Re:
Aquila-58, 25/09/2016 22.07:
Riparto da qui, da questi due post ripresi dal vecchio 3D su Gv. 1:1 "in principio"....
qui ti avevo già risposto, ma non hai replicato.
Da capo!
Provo quindi a spiegarti meglio, premettendo però una cosa, e cioè che Gv. 1:1 nè nessun' altra Scrittura non fa alcuna speculazione riguardo "al tempo" o "fuori dal tempo": queste sono speculazioni che fanno i trinitari che affermano - scoprendo l' acqua calda - che il Cristo preesistente è "fuori dal tempo" o "prima del tempo".
Il punto è che conosciamo ben poco di cosa siano realmente i cieli spirituali e quel poco che sappiamo, lo apprendiamo dalla Bibbia, giusto?
Come ripeto, Gv. 1:1 non fa speculazione alcuna riguardo al tempo o fuori da esso.
Ma, visto che i trinitari speculano, allora vediamo se, con la Bibbia, queste loro speculazioni hanno un fondamento o meno.
Direi che è ovvio che Egli sia preesistente al tempo, su questo non ci piove, ma quale tempo?
Il tempo come noi lo concepiamo, il nostro concetto spazio/tempo che, come tutte le cose invisibili, come gli stessi angeli, fu creato per mezzo di Cristo, come abbiamo visto in Col. 1:16.
Il punto è: Cristo dove vive?
Nei cieli fisici? No, Egli dimora nei cieli spirituali, come sappiamo...
Nei cieli spirituali, nella dimensione spirituale, a tuo parere. esiste lo spazio e il tempo come noi lo concepiamo?
Io dico di no: nei cieli spirituali, a mio avviso, non esiste spazio, non esiste tempo, perchè lo spazio/tempo appartiene alla nostra dimensione fisica, non a quella spirituale...
Ma negli stessi cieli spirituali dimorano anche gli angeli che sono stati creati per mezzo di Cristo (Col. 1:16), pertanto ciò indica che si può essere creati anche laddove non esiste il nostro concetto di spazio/tempo, cioè nei cieli spirituali dove Dio, Cristo e gli angeli dimorano.
Per ora mi fermo qui, a te la replica.....
Scusa Aquila dato che io non ne capisco nulla di greco Se la moderazione me lo permette vuoi gentilmente confutare ciò che dice Yuri leverato, in Academia, che comunque credo che ne capisco più di me:tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
Vediamo la corrispondente pronuncia in greco:
Panta dia autou egeneto kay
chōris
autou egeneto oude hen ho gegonen
Iniziamo ad analizzare la prima parte del terzo verso:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
La parola greca con la quale l’Apostolo Giovanni inizia questo verso
è
“
panta
”, ossia “tutto”
.
In alcune altre versioni (nuova Diodati), viene tradotta con
“Ogni cosa”. In greco l’articolo
definito (ho), viene omesso prima di “panta”, proprio con il fine di rendere assoluto il
significato di “tutto”. Giovanni praticamente vuole
riferirsi alla totalità delle cose che sono
state create in tutti i tempi, ossia nel passato, nel presente e nel futuro.
Panta è il nominativo plurale del neutro pan. In pratica significa: tutte le cose che sono state,
tutte le cose che sono, e tutte le cose che saranno: tutto.
La seconda
parola che incontriamo nell’analisi di questo terzo verso
è
δι’, la cui pronuncia
è
dia.
E’ tradotta “per mezzo”. In realt
à questa parola greca è
parente di “duo”, (due), o “dis”
(due volte). Il significato basilare della parola indica l’intermediario
, o la causa per giungere ad
un risultato finale. Troviamo questa preposizione nella parola diagramma. Il diagramma è
infatti un qualcosa che sta tra il concetto di una cosa e il risultato finale della cosa stessa. Si fa
un diagramma per mostrare quello che si va a costruire.
Giovanni quindi ci spiega che “
tutto è stato fatto per mezzo di lui
”,
ossia per mezzo di Gesù
Cristo, il Verbo, il Logos eterno. Il Verbo però, è Dio (vedere verso 1, 1c), è la sua sostanza è
sempre stata la stessa di Dio Padre.
