Libro anti testimoni di Geova di 1000 pagine

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Viterzio
00martedì 25 dicembre 2018 10:23
L'agronomo ed ex tdG ******* ha completato un tomo di 1000 pagine in cui parla dell'antisemitismo dei tdG e di come non fate opere caritatevoli, delle bugie e superstizioni e di come non siete aderenti ai primi cristiani.
Demolirete quest'opera oppure ritenete aggiornato e competente un agronomo fuoriuscito 30 anni fa che a quanto pare non ha trovato pace neanche in vecchiaia?

3D anonimo convalidato. ELL/MOD
barnabino
10martedì 25 dicembre 2018 10:32
Direi che un'opera revisionista in cui si cerca di accusare i testimoni di Geova di "antisemitismo" già di per sé si squalifica senza alcun bisogno di confutare alcunché, poi scritta da un agronomo è tutto dire. Non si tratta comunque di novità, si tratta di vecchie calunnie che circolano da anni, smentite dagli storici, quelli autentici. Le "confutazioni" le trovi in questo interessante sito

www.triangoloviola.it/pernazt2.html

Shalom
(Mr. X)
10martedì 25 dicembre 2018 11:50
Ho letto l'indice di questo "libro": un copy-paste di critiche che erano già vecchie 50 anni fa.
Oltre che considerare scarso alla base un libro realizzato da un fuoriuscito di vecchia data, in base a quanto affermato da sociologi e studiosi

tdgonline.altervista.org/fuoriusciti-dei-testimoni-di-geova-tra-fenomenologia-e-statistica-cosa-dicono-gli-...

Potremmo fare un elenco sterminato dell'autorevolezza di questi studiosi, i quali smentiscono la validità delle critiche dei fuoriusciti.

Andando nello specifico, ad esempio, abbiamo il libro del docente di Storia Claudio Vercelli, il quale smentisce l'accusa di antisemitismo.

Claudio Vercelli è autorevolissima voce, si parla dei tdG anche nella sua pagina wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Vercelli

In quanto alla mancanza di opere verso tutti, anche questa si tratta di una colossale menzogna, smentita da numerose voci autorevoli, oltre che da tanti riconoscimenti ottenuti.
Ad esempio

Rudolph Alexander Jr, Full Professor Ohio State University (oltre 60 articoli peer reviewed)


"I testimoni di Geova sono rapidi nell'aiutare la gente vittima di disastri naturali o avvenuti per causa umana"
"La motivazione che li spinge a fornire aiuto agli altri è guidata dalla loro religione"

Rudolph Alexander Jr, Human Behavior in the Social Environment
A Macro, National, and International Perspective, 2010



Il giornale Il Centro (8/1/98)


"Sono stati i Testimoni di Geova di Roseto i primi a giungere nelle zone colpite dal terremoto per portare gli aiuti oltre a riunirsi periodicamente per pregare, i fedeli di Geova operano quindi anche nel concreto tendendo una mano a coloro che soffrono senza preoccuparsi a quale fede appartengano".




Il sindaco di Nocera Umbra ha scritto ai Testimoni: Il sottoscritto..., a proprio nome e certo di interpretare il pensiero di tutti i suoi concittadini, ringrazia vivamente per l'ausilio offerto alla popolazione nocerina.




Il Ministero dell'Interno ha rilasciato alla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova un attestato di benemerenza e una medaglia: "A testimonianza dell'opera e dell'impegno prestati nello svolgimento delle attività connesse all'emergenza nelle regioni dell'Umbria e delle Marche colpite dalla crisi sismica"




Elio Masferrer, docente e ricercatore alla Scuola Nazionale di Antropologia e Storia, Messico


"I testimoni di Geova hanno aiutato persone che si sono trovate ad affrontare gravi problemi familiari come stupro, maltrattamenti in famiglia, alcolismo e tossicodipendenza. Gli insegnamenti dei testimoni conferiscono dignità a chi ha scarsa autostima e gli danno almeno una possibilità di vivere senza gravi problemi facendo ciò che piace a Dio"

Dal quotidiano Excelsior



Garth Walcott, CEO della KASSSI (Ente di beneficenza per bambini bisognosi)


In qualità di CEO, ammiro l'umiltà di principio dimostrato nel donare a chi è meno fortunato e in particolare ai bambini vulnerabili e le famiglie. La vostra generosità è degna di riconoscimento. Quindi un sentito "grazie" alla congregazione e membri dei testimoni di Geova a Sydenham e Penge. KASSSI riconosce l'enorme sacrificio economico intrapreso da individui in questi tempi di austerità globale e insicurezza finanziaria.
Inoltre, siamo consapevoli della scetticismo nei confronti della beneficenza e della diffusione dei fondi;
Per questo noi diciamo ... guardate i volti dei bambini in quanto sono vestiti con nuovi abiti per la scuola, per la prima volta, o il bambino che è in grado di giocare in acqua sporca, senza la paura di contrarre una malattia di origine idrica perché indossano galosce. Inoltre, anche con il miglior insegnante, l'apprendimento efficace può non essere facile se un bambino ha fame, stanchezza o si sente umiliato perché vestito in maniera impropria.
Sia che il vostro contributo vada direttamente al iniziativa Back2School questo anno scolastico, o per galosce, ombrelli, disposizioni per la colazione ecc; una cosa è assolutamente garantita, cioè tutti i vostri sforzi finanziari andranno verso il miglioramento della formazione dei bambini e opportunità ultimate nelle zone rurali Giamaica West Indies.

Siamo enormemente grati e semplicemente non posso ringraziarvi abbastanza.

Cordiali saluti

[URL=LETTERA DI RINGRAZIAMENTO IN LINGUA ORIGINALE]LETTERA DI RINGRAZIAMENTO IN LINGUA ORIGINALEhttp://www.kasssi.org/wp-content/uploads/2013/10/Jehovahs_Witnesses-_Letter_of_Thanks-_Sydenham_and_Penge_Branch_09_102013-_P.pdf




Ancora, alcuni riconoscimenti per opere di volontariato svolte dai testimoni di Geova






Ora, alla luce degli esperti e dei fatti, cosa pensi di ottenere questo agronomo non si sa: o meglio, la sua opera sarà l'ennesimo strumento di autoconvincimento per i soliti quattro gatti internettiani, quelli che scrivono "pò" con l'accento, fanno statistiche peggio di un neoiscritto alla scuola primaria e chiamano ripetutamente "deandrologia" la dendrologia [SM=g27987]

Ad ognuno il suo "esperto", i fatti e gli esperti veri dimostrano tutt'altro.


kierkegaard1
00martedì 25 dicembre 2018 13:25
È politicamente scorretto dire che non me ne può fregar di meno? 😀
barnabino
00martedì 25 dicembre 2018 13:28
Diciamo che non si prospetta certo come l'evento editoriale dell'anno...

