Luca cap.10 versetto 7 (b)

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giuliusgiulius
00giovedì 14 aprile 2016 12:03
Premetto : NON voglio attaccare nessuno visto che nella precedente domanda, sono stato un po attaccato, voglio solo cercare di capire quindi vi pongo dei quesiti.

Vorrei delucidazioni su questo versetto... che indica chiaramente di NON passare di casa in casa, cosa che invece i Testimoni di Geova fanno abitualmente.
Nel vangelo di Luca, proprio nel discorso dove Gesù indica la missione dei discepoli e li manda a due a due nelle città ad annunziare la buona novella indica anche chiaramente "NON passate di casa in casa" - nella traduzione del nuovo mondo che ho in casa è tradotto "non trasferitevi di casa in casa" che ha lo stesso significato, ma è una traduzione interlineare errata perchè la parola esatta usata dal greco è proprio "passare" (qui si apre un mondo perchè ho cercato ma non sono riuscito a trovare chi ha fatto la traduzione del nuovo mondo per capire che competenze di greco ed ebraico avessero per fare una traduzione del genere), potete verificare in qualsiasi bibbia interlineare se ne possedete, o se preferite direttamente nel testo originale greco che è anche meglio.

Quello che chiedo è : come mai i testimoni di geova vanno bussano/suonano alle porte delle case se nel testo evangelico c'è chiaramente indicato di non farlo?
Grazie di nuovo dell'attenzione
Aquila-58
00giovedì 14 aprile 2016 12:41
Re:
giuliusgiulius, 14/04/2016 12.03:

Premetto : NON voglio attaccare nessuno visto che nella precedente domanda, sono stato un po attaccato, voglio solo cercare di capire quindi vi pongo dei quesiti.

Vorrei delucidazioni su questo versetto... che indica chiaramente di NON passare di casa in casa, cosa che invece i Testimoni di Geova fanno abitualmente.
Nel vangelo di Luca, proprio nel discorso dove Gesù indica la missione dei discepoli e li manda a due a due nelle città ad annunziare la buona novella indica anche chiaramente "NON passate di casa in casa" - nella traduzione del nuovo mondo che ho in casa è tradotto "non trasferitevi di casa in casa" che ha lo stesso significato, ma è una traduzione interlineare errata perchè la parola esatta usata dal greco è proprio "passare" (qui si apre un mondo perchè ho cercato ma non sono riuscito a trovare chi ha fatto la traduzione del nuovo mondo per capire che competenze di greco ed ebraico avessero per fare una traduzione del genere), potete verificare in qualsiasi bibbia interlineare se ne possedete, o se preferite direttamente nel testo originale greco che è anche meglio.

Quello che chiedo è : come mai i testimoni di geova vanno bussano/suonano alle porte delle case se nel testo evangelico c'è chiaramente indicato di non farlo?
Grazie di nuovo dell'attenzione




te lo spiegherò dettagliatamente con il testo greco, che ti traslittererò e di cui vedremo bene il verbo, nonchè relativamente al contesto lucano e in raffronto al sinottico matteano, ma potrò farlo solo stasera quando tornerò a casa, stamattina non mi è possibile farlo giacchè non sono in casa.
Ti chiedo pertanto di attendere e, magari, per gentilezza ed educazione, di non aprire troppo 3d in una sola volta, perchè in tal caso non ce la farò a rispondere a tutto (sto parlando per quel che mi riguarda, naturalmente).

Pertanto, a presto.....


[SM=g1944981]

Aquila-58
00giovedì 14 aprile 2016 17:18
Re:
Caro Giulius, ogni promessa è debito, sono tornato a casa da poco e ti rispondo...

giuliusgiulius, 14/04/2016 12.03:

"non trasferitevi di casa in casa"

chi ha fatto la traduzione del nuovo mondo per capire che competenze di greco ed ebraico avessero per fare una traduzione del genere),



ho diversi interlineari in casa e quindi passo alla prima spiegazione con brevissimi cenni, ovviamente ne seguiranno molte altre se ce ne fosse bisogno.
Voglio dirti che potrò risponderti solo alla sera, al mattino non mi è possibile a motivo dei miei impegni (trattandosi di risposte di un certo spessore come questa e non di minor profilo, ovviamente).

Ecco il testo greco per la parte che ci interessa:

Luca 10,7

"μὴ μεταβαίνετε ἐξ οἰκίας εἰς οἰκίαν "

che ti traslittero

"me metabainete ex oikias eis oikian "

Come puoi senz' altro constatare, qui, abbiamo il verbo greco metabaino al presente.

Secondo l' autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider (che certamente, sprovveduti non sono...), vol. II, pag. 349, il verbo metabaino significa "andare in un altro posto, andar via, andare dall' altra parte, trasferirsi".

Qual' è il senso?. Il passo va letto in tutto il contesto e alla luce del sinottico di Matteo.
Luca dice che i discepoli non dovevano portare nulla, bisaccia da cibo, sandali, ecc. (Luca 10:4), e che entrando in quella casa che li aveva accolti, dovevano restare in quella casa per mangiare, bere, alloggiare (Luca 10:7).
Matteo dice la stessa cosa circa il cibo e gli effetti personali (Mt. 10:9-10), e dice che, una volta trovata la casa di un meritevole, lì dovevano restare (Matteo 10:11). Ma poi specifica che, entrando in una casa, avrebbero potuto essere accolti o non accolti (Mt. 10:12-14, Luca stesso lo specifica in Luca 10:5-6...). Infatti aggiunse che li avrebbe mandati "come pecore in mezzo ai lupi", quindi da tutti, persone disposte ad ascoltare come oppositori.
Pertanto, leggendo i due racconti sinottici, possiamo concludere che il "non trasferirsi di casa in casa" di Luca 10:7 riguardo SOLO l' alloggiare e il ricevere il vitto, "il salario di cui l' operaio è degno", non l' andare "di casa in casa", cosa che dovevano fare, come specifica benissimo il testo matteano.

Per cui, sulla base dei brevissimi cenni di cui sopra, la resa della TNM di per se non è errata...

Saluti...
giuliusgiulius
00giovedì 14 aprile 2016 18:44
Ti ringrazio molto della risposta, però secondo me vi sono parecchi punti oscuri in quello che hai scritto :


"Qual' è il senso?. Il passo va letto in tutto il contesto e alla luce del sinottico di Matteo. "

sono pienamente daccordo, estrapolare singole righe dal testo possono fare dire qualsiasi cosa alla bibbia/vangelo

"(Mt. 10:9-10), e dice che, una volta trovata la casa di un meritevole, lì dovevano restare (Matteo 10:11).
non l' andare "di casa in casa", cosa che dovevano fare, come specifica benissimo il testo matteano. "


Matteo non parla affatto di "una volta trovata la casa di meritevole" e nemmeno lo "specifica benissimo", purtroppo, non ne parla
e non lo specifica affatto nel testo

"Pertanto, leggendo i due racconti sinottici, possiamo concludere che il "non trasferirsi di casa in casa" di Luca 10:7 riguardo SOLO l' alloggiare e il ricevere il vitto, "il salario di cui l' operaio è degno", non l' andare "di casa in casa", cosa che dovevano fare, come specifica benissimo il testo matteano."


come fai a giungere a una conclusione del genere?

Cerco di andare con ordine (spero di riuscire a scrivere le lettere greche ma ho il computer che fatica con queste lettere se qualcuna salta perdonate) :


“Non passate di casa in casa”.
L’evangelizzazione fatta a porta a porta viene vietata da Gesù.
Qui non si tratta di evitare le case che respingono in messaggio κατ’ οἶκον (kat’òikon), “secondo le case”.
Si tratta proprio della specifica proibizione di andare ἐξ οἰκίας εἰς οἰκίαν (ecs oikìas èis oikìan), “di casa in casa”.
Aggiustare il verbo traducendo “non vi trasferite di casa in casa”, come fa TNM, confonde solo le acque.

Cosa significherebbe che non dovevano trasferirsi? Gesù aveva appena detto: “In qualunque casa entriate” e si riferiva all’accettarne l’ospitalità.
Va da sé che la volta successiva avrebbero accettato l’ospitalità d’un’altra casa; ciò comportava proprio il trasferirsi.
Ma qui Gesù sta dicendo μὴ μεταβαίνετε ἐξ οἰκίας εἰς οἰκίαν (me metabàinete ecs oikìas èis oikìan).
La particella μή (me) è una negazione qualificata (diversa da οὐ, u, che esprime “non”).
Il verbo μεταβαίνω (metabàino) significa “passare da un luogo ad un altro”, nella fattispecie “di casa in casa”;
μεταβαίνετε (metabàinete) è la seconda persona plurale dell’imperativo presente.
È lo stesso verbo che troviamo in Mt 8:34: “Lo pregarono che se ne andasse [μεταβῇ (metabè)]”,
qui al tempo aoristo del congiuntivo attivo. – Testo greco.
Nota che Mt 10:11: “In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete”.
I discepoli avevano a che fare con le case solo per esservi ospitati.
Il loro annuncio doveva essere pubblico: “Mentre andate, predicate” (Mt 10:7, TNM).
Il cercare “chi vi è meritevole” – nota: “In qualunque città o villaggio” – (Mt 10:11, TNM), non aveva a che fare col cercare coloro che avrebbero prestato ascolto al messaggio, ma con coloro che li avrebbero alloggiati per la notte.
Infatti, è detto loro: “Lì rimanete finché non partiate”; se lo scopo fosse stato quello di andare casa per casa, perché rimanere lì? Lc 9:4 - "In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino".
Ciò era in perfetta armonia con il metodo che Gesù stesso seguiva.
“Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro” (Mt 5:1,2); Gesù si rendeva disponibile e attendeva che gli altri si rivolgessero a lui.
“Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno” (Mt 9:35); la sua predicazione era sempre pubblica.
Quando insegnò in alcune case era perché vi era stato invitato. 1 Cor. 7:29

Per cui, direi che l'interpretazione della TNM è errata... e quindi la evangelizzazione casa per casa è assolutamente da evitare e non gradita a Dio
(SimonLeBon)
00giovedì 14 aprile 2016 20:04
Re:
giuliusgiulius, 14/04/2016 18:44:

...

