La Bibbia dei Testimoni di Geova

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Araldo73
00lunedì 25 gennaio 2010 10:08
una risposta al libro di Felice Buon Spirito
Scusate, visto che stavo leggendo questo interessantissimo
libro-risposta...volevo sapere se c'è già una discussione in tal senso..se Felix ha contro-risposto alle "accuse" che gli sono state poste..

Pax
Araldo
jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 10:30
Leggi la firma di admintdg3


1) Leggete attentamente il Regolamento e attenetevi alle varie regole.
2) Usate il tasto Cerca prima di postare, onde evitare di scrivere cose che sono già state scritte in passato.



Hey 3 nemmeno con la firma funziona [SM=x1408403]

Fagli un autografo [SM=x1408399]
Araldo73
00lunedì 25 gennaio 2010 10:40
Re:
jwfelix, 25/01/2010 10.30:

Leggi la firma di admintdg3


1) Leggete attentamente il Regolamento e attenetevi alle varie regole.
2) Usate il tasto Cerca prima di postare, onde evitare di scrivere cose che sono già state scritte in passato.



Hey 3 nemmeno con la firma funziona [SM=x1408403]

Fagli un autografo [SM=x1408399]



Io il "cerca" l'ho fatto..ma non ho trovato nulla di quel che ho chiesto..

Se sai la discussione puoi dirmi qual'era? Oppure questa specifica non c'è?

Grazie

Pax
Araldo


Giandujotta.50
00lunedì 25 gennaio 2010 10:45
forse non hai inserito le parole chiave giuste...è una discussione recente e la trovi qui
Araldo73
00lunedì 25 gennaio 2010 10:59
Re:
Giandujotta.50, 25/01/2010 10.45:

forse non hai inserito le parole chiave giuste...è una discussione recente e la trovi qui




Ciao Giandujotta.50..ho visto la discussione da te segnalata ma non trovo quello che cercavo...

Parlavo del libro risposta di Giancarlo Apostoli.

Qualcuno lo ha letto? Ci sono le contro-obiezioni oppure possiamo iniziare una nuova discussione in merito?

Pax
Araldo
Giandujotta.50
00lunedì 25 gennaio 2010 11:03
Re: Re:
Araldo73, 25/01/2010 10.59:




Ciao Giandujotta.50..ho visto la discussione da te segnalata ma non trovo quello che cercavo...

Parlavo del libro risposta di Giancarlo Apostoli.

Qualcuno lo ha letto? Ci sono le contro-obiezioni oppure possiamo iniziare una nuova discussione in merito?

Pax
Araldo




[SM=g27992] mi spiace che in quelle 14 pagine di discussione tu non abbia trovato ciò che cercavi.. forse qualcun altro potrà esserti piu utile... [SM=g27985]

Araldo73
00lunedì 25 gennaio 2010 12:31
Re: Re: Re:
Giandujotta.50, 25/01/2010 11.03:




[SM=g27992] mi spiace che in quelle 14 pagine di discussione tu non abbia trovato ciò che cercavi.. forse qualcun altro potrà esserti piu utile... [SM=g27985]




Ezechiele 18,4
"Ecco, tutte le anime appartengono a me. Come l’anima del padre così l’anima del figlio
appartengono a me. L’anima che pecca, essa stessa morirà (NM)"

Con il presente versetto si affronta ora uno dei temi importanti della rivelazione biblica: la sopravvivenza dell’uomo dopo la morte. Secondo i TdG non esiste sopravvivenza, in quanto con la
morte l’uomo è completamente annientato e distrutto.
Senza banalizzare l’argomento possiamo sintetizzarlo così: in tutto il panorama antico-testamentario l’idea della sopravvivenza dopo la morte ha attraversato fasi alterne, a volte possibiliste altre
negazioniste, per cui è facile trovare espressioni che talvolta non dimostrano speranza di una vita futura e altre volte si.
Ma questo non vuol dire che tutta la Bibbia neghi la sopravvivenza dopo la morte. C’è stata, anche in questo caso, una graduale e crescente comprensione del “problema”, che ha attraversato tutta la
storia biblica dall’Antico al Nuovo Testamento, dove ha trovato pieno compimento eperfezionamento massimo in Gesù Cristo.

Non di minore importanza il significato e l’uso di determinati termini ebraici quali scèol, nephes e geenna fondamentali per avere le idee chiare in tema di sopravvivenza.