Shalom [SM=g27985]
EverLastingLife
00mercoledì 26 dicembre 2018 09:23
Avete dimenticato il lato davvero divertente della questione: i primi a snobbarlo saranno proprio... i fuoriusciti dissidenti. E come dar loro tolto. Un polpettone del genere esce dal forno già rancido e indigesto.

1000 pagine di argomenti polverosi, triti, ritriti, rifritti, rimasticati, confutati lettera per lettera quattordicimila volte. Terrificante. Credo che chiunque, messo con le spalle al muro, vi preferirebbe una invasione di cimici.
EverLastingLife
00mercoledì 26 dicembre 2018 11:22
Re:
(Mr. X), 25/12/2018 11.50:









Aggiunto qui:

www.freeforumzone.com/d/10922589/Dicono-di-noi-/discussione.aspx/8?#idm1...

(mi pare che non ci fosse)

(SimonLeBon)
00mercoledì 26 dicembre 2018 13:14
Re:
kierkegaard1, 25/12/2018 13:25:

È politicamente scorretto dire che non me ne può fregar di meno? 😀



Effettivamente neanch'io ne ho mai sentito parlare!

Simon
giusyforever
00mercoledì 26 dicembre 2018 17:21
Mi chiedo: Agronomo perchè vive nel paese degli Agrumi?

[SM=g8930]
TNM
00mercoledì 26 dicembre 2018 23:51
Re:
Viterzio, 25/12/2018 10.23:

l'antisemitismo dei tdG




[SM=g7405] [SM=g7405] [SM=g7405]


Oppure forse ci sarebbe da piangere per chi si inventa certe cose!

EverLastingLife
00venerdì 18 gennaio 2019 11:00

L'autore (il quale, correggetemi se sbaglio, è 'dottore' nel senso che è laureato in scienze agrarie o simile disciplina; e intanto però lo leggo dissertare - chissà come - di greco biblico e altro), o meglio chi ha reso pubblico questo suo chilometrico zibaldone, precisa che non è consentito riprodurlo neppure 'parzialmente': suppongo allora che non sia possibile scriverne neppure il titolo, essendo quest'ultimo una riproduzione di una frase del frontespizio del medesimo. Ovviamente il proclama è ridicolo e nullo sul piano legale, essendo palesemente contraddetto dai diritti di citazione. Si tratta comunque di un chiaro segnale di coraggio e di disponibilità al confronto. Complimenti. E pensare che i tdG a loro volta sono mediamente accusati di non tollerare le repliche o di non sapervi rispondere.

Evidentemente sussiste il terrore che, grazie all'esistenza di questo forum e la preparazione del suo staff, il capolavoro letterario sia sgretolato riga per riga col sistema dei quote.

Comunque stiano tranquilli perché, dopo aver letto le prime 15 righe, l'inconfondibile sentore di zuppa riscaldata mi ha indotto a desistere immediatamente dal proposito (se mai ne fosse esistito uno). Mi sono messo così a zompare fra le pagine a grandi falcate, ma di nuovo, incrociata fatalmente la solita citazione della Torre di Guardia del 1954 (ancora!!!!) in cui si dice che i tdG non uccidono gli apostati, m'è passata anche la voglia di una lettura a macchia di leopardo. I fuoriusciti dissidenti campano di ricordi: l'acqua che passa sotto i ponti in sessantacinque anni non fa il minimo effetto, restano immoti come una pietà michelangiolesca. Francamente ho l'impressione che essi siano perfettamente consapevoli che di un simile polpettone, che non ha né il valore di un saggio scientifico né il pregio della brevità, non può interessare, si può dire, niente a nessuno: al massimo un numero di persone non superiore a otto o nove si sentirà in dovere di leggiucchiarne qualche brano a campione. E ovviamente parliamo ancora di otto o nove fuoriusciti dissidenti, i quali, intesi come categoria, sembrano spassarsi onanisticamente di questa sorta di reciproco cannibalismo metatestuale.

EverLastingLife
00venerdì 18 gennaio 2019 11:01
In terza istanza mi sono messo a fare quello che si dovrebbe fare in prima: scorrere l'indice. L'occhio mi è inevitabilmente andato a finire su un capitolo sui 'tdG e la salute mentale'. In un nanosecondo mi si è accesa una lampadina: vuoi vedere che tirano fuori ancora quello zuzzurellone di Jerry Bergman?

Un altro nanosecondo per arrivare alla pagina giusta. C.v.d.: a-riecco Bergman, proprio lui.

Anche questo particolare dimostra lo stato di spaventosa senescenza ideologica (sempre le stesse "fonti" demolite una camionata di volte) e di predazione intraspecifica (un former member che cita un altro former member) in cui versano i fuoriusciti. Per chi non lo sapesse, Bergman è uno pseudo-studioso americano, e sedicente psicologo, i cui interessi "spaziano nei campi più diversi. Pare si sia occupato, nella sua carriera pluridecennale, di biologia, microbiologia, fisica, chimica, biochimica, biomedicina, storia, filosofia, geologia, meteorologia, genetica, scienza della nutrizione, sociologia, scienza del comportamento, antropologia, patologia sperimentale e altro ancora: praticamente un tuttologo".

Qui si può trovare un'approfondita analisi della sua qualità di studioso e del suo pensiero:

tdgonline.altervista.org/testimoni-di-geova-e-la-salute-mentale-meta-speculazione-meta-leggenda-metrop...