Per cui, direi che l'interpretazione della TNM è errata... e quindi la evangelizzazione casa per casa è assolutamente da evitare e non gradita a Dio



Non è questione di interpretare, è piuttosto questione di predicare.

Se prendi la famosa chiusa di Matteo 28 puoi leggere, facendo attenzione ai verbi: "19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente». [Amen.]"

Dunque "andare", "fare", "battezzare", "insegnare".
Non so come la vedi tu, ma oggettivamnte sarebbe stato difficile fare tutto questo senza entrare nelle case delle persone, visto che a quel tempo non c'erano chiese né luoghi di culto cristiani, ma solo di altre religioni.

Quali alternative restavano? Mettersi in mezzo alle piazze, ad insegnare come i filosofi greci? Andare nelle sinagoghe giudaiche? Fu fanno, ma i cristiani vennero presto espulsi da quei luoghi, e il tempio ebraico non era nè un luogo di studio nè di battesimo.

Anche andando per esclusione, osa resta?

Simon
biblista
00giovedì 14 aprile 2016 20:41
Ciao giulius.
Se trovi una forzatura la spiegazione che danno i tdg a Lc 10:7, ti riporto di seguito la spiegazione che dà la Bibbia versione TOB Elledici del 2006, diretta dal Centro Catechistico Salesiano.
Nella nota al versetto in questione, dice:

"L'intenzione di Gesù è probabilmente che i missionari non si preoccupino di trovare una ospitalità più confortevole ma che si consacrino interamente alla loro missione".

Come puoi notare, la nota a cura di biblisti non tdg, collega chiaramente le parole di Gesù al suo contesto, non spiegandole come una proibizione all'opera svolta "di casa in casa"!
barnabino
00giovedì 14 aprile 2016 21:16

Nella nota al versetto in questione, dice:

"L'intenzione di Gesù è probabilmente che i missionari non si preoccupino di trovare una ospitalità più confortevole ma che si consacrino interamente alla loro missione".

Come puoi notare, la nota a cura di biblisti non tdg, collega chiaramente le parole di Gesù al suo contesto, non spiegandole come una proibizione all'opera svolta "di casa in casa"!



Infatti, in questo contesto andare di "casa in casa" riguardava il cercare ospitalità, ovviamente per fare discepoli era necessario andare nelle loro case, visto che non c'erano chiese e spesso le chiese erano proprio case private...

Shalom
Aquila-58
00giovedì 14 aprile 2016 23:15
Re:
Caro Giulius,


giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:

Ti ringrazio molto della risposta, però secondo me vi sono parecchi punti oscuri in quello che hai scritto :



Matteo non parla affatto di "una volta trovata la casa di meritevole" e nemmeno lo "specifica benissimo", purtroppo, non ne parla
e non lo specifica affatto nel testo




stai scherzando?

"eis hen d' an polin e komen eiselthete, exetasate tis en autei axios estin; kakei meinate heos an exelthete " (Mt. 10:11)

alla lettera:

"in qualunque città o villaggio entriate, indagate se qualcuno in essa degno (o meritevole) è e lì rimanete finchè non partiate "

Questo fa il paio proprio con Luca 10:7, dovevano restare nella casa del degno o meritevole per mangiare e bere, giacchè non avevano nulla con se (Mt. 10:9-10), infatti non tutti i padroni di casa li avrebbero ricevuti, infatti in Mt. 10:14 viene detto testualmente che "chiunque non accolga voi, nè ascolti le parole di voi, uscendo fuori dalla casa o dalla città quella, scuotere la polvere...." (da ora in avanti tradurrò il testo greco letteralmente in italiano per comodità. Poi potrai confrontare un buon interlineare...)



giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


come fai a giungere a una conclusione del genere?

Cerco di andare con ordine (spero di riuscire a scrivere le lettere greche ma ho il computer che fatica con queste lettere se qualcuna salta perdonate) :


“Non passate di casa in casa”.
L’evangelizzazione fatta a porta a porta viene vietata da Gesù.
Qui non si tratta di evitare le case che respingono in messaggio κατ’ οἶκον (kat’òikon), “secondo le case”.
Si tratta proprio della specifica proibizione di andare ἐξ οἰκίας εἰς οἰκίαν (ecs oikìas èis oikìan), “di casa in casa”.
Aggiustare il verbo traducendo “non vi trasferite di casa in casa”, come fa TNM, confonde solo le acque.




l' unico che confonde le acque qui sei tu! [SM=g27987]
Il verbo greco metabaino, come ti ho già detto, significa proprio "andare in un altro posto, andar via, andare dall' altra parte, trasferirsi" ma la proibizione non riguarda l' andare a predicare, giacchè lo stesso contesto di Luca dice che dovevano andare come pecore in mezzo ai lupi (Luca 10:3) e qualche padrone di casa non li avrebbe accolti, giacchè la pace non era in quella casa e quindi la pace medesima doveva tornare loro (Luca 10:5-6).
Del resto, questo è chiarissimo anche dal contesto matteano, vedi Mt.10_12-14!
Luca 10:7 quindi va messa in relazione con quello che dice il versetto: l' operaio era degno del salario, quindi dovevano accettare l' ospitalità del degno o meritevole e non andare a a cambiare abitazione e cercare altra ospitalità migliore, bastava quella, questo significa me metabainete ex oikias eis oikian., mi dispiace...

giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


Cosa significherebbe che non dovevano trasferirsi? Gesù aveva appena detto: “In qualunque casa entriate” e si riferiva all’accettarne l’ospitalità.
Va da sé che la volta successiva avrebbero accettato l’ospitalità d’un’altra casa; ciò comportava proprio il trasferirsi.
Ma qui Gesù sta dicendo μὴ μεταβαίνετε ἐξ οἰκίας εἰς οἰκίαν (me metabàinete ecs oikìas èis oikìan).
La particella μή (me) è una negazione qualificata (diversa da οὐ, u, che esprime “non”).
Il verbo μεταβαίνω (metabàino) significa “passare da un luogo ad un altro”, nella fattispecie “di casa in casa”;
μεταβαίνετε (metabàinete) è la seconda persona plurale dell’imperativo presente.
È lo stesso verbo che troviamo in Mt 8:34: “Lo pregarono che se ne andasse [μεταβῇ (metabè)]”,




e allora, cosa significa questa lezioncina di greco?
Nulla, come ti ho detto non dovevano andare in un altro posto, andar via, andare dall' altra parte, trasferirsi (tutti significati di metabaino), ma restare nella casa che li avrebbe accolti e che avrebbe dato loro il salario che gli spettava giacchè, come abbiamo visto, ci sarebbero stati padroni di casa che non solo non li avrebbero accolti per dargli da mangiare o bere ma neppure per ascoltare la parola, è scritto nero su bianco in Mt. 10:13-14, mi dispiace!

giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


qui al tempo aoristo del congiuntivo attivo. – Testo greco.
Nota che Mt 10:11: “In qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi se vi sia là qualcuno degno di ospitarvi, e abitate da lui finché partirete”.
I discepoli avevano a che fare con le case solo per esservi ospitati.




[SM=g7405]

ma che Bibbia hai?
Leggi cosa c' è scritto in Mt. 11:13-14, sei completamente nell' errore, chiunque se ne può accorgere!



giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


Il loro annuncio doveva essere pubblico: “Mentre andate, predicate” (Mt 10:7, TNM).




infatti l' annuncio è pubblico ed è contemporaneamente per le case, leggi Mt. 10:12-14

"12 Quando entrate nella casa, salutate quelli della casa; 13 e se la casa lo merita, la pace che le augurate venga su di essa; ma se non lo merita, la vostra pace ritorni a voi. 14 Dovunque qualcuno non vi riceva o non ascolti le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città scuotete la polvere dai vostri piedi.
" (TNM, per comodità, a quest' ora non ho più molta voglia di mettermi a traslitterare il greco, semmai domani... [SM=g27987]


giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:



Il cercare “chi vi è meritevole” – nota: “In qualunque città o villaggio” – (Mt 10:11, TNM), non aveva a che fare col cercare coloro che avrebbero prestato ascolto al messaggio, ma con coloro che li avrebbero alloggiati per la notte.




sono d' accordissimo con te, ma è quello che ti sto dicendo fin dall' inizio, poi sarebbero dovuti andare a predicare per le case e ci sarebbe stato chi li avrebbe ascoltati e chi no, Mt. 10:12-14 docet

giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


Infatti, è detto loro: “Lì rimanete finché non partiate”; se lo scopo fosse stato quello di andare casa per casa, perché rimanere lì? Lc 9:4 - "In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino".




per alloggiare, per mangiare e bere, perchè l' operaio è degno del suo salario. Luca 9:4 non va disgiunto da Luca 10:5-6 e Mt. 10:12-14, altrimenti facciamo dire alla Bibbia quello che vogliamo noi...


giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


Ciò era in perfetta armonia con il metodo che Gesù stesso seguiva.
“Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, ed egli, aperta la bocca, insegnava loro” (Mt 5:1,2); Gesù si rendeva disponibile e attendeva che gli altri si rivolgessero a lui.
“Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno” (Mt 9:35); la sua predicazione era sempre pubblica.
Quando insegnò in alcune case era perché vi era stato invitato. 1 Cor. 7:29.




peccato per te che dimentichi che Gesù andava con gli apostoli di città in città e di villaggio in villaggio (Luca 8:1, diodeuen kata polin kai komên kerusson , alla lettera: "andava di città in città e di villaggio in villaggio", tu pensi che nei villaggi della Palestina di poche case esistessero delle sinagoghe? Quindi non si può affatto escludere che anche Gesù andasse a predicare per le case, sulla base di Luca 8:1, mi dispiace..

e comunque, per la cronaca, in 1 Cor. 7:29 non si parla affatto che Gesù venisse invitato nelle case, che Bibbia hai?

giuliusgiulius, 14/04/2016 18.44:


Per cui, direi che l'interpretazione della TNM è errata... e quindi la evangelizzazione casa per casa è assolutamente da evitare e non gradita a Dio



per carità, sei in gravissimo errore....seguirà uno schema esemplificativo...


