La Cina sceglie Ubuntu Linux

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Hal.9000
00mercoledì 27 marzo 2013 12:09
La Cina sceglie Ubuntu Linux
per spingere innovazione e sviluppo




Il governo di Pechino ha scelto la popolare distribuzione open source della Canonical come architettura di riferimento per i sistemi operativi nel paese. Un sistema operativo "di Stato", con relativo ecosistema software, per perseguire il disegno di un'autonomia tecnologica in un paese da 1,3 miliardi di persone dove il 90 per cento usa Microsoft Windows

di FRANCESCO CACCAVELLA

LA CINA è pronta a finanziare un suo sistema operativo "di Stato" che sarà basato su Linux Ubuntu. È un ultimo tassello alla sua autarchia informatica, in una nazione in cui i principali siti Web non si chiamano Google o Facebook, ma Baidu e Weibo, e che però continua per il 90 per cento a funzionare grazie a Microsoft Windows. Canonical, il principale sponsor e finanziatore del progetto Ubuntu, ha annunciato nei giorni scorsi di aver raggiunto un accordo con il Ministero cinese per l'industria e la tecnologia dell'informazione (MIIT). In base a questo accordo, Ubuntu diventerà il software di riferimento per i "sistemi operativi cinesi", di cui una prima versione stabile si vedrà in aprile. Kylin, questo il nome del sistema, aspira ad essere non una semplice localizzazione di meteo, mappe, calendari, ma un vero e proprio ecosistema informatico per il pubblico della grande potenza asiatica. In futuro si prevede che i servizi per scaricare musica, i software, le applicazioni per lo shopping online saranno anch'essi cinesi.

La decisione non giunge di sorpresa. La Cina è da sempre un terreno fertile per le tecnologie rilasciate con licenza open source, di cui Linux è l'esempio più noto e diffuso. Questo tipo di licenza permette di controllare il linguaggio di programmazione con cui è costruito il software, modificarlo, riadattarlo e, soprattutto, analizzarne l'esatto funzionamento, valutandone affidabilità e sicurezza. Ma la sicurezza di avere un sistema trasparente non è il motivo principale che spinge il governo cinese ad affidarsi a tecnologie a codice libero. Non lo è certamente la possibilità che un sistema creato direttamente dal governo possa rappresentare solo un modo per rendere ancor più stringente il controllo sulle operazioni informatiche dei propri cittadini, replicando in scala maggiore ciò che accade con Skype. Anche perché la stessa natura aperta del software è il principale limite a questa possibilità: le modifiche sarebbero facilmente rintracciabili.

Altrettanto fuorvianti sono le motivazioni ideologiche, anche perché già sperimentate in passato. A partire dal 2007 il governo cinese ha sponsorizzato lo sviluppo di Red Flag Linux, un Linux che avrebbe dovuto rappresentare il simbolo dell'indipendenza tecnologica da Microsoft Windows. Ma è un'iniziativa che, a parte un'imitazione da parte della Corea del Nord (che sviluppò un equivalente "Red Star OS"), ha avuto scarsissima fortuna.

Alla base di questa scelta in realtà ci sono strategie di innovazione e sviluppo, di cui il software open source rappresenta il motore principale. Nel piano quinquennale inaugurato nel 2011 è ben chiaro che la Cina non ci sta ad essere vista solo come la forza lavoro che stringe le viti degli smartphone che vengono progettati in California e venduti in Europa. Dal punto di vista dell'hardware, la Cina ha saputo affiancare ad un'industria basata principalmente sulla manifattura e l'assemblaggio anche aziende leader di settore: Lenovo è il produttore di PC a maggior crescita di mercato dell'ultimo anno e Huawei comincia a far capolino nelle tabelle degli analisi accanto ad Apple, Samsung e Nokia.