Ecco una edificante presentazione di Bergman:




● Primo e più importante dei punti: Jerry Bergman è un ex-testimone di Geova. Con rare eccezioni, il mondo accademico è unanime nel ridimensionare alquanto il valore delle dichiarazioni dei fuoriusciti a detrimento della loro precedente confessione religiosa.[4]

Ma il fatto di avere a che fare con un professionista non dovrebbe rendere le cose un po’ diverse? Secondo Stephen Kent, studioso di movimenti religiosi alternativi e relative apostasie, sembra proprio di no. Egli afferma fra l’altro che “l’istruzione superiore non è una garanzia che il laureato scriverà in maniera critica ed anche obiettiva” [5] e che “la coerenza in una storia di coinvolgimento in un culto e una personalità convincente non sono motivi sufficienti per giudicare se i racconti di fuoriusciti sono veri e accurati”.[6]

Da notare che anche alcuni che sposano (almeno in buona misura) le tesi di Bergman riconoscono questo suo ‘peccato originale’. Michael Rand ad esempio osserva che “è necessario considerare criticamente che questa persona è un ex-testimone di Geova e potrebbe non essere del tutto libera di pregiudizi nelle sue osservazioni, analisi e opinioni”.[7]

Secondo punto: incredibile a dirsi, Bergman non è neppure uno psicologo. Nelle conclusioni del dibattimento Gerald R. Bergman v. Bowling Green State University (1987), che, come vedremo nel prossimo paragrafo, gli furono avverse, fu precisato che Bergman aveva dato una descrizione fasulla di sé stesso e in particolare che 'aveva detto di essere uno psicologo, quando non aveva credenziali psicologiche'.

● Bergman vanta centinaia di pubblicazioni fra libri, saggi brevi e articoli: tanta carne a cuocere, ma forse anche troppo fumo, verrebbe da dire. Negli anni ’80 la Bowling Green State University (fondata in Ohio nel 1910) gli negò una cattedra nel proprio istituto per ragioni etiche e di qualità e rilevanza delle sue pubblicazioni. Ironia della sorte, Bergman contestò in tribunale la decisione dichiarandosi ‘discriminato (!) a motivo dei suoi insegnamenti creazionistici’, ma la corte gli diede torto.[8]

● Nelle rare circostanze in cui Bergman si è presentato come perito in processi giudiziari che coinvolgessero i testimoni di Geova, non si può certo dire che abbia fatto una buona riuscita né una figura lusinghiera.

È rimasto nella storia il caso Pater vs Pater (Ohio, USA, 1992), una causa di affidamento nella quale un minore era conteso fra il padre e la madre, una testimone di Geova. In prima istanza il tribunale aveva stabilito che il piccolo Bobby di tre anni fosse affidato al padre e che la madre avesse il permesso di andare a trovarlo ‘a condizione che non cercasse di insegnargli la propria religione’. La madre presentò ricorso in appello contro una decisione manifestamente discriminatoria. Durante i lavori processuali del ricorso, i magistrati presero in considerazione, fra l’altro, sia il testo “The Mental Health of Jehovah’s Witnesses”, sul quale torneremo in seguito, che il suo autore, il dottor Bergman. Quest’ultimo, che non si era nemmeno preso il disturbo di intervistare il figlio della coppia, asserì fra l’altro che le malattie mentali fossero più comuni fra i testimoni di Geova che fra la popolazione in generale. La corte liquidò le sue speculazioni come ‘sfacciato tentativo di applicare uno stereotipo ad una intera religione’ e le statistiche che aveva offerto a sostegno di tale teorema come ‘prive di significato’.[9]

Che dire? Non proprio un buon biglietto di presentazione.

Di nuovo, nel processo Redman vs. Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, dibattuto nel 1994, non si riuscì a far valere il supposto peso della sua autorità contro i testimoni di Geova. Jerry Bergman aveva coniato, a proposito della sua ex-religione, il termine dal sapore fantapolitico di ‘guerra teocratica’ (theocratic warfare), che secondo lui prevedeva fra l’altro – su quali basi non è dato sapere – l’imposizione per i seguaci di giurare il falso per proteggere l’organizzazione e i propri confratelli. La corte rilevò nell’atteggiamento dei querelanti, che tentarono invano di avvalersi della consulenza esperta del Bergman, ‘un attacco alle credenze dei testimoni di Geova’ e affermò che tale atteggiamento ‘violava i principi di ingiusto pregiudizio, libertà religiosa, tolleranza e riservatezza personale’.[10]

● Alcuni mezzi impiegati dallo Bergman scrittore lasciano perplessi. Per esempio, egli cita più volte (nel libro sulla salute mentale dei Testimoni e altrove) un non meglio identificato dottor Montague, secondo il quale fra l’altro ‘la percentuale di disturbi mentali fra i testimoni di Geova è di circa dieci-sedici volte più alta di quella della popolazione in generale’ e ‘circa il 10% dei proclamatori di una congregazione media ha serio bisogno di un aiuto’[11] psicologico o anche psichiatrico. Nonostante la totale assenza di documentazione probatoria, gli ex-tdG dissidenti hanno giubilato all’arrivo di questa inattesa ‘manna dal cielo’, ripetendo questi dati ogni volta che ciò risultasse utile alle loro cause denigratorie, senza rendersi conto che Bergman e Montague sono… la stessa persona! Montague era cioè uno pseudonimo di Jerry Bergman, che aveva quotato sé stesso guardandosi bene dal rivelare lo stratagemma. È lecito il sospetto che proprio l’insufficienza di fonti l’abbia indotto a questo curioso espediente da romanzo d’appendice.[12]




Lo psichiatra Stefano Michelini, che ha avuto lo stomaco di sciropparsi il libro di Bergman sulla salute mentale, l'ha definito un insieme di “chiacchiere e illazioni”, “aneddoti e storielle”, “di scienza neanche l’ombra”. Ecco la sua recensione completa:

tdgonline.altervista.org/appendice-alcune-opinioni-su-jerry-bergman-e-le-sue-opere-sui-testimoni-d...

Il polpettone cita un altro libro di Bergman, Jehovah’s Witnesses. A Comprehensive and Selectively Annotated Bibliography. Di questo secondo libro Richard Singelenberg, antropologo sociale e docente dell’università di Utrecht, ha detto che si tratta di una raccolta di "giudizi infondati o incompleti" e ha parlato di "irrilevanza da giornale scandalistico". Il prof. Singelenberg ne identifica anche il motivo:

Una spiegazione parziale di questi problemi si può ritrovare nei trascorsi religioni dell’autore; Bergman è un ex-TdG ed un avversario ben noto della WBTS. Il lettore ignaro è tuttavia tenuto all’oscuro di questi fatti.


Citare un tipo come Bergman come fonte autorevole rappresenta di per sé un chiaro atto di dequalificazione, ovvero sminuisce il valore dell'opera che la riferisce e l'attendibilità del suo autore. Purtroppo - per loro - questa è la mesta verità. Io però sospetto di nuovo che lo sappiano benissimo, semplicemente non esiste, in chi ricorre a questi mezzi, alcuna reale intenzione, e tanto più alcuna supposizione, di essere presi sul serio.