Aquila-58
00giovedì 14 aprile 2016 23:32
...come avevo promesso nel post precedente....



SCHEMA ESEMPLIFICATIVO



Mt. 10:9-10: non portate cibo, vesti, ecc. poichè l' operaio merita il suo cibo; [NON DOVEVANO PORTARE CON SE NULLA]
Mt. 10:11 quando entrate in una città o villaggio, cercate chi vi è meritevole;
Mt. 10:12: quando entrate nella casa, salutateli;
Mt. 10:13: se la casa merita, la pace venga su di essa, se non la merita, torni a voi [DOVEVANO QUINDI ANDARE IN OGNI CASA, DOVE AVREBBERO INCONTRATO CHI MERITAVA LA PACE E CHI NON...]
Mt. 10:14-15: uscendo da quella casa che non vi ha ascoltato, scuotete la polvere dai piedi; [IDEM COME SOPRA, ERANO ANDATI ANCHE A CASA DI UN NON MERITEVOLE, CHE NON SOLO NON LI AVREBBERO ACCOLTI O RICEVUTI PER DAR LORO IL SALARIO, MA NON AVREBBERO ASCOLTATO NEPPURE LA PAROLA. DOVEVANO USCIRE E SCUOTERE LA POLVERE]
Mt. 10:16: vi mando come pecore in mezzo ai lupi; [ULTERIORE CONFERMA. DOVEVANO ANDARE DA TUTTI, ANCHE DA CHI SI SAREBBE COMPORTATO DA "LUPO" NEI LORO CONFRONTI...]
Luca 10: 4: non portate cibo, sandali, ecc. [NIENTE DI NIENTE]
Luca 10:5-6: quando entrate in una casa, dite : questa casa abbia pace,..... ma se lì non c' è un amico della pace, torni a voi [ANCHE QUI RISULTA OVVIO CHE DOVEVANO ANDARE SIA IN CASA DI CHI SI SAREBBE DIMOSTRATO MERITEVOLE, SIA IN CASA DI CHI NON SI SAREBBE DIMOSTRATO TALE... O NO?]
Luca 10:7: restando in quella casa, mangiate, bevete, perchè l' operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa.[PER ALLOGGIARE E MANGIARE, COME DICE LO STESSO LUCA. NON DOVEVANO ABUSARE DELL' OSPITALITA' DI TUTTI O CERCARE OSPITALITA' MIGLIORE, MA DI UN SOLO MERITEVOLE. L' OSPITALITA' IN PALESTINA ERA SACRA].
Ciò fa il paio con Mt. 10:11: dovevano trovare la casa del meritevole e li restare fino alla partenza, evidentemente per alloggiare a mangiare, visto che non avevano nulla con se e visto che nel versetto 14 viene detto che qualcuno - evidentemente non meritevole - non lo avrebbe neppure accolti o ricevuto e non avrebbe ascoltato la parola .
Quella casa doveva servire come una sorta di "base": ma una volta trovata l' ospitalità di un meritevole, dovevano andare a predicare in ogni casa, quella del meritevole come quella del non meritevole, leggi Mt. 10:12-14!

Questi due post ovviamente sono solo l' inizio...



[SM=g1871112]
giuliusgiulius
00venerdì 15 aprile 2016 11:58
Cercherò di rispondere e fare chiarezza a tutti quelli che hanno scritto, devo mettere il tutto in due messaggi perchè è troppo lungo non ci sta :

PRIMA PARTE

- Biblista : Purtroppo quello che indichi (tra l'altro estrapolato da tutto il contesto del discorso dei Salesiani - che premetto in ogni caso NON conosco), non c'entra nulla, scusami, parla di missione apostolica e "non spiegandole come una proibizione all'opera svolta "di casa in casa"!" non credo fosse quello l'intento di quel discorso cioè di dire che andare di casa in casa è proibito, ma potrei anche dire: non parla di proibizione ma non parla nemmeno di missione da svolgere in quel modo.
Ma in ogni caso non conoscendo tutto il discorso, di cui mi hai citato una riga, non ne voglio entrare in merito, anche perchè a me interessano i passi scritturali e voglio basare tutto il discorso su passi scritturali, possibilmente.

-Barnabino : ti ho risposto in seguito quando tratto quello di cui hai scritto
- SimonLeBon : la risposta che ho dato a Barnabino vale anche per il tuo discorso (che è oggettivamente e scritturalmente errato)

Ora passo ad Aquila-58 che mi sembra il più preparato a livello scritturale, anche se mi sembra commetta molti errori di comprensione del testo.

Intanto Aquila vola alto per favore, non è bello nè educato ridere e sbeffeggiare le affermazioni di una persona (io in questo caso), cosa che io non farei mai nei tuoi confronti... invece tu l'hai fatto sopra; in ogni caso proseguiamo nel discorso.
La "lezione di greco" di cui mi accusi è semplicemente per spiegare e rimanere assolutamente legati al testo originale, il che è fondamentale per capire il senso della scrittura.

La citazione di 1 Cor. 7,29 è sbagliata hai ragione e me ne scuso.

Bravo per il fatto che lo studioso della Scrittura non si ferma alla grammatica, cosa che tu non hai fatto e anche io cerco di non fare chiaramente.
Cerca nella Bibbia tutti i passi in cui appare la stessa espressione, così da trarne il senso dai vari contesti in cui appare.

grazie per lo schema dettagliato ma purtroppo scritturalmente non sta ritto, cerco di spiegare :


Riprendo tutto Luca 10:1-12 troviamo le particolareggiate istruzioni che Gesù diede ai suoi discepoli sul modo in cui avrebbero dovuto evangelizzare: “Il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dov’egli stesso stava per andare. E diceva loro: ‘La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse. Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate né borsa, né sacca, né calzari, e non salutate nessuno per via. In qualunque casa entriate, dite prima: Pace a questa casa! Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi. Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno del suo salario. Non passate di casa in casa. In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti, guarite i malati che ci saranno e dite loro: Il regno di Dio si è avvicinato a voi. Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi. Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città’”. Possiamo qui notare alcuni punti ben precisi.

Gesù invia i settanta discepoli nelle città e nei luoghi in cui stava per andare. Si noti poi la precisa ingiunzione: “Non salutate nessuno per via”. Non dovevano attaccare bottone con le persone per strada. E, già da qui, detto in termini moderni, vediamo che non si devono fermare per strada le persone per annunciare loro la buona notizia.

Le case sono menzionate da Gesù in queste circostanze:

“In qualunque casa entriate”. Non dice che devono cercare d’entrare in tutte le case.
“Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno”.
Non devono cercare di andare in altre case: “Rimanete in quella stessa casa”. Si tratta qui di accettare l’ospitalità: “Mangiando e bevendo di quello che hanno”.
Nella casa in cui sono ospitati non devono predicare, ma devono prima di tutto dire: “Pace a questa casa!”.
L’annuncio che “il regno di Dio si è avvicinato a voi” deve essere fatto “in qualunque città” entrano, poi devono fare del bene ‘guarendo i malati che ci saranno’.

Tu continui a citarmi i testi di Matteo dicendomi che si riferisce a una predicazione di casa in casa (e mi dici "mi dispiace"; ma a me farebbe molto piacere se la verità fosse quella, ma purtroppo non lo è, e te lo ho già dimostrato spiegandoti i vari punti evangelici)
E ti riscrivo e tutti possono appurarlo che Matteo non parla affatto di "una volta trovata la casa di meritevole" - questo lo aggiungi tu - e nemmeno lo "specifica", ripeto non ne parla e non lo specifica affatto nel testo.


Matteo 10:11: «In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finché non partiate».
Secondo te i "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa".
Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli.
Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM).
Non so perchè non comprendi questo, tu credi che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascoltano il messaggio.
Purtroppo ho fatto un po di ricerche e ho notato che anche Il tuo Corpo Direttivo è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).

Vedo che in ogni caso su questi versetti rimaniamo in posizioni diametralmente opposte, e mi sa che se continuiamo sarebbe un dire io una cosa, scritturale, e tu la tua opinione; quindi passo ad altri passi biblici dove ti farò notare alcune errate traduzione della TNM,e ti farò notare che l'andare di casa in casa non è gradito a Dio
giuliusgiulius
00venerdì 15 aprile 2016 11:59
SECONDA PARTE


Prendo un versetto degli atti :
Si presti attenzione alle diverse sfumature dello stesso passo biblico secondo le diverse traduzioni:

“Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. – At 5:42, TNM.
“Ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo”. – At 5:42, NR.
“Ogni giorno, nel tempio e a casa, non cessavano di insegnare e di portare il lieto annunzio che Gesù è il Cristo”. At 5:42, CEI.
“Ogni giorno, nel tempio, e per le case, non restavano d’insegnare, e d’evangelizzar Gesù Cristo”. – At 5:42, Did.
“Ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano d’insegnare ed evangelizzare il Cristo Gesù”. – At 5:42, Con.
Qui si parla dell’assidua evangelizzazione (il recare la buona notizia intorno a Gesù) da parte degli apostoli (e solo degli apostoli – v. 40) dopo la morte di Gesù. Stando alle diverse traduzioni, su due cose sono tutte concordi: la predicazione avveniva (1) “ogni giorno” e (2) “nel tempio” (questo per rispondere a Barnabino - "...ovviamente per fare discepoli era necessario andare nelle loro case, visto che non c'erano chiese e spesso le chiese erano proprio case private..." - la scrittura non dice questo) . In quanto all’altro luogo in cui avveniva, c’è discordanza nelle traduzioni. Vengono proposti tre luoghi:

“di casa in casa”;
“a casa”;
“per le case”.
La differenza è notevole. Implica, infatti, se la predicazione fosse fatta dagli apostoli sistematicamente casa per casa (“di casa in casa”, a) oppure non metodicamente ma solo in certe case (“per le case”, c).
La questione, quindi, è: Come avveniva la predicazione? Era fatta secondo il criterio scrupoloso di passare di casa in casa (TNM), non tralasciandone alcuna? Oppure avveniva solo presso certe case?