Per entrare nel merito, il caso di Ez 18,4 è molto simile al precedente Gn 1,2: non si può sempre tradurre il termine ebraico in questione, nephesh, con l’equivalente anima come la NM, per due
semplici ma basilari ragioni:

1) Nephesh nella Bibbia attraversa molteplici significati: essere vivente, persona-individuo, io-me,
soffio, respiro - dell’essere umano come dell’esalazione delle piante e quindi profumo - gola, fauci,
collo, appetito/fame, stomaco, vita;
2) Il valore e il significato anticotestamentario di nephes non è lo stesso di quello neotestamentario,
ne risponde a ciò che comunemente intendiamo oggi con questa parola.

Come dice un dizionario, «è questa la dimensione umana espressa dai vocaboli nephes/psychè, che solo impropriamente nei testi di matrice semitica possiamo tradurre con “anima”, essendo il loro
senso di base quello della vita»17

Da qunato ho letto ne deriverebbe che la traduzione di nefesh reso sempre con anima..sia molto discutibile o perlomeno fatto in base ad una precisa scelta teologica..portare il lettore a ritenere che anima e persona siano la stessa cosa.

Pax
Araldo
Araldo73
00lunedì 25 gennaio 2010 12:34
Re: Re: Re: Re:
Eppure a pag. 110 Felice scrive: «Qualcuno ha affermato che la parola ebraica “nefesh” è stata volutamente tradotta con la parola italiana “anima” per affermare che l’anima muore, ma questo non è corretto.
Perché ? Ebbene, la risposta la troviamo nell’introduzione della TNM con riferimentia pagina 6, dove leggiamo: “…Si è mantenuta l’uniformità di versione assegnando un significato a
ciascuna parola principale….., e questo è proprio quello che i traduttori della TNM hanno fatto
”»18

Come si è già ricordato, sentiamo a proposito ancora uno studioso stimato e citato spesso dai TdG che smentisce la loro posizione:
«Questo rapido sguardo dimostra che il concetto espresso da nefes non può essere espresso con una sola parola nelle lingue moderne»19

Inoltre, se la NM fosse veramente così interessata ad assegnare un significato a ciascuna parola, perché questa uniformità non si è mantenuta, per esempio, nei confronti del verbo greco
proskun»w (proskynèo), reso adorare, venerare, solo quando ha per complemento oggetto DioPadre, il demonio o gli angeli, mentre è tradotto rendere omaggio quando c’è Gesù Cristo?


Perchè?

Pax
Araldo
barnabino
00lunedì 25 gennaio 2010 15:59
Caro Araldo,


Inoltre, se la NM fosse veramente così interessata ad assegnare un significato a ciascuna parola, perché questa uniformità non si è mantenuta, per esempio, nei confronti del verbo greco
proskun»w (proskynèo), reso adorare, venerare, solo quando ha per complemento oggetto Dio Padre, il demonio o gli angeli, mentre è tradotto rendere omaggio quando c’è Gesù Cristo?



A me pare davvero che qui il dott. Apostoli usi un argomento privo di senso... voglio dire che la TNM ha deciso di rendere "nefesh" e "psyche" sempre con "anima" proprio per la difficoltà di tradurre in italiano il concetto semitico di anima, rendendo sempre con "anima" il lettore è libero di entrare nella logica semitica senza la mediazione del traduttore.

Per il resto la TNM pur conservando il più possibile l'uniformità è attenta a trasmettere il significato più adeguato al contesto, e come nota BeDuhn è di gran lunga più corrretta di altre traduzioni che rendono questo verbo adorare dove non vi è alcuan ragione di farlo.

Shalom
barnabino
00lunedì 25 gennaio 2010 16:01
Comunque Apostoli è ben venuto in questo forum per discutere con Felix direttamente.

Shalom
jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 16:07
Re: Re: Re: Re: Re:
Araldo73, 25/01/2010 12.34:


Inoltre, se la NM fosse veramente così interessata ad assegnare un significato a ciascuna parola, perché questa uniformità non si è mantenuta, per esempio, nei confronti del verbo greco
proskun»w (proskynèo), reso adorare, venerare, solo quando ha per complemento oggetto DioPadre, il demonio o gli angeli, mentre è tradotto rendere omaggio quando c’è Gesù Cristo?


Perchè?

Pax
Araldo



Perchè?

la JB nel 1966 traduceva con "lo adorino", ma nella NJB nel 1985 troviamo "gli rendano omaggio", proprio come la TNM?

Perchè?

Sembra quasi che abbiano copiato dalla NWT.
Forse che anche loro vogliono negare la divinità di Gesù?

Perchè?

Stessa cosa vale per la DAR che traduce con "worship" (adorare) e la DA con "lui rendent hommage" (gli rendano omaggio). Forse che nei paesi anglofoni si adora Gesù, ma non lo si fa in quelli francofoni?