Non si può neppure dire che la circostanza della zero reliability di Bergman sia cosa inedita o poco conosciuta, essendo stata conclamata da anni. Anche questo è un vizio di fondo, e un motivo ricorrente, degli scritti dei fuoriusciti dissidenti, che snobbano alla stra-grande le argomentazioni, chiare e documentate, di segno contrario, coccolandosi allo sfinimento i quattro gatti che sostengono le loro idee, ben sapendo di avere un ben misero fondo di barile da grattare.
Seabiscuit
00venerdì 18 gennaio 2019 11:36
Re:
EverLastingLife, 18.01.2019 11:01:




Anche questo è un vizio di fondo, e un motivo ricorrente, degli scritti dei fuoriusciti dissidenti, che snobbano alla stra-grande le argomentazioni, chiare e documentate, di segno contrario, coccolandosi allo sfinimento i quattro gatti che sostengono le loro idee, ben sapendo di avere un ben misero fondo di barile da grattare.





Beh, con Bergmann diventano cinque gatti, dato che Bergmann-Montague fa per due

[SM=g7405] [SM=g7405] [SM=g7405]
Seabiscuit
00venerdì 18 gennaio 2019 11:44
Re:
EverLastingLife, 18.01.2019 11:00:



Mi sono messo così a zompare fra le pagine a grandi falcate, ma di nuovo, incrociata fatalmente la solita citazione della Torre di Guardia del 1954 (ancora!!!!) in cui si dice che i tdG non uccidono gli apostati,




W l'informazione sui TdG

Mentono sapendo di mentire
EverLastingLife
00giovedì 24 gennaio 2019 11:22

Il capolavoro cita anche altri "illustri" ex-tdG, per la solita mania del cannibalismo metatestuale (fuoriusciti che riferiscono altri fuoriusciti, illudendosi che ciò conferisca agli uni e agli altri una qualche autorevolezza).

A parte la 'topica' dello 'studioso' Bergman, un tuttologo che ha collezionato un vero e proprio album di 'belle figure' presso tribunali e atenei di mezzo Nordamerica, ho visto che sono richiamati anche James Penton, un ex-tdG divenuto poi docente di storia, e Barbara Anderson.

Di Penton, che ha scritto alcuni libri di sapore revisionistico sulla persecuzione dei testimoni di Geova, sono disponibili sul 3D dei tdG VIP (link, #20) le seguenti, illuminanti note:



Lo storico Detlef Garbe, direttore del Neuengamme Memorial di Amburgo, ha dichiarato che le speculazioni di Penton sono il risultato di 'un'avversione fortemente radicata' e ne ha denunciato la 'mancanza di obiettività scientifica' (Between Resistance and Martyrdom, University of Wisconsin Press, 2008, pagg. xix, xx).

Dello stesso tenore il parere del prof. Claudio Vercelli, il quale, commentando il succitato libro di Penton, ha osservato: 'E' fortemente orientato nel senso di un severo giudizio contro l’operato dei suoi maggiori esponenti. Purtroppo questo tipo di approccio interferisce ripetutamente con la serenità del lavoro scientifico dell’autore, sovrapponendo a passi plausibili secchi giudizi di valore. All’acribia del ricercatore si sostituisce l’acrimonia del polemista, spesso con esiti non facilmente sottoscrivibili' (presentazione del libro Triangoli viola. Le persecuzioni e la deportazione dei testimoni di Geova nei Lager nazisti, ed. Carocci, Roma 2011).



Quanto alla Anderson, si tratta di un personaggio talmente irrilevante da non meritare particolari premure. Mi limito a ricordare che sia Penton che la Anderson furono citati nella causa per abusi Boer vs Palmer (2002-2003) come 'consulenti esperti' dai legali di Vicki Boer, l'accusatrice. Eccone il risultato (link) :


Il giudice rifiutò di prendere in esame le consulenze di due ex-testimoni di Geova presentati dalla querelante come ‘esperti’ di prassi dei Testimoni in materia di molestie, James Penton e Barbara Anderson (due ‘pionieri’ dell’apostasia riveriti come guru dai fuoriusciti dissidenti), qualificando le asserzioni di quest’ultima per ‘dicerie’.



Questo sarebbe li livello delle 'fonti' di certi 'lavori straordinari' [SM=g27993] [SM=g27993]
EverLastingLife
00giovedì 24 gennaio 2019 11:44

Il 'lavoro straordinario' inevitabilmente fa dei cenni anche al grande tema del momento, quello degli abusi sessuali sui minori. L'occasione era troppo ghiotta per farsela sfuggire. E' noto che, per dirla con il prof. Jorgensen, "i timori legati alla salvaguardia dei bambini all’interno dei culti hanno cominciato a giocare un ruolo più centrale nelle accuse dei movimenti antisette indirizzate alle attività delle nuove religioni”. “Sono soggetti per i quali il pubblico mostra un appetito vorace" (link).

Purtroppo però il livello di qualunquismo e di approssimazione con cui l'autore (che non vuole che la sua opera sia espressamente citata) tratta l'argomento è semplicemente imbarazzante.

Per sommi capi:

- anche costui stigmatizza il fatto che la Società non obblighi gli anziani, o altri, a denunciare gli abusi laddove non esplicitamente imposto dalle autorità. Abbiamo palesato innumerevoli volte la grottesca superficialità di questo genere di giudizi. Un estratto dall'articolo di tdgonline sugli abusi (link):


Chi sostiene questo principio dovrebbe chiedersi perché l’obbligo di denuncia non è sempre previsto nei moderni ordinamenti civili, anche in alcuni fra i paesi più evoluti dal punto di vista dei diritti sociali. La verità è che proprio la delicatezza estrema della questione rende poco credibile l’idea di una norma morale valida in assoluto (‘un presunto abuso va denunciato sempre e comunque’), e più confacente a certa retorica da rotocalco che alla realtà. [39] O forse dovremmo dire: più confacente ad uno stato di dittatura che alla democrazia. Si può affermare infatti che, laddove esistesse in effetti un obbligo di denuncia, ci si dovrebbe adattare senz’altro? Ciò sarebbe necessariamente “etico” o “umano”? Poniamo il caso di quei paesi islamici in cui l’omosessualità viene sanzionata con la pena di morte: se degli anziani testimoni di Geova dovessero venire a sapere di un conservo che ha una relazione omosessuale, che anche la Bibbia condanna, dovrebbero sentirsi dunque in obbligo di segnalarlo alle autorità del paese?