Facciamo, insieme un attento esame del testo biblico originale

Le parole che c’interessano nel passo di At 5:42, quelle cioè messe in discussione, sono nella Bibbia queste:

κατ’ οἶκον

kat’òikon



L’apostrofo è il segno dell’elisione dell’ultima vocale della prima parola per non creare una cacofonia incontrandosi con la prima vocale della seconda parola; proprio come avviene nella lingua italiana. Senza elisione, l’espressione ricostruita è: κατὰ οἶκον (katà òikon).

L’aspetto più facile riguarda la seconda parola: οἶκον (òikon). Significa “casa”. Si tratta del sostantivo οἶκος (òikos), che in greco è maschile; catalogato da Strong con il n. G3624. La forma οἶκον (òikon) è quella del singolare al caso accusativo.

La nostra attenzione si deve perciò focalizzare sulla preposizione κατὰ (katà). Questa preposizione può reggere due casi: genitivo o accusativo. Essendo qui οἶκον (òikon) al caso accusativo, dobbiamo riferirci al significato che κατὰ (katà) assume con questo caso. Ed è il seguente: “secondo / verso / lungo”. Se ci fermassimo alla grammatica, avremmo qui tre possibilità: una predicazione “secondo” la casa, ovvero solo in certe case secondo le caratteristiche particolari della famiglia che l’abitava; “verso” casa, intendendo forse una predicazione mentre tornavano a casa (il che non avrebbe molto senso); oppure “lungo” le case, stando sulla strada senza entrare nelle case (anche questa senza un vero senso). Come sempre, è il contesto e il confronto con il resto della Bibbia a stabilire quale sfumatura si adatta meglio. Fin qui, la grammatica.

Non bisogna travisare le parole dell’esegeta R. C. H. Lenski, che scrisse: “Gli apostoli non cessarono mai, neppure per un momento, la loro benedetta opera. Continuarono ‘ogni giorno’, e questo apertamente, ‘nel Tempio’, dove il Sinedrio e la polizia del Tempio li potevano vedere e udire, e, naturalmente, anche κατ’ οἴκον, usato in senso distributivo, ‘di casa in casa’, e non semplicemente in senso avverbiale, ‘a casa’” (The Interpretation of The Acts of the Apostles, Minneapolis, USA, 1961). Lenski fa osservare che traduzione “a casa” è errata. L’espressione alternativa che propone – “di casa in casa” – va letta contrapposta a quella errata di “a casa”. Va ricordata una nota di TNM che vedremo: “Lett. ‘e secondo [le] case’”. Ribadiamo: “secondo”, per stessa ammissione di TNM.

Cosa significa allora: “Ogni giorno, nel tempio e per le case [κατ’ οἶκον (kat’òikon)], non cessavano d’insegnare ed evangelizzar il Cristo Gesù” (At 5:42, Con)? Significa quello che c’è scritto: Insegnavano ogni giorno nel Tempio e per le case, cioè dov’erano invitati a parlare della loro fede. Non di casa in casa, ma “secondo la casa”.

Lo studioso della Scrittura non si ferma alla grammatica.
Cerca nella Bibbia tutti i passi in cui appare la stessa espressione, così da trarne il senso dai vari contesti in cui appare.

La stessa identica espressione la troviamo, sempre in At, in 2:46: “Ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case [κατ’ οἶκον (kat’òikon)] e prendevano il loro cibo insieme”. Contraddicendo se stessa, TNM traduce qui: “Prendevano i loro pasti nelle case private”, salvo poi indicare nella nota in calce: “O, ‘di casa in casa’. Gr. kat´ òikon”. Non vorremmo pensar male, ma perché questa nota? Temiamo per prevenire l’obiezione di chi, conoscendo il greco, trovi la contraddizione di traduzione tra At 5:42 e 2:46. Comunque, è un fatto che qui in 2:46 si evita di tradurre “di casa in casa”: infatti, non sarebbe logico pensare che i discepoli prendessero i loro pasti andando di casa in casa.

La stessa identica espressione la troviamo ancora in At 20:20: “Non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case [κατ’ οἴκους (kat’òikus)]”. Qui la preposizione κατὰ (katà) regge sempre un accusativo e sempre la parola “casa”, ma al plurale. Qui TNM traduce di nuovo “di casa in casa”, ma nella nota in calce spiega: “O, ‘e in case private’. Lett. ‘e secondo [le] case’. Gr. kai kat´ òikous. Qui katà è usato con l’accusativo pl. in senso distributivo”. Dobbiamo osservare che, per essere coerenti, qui TNM dovrebbe tradurre “di case in case”, data la presenza del plurale. Il che non avrebbe senso. La nota in calce però, suo malgrado, dice una verità: “Lett. ‘e secondo [le] case’”, riconoscendo il senso di katà e riconoscendo che l’espressione greca significa “secondo le case”. Questo significato di κατὰ (katà) – “secondo” – è infatti il primo significato che la preposizione greca assume reggendo l’accusativo. Cosa significa qui “secondo le case”? Si noti che chi pronuncia la frase è Paolo (At 20:16) e si noti che la pronuncia nella città di Mileto da cui aveva mandato “a Efeso a chiamare gli anziani della chiesa” (At 20:17). Il riferimento di Paolo non è per nulla alla sua predicazione fatta a porta a porta o “di casa in casa”. Vediamo perché. “Quando giunsero da lui, disse loro” (v. 18), in altre parole stava parlando agli anziani della comunità di Efeso. È a costoro che dice che ‘non aveva nascosto loro nessuna delle cose che erano utili e le aveva annunciate e insegnate in pubblico e nelle loro case’, κατ’ οἴκους (kat’òikus), “secondo le case”. Paolo non era andato di casa in casa a insegnare loro quelle cose utili, ma era andato “secondo le case”, in altre parole dove era necessario andare. Si trattava di visite pastorali nelle case di alcuni credenti efesini, non di predicazione fatta a porta a porta.

Qui Paolo non parla dei suoi sforzi di predicare a quegli uomini quando non erano ancora credenti. Paolo conosceva molto bene la congregazione di Efeso, dove aveva soggiornato a lungo: “Ho lottato con le belve a Efeso”, “Rimarrò a Efeso fino alla Pentecoste” (1Cor 15:32;16:8). L’apostolo Paolo durante il suo terzo viaggio missionario (53-58 E. V.) si era fermato a Efeso circa tre anni, formandovi una congregazione forte. – At 20:31.

Occorre insistere sul fatto che qui Paolo non parla dei suoi sforzi di predicare a quegli uomini quando non erano ancora credenti. A quella prima fase allude quando dice loro: “Voi tutti fra i quali sono passato predicando il regno” (At 20:25). Si noti la differenza tra loro che erano credenti e gli altri cui pure Paolo aveva annunciato la buona notizia: “Non vi ho nascosto nessuna delle cose che vi erano utili, e ve le ho annunciate e insegnate in pubblico e nelle vostre case, e ho avvertito solennemente Giudei e Greci di ravvedersi davanti a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù Cristo” (At 20:20,21). Giudei e greci erano stati avvertiti ovvero avevano ricevuto l’annuncio del Regno. Queste due categorie comprendevano tutte le persone: ebrei (“giudei”) e pagani (“greci” o non ebrei). Va da sé che quegli anziani efesini erano appartenuti chi ai giudei chi ai pagani. Ma mentre a tutti era stato dato l’annuncio, solo a questi anziani Paolo aveva insegnato oltre che in pubblico anche nelle loro case, segno che a quel punto erano già diventati credenti. Infatti, il ‘non nascondere nulla’ implica un insegnamento approfondito, e questo poteva interessare solo i credenti, non gli altri che erano stati semplicemente avvertiti, o – per meglio dire traducendo bene il testo greco – “rendendo testimonianza” (διαμαρτυρόμενος, diamartüròmenos). Altrimenti, perché non riferire κατ’ οἴκους (kat’òikus), “secondo le case”, anche agli altri? È necessario apprezzare bene il testo greco e capire la differenza di comportamento che Paolo aveva adottato con i credenti e con i non credenti. Nella Bibbia questa differenza è molto chiara:
giuliusgiulius
00venerdì 15 aprile 2016 12:00
TERZA PARTE


διδάξαι ὑμᾶς δημοσίᾳ καὶ κατ’ οἴκους (didàcsai ümàs kài kat’òoikus), “insegnare a voi [agli anziani efesini] pubblicamente e secondo le case”. – At 20:20.
διαμαρτυρόμενος Ἰουδαίοις τε καὶ Ἕλλησιν (diamartüròmenos Iudàiois te kài èllesin), “rendendo testimonianza a giudei e greci”. – At 20:21.
Mentre a loro, agli anziani efesini, aveva insegnato (in pubblico e nelle loro case), agli altri si era limitato a dare testimonianza. Quindi, Paolo non era andato indiscriminatamente “di casa in casa” in cerca di persone dall’indole spirituale, ma era andato “secondo le case” solo nel caso di quegli efesini che erano già diventati credenti.


Direi che anche questa spiegazione di altri passi evangelici può bastare per indicare chiaramente che la predicazione di casa in casa non è scritturale
Grazie dell'attenzione
g68g
00venerdì 15 aprile 2016 14:25



Ciao biblista.
a Parte che è estremamente chiaro e corretto il pensiero di giulius che condivido, poichè è altrettanto estremamente chiaro Il Signore Gesù dicendo : non andate di casa in casa, poichè anche volendo far dire al testo greco ciò che non dice , resta di fatto che il Comando del Signore è : non andate di casa in casa, e a ciò ubbidiva anche Paolo , che predicava per le piazze " si veda ad atene " , lungo i fiumi a Filippi , e mai lo si vede a bussare per le case; e questa è una riprova della sua ubbidienza;ti sei chiesto il perchè ?