Perchè?

[SM=g2037507]
jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 16:08
Re:
barnabino, 25/01/2010 16.01:

Comunque Apostoli è ben venuto in questo forum per discutere con Felix direttamente.

Shalom



Con Apostoli ci sentiamo via e.mail

Proprio stamattina mi ha mandato una mail

Sui forum dice che non ci viene
christofer2006
00lunedì 25 gennaio 2010 16:17
Re: Re: Re: Re: Re:
Araldo73, 25/01/2010 12.34:

Eppure a pag. 110 Felice scrive: «Qualcuno ha affermato che la parola ebraica “nefesh” è stata volutamente tradotta con la parola italiana “anima” per affermare che l’anima muore, ma questo non è corretto.
Perché ? Ebbene, la risposta la troviamo nell’introduzione della TNM con riferimentia pagina 6, dove leggiamo: “…Si è mantenuta l’uniformità di versione assegnando un significato a
ciascuna parola principale….., e questo è proprio quello che i traduttori della TNM hanno fatto
”»18





Tu sostieni che sarebbe più corretto tradurre nefesh usando equivalenti italiani diversi a seconda del contesto. Pertanto secondo te solo in alcuni casi andrebbe usato il sostantivo italiano anima. Bene. Allora, alla luce di questo tuo postulato, rispondi alla seguente domanda. In quali casi l'ebraico nefesh e il greco psukhe, rispettivamente nelle 754 ricorrenze dell'AT e 102 del NT, andrebbero tradotti anima? Nei casi in cui tu dovessi optare per l'italiano anima, quale valore semantico ascriveresti ad esso?

Probabilmente tu riterrai corretto tradurre con anima i passi cui vuoi ascrivere al lemma il significato antropologico di anima immortale immateriale. Ma è proprio questo il punto chiave. In tutte le centinaia di ricorrente in cui sono presenti nefesh/psukhe nella Bibbia, non sono mai usati con questa accezione. Di conseguenza capirai che tradurre diversamente a seconda del contesto e rendere anima solo in alcuni casi, priverebbe il lettore del referente e sarebbe del tutto fuorviante. Sarebbe in pratica una traduzione fraudolenta, perchè potrebbe illudere il lettore che in alcuni casi nefesh/psukhe includano anche questo significato di parte immateriale separata dal copro fisico, che in realtà è del tutto estraneo sia all'antropologia ebraica che a quella protocrisitana. Potrebbe una traduzione di questo tipo far concludere al lettore che la Bibbia insegni il concetto platonico dicotomico, che non ha fondamenta scritturistiche.
In sostanza, i modi più corretti e rispettosi della traduzione e del lettore, per rendere i sostantivi nefesh/psukhe sono due, per non violare i principi traduttivi e quindi il concetto di referenza:

1.. Traslitterare nel nostro alfabeto nefesh/psukhe, come del resto la nostra traduzione fa anche nel caso dei sostantivi sheol/ades che non vengono tradotti con inferno ma semplicemente traslitterati.
2.. Tradurre sempre in maniera coerente usando l'equivalente lessicale italiano che meglio di ogni altro corrisponde ai sostantivi originali, rispecchiandone la gamma semantica.

I traduttori della TNM nel caso di nefesh/psukhe hanno optato per la seconda possibilità. Può essere discutibile, ma rispettabile. I traduttori della Settanta greca hanno fatto qualcosa di simile. In pratica nei casi in cui nel testo ebraico ricorre nefesch, i traduttori l'hanno tradotto in genere con psychè, l'equivalente greco più vicino all'ebraico nefesch. Non hanno di volta in volta tradotto con termini diversi: persona, anima, vita ecc...Lo stesso dicasi per quanto riguarda gli scrittori ispirati del Nuovo Testamento, che riportano regolarmente psychè come equivalente di nefesch. Cosa simile è avvenuto per le traduzioni latine, la Vulgata ad esempio, che rendono nefesh/psukhe con anima. Perchè non dovremmo fare la stessa scelta traduttiva in italiano e nelle altre lingue moderne, dal momento che esiste un termine equivalente?

Infatti il sostantivo anima sia in latino che in italiano racchiude vari significati, molti dei quali simili a quelli di nefesh/psukhe.

Ad esempio nel Dizionario di Latino, Le Monnier, 2004 alla voce anima riporta questi significati:

"1) Soffio d'aria, vento 2)L'aria emessa col respiro, soffio, fiato 3) Soffio vitale, principio vitale, vitalità, vita 4) Essere, persona, creatura 5) Spirito, anima 6) Anima di morti, ombra".