Tornando alla questione abusi, anzitutto ripetiamo, e non si ripeterà mai abbastanza, che il fatto che gli anziani non presentino denuncia non significa necessariamente che questa non avrà luogo e il colpevole non subirà conseguenze, dato che la vittima e la sua famiglia hanno piena libertà di portarlo in tribunale. Se si pone il problema che gli abusi siano eventualmente denunciati dagli anziani, può essere solo perché la famiglia della vittima non ha voluto farlo. E se non l’ha fatto, è indispensabile interrogarsi sul perché di tale omissione.

È verosimile che solo chi ne abbia avuto esperienza diretta comprenderebbe la tempesta di emozioni che può scatenarsi nella psicologia di un essere umano in un caso come questo: emozioni difficilmente conciliabili con l’assurda idea di un gruppo religioso concepito come una specie di confidente della polizia. Consideriamo ad esempio il caso in cui le molestie siano state perpetrate una o due volte dal fratello maggiore di una ragazzina. Si può pretendere che la madre vada difilato dalle forze dell’ordine a denunciare il proprio figlio molestatore? Se essa rifiuta di prendere in considerazione tale alternativa, sarebbe d’accordo che lo facessero gli anziani o chiunque altro?

O immaginiamo che si senta parlare di un abuso ma ne manchino le prove: pretendereste che qualcuno, un anziano ad esempio, vada a denunciarlo? Supponete che l’autorità convochi la vittima e i suoi genitori e che questi ultimi neghino i gli abusi (in precedenza narrati nel corso di conversazioni occasionali) o affermino di non essere sicuri di cosa sia realmente accaduto. Quali pensate potrebbero essere le conseguenze per l’anziano che si è recato precipitosamente a denunciare i fatti, se non quella di subire a sua volta una reazione legale per diffamazione da parte dell’accusato, a causa di molestie che non è stato possibile dimostrare? [40] E che dire del minore e della sua famiglia, costretti a parlare alle forze dell’ordine di episodi spiacevoli e che avrebbero preferito rimanessero riservati? [41] E tutto ciò a causa di una iniziativa legale non concordata con i diretti interessati. Come si vede, l’idea per cui esisterebbe sempre e comunque l‘obbligo morale’ di denunciare gli abusi è quanto meno grossolana. Ed è una certezza ampiamente riconosciuta anche in ambito secolare. Ad esempio, secondo il NSW Health, un dipartimento australiano del Ministero della Salute (stato del Nuovo Galles), “Alle vittime si dovrebbe concedere il diritto di determinare se rivolgersi alle autorità oppure no, e la loro volontà dovrebbe essere rispettata” [42].

Non esiste dunque una indicazione unitaria data agli anziani di denunciare gli abusi, se non laddove imposto dalla vigente legislazione.




Si parla dunque di ‘informare’ di tale possibilità e non di ‘consigliarla’. Ma nemmeno tale chiara indicazione, per quanto discrepante con l’idea che fra i Testimoni vi sarebbe un problema di silenziamento omertoso dei casi di abusi, basta a soddisfare i bastian contrario della parte avversa, per i quali gli anziani dovrebbero appunto incoraggiare la denuncia e magari trascinare i genitori della vittima per il bavero della camicia alla più vicina caserma dei carabinieri per dare seguito all’azione giudiziaria: come se l’interesse primario di costoro fosse non il benessere della vittima, ma rifarsi legalmente sull’abusatore.

La pervicacia con la quale fuoriusciti e altri detrattori insistono su questo punto, quando serissime motivazioni sembrano avvertire del contrario, può apparire bizzarra, ed è invece del tutto naturale. I detrattori dei testimoni di Geova, come dicevamo in premessa, non sono mossi da una reale intenzione di vedere rivendicati i diritti delle vittime né tantomeno di contenere il fenomeno degli abusi, che costituisce anzi un prezioso input alla cultura dell’odio, ma di fare più ‘rumore’ possibile. Un caso di abusi che nasce e muore nel silenzio delle mura domestiche perde tutto il proprio potenziale di discredito verso i testimoni di Geova, mentre uno che viene denunciato ha almeno qualche possibilità di riscontrare una certa eco sui media e dunque di condizionare negativamente l’opinione pubblica. È abbastanza auto-esplicativa di questa mentalità ‘forcaiola’ l’insistenza a sdoganare per ‘immorale’ l’omissione di una denuncia anche quando non obbligatoria – o addirittura quando tale omissione è tutelata – per legge, ma, guarda caso, solo se ha per oggetto gli abusi sessuali. Non ritroviamo la stessa veemenza quando si parla di reati quali l’uso di marmitte non omologate o la violazione del copyright, fatti che, se pur possono suscitare meno abominio degli abusi sessuali, hanno parimenti un impatto sociale non indifferente.

Corre comunque l’obbligo di evidenziare che le denunce penali non sono ‘passeggiate di salute’, costano tempo, denaro e soprattutto risorse emotive. Agli hobbisti della polemica sfugge evidentemente il fatto che portare un minore in tribunale può significare sottoporlo ad un elevato stress psicologico, incluso quello che deriva dal rivivere, e dal descrivere ad altri, i propri traumi. Si noti questo contributo di una specialista:

“Il primo e più significativo rapporto tra minore e struttura giudiziaria è quello dell’interrogatorio e dell’audizione del minore, in cui il bambino viene ascoltato in qualità di testimone in un procedimento penale e, nei casi in cui il giudice ritenga opportuno, in un procedimento civile o amministrativo.

Le disposizioni giuridiche previste dal nostro paese, che regolano l’audizione del minore in ambito penale, sono rappresentate dalle norme del Codice di Procedura Penale. Con l’introduzione del Codice del 1988, il problema dell’audizione del minore è diventato ancora più significativo: infatti, rispetto al sistema precedente, l’adozione del modello accusatorio prevede la formazione della prova nella fase dibattimentale, cosicché le indagini precedentemente esperite e le testimonianze ottenute dagli organi di polizia giudiziaria o dal pubblico ministero devono essere necessariamente riproposte nel corso del dibattimento. Infatti, quando in dibattimento, nel corso di un esame, un testimone rende dichiarazioni diverse da quelle rese in momenti precedenti, la parte che lo interroga può contestargli la difformità.

