E L'ORA DELLA VERITA'! XI PARTE
Il vero volto di Gabriele Nanni
Dalla sentenza di assoluzione:
“Sul carattere, i sentimenti più intimi e profondi di Don Gabriele Nanni vi è un suo documento manoscritto, inviato al P. Andrea D'Ascanio quando Don Gabriele era ancora nell' «Armata Bianca» (2 settembre 1992, atto del processo. n.116. allegato). (…) Don Gabriele Nanni dice di se stesso (i commenti sono superflui)”
“Autodenuncia
Desidero, nel profondo, affermare me stesso: esercitando un potere sottile, fascinoso, sulle persone e creare una dipendenza; raggiungendo un potere istituzionale atto a modificare e a strutturare a mio piacimento realtà quanto più grandi possibili.
Desidero essere amato, avere un posto nel cuore degli altri, possibilmente il primo. Siccome non mi è mai piaciuta la violenza e il plagio perché non determinano una venerazione sincera o vera cerco il modo di ottenere tutto questo facendomi amare per quello che sono: ovviamente occorre essere il più perfetto possibile: l’imposizione di questa “realtà” dovrebbe convincere gli altri in modo evidente, di per sé. Questa perfezione dell’essere di per sé esclude ovviamente un percorso, una maturazione, perché l’essere è.
Se un tempo pensavo che ciò che domina il tutto è l'unica attività sintetica, cioè la filosofia, ho poi scoperto che lo spirito, specie se unito all’Unico e Vero è assai più potente. Ho intrapreso allora un cammino per potere entrare e conoscerne i segreti, per poter potenziare me stesso e poter esercitare quell'attività di sintesi della realtà e di governo di essa.
Dio può essere un rivale, anzi un aiuto, tanto rimane in disparte. Il mio cruccio è dato dal non ottenere poteri straordinari da Dio.
Nel quotidiano il cruccio, ovviamente, è quando ciò che faccio non mi sembra corrispondere ad una dignità più alta. Tutto faccio perché spero che in futuro le cose cambieranno. (…)
Quello che cerco non è la carica ecclesiastica (se arriva,ben venga) quanto una carica di spirito tale da poter esercitare un potere sconfinato. Sarei disonesto se tacessi anche un vero, se pur raro, desiderio di purificazione. Ma poi prevale il desiderio di purificazione fatta da solo, o da Dio, per il mero desiderio di essere quale vorrei, per me stesso.
Come ho detto, non mi interessa impormi agli altri con la menzogna o i camuffamenti. Agogno ad essere perfetto per essere il dio per gli altri (Dio è così grande che spero mi lasci un po' di spazio).
Delirio? Con un esame di realtà la risposta è affermativa. Ma io so che, paradossalmente, con lo spirito non vi sono limiti, confini, ostacoli e tutto è possibile. Penso che questo sia demoniaco. Una coscienza di cosa è il demonio ce l'ho chiara perché pensiamo le stesse cose, illudendoci con noi stessi di operare per il meglio, meglio di Dio oppure lui nonostante.
E’ il momento di chiedermi e dichiarare da che parte stare. So perfettamente che non c’è una via di mezzo e che questi desideri mi brucerebbero in qualsiasi situazione.
Se non scegliessi Dio non sopporterei l’inerzia e la mediocrità. D’altronde è come avere un’arma senza impugnatura. Qualora la trovassi o mi fosse data partirei all'attacco e, sono certo, se non al servizio di Dio sarebbe contro Dio, in una insopprimibile, insopportabile spinta ad esercitare il potere. (…)
La sintesi è che la mia non è una "santa vocazione"; il mio desiderio non è di servire Dio ma me stesso
Gabriele.”
Dalla sentenza di assoluzione:
“Questa «autodenuncia» (che potrebbe essere servita per una profonda conversione) è importante e non sembra aver perso attualità, considerato il modo di comportarsi di Don Gabriele Nanni in questa causa”.
Profilo di Gabriele Nanni fatto da uno psicologo.
Dalla lettera scritta dal dott. Andrea Alfonsi, psicologo, a Padre Andrea D'Ascanio, agli atti del processo ecclesiastico:
"Caro Padre Andrea…
Sento il dovere di esprimerle un parere credo assai oggettivo circa le persone di Gabriele Nanni, Alessia Zimei, Annarita Bellisari.
Sono persone - in particolare Gabriele - che come lei ben sa ho avuto modo di conoscere a fondo, frequentandole continuamente (nel caso di Gabriele, vivendo con lui nella stessa casa) e condividendo con loro tutte le difficoltà (ma anche le gioie!) che la vita all'Aquila ci presentava di giorno in giorno.