Ciao giulius.
Se trovi una forzatura la spiegazione che danno i tdg a Lc 10:7, ti riporto di seguito la spiegazione che dà la Bibbia versione TOB Elledici del 2006, diretta dal Centro Catechistico Salesiano.
Nella nota al versetto in questione, dice:

"L'intenzione di Gesù è probabilmente che i missionari non si preoccupino di trovare una ospitalità più confortevole ma che si consacrino interamente alla loro missione".

Come puoi notare, la nota a cura di biblisti non tdg, collega chiaramente le parole di Gesù al suo contesto, non spiegandole come una proibizione all'opera svolta "di casa in casa"!



Ma nemmeno dice di andare di casa in casa; come potrebbero disobbedire alle parole del Signore : non andate di casa in casa ?
Seabiscuit
00venerdì 15 aprile 2016 15:48
giulius & gigi

concretamente come vi immaginate di adempiere Matteo 24:14 ?

"E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti e allora verrà la fine"

sappiamo che Gesù invio i 70 discepoli a predicare il regno, quindi non era un compito relegato esclusivamente agli apostoli.

Tu gigi e tu giulius, cosa fate per adempiere Matteo 24:14?

g68g
00venerdì 15 aprile 2016 16:24

giulius & gigi

concretamente come vi immaginate di adempiere Matteo 24:14 ?

"E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti e allora verrà la fine"

sappiamo che Gesù invio i 70 discepoli a predicare il regno, quindi non era un compito relegato esclusivamente agli apostoli.





Ciao sea
Anche se vuoi spostare l'attenzione dal tema iniziale, resta di fatto che il vostro andare a bussare a tutte le case è in contrasto con le parole del Grande Signore e Salvatore Gesù , che disse : non andate di casa in casa e a questo ubbidiva anche Paolo e gli altri apostoli che non bussavano alle case per predicare Cristo Gesù Il Signore


Tu gigi e tu giulius, cosa fate per adempiere Matteo 24:14

?



Nello stesso modo che ho sempre fatto, sia in ambito lavorativo, e poi per le strade, a studenti , adulti , persone anziane, e anche ai tdg, predicando Cristo Gesù Il Signore e la salvezza per la fede in Lui , come facevano gli apostoli ; che Lui è Il Signore che ancora oggi sana, guarisce, battezza con lo Spirito Santo , Salva, perdona, da Pace e trasforma le famiglie.
E' questo anche il tuo messaggio come gli apostoli ?

Saluti
Seabiscuit
00venerdì 15 aprile 2016 16:34
Re:
g68g, 15.04.2016 16:24:


giulius & gigi

concretamente come vi immaginate di adempiere Matteo 24:14 ?

"E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti e allora verrà la fine"

sappiamo che Gesù invio i 70 discepoli a predicare il regno, quindi non era un compito relegato esclusivamente agli apostoli.





Ciao sea
Anche se vuoi spostare l'attenzione dal tema iniziale, resta di fatto che il vostro andare a bussare a tutte le case è in contrasto con le parole del Grande Signore e Salvatore Gesù , che disse : non andate di casa in casa e a questo ubbidiva anche Paolo e gli altri apostoli che non bussavano alle case per predicare Cristo Gesù Il Signore


Tu gigi e tu giulius, cosa fate per adempiere Matteo 24:14

?



Nello stesso modo che ho sempre fatto, sia in ambito lavorativo, e poi per le strade, a studenti , adulti , persone anziane, e anche ai tdg, predicando Cristo Gesù Il Signore e la salvezza per la fede in Lui , come facevano gli apostoli ; che Lui è Il Signore che ancora oggi sana, guarisce, battezza con lo Spirito Santo , Salva, perdona, da Pace e trasforma le famiglie.
E' questo anche il tuo messaggio come gli apostoli ?

Saluti



non mi scosto di una virgola dal argomento, ma comprendo la tua difficoltà nel capirlo

non esiste alcun divieto nel predicare di casa in casa visto che il contesto dal quale estrapoli queste tre parole parla di altro

se mai dovresti spiegare perché te potresti fermare delle persone per strada ma poi non potresti andare a parlare del vangelo in casa loro

(garoma)
00venerdì 15 aprile 2016 17:05
Non mi azzardo nemmeno ad entrare nella discussione sulla terminologia e la sua traduzione, permettimi solo di riportarti alcune notizie pubblicate, poi trai pure le tue conclusioni.

Molti criticano i testimoni di Geova per la loro efficace predicazione di casa in casa a livello mondiale. Nondimeno c’è un chiaro precedente stabilito dagli apostoli e dai primi cristiani. Riguardo alla loro attività, in Atti 5:42 si legge: “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia”.

La nota in calce della Bibbia con riferimenti commenta l’espressione “di casa in casa”, dicendo: “Lett. ‘secondo [la] casa’. Gr[eco] kat’ òikon. Qui katà è usato con l’accusativo sing[olare] in senso distributivo. R. C. H. Lenski, nella sua opera The Interpretation of The Acts of the Apostles, Minneapolis (USA, 1961), osserva a proposito di At 5:42: ‘Gli apostoli non cessarono mai, neppure per un momento, la loro benedetta opera. Continuarono “ogni giorno”, e questo apertamente, “nel Tempio”, dove il Sinedrio e la polizia del Tempio li potevano vedere e udire, e, naturalmente, anche [kat’ òikon], usato in senso distributivo, “di casa in casa”, e non semplicemente in senso avverbiale, “a casa”’”.

“IL PAPA manda predicatori per le strade di Roma”. Questo era il titolo di un articolo scritto da Greg Burke, in cui tra l’altro si leggeva: “Papa Giovanni Paolo II ha esortato i cattolici in Italia a seguire l’esempio di sette come i testimoni di Geova, che hanno fatto proseliti nel paese, e a cominciare a predicare di porta in porta.
“‘Non è tempo di vergognarsi del Vangelo, è tempo di predicarlo dai tetti’, ha detto il Papa lunedì a 350 catechisti e predicatori itineranti. . . .
“‘Auspico che l’iniziativa di annunciare il Vangelo per le strade . . . porti ovunque abbondanti frutti’, ha detto loro. ‘Vostro merito è l’avere riscoperto una predicazione . . . che invita alla fede anche i “lontani”’”.
Questo giornalista, Greg Burke, ha osservato: “In Italia la Chiesa Cattolica ha visto un drastico calo di presenze negli ultimi due decenni, e l’entusiasmo del Papa per i predicatori porta a porta sembra essere almeno in parte una risposta al calo dell’influenza [della Chiesa]”.
Questa esortazione a “cominciare a predicare di porta in porta” non è del tutto nuova. Un papa precedente, Paolo VI, aveva detto che la Chiesa cattolica “esiste per evangelizzare”. E l’attuale papa, Giovanni Paolo II, emanò nel 1991 l’enciclica Redemptoris Missio per ricordare alla Chiesa il bisogno di ubbidire al comando di Gesù di predicare pubblicamente.

seguono altre:

(garoma)
00venerdì 15 aprile 2016 17:06
Facendo proprie le indicazioni di Giovanni Paolo II, alcuni appartenenti al Cammino neocatecumenale hanno acconsentito a predicare per le strade e nei quartieri di Roma, andando di porta in porta. Secondo il quotidiano La Repubblica (18 gennaio 1994), questi “loquaci rivali dei testimoni di Geova” “busseranno di porta in porta per raccontare la vita di Gesù”. Il primo gruppo di catechisti itineranti comprende solo 15 famiglie, ma il papa ha auspicato che l’iniziativa “porti ovunque abbondanti frutti”. Perché questa nuova iniziativa? Le gerarchie cattoliche si rendono conto di aver “perso la propria capacità seduttiva, d’attrazione religiosa”, dice la sociologa Maria Macioti, e il papa incoraggia questi movimenti “perché conquistano adepti, facendo leva su un forte richiamo emozionale”. Lo scrittore cattolico Sergio Quinzio aggiunge: “È come se [Giovanni Paolo II] non volesse lasciar cadere nel vuoto nessuna possibilità, nella speranza, o illusione, che tutto possa servire”. — Corriere della Sera, 18 gennaio 1994.


A una conferenza di esponenti religiosi in Spagna è stato detto: “Forse [le chiese] trascurano proprio quello che costituisce la maggiore preoccupazione dei Testimoni: la visita domiciliare, che rientra nella metodologia apostolica della chiesa primitiva. Mentre le chiese si limitano non poche volte a costruire templi, suonare le campane per attrarvi la gente e a predicare dentro i propri luoghi di adunanza, [i Testimoni] seguono il metodo apostolico di andare di casa in casa e di cogliere ogni occasione per testimoniare”. — El Catolicismo, Bogotá (Colombia), 14 settembre 1975, p. 14.


Secondo il quotidiano madrileno El País, sacerdoti e vescovi cattolici stanno attraversando un momento critico. Scoraggiati, alcuni abbandonano il sacerdozio o chiedono il prepensionamento. Una delle ragioni addotte è la solitudine causata dal celibato obbligatorio. I vescovi sono anche preoccupati per la crescita di altri gruppi religiosi. Come faceva notare El País, un cardinale ha proposto di insegnare ai seminaristi “il metodo di porta in porta affinché vadano di casa in casa come fanno i testimoni di Geova per convincere la gente ad accettare la fede cattolica”. Secondo il giornale, il cardinale ha aggiunto che sia Cristo che l’apostolo Paolo compirono l’opera di predicazione di casa in casa.