Questo sistema, se da un lato consente, in linea generale, una duplice verifica delle dichiarazioni testimoniali, dall’altro, nei processi in cui vittima sia un minore, comporta che quest’ultimo venga sottoposto a più esperienze traumatiche per diversi motivi, in quanto è chiamato ad esporre e a rivivere per più volte la propria dolorosa esperienza“.
[43]

L’argomento si accompagna con un altro, e cioè: l’illusione secondo la quale adire le vie legali equivalga necessariamente a ottenere giustizia. La realtà dei fatti dice purtroppo il contrario. Secondo Nadia Somma, “nel luogo che dovrebbe restituire dignità alle vittime di violenza spesso si consuma il tradimento della fiducia nella giustizia”. “Ancora oggi, il trauma del bambino e il suo essere testimone della violenza viene messo continuamente in discussione e Gloria Soavi, presidente del Cismai, ha detto che, a volte, viene considerata un’attenuante la presenza della bambina in rete con profili che sono giudicati seduttivi dagli inquirenti e dai giudici”. “L’approccio alla testimonianza della parte lesa continua ad essere la ripetizione di un racconto dettagliatissimo fin nei minimi particolari delle violenze subite, esponendo le vittime ad una sorta di prova ordalica (può accadere anche a bambine o bambini) e a ciò si aggiunge l’esperienza terribile di sentire stravolgere nel processo la narrazione di ciò che in prima persona si è vissuto.” [44] E, nel corso dei lavori della Royal Commission australiana (2015-2017), si riconobbe che “la risposta della giustizia criminale agli abusi sessuali sui minori comporta un procedimento lungo e difficile di segnalazione, investigazione, accusa, ricerca delle prove e prescrizione. La sentenza è uno degli stadi finali di tale processo; comunque il numero di persone giudicate e condannate per abusi sessuali su minori rappresenta una quantità piccolissima di quanti commettono tali delitti. Il tasso dei rilasci è molto alto e di conseguenza pochissimi colpevoli sono chiamati a rispondere, e solo una piccola parte delle vittime può ottenere giustizia dal processo” [45].

La famiglia della vittima potrebbe inoltre ritenere che l’intervento delle autorità nella propria vicenda personale recherebbe una pubblicità indesiderata alla medesima, e dunque preferire che il fatto non venga reso pubblico. Le vittime degli abusi, per triste paradosso, possono essere ‘ghettizzate’ nella loro presunta condizione di persone ‘segnate a vita’ da eventi sgradevoli e ciò può comprometterne il normale inserimento nella comunità, nell’ampia gamma delle possibilità che la vita offre all’individuo sociale, dall’inserimento nel mondo del lavoro alla prospettiva di farsi una famiglia e avere dei figli. Non è strano che dei genitori mettano in campo ogni sforzo per dimenticare l’accaduto come parte del percorso di superamento del medesimo e che ciò passi talvolta anche per l’opzione della rinuncia alle vie legali.



- Costui ignora evidentemente che la denuncia, in molti ordinamenti giuridici compreso quello italiano, oltre a non essere sempre obbligatoria in alcuni casi è addirittura non possibile.


Questo approccio alla questione è l’unico possibile, in considerazione delle profonde differenze giuridiche esistenti da paese e paese. La definizione stessa di ‘abuso su minori’ non è universale, e può cambiare ad esempio in base all’età della vittima e del colpevole. L’ “età del consenso” per i rapporti sessuali è un parametro suscettibile di oscillazioni anche notevoli da un ordinamento all’altro [34]. Nel momento in cui scriviamo queste righe, in Italia l’età del consenso valida in tutti i casi è di 16 anni, ma una qualche forma di consenso può aversi anche a 13 in base alle circostanze (ad esempio, se un quindicenne ha rapporti con una tredicenne consenziente, non è punibile per legge). In paesi europei come Austria e Germania, l’età del consenso è di soli 14 anni.

A seconda dell’età dei soggetti coinvolti nel presunto abuso, la denuncia potrebbe dunque non solo non essere obbligatoria, ma addirittura non essere possibile. Ulteriori parametri che entrano in gioco nella materia, ovvero se vi siano l’obbligo e/o le basi per una denuncia penale, sono il ruolo professionale (es. operatore sanitario) di chi viene a sapere dell’abuso o il grado di parentela del molestatore, l’eventuale qualità di tutore di quest’ultimo e molti altri. E questo è uno dei motivi per cui si raccomanda agli anziani di contattare immediatamente i legali dell’Ufficio Centrale in casi di reati sessuali, che possono fornire la necessaria consulenza.



- naturalmente l'autore - come altri suoi pari - si coccola l'idea secondo cui i tdG sarebbero particolarmente afflitti da un problema di abusi sui minori, elevandola al rango di elemento caratterizzante di questo gruppo religioso, o giù di lì. L'idea è del tutto fasulla, non essendo corroborata dai dati disponibili, a meno che non si qualifichino per 'dati' gli articoli scandalistici e i forum di dissidenti anonimi.

Per sua sfortuna è proprio il caso australiano, che egli pure cita, a dimostrarlo alla grande. Nella nostra analisi (link) abbiamo provato analiticamente che i tdG hanno, fra i fedeli utilizzati in mansioni pastorali, un tasso di abusatori comparativamente quasi nullo rispetto ai sacerdoti cattolici:


Inutile dire che l’ammontare di 116 TdG australiani con incarichi di responsabilità che si suppongono implicati in abusi è di una pochezza ai limiti dell’inverosimile. Se restringiamo il campo di osservazione agli ultimi 10 anni dei complessivi 65, viene fuori addirittura che appena due anziani (sì, avete letto bene: due) avrebbero molestato dei minori. Come indicato da Rodney Spinks, portavoce della filiale australiana dei testimoni di Geova, in Australia, nello stesso periodo, hanno servito come anziani di congregazione 8.507 individui [96] . Abbiamo dunque un anziano accusato di abusi su oltre 4.000; in proporzione:

percentuale di anziani di congregazione coinvolti in molestie sessuali nel decennio 2005-2015:

0,024%


E cioè “una iota” insignificante. Per fare un confronto fra ruoli pastorali assimilabili si consideri che, come riferito dal periodico cattolico L’Avvenire, la Commissione Australiana ha rilevato che il 7% degli esponenti della Chiesa si sarebbe macchiato di tale reato, e per la precisione oltre il 2% (il 30% di 7) era costituito da sacerdoti [97] . Abbiamo dunque, in fatto di abusi perpetrati da ministri con analogo ruolo di responsabilità, una sproporzione colossale: il numero di sacerdoti accusati di atti di pedofilia è 100 volte superiore a quello degli anziani [98] . Risultati che ci piacerebbe definire ‘brillanti’ se non fosse per l’urticante tema cui fanno riferimento, ma che si devono sia allo scrupolo con il quale i corpi degli anziani e i sorveglianti viaggianti riguardano la questione quando si tratta di attribuire una nuova nomina, sia alla severità delle sanzioni.