Similmente per il termine italiano anima. Nel Grande Vocabolario della Linuga italiana, Gabrielli, Mondadori, 1989, riporta i seguenti significati di anima:

"1) Principio vitale di ogni essere vivente; energia vitale; la vita stessa 2) Principio vitale dell'uomo, racchiuso nel corpo mortale, origine e sede del pensiero, del sentimento, della volontà, che la religione considera di natura divina e quindi immortale. 3) Principio della coscienza morale e religiosa 4) Sostanza separata dal corpo, oltre la vita terrena 5) Principio d'ogni umano sentimento, sede degli affetti 6)Persona essere umano, con riferimento alle sue qualità morali e intellettuali 7) Abitante in ogni luogo" ecc... Si legge inoltre circa il suo significato etimologico: "Dal lat. ànima, aria, respiro; spirito vitale".

In pratica il termine anima, racchiude un'ampia gamma semantica, sia in latino che in italiano e può essere correttamente usato come equivalente di nefesh/psukhe. Ovviamente, benchè anima possa indicare l'anima immortale, non è mai usata con questo significato, estraneo all'antropologia biblica. Usando il termine coerentemente, il lettore è aiutato a capire questa ampia gamma semantica. Tradurre di volta in volta con persona, vita, essere... è fuorviante, anche perchè per quei termini nelle lingue bibliche esistono termini specifici. Dovremmo quindi rispettare la scelta del redattore che ha usato nefesch/psychè per esprimere questi significati in essi racchiusi.
Teodoro Studita
00lunedì 25 gennaio 2010 16:53
Il problema è che questo principio è utilizzato a simpatia, visto che in alcuni casi si stabilisce una equivalenza formale producendo non-sensi (le famose "case dell'anima" ad es.), in altri si sceglie in base al contesto (adorazione/omaggio), in altri si va addirittura ad una velleitaria equivalenza dinamica (immeritata benignità). Ciò manifesta che l'unico principio della TNM è quello teologico, tutti gli altri sono applicati in maniera discontinua e contraddittoria. In altre parole i criteri traduttivi o si applicano sempre o non si applicano mai, non li si usa a simpatia. Vuoi fare una versione letterale e di studio? Va bene, usi tanti calchi e cerchi di mantenere anche le costruzioni, ma anche in questo caso la scelta di tradurre נפש / ψυχη sempre con "anima", ignorando il fatto che la comprensione del lettore italiano è data dal vocabolario italiano e non da quello della WT produce risultati grotteschi e palesemente non funziona. Poi quando ci si imbatte in altri contesti in cui il principio annunciato è largamente disatteso (arrivando sino alla modifica del testo base, come il caso dei famosi "mi") ci si rende facilmente conto che è una presa per i fondelli, o meglio una falsificazione.
Per accorgersi di questo naturalmente bisogna avere strumenti (in primis la conoscenza delle lingue antiche) che praticamente nessun tdg ha, e quindi il gioco è fatto. La classica excusatio non petita secondo cui l'intero mondo accademico ha una comprensione del testo radicalmente diversa da quella dei TdG perché le università sono roba satanica tradisce il metodo. Si previene così la domanda del TdG: "ma perché tutti gli altri traducono diversamente"? Oppure si ricorre alla tecnica Felix, scovare una qualsiasi traduzione che in quel punto traduca in maniera simile alla TNM, salvo non specificare i criteri della traduzione citata, la sua autorevolezza e far vedere come la stessa traduzione renda tutti gli altri passi disputati (che ovviamente tradurrà in maniera diversa dalla TNM, ma allora stranamente non viene più citata).
Chiedetevi perché il tasso di istruzione universitaria è così drammaticamente basso tra i TdG, il livello socio-culturale pure, la distribuzione geografica terribilmente vincolata a campagne e periferie urbane. La WT approfitta di categorie culturalmente indifese ("sconsigliando", cioè vietando la loro emancipazione attraverso l'università) perché sono le uniche che possono digerire il broccolo perpetuo del leone erbivoro e il paradiso senza code al benzinaio. Se non potete riflettere sui testi, almeno si rifletta su questo.


christofer2006
00lunedì 25 gennaio 2010 17:04
Re:
Teodoro Studita, 25/01/2010 16.53:



Il problema è che questo principio è utilizzato a simpatia, visto che in alcuni casi si stabilisce una equivalenza formale producendo non-sensi (le famose "case dell'anima" ad es.),



Nel caso specifico di Isaia 3:20 reso: "case dell'anima", certamente i traduttori della TNM avrebbero potuto attuare un'altra scelta come "boccette dei profumi" o simili, probabilmente più comprensibili. Ma è stato ampiamente spiegato sopra il motivo della scelta di tradurre con anima, per coerenza e quindi per rispetto del referente. Ma è anche doverosa una precisazione su questo versetto spesso deriso dai detrattori.