Lo scorso settembre, durante la sua visita a Canberra, la capitale dell’Australia, il dott. Roy Pointer, direttore per l’addestramento religioso presso la Società Biblica Britannica e Forestiera, ha puntato il dito su una fondamentale debolezza della religione tradizionale d’oggi. Si è detto d’accordo con una battuta umoristica, che “i ministri [religiosi] inglesi, per lo più, sono stati addestrati a essere custodi di un acquario anziché pescatori di uomini”, scrive il Canberra Times. Egli ritiene che il ministro medio abbia bisogno di “pensare in termini missionari” e che “bussare alle porte sia ancora la strada migliore da seguire” perché la chiesa possa accrescere i suoi membri. È interessante che ha citato i testimoni di Geova come esempio di un’organizzazione che cresce “perché bussano alle porte”.
leo(2013)
00venerdì 15 aprile 2016 17:21

Direi che anche questa spiegazione di altri passi evangelici può bastare per indicare chiaramente che la predicazione di casa in casa non è scritturale



secondo Giuliano non è scritturale la predicazione di casa in casa ma è scritturale comunque:
1) la predicazione
2) nelle case (plurale). atti 20:20 cei

e dopo km di parole alla fine i TdG sarebbero sbagliati non perchè predicano nelle case ma perchè lo fanno di casa in casa.

mi sembra una moderna elaborazione filosofica stile "trinità" per creare confusione prima a se stesso (senza offesa) e poi ai lettori che pur di screditare l'opera dei TdG non aspettano altro (Gigi?)

Aquila-58
00venerdì 15 aprile 2016 18:00
Re:
giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:

Cercherò di rispondere e fare chiarezza a tutti quelli che hanno scritto, devo mettere il tutto in due messaggi perchè è troppo lungo non ci sta :






Caro G.M., [SM=g27988] , visto che ti metti a fare monologhi lunghissimi, sarai ripagato con la stessa moneta...

Il tuo non è dialogare ma fare propaganda.

Cominciamo con la prima parte, il tutto sarà piuttosto lungo...



(segue....)
g68g
00venerdì 15 aprile 2016 18:08

se mai dovresti spiegare perché te potresti fermare delle persone per strada ma poi non potresti andare a parlare del vangelo in casa loro



Ciao sea
Li fermo per strada approfittando dell'occasione, e poi se loro mi invitano a casa loro ben venga , e ancora gli parlo del Signore Gesù come gli apostoli;
Poi non hai risposto alla mia domanda , dove ho risposto alla tua :

Tu gigi e tu giulius, cosa fate per adempiere Matteo 24:14

?



Nello stesso modo che ho sempre fatto, sia in ambito lavorativo, e poi per le strade, a studenti , adulti , persone anziane, e anche ai tdg, predicando Cristo Gesù Il Signore e la salvezza per la fede in Lui , come facevano gli apostoli ; che Lui è Il Signore che ancora oggi sana, guarisce, battezza con lo Spirito Santo , Salva, perdona, da Pace e trasforma le famiglie.

MODERATORE: RESTIAMO IN TEMA SENZA POLEMIZZARE, GRAZIE.
barnabino
00venerdì 15 aprile 2016 18:08

Anche se vuoi spostare l'attenzione dal tema iniziale, resta di fatto che il vostro andare a bussare a tutte le case è in contrasto con le parole del Grande Signore e Salvatore Gesù , che disse : non andate di casa in casa e a questo ubbidiva anche Paolo e gli altri apostoli che non bussavano alle case per predicare Cristo Gesù Il Signore



Non capisco perché Gesù avrebbe vietato di "bussare" alle case per parlare della Buona Notizia... il passo che citate non si riferisce alla predicazione in sé ma all'ospitalità che potevano cercare i missionari. Gesù dice di non concentrarsi sull'ospitalità ma sul messaggio del regno. Nel "bussare" in sé non vi è nulla di disdicevole, come mostrano altri passi, Matteo 10,11 dice:

"In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finché non partiate. Quando entrate nella casa, salutate quelli della casa; e se la casa lo merita, la pace che le augurate venga su di essa; ma se non lo merita, la vostra pace ritorni a voi"

Ora, per entrare in una casa si deve bussare prima, se la porta è chiusa, o chiedere permesso. Non mi pare che Gesù lo vieti, poi credete un po' quello che vi pare se volete polemizzare su tutto!

Shalom [SM=g27987]
Aquila-58
00venerdì 15 aprile 2016 19:00
Caro Giulius, hai fatto solo un copia incolla preso da qui, ma questo certo non ti fa onore...


www.biblistica.it/wordpress/?page_id=3548


non lo cancellate per cortesia, perchè voglio che sia chiaro che abbiamo a che fare solo con chi vuol fare propaganda e non dialogare, infatti il Giulius si è ben guardato dal controbattere punto su punto le mie obiezioni..


I PARTE:


Caro G.M. /Giulius [SM=g27985] , come sappiamo bene in greco esistono diciotto preposizioni proprie: otto reggono un solo caso, in genere un genitivo, un dativo e un accusativo, tre reggono due casi, l' accusativo e il genitivo, e sei tre casi, il genitivo, il dativo e l' accusativo.
Per ciò che concerne le Scritture (siamo partiti da Luca 10,7 ma ci siamo allargati ad altri passi, vero?) che stiamo esaminando, la preposizione “katà” regge, come è noto, il caso genitivo e il caso accusativo. Occorre tener presente, come ben sa, che ciascuna preposizione ha sempre, all' origine, un valore spaziale/temporale che costituisce il significato base della preposizione, che, nel caso specifico di “katà” (come in tutti gli altri), il genitivo esprime moto da luogo, l' allontanamento (o la seperazione) e il tempo determinato, mentre il caso accusativo esprime il moto a luogo, il moto per luogo e il tempo continuato.
La preposizione propria “katà”, il cui significato base è “giù, lungo”, al genitivo assume i significati di “giù da, sotto”, o “contro”, mentre con l' accusativo i seguenti significati: “lungo, per (luogo)” ; “di fronte a, contro” ; “durante” ; (distributivo); “secondo”; (fine); “riguardo a (relazione)”.
Un esempio di distributivo è “kat' hena”, cioè a dire “a uno a uno”. La preposizione può essere usata anche come preverbo, ma lasciamo stare...
Fin qui nel greco classico, ma nel koinè? Quindi, nel corpus neotestamentario?
Vediamo un paio due tra i dizionari che vanno per la maggiore, il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento (DENT), di Balz e Schneider (Paideia), e la Grammatica del Greco del Nuovo Testamento, di Blass e Debrunner (Paideia), che non sono davvero le ultime ruote del carro.... E i miei fratelli, a quanto pare, hanno riscontrato conferme anche in altri importanti dizionari.
La Grammatica del Greco del Nuovo Testamento, di Blass e Debrunner (Paideia), a pagina 296, al punto 224: “katà con l' accusativo”, dice che “il modo d' impiego si accorda pienamente con l' uso classico, e che “katà” distributivo è usato in senso locale e temporale, per esempio in Atti 15:21.
Traslittero il testo greco di Atti 15:21:
Mouses gar ek geneon archaion KATA POLIN tous kerussontas auton echei en tais sunagogais KATA PAN SABBATON anaginoskomenos”, alla lettera: “Mosè infatti da(lle) generazioni antiche PER CITTÀ gli annuncianti lui ha in le sinagoghe (essendo) IN OGNI SABATO letto”.
La stessa costruzione grammaticale, aggiungo io, la troviamo, ad esempio, in Luca 8:1, che traslittero dal testo greco:
Kai egeneto en toi kathexes kai autos diodeuen KATA POLIN KAI KOMEN kerusson kai euaggelizomenos ten basileian tou theou, kai hoi dodeka sun autoi”, alla lettera: “E avvenne in seguito ed egli andava DI CITTÀ IN CITTÀ E DI VILLAGGIO IN VILLAGGIO annunciando ed evangelizzando il regno di Dio e i dodici (erano) con Lui”.
Ora, vogliamo forse dire che Gesù e i dodici apostoli andavano in certe città (d' Israele, ovviamente. Si confronti Matteo 10:5-6), e in altre no, in base al distributivo di cui sopra? O che in alcune sinagoghe veniva letto Mosè e in altre no? Mi sembra francamente insostenibile, conviene con me?
In base a quei distributivi, traiamo il senso esatto della frase: Gesù e gli apostoli andavano in ogni città e villaggio d' Israele, e Mosè veniva letto in ogni sinagoga di sabato!
E il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento (DENT), di Balz e Schneider (Paideia) come la pensa al riguardo? Vediamo.
Pagina 1918: “Katà con l' accusativo: “attraverso, durante, a seconda di, secondo, conformemente a”.
E nel N.T.?
Presenze nel N.T.....con l' accusativo a) significato locale b) significato temporale c) significato traslato d) perifrasi del genitivo
Pagina 1919: “......Locale: “per, attraverso, su, in”..... (distributivo): Atti 2:46 e ATTI 5:42 : “KAT' OIKON” , “DI CASA IN CASA/NELLE (SINGOLE) CASE”; Atti 15:21 e passim: “katà pòlin”, “di città in città/in (ogni) città”.

In genere, per Atti 5:42, si obietta citando Atti 5:20.

Se l' indicazione dell' angelo era che predicassero solo nel tempio, avrebbero dovuto continuare a farlo unicamente lì, e non “a casa”! E a casa di chi parlavano di Gesù? A casa loro, con i credenti che, in tempo di persecuzione, e con la paura di essere espulsi dalla Sinagoga (con tutto quel che ne conseguiva, si confrontino ad esempio Gv. 9:22 e 12:42), se ne andavano tranquillamente ad ascoltare il messaggio? Oppure a casa dei credenti medesimi? E in ogni caso, l' angelo aveva detto di predicare solo nel tempio, non “a casa”. Come la mettiamo?

La realtà è che il riferimento ad Atti 5:20-21 è del tutto infondato: “Gli uomini che avete messo nella prigione sono nel tempio, e stanno insegnando al popolo” (Atti 5:25). Allora i discepoli furono portati davanti al Sinedrio, dove avrebbero dato una grande testimonianza (si confronti Luca 21:12-13)! Il comando angelico aveva quindi un preciso scopo, ma una volta fustigati e usciti dal Sinedrio, fecero quello che avevano già fatto con Gesù (come vedremo in seguito): continuarono a predicare, oltre che nel tempio, anche di casa in casa, continuando a “riempire” (Atti 5:28) Gerusalemme dell' annuncio. Da notare il verbo usato in Atti 5:28, “pleroo”, “riempire, colmare”, che da l' idea di un' azione compiuta dagli apostoli “a tappeto”, esattamente come fecero durante il ministero di Gesù, come vedremo (si confronti Luca 8:1).
E che dire ancora di Atti 20:20?