In una squallida classifica della perversione fra ecclesiastici, i testimoni di Geova sarebbero certamente agli ultimissimi posti. La commissione trovò che in otto casi di associazioni religiose (tutte di derivazione cattolica) il tasso di molestatori fra i religiosi era superiore al 3%, in quattro dei quali superiore al 20%, e in uno (l’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, i famosi Fatebenefratelli) addirittura al 40% [99] .

EverLastingLife
00lunedì 28 gennaio 2019 08:36

Nel 'saggio breve' di 1000 pg. l'autore, un ex-tdg dissidente, si scaglia fra l'altro contro l'attitudine a scoraggiare gli studi universitari. Non solo questo argomento è tutt'altro che nuovo, ma anche la sua confutazione (puntuale e annichilente, un vero e proprio cataclisma) ha praticamente la stessa età. Vi abbiamo dedicato un intero articolo, in cui la questione è spiegata correttamente in fatto di tempi, modi e misure:

tdgonline.altervista.org/testimoni-di-geova-e-luniversita-oscurantismo-o-libera...

Notate però cosa scriveva alcuni anni fa lo stesso ex tdg che ora torna a caldeggiare la tesi dell' 'oscurantismo' del Corpo Direttivo (il grassetto è mio):


Fonte: un sito di fuoriusciti, altre info in spoiler





É pacifico, quindi, che alle assemblee di distretto la iscrizione all’università e la conseguente carriera fossero state indicate come non appropriate per i testimoni di Geova. Orbene, questo divieto, questo pericolo, sembra essere svanito come neve al sole.



Luce intermittente?
EverLastingLife
00lunedì 28 gennaio 2019 09:01

Anni fa lo scrittore di questo "lavoro straordinario" offriva ai posteri la seguente, equilibrata valutazione (grassetto mio):

"Non c'è un solo Testimone di Geova al mondo al quale sia consentito scrivere. Per quanto incredibile possa sembrare, in tutta la loro storia nessuno di loro ha mai prodotto nulla che fosse frutto delle sue riflessioni. È assolutamente vietato loro scrivere libri, saggi, articoli o altro, che contengano il frutto di una loro ricerca, di un loro pensiero. Quei pochissimi che hanno osato farlo sono stati puniti con la disassociazione".

www.cesnur.org/2002/geova_tic_aud.htm

Al seguente link:

testimonidigeova.freeforumzone.com/discussione.aspx?idd=...

ho raccolto un elenco di oltre 100 testimoni di Geova che hanno dato alle stampe dei libri; alcuni di essi (es. le opere di Paul Adshead) sono dei veri e propri bestsellers.

I soggetti di questi libro sono i più disparati, ma sottilineo che in moltissimi casi (es. Carr, Arduini, Calvirani, Flemings, Siracusa, Ignesti, Gertoux, Fontaine) trattano di teologia o di argomenti comunque relati all'interpretazione biblica.

Il valore di una fonte è funzione della sua lunghezza (in pagine) o piuttosto della veridicità, e coerenza, delle dichiarazioni del proprio autore?

Che ne dite?
EverLastingLife
00lunedì 28 gennaio 2019 12:39

Interessanti i riferimenti che questo ex-tdG, e altri, fanno al momento presente dei testimoni di Geova. Ad esempio, si sostiene che oggi come non mai i singoli tdG non hanno alcun potere decisionale nell'influenzare le procedure delineate dalla dirigenza. Dunque, il parere esperto di sociologi e altri studiosi che sostengono il contrario (peraltro il senso della loro affermazione è da indagare / comprendere) non sarebbe rispondente a verità.

Naturalmente, il lettore incauto penserà che chi scrive queste parole sia tuttora un tdG (dissidente) o alla peggio che si sia dissociato ieri pomeriggio, e che - come raccomanda a quegli esperti di fare - in tutto questo tempo abbia seguitato a frequentare le adunanze dei testimoni di Geova, regolarmente o almeno con sufficiente consuetudine. Solo queste condizioni potrebbero spiegare la sicurezza con cui si pone come relatore 'informato' di quanto avviene "oggi" fra i testimoni.

Domanda: da quanto tempo questo ex-tdG ha abbandonato il gruppo?

Altra domanda: vi risulta che alle adunanze o ai congressi si chieda ai presenti di adottare le decisioni del Corpo Direttivo?
EverLastingLife
00lunedì 28 gennaio 2019 13:34

Altre riflessioni sul grado di modernità di questo 'libro straordinario'.

L'autore fa il solito excursus di studiosi che, come documentato dalla letteratura Watch Tower, hanno elogiato la TNM. E dunque cita i vari BeDuhn, Goodspeed, Thomson, eccetera, ritenendo in qualche caso di ridimensionare la sostanza di tali elogi (Goodspeed), in altri francamente non riuscendovi nemmeno epidermicamente (Kedar).

Quello che mi ha colpito è comunque lo sdoganamento dell'idea per cui che questa lista di studiosi 'pro-NWT' sarebbe praticamente ferma da qualche lustro. Anche questo mostra che lo sforzo di aggiornamento dei già modesti mezzi di persuasione, nella dialettica dei former members, è davvero minimale. Sarebbe bastato andare su questa pagina del sito ufficiale per trovare altri contributi:

tinyurl.com/yaexjeog

Almeno tre dichiarazioni sono del tutto inedite (a mia memoria): Charles Francis Potter, Samuel MacLean Gilmour (che parla di 'eccezionale competenza nella lingua greca') e Allen Wikgren. Di questi commenti positivi non vedo traccia. Wikgren poi merita un rilievo a parte, perché l'autore del capolavoro (con diffida di citazione) lo usa (peraltro sbagliandone la grafia: lo chiama Vikgreen) per altri fini, qualificandolo per studioso veramente erudito. Se lo dice lui...
Chameleon.
00martedì 29 gennaio 2019 15:50
Re:
EverLastingLife, 28/01/2019 09.01:


Anni fa lo scrittore di questo "lavoro straordinario" offriva ai posteri la seguente, equilibrata valutazione (grassetto mio):

"Non c'è un solo Testimone di Geova al mondo al quale sia consentito scrivere. Per quanto incredibile possa sembrare, in tutta la loro storia nessuno di loro ha mai prodotto nulla che fosse frutto delle sue riflessioni. È assolutamente vietato loro scrivere libri, saggi, articoli o altro, che contengano il frutto di una loro ricerca, di un loro pensiero. Quei pochissimi che hanno osato farlo sono stati puniti con la disassociazione".