Bisogna in primo luogo dire che, per quanto le versioni traducano in genere con "vasetti di profumo" o simili, tali traduzione non è poi così certa e scontata. Nelle note spesso si riconosce che "i tredici nomi ebraici [lì, nei versetti 18-23] indicati sono di difficile versione ed interpretazione" (Nuovissima versione della Bibbia), o ancora che "più di un termine tecnico è stato tradotto in maniera congetturale" (La Sacra Bibbia, dir. da S. Garofalo). Pertanto, in questo caso anche la versione "vasetti di profumo" o analoga è ipotetica. In fondo, anche tradotta alla lettera - e anche la TOB in nota riconosce che "case di vita [o dell'anima]" è la traduzione letterale dell'espressione - risulta sempre una sorta di metafora, per capire la quale certo occorre uno sforzo da parte del lettore, ma un analogo sforzo è richiesto anche per comprendere, ad esempio, un'espressione non molto diversa come "borsa della vita" o "scrigno della vita" in 1 Samuele 25:29, o altrove. Essendo oltretutto implicata, in questo specifico caso, anche la 'parola principale' o 'termine tecnico' nèfesh, evidentemente i traduttori hanno preferito sacrificare la leggibilità alla coerenza per consentire al lettore di vedere come è usata nelle Scritture quella 'parola principale'. L'Introduzione della TNM '87 dice infatti riguardo alla scelta dell'uniformità delle parole: "A volte questo ha imposto una limitazione alla scelta delle parole, ma risulta utile nella consultazione dei riferimenti a catena e nella comparazione dei brani collegati fra loro".

E' interessante far notare che anche altre autorevoli traduzioni bibliche rendono in mondo simile. A titolo d'esempio, la prestigiosa traduzione francese dell'autorevole biblista ebreo Chouraqui traduce: "maisons d'ame". Anche altre versioni fanno la stessa scelta o quanto meno lo riconoscono nella nota in calce (Osty, KJ e Byington). Ma questo è più un lavoro da Felix [SM=g27990]

jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 17:22
Re:
Teodoro Studita, 25/01/2010 16.53:

la distribuzione geografica terribilmente vincolata a campagne e periferie urbane.



Sì, tutti contadini e abitanti delle case popolari

Teo, ma finiscila per favore [SM=x1408440]
jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 17:27
Re: Re:
christofer2006, 25/01/2010 17.04:


E' interessante far notare che anche altre autorevoli traduzioni bibliche rendono in mondo simile. A titolo d'esempio, la prestigiosa traduzione francese dell'autorevole biblista ebreo Chouraqui traduce: "maisons d'ame". Anche altre versioni fanno la stessa scelta o quanto meno lo riconoscono nella nota in calce (Osty, KJ e Byington). Ma questo è più un lavoro da Felix [SM=g27990]



Cris, Vianello rende con "anima".
Green "soul"
barnabino
00lunedì 25 gennaio 2010 17:28
Caro Teodoro,


Il problema è che questo principio è utilizzato a simpatia



Non è affatto usato a "simpatia" ma in modo del tutto cosciente legato alla difficoltà di rendere con una parola italiana specifica il concetto semitico di nefesh/psyche. Dunque si tratta di una scelta che la TNM applica limitatamente a questo termine molto particolare, mentre naturalmente in tutti gli altri casi si traduce in base al contesto.

L'appendice dell TNM dice chiaramente il senso di quest'operazione: "l'uso di questa stessa parola ebraica in molti diversi contesti ci aiuta a comprendere il concetto principale insito nella parola così come fu usata dagli scrittori della Bibbia, vale a dire che l’anima è una persona, un individuo o una creatura inferiore, o anche la vita che una persona o un animale possiede come tale".

Dunque il processo di individuare il campo semantico e di nefesh/psyche nelle Scritture è lasciato al lettore, che comunque è rimandato all'appendice dove sono raggruppati i passi secondo i loro principali significati.


in alcuni casi si stabilisce una equivalenza formale producendo non-sensi (le famose "case dell'anima" ad es.)



Nei casi in cui il senso di nefesh, come in questo caso, diventa di difficile comprensione la TNM sopperisce con adeguate note, nonché con la tavola di cui sopra.


in altri si sceglie in base al contesto (adorazione/omaggio), in altri si va addirittura ad una velleitaria equivalenza dinamica (immeritata benignità).