In Atti 20:25 Paolo dice, dal testo greco:
Kai nun idou ego oida hoti ouketi opsesthe to prosopon mou humeis pantes EN HOIS DIELTHON KERUSSON TEN BASILEIAN”, alla lettera: “E ora ecco io so che non più vedrete la faccia di me voi tutti FRA CUI PASSAI ANNUNCIANDO IL REGNO”.

Il verbo greco qui usato da Luca (dierchomai) significa “passare, andare, attraversare”: fu quindi Paolo a passare da loro a predicare il regno di Dio: non si limitarono semplicemente ad andare alla scuola di Tiranno, ma Paolo “andò, passò annunciando loro il regno”. Infatti l' apostolo dice: “VOI TUTTI FRA CUI PASSAI ANNUNCIANDO IL REGNO”! Ciò indica che senz' altro i futuri anziani di Efeso avranno udito il messaggio alla scuola di Tiranno, ma la frase di Paolo NON ESCLUDE PER NULLA che tale annuncio sia stato fatto anche “per le (loro) case”, nello stesso momento in cui l' apostolo predicava il regno a tutti gli uomini per essere puro del loro sangue (Atti 20:26-27). Si noti la connessione che Paolo fa tra “l' essere puro del sangue di tutti” e il non essersi “sottratto da annunciare tutta la volontà di Dio A VOI”, cioè a quegli anziani!.

Inoltre, che significa “pubblicamente”? Potrebbe significare certamente l' aver udito l' annuncio alla scuola di Tiranno, ma potrebbe significare anche averlo udito, che so, in un luogo pubblico, come un luogo di mercato, visto che Paolo usava anche questo metodo di predicazione, si confronti Atti 17:17!!!
E' esattamente il metodo che i cristiani testimoni di Geova adottano per predicare la buona notizia del regno: non solo di casa in casa, ma nei luoghi pubblici, ovunque...




(segue....)


Aquila-58
00venerdì 15 aprile 2016 19:13
II PARTE:



Infatti come ho spiegato ampiamente, Mt 10:5-16 e Luca 10:1-7 vanno letti contestualmente.

Il raffronto tra i brani di Matteo 10:5-16 e Luca 10:1-7 lo renderà estremamente chiaro. Vediamo bene la dinamica delle operazioni, cominciando da Matteo.
Innanzitutto Gesù comanda loro di “andare alle pecore smarrite della casa d' Israele”. Poi aggiunge, prendendo alla lettera dal testo greco: “Andando poi annunciate...il regno dei cieli si è avvicinato. Guarite i malati, risuscitate i morti, ecc”. E' ovvio che queste parole non escludono affatto che l' annuncio fosse fatto ANCHE in altro modo differente da quello di andare per le case: lo si comprende dalle stesse parole di Cristo.

Inoltre, le parole di Gesù non indicano solo un' "annuncio pubblico", che significa?

Le parole di Gesù in Mt. 10:7 vanno inquadrate nel loro contesto.

Gesù, in Mt. 10:5-10 da delle disposizioni per il Ministero apostolico:

"poreuomenoi de kerussete legontes hoti Eggiken he basileia ton ouranon "

alla lettera

"andando poi annunciate dicenti: si è avvicinato il Regno dei cieli ".
Questo fa il paio con Mt. 28:19-20, il senso è che bisogna "andare e predicare", non starsene in un luogo ad aspettare che altri vengano ma "andare, predicare, fare discepoli".

Tuttavia, ad un certo momento, Gesù dice loro di non portarsi nulla, “bisaccia da cibo, vesti, sandali, ecc., poiché l' operaio merita il suo cibo”. Gesù aggiunge: “In qualunque città o villaggio entrate (confronta Luca 8:1), cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finchè non partiate”. Essi dovevano andare a cercare i meritevoli nelle loro case, come si evince dai versetti 12 e 13 di Matteo 10.

Ma evidentemente non erano invitati ad andare nelle case, tanto è vero che Gesù dice: “Dovunque qualcuno non vi riceva o non ascolti le vostre parole, USCENDO DA QUELLA CASA O DA QUELLA CITTA' scuotete la polvere dai vostri piedi” (Matteo 10:14)!!!

Ecco il testo greco letterale di Mt. 10:14:

"kai hos an mê dexetai humas mede akousei tous logous humon, exerchomenoi exo tes oikias e tes poleos ekeines ektinaxate ton koniorton ton podon humon "

"e chiunque non accolga voi nè ascolti le vostre parole, uscendo fuori dalla casa......"

E' evidente che non tutti sarebbero stati disposti ad ospitare i discepoli, Mt. 10:14 dice che alcuni non solo non avrebbero ascoltato le loro parole ma non li avrebbero neppure accolti, ricevuti.
Per cui è ovvio che il meritevole presso cui dovevano restare descritto in Mt. 10:11 non poteva essere colui che non li avrebbe neppure accolti e ascoltato la loro parola, ma un meritevole che avrebbe ascoltato la loro parola e avrebbe dato loro il salario che merita l' operaio e qui ci ricolleghiamo con Luca 10:7.
Il salario che l' operaio meritava sarebbe stato dato loro dal meritevole, nella casa di un amico della pace, ma ci sarebbe stata anche la casa in cui la pace non c' era e quindi non possiamo certo pensare che costoro possano averli ospitati e dato loro il salario che l' operaio merita, giacchè Mt. 10:14 parla di qualcuno che non li avrebbe ricevuti e che non avrebbe ascoltato la loro parola e questo fa il paio con Luca 10:5-6.
Il punto è quindi che dovevano andare nelle case, avrebbero trovato ospitalità presso qualcuno ma non avrebbero dovuto abusare della stessa od andare a cercare un' ospitalità migliore (di qui il senso di Luca 10:7, che tu distorci gravemente). Ma andando perle case avrebbero trovato anche chi non li avrebbe nè accolti nè ascoltati, è scritto tutto nero su bianco in Mt. 10:13-14.


Abbiamo quindi, sostanzialmente, tre fasi:
1) cercare i meritevoli, e li restare, evidentemente fino alla prossima città o al prossimo villaggio (Matteo 10:11);
2) entrare nella casa e salutare;
3) se la casa lo merita, la pace venga su di essa, se non lo merita, la pace torni a voi...uscendo da quella casa scuotete al polvere dai piedi.
E' chiaro quindi che dovevano essere gli apostoli a prendere l' iniziativa di andare nelle case delle persone, DI TUTTE LE PERSONE, MERITEVOLI E NON, visto che “uscendo da quella casa che non meritava la pace, dovevano scuotere la polvere dai piedi”, e visto che dovevano andare “come pecore in mezzo ai lupi” (Matteo 10:16)!

In Luca 10: 3 Gesù dice loro che sarebbero stati mandati “come pecore in mezzo ai lupi”, e già questo, alla luce del parallelo matteano, indica che essi dovevano andare da tutti, nella ricerca dei “meritevoli”. Gesù ripete loro l' esortazione a non portare nulla con loro: borsa, cibo, sandali. Nulla!
Dice anche loro di “non salutare nessuno lungo la strada. Come facevano allora a portare l' annuncio?
Il versetto 5 afferma: “eis hen d' an eiselthete oikian, proton legete, Eirene toi oikoi toutoi”, alla lettera: “Poi in qualsiasi casa entrate per prima cosa dite: pace a questa casa”. Il versetto 6 RENDE EVIDENTE CHE, anche stavolta, gli apostoli sarebbero potuti incappare nei nemici della pace, negli oppositori, nei “lupi”, poiché Gesù dice: “Se (in quella casa) c' è un amico della pace, la vostra pace riposerà su di lui. Ma se non c' è, tornerà a voi”!
Questa è la prima fase, a cui fa seguito una seconda.
Gesù dice: “en autei de tei oikiai menete, esthiontes kai pinontes ta par' auton, axios gar ho ergates tou misthou autou. me metabainete ex oikias eis oikian “(Luca 10:7), alla lettera: “In quella casa poi rimanete mangiando e bevendo le cose che (sono) da loro. DEGNO È INFATTI L' OPERAIO DEL SALARIO DI LUI. Non trasferitevi di casa in casa”.
Abbiamo visto che il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento conferma che "trasferirsi" è uno dei significati del verbo greco metabaino


La frase “ DEGNO È INFATTI L' OPERAIO DEL SALARIO DI LUI” è quella che spiega tutto il concetto! Ci rimembra infatti ciò che viene detto in Matteo 10:9-10: gli apostoli non avevano con se nulla, cibo, vesti, sandali, ecc, Non avevano neppure “oro e argento, denaro (alla lettera [monete di] rame)”, Nulla di nulla, se non il loro annuncio! E' IN QUESTO QUADRO CHE VA LETTA LA FRASE “NON PASSATE DI CASA IN CASA”! DOVEVANO INFATTI RESTARE NELLA CASA DI UN MERITEVOLE, PER ALLOGGIARE E MANGIARE, DATO CHE ERANO COMPLETAMENTE NULLATENENTI. NON DOVEVANO ABUSARE DELL' OSPITALITA', ANDANDO AD ALLOGGIARE E A MANGIARE IN PIU' CASE DI MERITEVOLI O ANDARE A CERCARE UNA MIGLIORE OSPITALITA', MA IN UNA SOLA CASA.
E tuttavia, da Matteo 10:13-14 (e anche da Luca 10:6), È OVVIO che non si sta parlando solo della casa di quel meritevole, dove i discepoli dovevano alloggiare e mangiare, o dei meritevoli in genere, MA DI OGNI CASA, in cui i discepoli dovevano andare a predicare (Matteo 10:12-14), e dove vi erano meritevoli e non (Matteo 10:16, Luca 10:3)!
Insomma, il metodo apostolico collaudato, che i cristiani testimoni di Geova adottano (NON L' UNICO, evidentemente, visto che i testimoni di Geova predicano non solo di casa in casa ma con varie metodologie!).