Il senso di questa mia lettera è molto semplice e lo esprimo con una frase, forse un po' amara ma credo chiara al punto giusto e per niente esagerata: "non mi stupisce affatto che persone come Gabriele, Alessia e Anna Rita abbiano potuto, incuranti di ogni verità e dimentichi di ogni buon affetto che le legava a lei, riversare su di lei un odio violento ed assolutamente ingiustificato". Forse questo a lei può tornare un po' nuovo....
Ricordo a questo proposito una delle prime frasi dette a me da Gabriele sul suo conto: "Padre Andrea ha più doni di Gesù Cristo!". E ancora "Padre Andrea non ha una personalità definibile, è impossibile inquadrarlo secondo criteri umani".
A sproloqui di questo genere si alternavano - anche nel corso di una singola giornata - le più basse e violente accuse nei suoi confronti che emergevano ogni qual volta si infrangeva un suo (di Gabriele) sogno di grandezza. I miraggi di Gabriele trovavano una parvenza di realtà nella sua adesione ad una persona come lei sulla quale - secondo Gabriele - Dio in Prima Persona si stava giocando il destino del mondo.
La sua aspirazione al sacerdozio non ben si conciliava con l'atteggiamento che aveva nei confronti della vita stessa dalla quale si aspettava ogni riconoscenza.... Né le sue aspirazioni si fermavano al sacerdozio! Lui aspirava sicuramente all'Episcopato, diceva lui: "Per avere la pienezza del Sacramento"; correggo io: "per avere la pienezza di sé"…
La sua adesione all'Armata Bianca era una narcisistica adesione (perdoni il tecnicismo psicologico) a quel Padre Andrea che doveva essere il suo trampolino di lancio… Lui voleva Vescovi amici e potenti, doni dall'Alto, potere e gloria.
Povero Gabriele dai sogni infranti, povero eterno adolescente innamorato di sé fino al punto di ingannarsi sulle motivazioni del suo agire. E' quello che sta facendo ora rivestendo di zelo per la verità la sua crudele vendetta verso colui che non è stato all'altezza dei suoi insaziabili desideri, non ne è stato l'artefice e neppure il tacito e consenziente collaboratore.
Lo andai a trovare in visita nella casa di formazione a Civitella, dove si rifugiò, scappando da L'Aquila: diceva di starci benissimo mentre invece "scoppiava" e si contorceva ancora di più nel suo groviglio di passioni. Ora si trova nella condizione miserrima di chi imposta la sua vita sulla menzogna, una menzogna che non risparmia neppure se stesso.
Questo è Gabriele: una miscela esplosiva di immaturità, squilibrio, ambizioni grandiose, risentimenti ed odi covati e alimentati, passioni sregolate."
Profilo di una sua ex compagna di studi:
“Riguardo Gabriele Nanni ho notato ciò: passa da momenti di sincera ricerca di Dio e delle cose di Dio, a momenti di confusa ricerca di se stesso e della propria realizzazione.
In diverse occasioni, quando si è trattato di far morire il proprio io, ha cercato di distruggere chi gli si opponeva piuttosto che se stesso.
Esercita un grande fascino nel campo femminile, ma soprattutto ama vedere che c’è chi subisce questo fascino. Passa da momenti di stima verso una persona fino a cercarla frequentemente a momenti di rigetto della sua presenza, fino a calpestarla moralmente e, se fosse possibile, anche fisicamente. Ho sperimentato ciò a mie spese…” (Testimonianza di Paola Cirillo, Modena)
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L’“esorcista” continua nella sua azione di diffamazione
E’ proprio vero quello che disse l’Arcivescovo Mons.Mario Peressin a Mons. Piero Vergari: “Gabriele Nanni ha fatto scopo della sua vita distruggere Padre Andrea e l’Armata Bianca”.
Dopo 13 anni Don Gabriele Nanni continua la sua azione diffamatoria in qualunque parte del mondo lo porti la sua “carriera” di esorcista, con menzogne sempre più grandi, con calunnie sempre più pesanti. L’odio è duro a morire e si rafforza nel tempo.
Ma l’odio non è compatibile con il Sacerdozio.
Il Comitato Internazionale pro Padre Andrea D’Ascanio consiglia a Don Gabriele Nanni di ripensare seriamente alla sua ordinazione sacerdotale che “non voleva” e che non ha ricevuto con “intenzione retta”.
Il Comitato Internazionale pro Padre Andrea D’Ascanio si propone di rivelare al mondo l’altro volto della giustizia ecclesiale.