1. La TNM rende ovunque in base al contesto, la parola nefesh/psyche costituisce un'eccezione per i motivi già spiegati

2. La TNM rende chàris in vari modi, secondo il contesto (compreso "grazia"!) e usa "immeritata benignità" dove si ritiene che abbia quel significato. In ogni caso viene rispettata l’idea centrale di chàris. Francamente non vedo il problema, se non l'aver abbandonato una certa tradizione basata sulla Vulgata.


Ciò manifesta che l'unico principio della TNM è quello teologico, tutti gli altri sono applicati in maniera discontinua e contraddittoria.



Ma per piacere! Visto che tutte le traduzioni cercano di rendere un termine secondo il contesto sarebbero tutte da tacciare dello stesso problema? Cosa vuol dire appliare "in maniera discontinua e contraddittoria"? Tutte le traduzioni potrebbero essere accusate della stessa cosa!


ma anche in questo caso la scelta di tradurre נפש / ψυχη sempre con "anima", ignorando il fatto che la comprensione del lettore italiano è data dal vocabolario italiano e non da quello della WT produce risultati grotteschi e palesemente non funziona



Come ti ho detto si tratta di un'eccezione unica, dovuta alla difficoltà di rendere quelle parole. Le possibilità erano:

1. Abbandonare la parola "anima" poiché non rispecchia il senso di nefesh/psyche nelle Scritture

oppure

2. Seguire l'esempio della LXX e del NT che usano psyche per nefesh (anche se le due parole non avevano rapporto rispetto al loro significato) e permettere al lettore di osservare la continuità del concetto di anima/nefesh nell'AT con quello di anima/psyche del NT.

Ora, a me pare operazione ardita, ma che funziona benissimo se lo scopo è quello di dare al lettore la possibilità di intendere la parola psyche del NT con tutte le sfumature antropologiche che gli attribuivano Gesù, Paolo o un lettore del I secolo.


(arrivando sino alla modifica del testo base, come il caso dei famosi "mi")



Mah, delle volte mi chiedo se ragioni prima di scrivere. Spiegami un pò come la scelta testauale di escludere il famoso "mi" di Giovanni 14,14 andrebbe così palesemente contro i principi della critica testuale da costituire un abuso. Ogni volta che un traduttore fa una scelta testuale (per altro la TNM si basa sul WH che nel testo lo mette tra parentiesi) è da considerare un abuso?


Per accorgersi di questo naturalmente bisogna avere strumenti (la conoscenza delle lingue antiche) che praticamente nessun tdg ha



Ti ripeto, non serve conoscere in modo specialistico le lingue antiche per capire che sul "mi" tu stai barando, visto che si tratta di una questione di critica del testo e ti invito a dirmi dove la TNM la tradirebbe al punto di falsificare il testo, non solo, ma la TNM non nasconde la difficoltà della scelta, poiché mette una nota in calce che fornisce la versione alternativa. Non si capisce perché chi volesse falsificare il testo poi si periterebbe di avvertire il lettore delle motivazioni della scelta. Tanto più che come ti ho già spiegato quel "mi" non riveste alcuna importanza teologica per i TdG, per cui non vi è nulla di strano che ci si possa rivolgere a Gesù quale mediatore.

Shalom

christofer2006
00lunedì 25 gennaio 2010 17:40
Re: Re: Re: Re: Re:
Araldo73, 25/01/2010 12.34:



Inoltre, se la NM fosse veramente così interessata ad assegnare un significato a ciascuna parola, perché questa uniformità non si è mantenuta, per esempio, nei confronti del verbo greco
proskun»w (proskynèo), reso adorare, venerare, solo quando ha per complemento oggetto DioPadre, il demonio o gli angeli, mentre è tradotto rendere omaggio quando c’è Gesù Cristo?





Tale critica basata sulla presunta incoerenza nela traduzione uniforme di nefesch, rispetto all'uso difforme dell sostantivo proskyneo, non è pertinente.