Che ne dite?



Una delle balle più colossali mai lette, nonché smentibile con palate di fatti: una di quelle balle talmente grosse che poi potresti anche diventare un Premio Nobel, ma ormai ti sei "bruciato" per sempre la credibilità.


viceadmintdg4
00martedì 29 gennaio 2019 15:54
Re: Re:
Chameleon., 29/01/2019 15.50:

EverLastingLife, 28/01/2019 09.01:


Anni fa lo scrittore di questo "lavoro straordinario" offriva ai posteri la seguente, equilibrata valutazione (grassetto mio):

"Non c'è un solo Testimone di Geova al mondo al quale sia consentito scrivere. Per quanto incredibile possa sembrare, in tutta la loro storia nessuno di loro ha mai prodotto nulla che fosse frutto delle sue riflessioni. È assolutamente vietato loro scrivere libri, saggi, articoli o altro, che contengano il frutto di una loro ricerca, di un loro pensiero. Quei pochissimi che hanno osato farlo sono stati puniti con la disassociazione".


Che ne dite?



Una delle balle più colossali mai lette, nonché smentibile con palate di fatti: una di quelle balle talmente grosse che poi potresti anche diventare un Premio Nobel, ma ormai ti sei "bruciato" per sempre la credibilità.





Braccia rubate all'agricoltura, qui è proprio il caso di dirlo.
barnabino
00martedì 29 gennaio 2019 17:45

Braccia rubate all'agricoltura, qui è proprio il caso di dirlo.



Beh, dire che "non c'è un solo Testimone di Geova al mondo al quale sia consentito scrivere" (come se si dovesse chiedere il permesso a qualcuno!) in effetti supera davvero ogni senso della realtà... mi chiedo come a qualcuno possa essere saltato in mente di scrivere una sciocchezza del genere.

Shalom [SM=g27993]
(SimonLeBon)
00martedì 29 gennaio 2019 22:34
Re: Re:
Chameleon., 29/01/2019 15:50:

EverLastingLife, 28/01/2019 09.01:


Anni fa lo scrittore di questo "lavoro straordinario" offriva ai posteri la seguente, equilibrata valutazione (grassetto mio):

"Non c'è un solo Testimone di Geova al mondo al quale sia consentito scrivere. Per quanto incredibile possa sembrare, in tutta la loro storia nessuno di loro ha mai prodotto nulla che fosse frutto delle sue riflessioni. È assolutamente vietato loro scrivere libri, saggi, articoli o altro, che contengano il frutto di una loro ricerca, di un loro pensiero. Quei pochissimi che hanno osato farlo sono stati puniti con la disassociazione".


Che ne dite?



Una delle balle più colossali mai lette, nonché smentibile con palate di fatti: una di quelle balle talmente grosse che poi potresti anche diventare un Premio Nobel, ma ormai ti sei "bruciato" per sempre la credibilità.





A breve esce il mio prossimo libro, mentre il tuo è appena uscito... Ci vuola la pena di contrappasso: nell'aldilà sarà costretto a leggere tutti i libri scritti dai tdG, dimenticarseli e ricominciare la lettura dall'inizio... [SM=g10765]

Simon
EverLastingLife
00martedì 26 febbraio 2019 17:26

Avete visto che ressa terrificante per ordinare una copia cartacea del capolavoro letterario? In 12 giorni ben UNA prenotazione

[SM=g8930]

Adesso naturalmente lurkeranno qui e faranno finta di richiederne qualche dozzina di copie. Tanto chi li controlla? [SM=g8930]
(SimonLeBon)
00mercoledì 27 febbraio 2019 08:35
Re:
EverLastingLife, 26/02/2019 17:26:


Avete visto che ressa terrificante per ordinare una copia cartacea del capolavoro letterario? In 12 giorni ben UNA prenotazione

[SM=g8930]

Adesso naturalmente lurkeranno qui e faranno finta di richiederne qualche dozzina di copie. Tanto chi li controlla? [SM=g8930]




Beh se arrivasse già a 12 copie potrebbe tentare la scalata verso il best seller dell'anno...
1000 pagine per cosa?

Simon
EverLastingLife
00mercoledì 27 febbraio 2019 10:38
Re: Re:
(SimonLeBon), 27/02/2019 08.35:




1000 pagine per cosa?




Come sarebbe a dire per cosa?

Per leggere un laureato in agraria che disserta di lingue bibliche e teologia, tratta il tuttologo Bergman (sbertucciato dalle corti di mezzo Nordamerica), il buontempone Penton e l'UFO Barbara Anderson, sempre i soliti noti ex-tdg, come mostri sacri del pensiero umano, afferma che ai tdG è vietato scrivere libri pena la disassociazione e che 'il divieto dell'università si è sciolto come neve al sole'. Non ti viene l'acquolina in bocca?



Beh se arrivasse già a 12 copie potrebbe tentare la scalata verso il best seller dell'anno...



Vorrebbero arrivare a 50, così possono fare la rilegatura di lusso in pelle di dromedario al modico prezzo di euro 120/copia.

Al ritmo di un'ordinazione ogni 13 giorni, dovrebbero riuscire in poco meno di due anni. Nel frattempo uscirà un aggiornamento del capolavoro. Duemila pagine. Delle quali, mi raccomando, non devi citare nemmeno una parola senza l'esplicito consenso dell'autore.
TeoTerrone
00mercoledì 27 febbraio 2019 11:17
Questi libri vengono scritti fondamentalmente per due ragioni.
La prima è per appagare l'ego degli ex e come valvola di sfogo per il loro livore e la loro smannia di vendetta e di desiderio di recare il massimo danno possibile ai TdG.

La seconda è per avere visibilità ed accreditarsi c/o confessioni religiose e/o organizzazioni che accolgono a braccia aperte "disertori" da usare per la loro crociata "antisette".

Con questa base è normale che poi i libri siano pieni di bugie, stupidaggini ed assurdità.
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