Ah, dimenticavo, che sbadato... In Luca 10:1 viene detto che i discepoli venivano mandati “a due a due”, e la stessa cosa viene detta in Marco 6:7 a proposito dei dodici: “a due a due”.
Esattamente come fanno i testimoni di Geova...

Questo il quadro generale...

Detto questo, caro Giulius, se vuoi continuare con i tuoi copia incolla fa pure, io che non copio incollo da nessuno vado avanti con miei monologhi ma capisci che rischia di diventare un dialogo tra sordi, dico bene?

Vedi tu se vuoi controbattere le mie affermazioni, però vediamo di dare una netta scorciata a questi post perchè:

a) i post lunghi, ahimè, non lo legge nessuno;
b) non ho tutto questo tempo da perdere, tutt' altro.

Vedi tu.


Ciao.
Aquila-58
00venerdì 15 aprile 2016 20:28
Re:
III PARTE


vediamo alcune obiezioni dai non copia incolla...



giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:

Cercherò di rispondere e fare chiarezza a tutti quelli che hanno scritto, devo mettere il tutto in due messaggi perchè è troppo lungo non ci sta :




Riprendo tutto Luca 10:1-12 troviamo le particolareggiate istruzioni che Gesù diede ai suoi discepoli sul modo in cui avrebbero dovuto evangelizzare: “Il Signore ....... Io vi dico che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile della sorte di quella città’”. Possiamo qui notare alcuni punti ben precisi.

Gesù invia i settanta discepoli nelle città e nei luoghi in cui stava per andare. Si noti poi la precisa ingiunzione: “Non salutate nessuno per via”. Non dovevano attaccare bottone con le persone per strada. E, già da qui, detto in termini moderni, vediamo che non si devono fermare per strada le persone per annunciare loro la buona notizia.




sbagliato! Devi calarti nell' epoca. "Un saluto in quella cultura corrispondeva a un’elaborata cerimonia, comprensiva di molte formalità, forse persino di un pasto, e fonte di grandi ritardi” (La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur). Gesù non stava incoraggiando i suoi seguaci a essere scortesi. Li stava aiutando invece a capire che il tempo a loro disposizione era limitato e che dovevano usarlo al meglio dando la precedenza alle cose più importanti.

Del resto, Paolo predicava pubblicamente nei luoghi affollati (Atti 17:17).....


giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:



Le case sono menzionate da Gesù in queste circostanze:

“In qualunque casa entriate”. Non dice che devono cercare d’entrare in tutte le case.
“Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno”.
Non devono cercare di andare in altre case: “Rimanete in quella stessa casa”. Si tratta qui di accettare l’ospitalità: “Mangiando e bevendo di quello che hanno”.
Nella casa in cui sono ospitati non devono predicare, ma devono prima di tutto dire: “Pace a questa casa!”.
L’annuncio che “il regno di Dio si è avvicinato a voi” deve essere fatto “in qualunque città” entrano, poi devono fare del bene ‘guarendo i malati che ci saranno’.





per carità!
Chi ti ha detto che non devono andare in altre case?
Luca 10:7 lo devi leggere relativamente al fatto che dovevano restare in quella casa per ricevere il salario che spettava all' operaio - mangiare e bere - e per questo non dovevano andare a cercare altra ospitalità altrove, giacchè la avevano già trovata, ma Luca 10:5-6 parla anche di case in cui non vi sarebbero stati amici della pace e anche lì dovevano andare a predicare, se raffrontiamo con Mt. 10:13-14 che non possiamo disgiungere dalla narrazione lucana, pena falsarne l' intero significato..
Contesto lucano e contesto matteano sono strettamente connessi, caro amico!
Infatti vedi Mt. 9:9-10 e confronta con Luca 9:3 e Luca 10:4
che precede quello che è scritto in Mt. 10:11 che ci riporta a Luca 9:3-4 e da qui a Luca 10:7...

giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:


Tu continui a citarmi i testi di Matteo dicendomi che si riferisce a una predicazione di casa in casa (e mi dici "mi dispiace"; ma a me farebbe molto piacere se la verità fosse quella, ma purtroppo non lo è, e te lo ho già dimostrato spiegandoti i vari punti evangelici)
E ti riscrivo e tutti possono appurarlo che Matteo non parla affatto di "una volta trovata la casa di meritevole" - questo lo aggiungi tu - e nemmeno lo "specifica", ripeto non ne parla e non lo specifica affatto nel testo.


Matteo 10:11: «In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finché non partiate».
Secondo te i "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa".
Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli.




e su questo siamo d' accordissimo!
Il meritevole era chi avrebbe ospitato i discepoli e avrebbe accolto le loro parole, ma poi nei versetti successivi, dal 12 al 14, Gesù spiega che si doveva entrare in casa salutando, che anche lì avrebbe potuto esserci un amico della pace come un nemico della pace, a seconda della casa che capitava, infatti in Mt. 10:14 viene specificato che qualcuno, nelle case, non solo non avrebbe ascoltato la loro parola ma non lo avrebbe neppure ricevuti, accolti e per te questo può essere quello descritto in Luca 10:7?
Per me no....ovvio che si trattasse di un oppositore, che aveva respinto non solo il messaggio ma anche l' accoglienza, un non meritevole!

giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:


Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM).




non puoi fare questa scissione, giacchè salti a piè pari Luca 10:5-6. Che non dovessero portare nulla con se è ripetuto anche in Luca 10:4 ma in Luca 10:3 viene detto che dovevano andare come pecore in mezzo ai lupi e non mi pare che quello descritto in Luca 10:7 possa identificarsi come un lupo, vero?
Semmai quello descritto in Luca 10:6 che però inevitabilmente ti riporta a Mt. 10:12-16!
Elementare direi....

giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:


Non so perchè non comprendi questo, tu credi che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascoltano il messaggio.
Purtroppo ho fatto un po di ricerche e ho notato che anche Il tuo Corpo Direttivo è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).




tu hai completamente frainteso quello che ho scritto!
Io ho detto sempre e lo puoi verificare leggendo i miei post, che il meritevole di Mt. 10:11 è l' amico della pace, che non rifiuta il messaggio nè rifiuta di accogliere i discepoli e per questo è necessario fare un accostamento con Luca 10:7 che altrimenti verrebbe travisato come fai tu?
Infatti come ti ho sempre detto Mt. 10:11 si può accostare a Luca 10:7, indica che quel meritevole avrebbe dato ospitalità ai discepoli nullatenenti (se non il loro kerygma) ma i passi successivi, Mt. 10:12-14, che tu salti a piè pari, indicano chiaramente che la predicazione si sarebbe svolta incontrando, per le case, l' amico della pace come il nemico della pace, perfino chi non li avrebbe neppure accolti, è scritto tutto nero su bianco in Mt. 10:13-14!

giuliusgiulius, 15/04/2016 11.58:


e mi sa che se continuiamo sarebbe un dire io una cosa, scritturale, e tu la tua opinione



dunque tu diresti una cosa "scritturale" e io "la mia opinione?"
Non ti sembra di essere un pochino presuntuoso?

Se le basi del dialogo sono queste?

Anzi, vediamo di chiudere qui questa stucchevole discussione, mi pare che le posizioni si siano ampiamente chiarite e le mie sono pienamente scritturali, caro amico, come possono accorgersi tutti!

dipassaggio01
00venerdì 15 aprile 2016 21:07
Giuliano, questa è la tua presentazione:

"Ciao a tutti, per gli amici Giuliano, ateo ma mi piace informarmi e studiare la bibbia - anche in lingua originale -, forse è strano ma è così, ho una trentina d'anni, sono qui per porre delle domande visto che mi ritrovo spesso a chiacchierare con testimoni di geova che mi bussano alla porta di casa"

Leggo le due discussioni che hai aperto... dicci sinceramente: sei veramente ateo? Non si direbbe...

Leggo il tenore delle tue espressioni, c è un leggero velo polemico condito da momenti di leggero vittimismo...forse è il tuo modo d essere, magari mi sbaglio.... poi scopriamo degli interessanti copia incolla, insomma non usi la farina del tuo sacco. Dicci sinceramente: qual è l obbiettivo delle tue domande in questo forum?

TIMOTEOdiLISTRA
00venerdì 15 aprile 2016 22:04
Non ho letto se è già stato postato..ma mi ricordo benissimo di una nostra rivista che dava ampie delucidazioni in merito a questo versetto(tanto amato dai detrattori perchè sembrerebbe andare contro il sacro servizio che compiamo andando a cercare le persone DI CASA IN CASA)....
La rivista in questione specificava di non "TRASFERIRSI DI CASA IN CASA"nel senso(in breve) di non accettare l'invito di una persona più facoltosa,più abbiente
,se fatto in un secondo momento,a discapito di un INVITO PRECEDENTE ma fatto da una PERSONA CON POCHI MEZZI,CHE AVEVA MENO DA POTER OFFRIRE..... Da qui,proprio il chiaro MONITO a non "TRASFERIRSI DI CASA IN CASA",solo per ricevere un trattamento migliore.....
Niente a che vedere con l'opera "DI CASA IN CASA". [SM=g7422]
barnabino
00venerdì 15 aprile 2016 23:36

Dicci sinceramente: qual è l obbiettivo delle tue domande in questo forum?



E già... perspicace domanda. Perché non discutere a viso aperto?

Shalom
(Gladio)
00sabato 16 aprile 2016 11:47
Re:
giuliusgiulius, 15/04/2016 12.00:

TERZA PARTE




Direi che anche questa spiegazione di altri passi evangelici può bastare per indicare chiaramente che la predicazione di casa in casa non è scritturale
Grazie dell'attenzione




Direi che non sai nemmeno quello che scrivi , visto che hai fatto un copia incolla da qui: www.biblistica.it/wordpress/?page_id=3548 grazie per aver palesato la tua inconsistenza. [SM=g28002] visto che probabilmente non hai nemmeno compreso ciò che hai copia incollato.
leo(2013)
00sabato 16 aprile 2016 12:37
Ma è scomparso? (Giulius)
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