Re:
Hal.9000, 26/04/2017 15:09:
Piuttosto avrei io una domanda:
la crescita demografica come si concilierebbe con la reincarnazione?
Mi sembra un'ovvietà, sempre secondo la dottrina buddhista, il Nirvàna (=estinzione)è l'annullamento delle sensazioni,delle passioni e del dolore, cioè fine delle rinascite. Questo per dire che pur eliminando quelle anime che hanno raggiunto la Meta,(fine delle rinascite) rimangono molte più Anime, di numero (abbandonato il corpo estinto), pronte a reincarnarsi nei viventi per le nascite di ogni epoca. La vita è breve, l'anima, reincarnata o meno, eterna.
Naturalmente si può sempre ridere su tutto questo, ma l'idea della possibilità di ottenere e ripetere esperienze in vite successive si trova nei più antichi testi religiosi, anche nel Vecchio e Nuovo Testamento. In occidente, e in tempi relativamente meno remoti, ne parlò anzitutto Pitagora. Platone sostenne poi il concetto della reincarnazione nei famosi dialoghi del "FEDONE", in cui afferma che l'anima per elevarsi deve tornare in Terra.
Seguì quindi la scuola neoplatonica di Alessandria, che ammetteva la reincarnazione. Plotino, per esempio, descrisse un aspetto simile al concetto orientale del karma, sebbene un po' semplificato: se l'anima commette degli errori, deve espiare dopo la morte, per poi rivestire un nuovo corpo con cui affrontare nuove prove. All'idea del karma si avvicina Giambelico, per il quale i dolori che ci affliggono sono le punizioni per le colpe commesse dall'anima nell'incarnazione precedente. Lo spirito però torna sulla Terra NON per castigo, ma per continuare il cammino della propria evoluzione.
Se entriamo in questa logica (ed io ne son tentato...) va considerato quella legge secondo la quale ogni essere amplia sempre di più la sua coscienza, attraverso molteplici reincarnazioni. Non sarebbe infatti possibile raggiungere in una sola incarnazione, per un essere, una coscienza tale da rispecchiare i più alti ideali morali e religiosi. Devo dire che queste mie espressioni, qualche anno addietro, avevano interessato anche un paio di sacerdoti, persone, secondo il sottoscritto, meritevoli, se non altro di una ampia apertura mentale.
Un saluto