La riflessione circa la scelta traduttiva di nefesh/psukhe fattao sopra, non ha lo scopo di dimostrare che la TNM sia sempre vincolata ad usare un solo termine per tradurre un corrispettivo termine ebraico/greco. Ogni scelta va valutata a sè, sempre tenendo in considerazione il concetto di referente e altri principi linguistici fondamentali.
La TNM non ha la pretesa di usare un solo termine italiano per ogni parola ebraica o greca dell'originale. Tieniamo presente che la TNM ha usato più di 16.500 espressioni diverse per tradurre i circa 5.500 termini originali delle Scritture Greche Cristiane, mentre ha usato oltre 27.000 espressioni per tradurre i quasi 9.000 termini originali delle Scritture Ebraiche. Quindi non è assolutamente fondata l'idea che la TNM intenda rendere ogni termine greco ed ebraico con un solo termine italiano. A p. 7 della nostra traduzione con riferimenti e note in calce si legge infatti: "Si è mantenuta l'uniformità di versione assegnando un significato a ciascuna parola principale e rispettando tale significato fin dove il contesto lo permette". Quindi, questo sforzo di coerenza - che può essere più o meno apprezzato dai traduttori contemporanei - è stato fatto per uno specifico e circoscritto (anzi, molto circoscritto) insieme di 'parole principali', e neppure in questo caso la "coerenza" è stato un dogma intoccabile.
Nelle prefazioni della maggior parte delle Bibbie tutte queste spiegazioni sulla resa dei verbi, sulle ragioni per cui certi termini sono traslitterati, ecc., non sono neppure lontanamente accennati. Inoltre buona parte di queste 'parole principali' e le relative scelte traduttive compiute, sono state commentate nelle Appendici della TNM. Termini come "patto", "Dio", "Signore", "presenza", "anima", nonché "Geova" ovviamente, sono trattati nei particolari: anzi, le appendici invitano in certo qual modo a verificare la coerenza con cui i termini sono stati tradotti. Il tentativo, come si legge sempre nell'Introduzione, è cercare di riflettere in qualche modo la maniera di parlare e di pensare dei tempi biblici. L'effetto può essere più o meno efficace, ma tant'è.

Per quanto riguarda, altri termini si è cercato di restringere la gamma di possibili traduzioni al minor numero di varianti possibili, introducendone delle nuove solo se necessarie a giudizio dei traduttori, come nel caso di proskyneo.

Oltretutto qui è doveroso precisare, che nella TNM del '67, anche il sostantivo greco proskyneo veniva in alcuni casi tradotto con adorazione, anche in riferimento a Gesù. Nella TNM 87', invece è stata fatta la scelta di rendere proskyneo con rendere omaggio quando riferita a Gesù o ad altre creature, prorio perchè la scelta della TNM '67 creava problemi di referenza.

Rendere proskynèo con adorazione non è sbagliato. Ma per il rispetto della referenza, i traduttori hanno optato nella fattispece per la scelta di tradurre proskynèo in modi diversi in base al contesto. Mentre con i sostantivi psichè/nefesc è stato possibile mantenere l'uniformità di versione assegnando un significato a ciascuna parola principale e rispettando ogni volta tale significato, con proskyneo ciò non è sempre stato possibile. Ma tutto ciò fa parte del naturale processo traduttivo.
barnabino
00lunedì 25 gennaio 2010 17:44
Caro Christopher,

Lo avremo già ripetuto mille volte questo discorso di proskuneo, BeDuhn da pienamente ragione alla TNM e non ho mai sentito un solo grecista trovare una ragione per cui la TNM avrebbe sbagliato a rendere con "rendere omaggio".

Shalom
jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 18:31
Re:
barnabino, 25/01/2010 17.44:

Caro Christopher,

Lo avremo già ripetuto mille volte questo discorso di proskuneo, BeDuhn da pienamente ragione alla TNM e non ho mai sentito un solo grecista trovare una ragione per cui la TNM avrebbe sbagliato a rendere con "rendere omaggio".

Shalom




jwfelix
00lunedì 25 gennaio 2010 19:17
Spener
00lunedì 25 gennaio 2010 19:26

arrivando sino alla modifica del testo base, come il caso dei famosi "mi"



Ancora? Ancora con sto Giovanni 14:14? Ma allora lo fai apposta?!

LA TNM traduce benissimo! E il fatto che si discosti dal testo base è perfettamente in linea con quanto specificato nella sua introduzione.
Inoltre, la nota in calce al passo mette perfettamente al corrente il lettore delle varie lezioni.


barnabino
00lunedì 25 gennaio 2010 19:44
Ma infatti... a parte l'assoluta marginalità del passo, non vedo davvero come scegliere una lezione testuale piuttosto che un'altra (cosa che fanno normalmente tutti i traduttori) significhi "modifichi il testo base... il testo base è un'edizione critica che il traduttore normalmente è libero di valutare in base alle diverse evidenze manoscritte, alle evidenze interne e alle regole della critica testuale. E comunque se ne rende conto in uno nota, francamente non capisco dove sia il problema da un punto di vista del rispetto del testo.