Ciò che manca sono invece delle solide fondamenta per lo sviluppo di servizi software, e non stiamo parlando solo di software per Pc. Ubuntu, con il mercato dei desktop in sofferenza, sta piano piano ampliando il proprio ecosistema verso i servizi mobile e di cloud computing, servizi su cui si concentrano le maggiori innovazioni e le maggiori aspettative del panorama software moderno. Ubuntu ha sia in sviluppo versioni per Tablet e Smartphone del proprio sistema, sia una completa offerta di servizi cloud. Tutto basato su codice aperto, tutto disponibile per essere usato come leva per creare nuovi servizi e fare innovazione. E la Cina, il primo mercato mobile del mondo e il più attento al cloud, è sicuramente il luogo più adatto per farlo.


(26 marzo 2013) © Riproduzione riservata

www.repubblica.it/tecnologia/2013/03/26/news/linux_ubuntu_cina-5...

Hal.9000
00mercoledì 27 marzo 2013 12:12
Kylin, la Cina sceglie l’open source

Obiettivo: svincolarsi dall’It occidentale, promuovendo alternative ai prodotti di Microsoft, Apple, Google



Il governo cinese ha stretto accordi con la società di software Canonical per creare un sistema operativo open source su misura per gli utenti cinesi.

La collaborazione produrrà una versione basata su Linux Ubuntu e chiamata Kylin, che uscirà nel mese di aprile e diventerà l’architettura di riferimento per i sistemi operativi standard sviluppati nel Paese.

L’operazione fa parte di un piano quinquennale con l’obiettivo di incrementare l’utilizzo di programmi che danno un maggiore accesso al funzionamento interno, in modo che i programmatori possano intervenire direttamente con le modifiche. La mossa è vista come un tentativo di svincolarsi dal settore It occidentale, promuovendo alternative ai prodotti di Microsoft, Apple, Google e specifiche per il mercato locale.

Kylin userà i set di caratteri e il calendario cinesi e presto offrirà l’integrazione con i servizi web più popolari come Baidu e Taobao, programmi per l’ufficio e strumenti di gestione delle immagini. La prima versione è destinata a computer desktop e portatili, ma il team composto di ingegneri di Canonical e da sviluppatori cinesi sarà incaricato di creare anche una versione che possa girare sui server che ospitano siti web e negozi online.

www.lastampa.it/2013/03/27/tecnologia/kylin-la-cina-sceglie-l-open-source-yJktYunrE0x2uGtEOBtjkN/pag...


(SimonLeBon)
00mercoledì 27 marzo 2013 23:07
Re:
Beh, che dire, è una bella scelta. L'avevo installato anch'io ma dopo un paio d'anni d'uso davvero minimo ho... formattato la partizione.
Devo dire che a quel tempo consentiva di accedere a partizioni windows avviando direttamente da una chiavetta, ridimensionarle e crearne una linux per l'installazione.
Oggi probabilmente lo puoi fare anche con Windows embedded.

Simon
Angelo Serafino53
00sabato 4 aprile 2020 17:02
Re: Re:
(SimonLeBon), 27/03/2013 23:07:

Beh, che dire, è una bella scelta. L'avevo installato anch'io ma dopo un paio d'anni d'uso davvero minimo ho... formattato la partizione.
Devo dire che a quel tempo consentiva di accedere a partizioni windows avviando direttamente da una chiavetta, ridimensionarle e crearne una linux per l'installazione.
Oggi probabilmente lo puoi fare anche con Windows embedded.

Simon




Proprio oggi ho preso un portatile che non usavo l'ho formattato e messo il sistema operativo ubuntu 18.0.4 lts

ho installato watchtower library con un simulatore

va molto molto meglio di prima
Angelo Serafino53
00sabato 4 aprile 2020 17:21
Re: Re: Re:
Angelo Serafino53, 04/04/2020 17:02:




Proprio oggi ho preso un portatile che non usavo l'ho formattato e messo il sistema operativo ubuntu 18.0.4 lts

ho installato watchtower library con un simulatore

va molto molto meglio di prima




Come molti sanno Linux il sistema operativo non ha bisogno della licenza è gratuito

i vantaggi sono che non devi fare la manutenzione cioè deframmentazione la pulizia e questo significa che lo tieni sempre in ordine ed efficiente e non perdi troppo tempo per farle

e non è una cosa da poco
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