Questo è stato confermato anche da Paolo di Tarso, nella sua Lettera ai Colossesi (2, 9):
È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità
Siccome il Verbo, Gesù Cristo, è stato il Creatore, allo stesso modo è stato il Redentore.
Pertanto Egli è
stato sia l’agente della creazione che l’agente della redenzione.
Il fatto però
che Egli sia stato l’agente della creazione, non significa che sia stato diverso in
essenza o inferiore a Dio Padre. Lui poté
essere sia la Causa Prima che l’a
gente della Creazione.
Ciò si evince anche dalla Lettera ai Romani (11, 36):
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen
.
Anche dal celebre passaggio della Genesi si evince che Gesù Cristo è stato sia la Causa Prima,
che l’agente della Creazione, (Genesi 1, 26):
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e
sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
Dio ha creato l’universo e l’uomo per mezzo del Verbo, ma in un certo senso tutte le tre
persone della Trinità
hanno partecipato nell’opera della Creazione, cosi come tutte e tre
parteciparono nell’opera della redenzione
e della salvezza dell’uomo.
Il verbo utilizzato da Giovanni è egeneto
, ossia “fece”. Tutte le cose divennero per mezzo di
Lui, per mezzo di Gesù Cristo.
Il verbo egeneto differisce dal verbo en utilizzato nel primo e nel secondo verso. Mentre en
significa
“
e
ra”,
in un tempo eterno, egeneto significa
“
fece
”, in un momento definito.
Questo verbo “
egeneto
” esclude quindi che Giovanni volesse riferirsi ad una creazione eterna,
o continua. Giovanni descrisse che il mondo fu creato in un determinato momento, e che
prima della Creazione il mondo non esisteva, mentre Dio esisteva da sempre.
Per concludere aggiungo che in questa prima parte del terzo verso si afferma indirettamente
che Gesù Cristo è
il Creatore dell’universo, la Causa Prima, Dio. Se in
fatti il Verbo fosse un
essere creato, non avrebbe potuto creare “tutto”, ma avrebbe creato “tutto eccetto se stesso”.
Invece Giovanni ci dice che il Verbo ha fatto “tutto”.
Analizziamo ora la seconda parte del terzo verso del Vangelo di Giovanni:
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
Dopo aver fatto un’affermazione positiva, Giovanni fa enfasi sulla parte negativa di tale
affermazione.
Le parole “e senza di lui”, si riferiscono inequivocabilmente al Verbo, ossia a
Gesù Cristo. La parola greca
“
chōris
”
, significa “senza”.
Si afferma pertanto che senza il Verbo, ossia Gesù Cristo, niente di ciò che esiste, è stato fatto.
Giovanni scrivendo la parola “
choris
”, ci fa capire che l’universo non ha la possibilit
à di auto-
crearsi. Non è possibile che la materia si trasformi in qualcosa di vivo, ne è possibile che una
cellula si trasformi in essere cosciente, senza che vi sia una volontà creatrice.
A questo punto, però, qualcuno potrebbe affermare che siccome niente fu fatto di ciò che
esiste senza la volontà creatrice del Verbo, egli abbia creato anche il male.
La Bibbia però ci insegna che il male ebbe origine dal primo atto di non-umiltà attuato da una
creatura del Signore, che volle sostituirsi a Dio. (Libro di Isaia 14, 12 e Libro di Ezechiele 28,
12-18).
Quando in seguito l’uomo disubbed
ì a Dio, il Signore, essendo perfettamente sacro,
di Giovanni 1,1).
è
“
gegonen
”, tradotto con “esiste”.
Giovanni si
riferisce a “ci
ò
che ora esiste”. Praticamente Giovanni indica che tutto ci
ò che ora esiste deriva
dal potere creativo di Gesù Cristo. Questo secondo verbo si trova nel tempo perfetto e ciò
indica indirettamente che Gesù
Cristo permette l’esistenza di ogni cosa che ci circonda e di
ogni essere vivente. E’ la Grazia che ci sostiene, che ci permette ogni giorno di svegliarci al
mattino, che è causa dello sbocciare dei fiori e del crescere delle piante, con le quali si
alimentano gli esseri viventi.
YURI LEVERATTO
Bibliografia: Spiros Zodhiates, Cristo era Dio?