Shalom

christofer2006
00lunedì 25 gennaio 2010 20:25
Re:


Ancora? Ancora con sto Giovanni 14:14? Ma allora lo fai apposta



Porta pazienza Spener. Teodoro ha studiato filologia patristica. In filologia biblica e critica testuale non è molto ferrato...
Certe gaffes sono pertanto del tutto comprensibili! [SM=x1408427]
Teodoro Studita
00lunedì 25 gennaio 2010 22:19
Re: Re:
christofer2006, 25/01/2010 20.25:



Ancora? Ancora con sto Giovanni 14:14? Ma allora lo fai apposta



Porta pazienza Spener. Teodoro ha studiato filologia patristica. In filologia biblica e critica testuale non è molto ferrato...
Certe gaffes sono pertanto del tutto comprensibili! [SM=x1408427]



L'unica gaffe qui è la tua che non sai che nelle università italiane la filologia patristica è al 90% costituita da filologia biblica e critica testuale. Non sono interessato a discutere dei presunti criteri della TNM per il fatto ovvio che non ce ne sono. La TNM sceglie le lezioni unicamente in base alla teologia, questo ha ben poco a che vedere con la critica del testo.




Spener
00lunedì 25 gennaio 2010 22:31
Re: Re: Re:

La TNM sceglie le lezioni unicamente in base alla teologia, questo ha ben poco a che vedere con la critica del testo.



La TNM traduce Gv 14:14 in maniera assolutamente lecita e certamente non è vero che lo faccia "unicamente in base alla teologia". Chiunque affermi una cosa del genere, non dice il vero.


(SimonLeBon)
00lunedì 25 gennaio 2010 22:48
Re:
Teodoro Studita, 1/25/2010 10:19 PM:

christofer2006, 25/01/2010 20.25:



Ancora? Ancora con sto Giovanni 14:14? Ma allora lo fai apposta



Porta pazienza Spener. Teodoro ha studiato filologia patristica. In filologia biblica e critica testuale non è molto ferrato...
Certe gaffes sono pertanto del tutto comprensibili! [SM=x1408427]



L'unica gaffe qui è la tua che non sai che nelle università italiane la filologia patristica è al 90% costituita da filologia biblica e critica testuale. Non sono interessato a discutere dei presunti criteri della TNM per il fatto ovvio che non ce ne sono. La TNM sceglie le lezioni unicamente in base alla teologia, questo ha ben poco a che vedere con la critica del testo.



Teodoro fatti la barba, e mentre ti radi pensa a chi si attacca ai "mi" di dubbia esistenza per far stare in piedi le proprie invenzioni posticce.

Non serve certo un "mi" per capire se gli apostoli rivolgevano le proprie preghiere a Gesu' o lo trattavano come Dio, mentre l'avevano al proprio fianco ogni giorno.

Simon
barnabino
00lunedì 25 gennaio 2010 23:15
Caro Teodoro,

[QUOTEnelle università italiane la filologia patristica è al 90% costituita da filologia biblica e critica testuale



Proprio per questo stupiscono certe tue uscite...


Non sono interessato a discutere dei presunti criteri della TNM per il fatto ovvio che non ce ne sono



Affermazione assolutamente gratuita che potrebbe essere fatta per qualunque traduzione, visto che nei casi dubbi, come quello di Giovanni 14,14 non può esistere nessun criterio assoluto per preferire una lezione piuttosto che l'altra ma si fanno ci si serve di evidenze testuali esterne ed interne. O questo non ti risulta?


La TNM sceglie le lezioni unicamente in base alla teologia



Quoto Spener: la TNM traduce Gv 14:14 in maniera assolutamente lecita e certamente non è vero che lo faccia "unicamente in base alla teologia". Chiunque affermi una cosa del genere, non dice il vero. D'altronde con lo stesso principio potremmo classificare come "teologiche" tutte le traduzioni italiane.


questo ha ben poco a che vedere con la critica del testo



Se così fosse non avremmo lezioni alternative significative, come in questo caso.

Shalom
Araldo73
00martedì 26 gennaio 2010 09:17
Re: Re:
(SimonLeBon), 25/01/2010 22.48:



Teodoro fatti la barba, e mentre ti radi pensa a chi si attacca ai "mi" di dubbia esistenza per far stare in piedi le proprie invenzioni posticce.

Non serve certo un "mi" per capire se gli apostoli rivolgevano le proprie preghiere a Gesu' o lo trattavano come Dio, mentre l'avevano al proprio fianco ogni giorno.

Simon



Per fortuna che dopo secoli e secoli di ignoranza (malgrado gli studi su studi sulle Scritture, discussioni, Università e migliaia di Libri) un giorno si è svegliato qualcuno che doveva esser estremamente competente (oppure no?) e in un quattro e quattrotto ha spiegato come stavano veramente le cose...bastava togliere il "mi"!

Mah...

Pax
Araldo
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