha?
Chi è messo meglio?

Simon




Per non parlare dei comuni sacerdoti, giammai gli venga in mente di contrarre matrimonio, si troverebbero buttati in mezzo alla strada disoccupati e senza un tetto dove stare.

Certo se 400.000 testimoni di Geova italiani tra simpatizzatti e aderenti si organizzassero per "liberare" i sacerdoti dall'obbligo del celibato... lo Stato non può permettere una simile violazione della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dobbiamo aiutare i preti.
(SimonLeBon)
00venerdì 22 ottobre 2010 12:21
Re: The Line, sai quanto ti stimo, non pensarmi nemico!
Felio69, 22.10.2010 11:44:


Per non parlare dei comuni sacerdoti, giammai gli venga in mente di contrarre matrimonio, si troverebbero buttati in mezzo alla strada disoccupati e senza un tetto dove stare.

Certo se 400.000 testimoni di Geova italiani tra simpatizzatti e aderenti si organizzassero per "liberare" i sacerdoti dall'obbligo del celibato... lo Stato non può permettere una simile violazione della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dobbiamo aiutare i preti.



Mah, sono un po' scettico.
Alla fin fine, quel che piu' conta per la gerarchia vaticana sono poche migliaia di conoscenze politiche che gli permettono di arrivare ai loro scopi. Il popolo dei 400'000 tdG non votanti non è di per sé politicamente attraente... [SM=x1408431]

Simon
agape76
00venerdì 22 ottobre 2010 13:16
Capitolo XLIV - La riparazione degli scomunicati

Il monaco che per colpe gravi è stato escluso dal coro e della mensa comune, al termine dell'Ufficio divino si prostri in silenzio davanti alla porta del coro,

rimanendo lì disteso con la faccia a terra dinanzi a tutti quelli che escono e continui a fare in questo modo fino a quando l'abate non giudichi che ha sufficientemente riparato.

Vi immaginate i disassociati mentre cantiamo i cantici distesi con la faccia a terra fino a quando gli anziani non giudichino che sia sufficente? [SM=x1408403] Ma come si fà?!?
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