Re:
barnabino, 25.04.2019 15:29:
Però non capisco dove leggi che alcuni parlavano a Dio, per altro impossibile per i cristiani farlo, in un'altra lingua. Mi pare che la tua tesi non sia confortata da dichiarazioni scritturali, chi parlava direttamente a Dio era solo Cristo.
Shalom
Barnabino
per me la Scrittura parla chiaro. Nel caso del "parlare in lingue"in Corinti, come fenomeno che avveniva nella congregazione (quindi verso l'interno, INTER NOS, con coloro che avevano il dono dello spirito di parlare in questa lingua, e coloro che avevano il dono dello spirito di interpretarla)
Perseguite l’amore, ma cercate in ogni modo di ottenere* anche i doni dello spirito, e specialmente quello della profezia.+ 2 Infatti chi parla in un’altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio, perché, anche se espone sacri segreti+ mediante lo spirito, nessuno lo capisce.*+ 3 Chi profetizza, invece, con le sue parole edifica, incoraggia e consola gli uomini. 4 Chi parla in un’altra lingua edifica sé stesso, ma chi profetizza edifica la congregazione. 5 Vorrei che tutti parlaste in altre lingue,+ ma preferisco che profetizziate.+ In realtà chi profetizza è maggiore di chi parla in altre lingue, a meno che questi non interpreti, così che la congregazione possa essere edificata. 6 Ma ora, fratelli, se venissi da voi parlando in altre lingue, di che utilità vi sarei a meno che non vi parlassi mediante rivelazione,+ conoscenza,+ profezia o insegnamento?
noto:
a)
Infatti chi parla in un’altra lingua non parla agli uomini, quindi dobbiamo escludere la predicazione di porta in porta, dobbiamo dedurre che questo dono, che si manifesta
nella congregazione di Corinto, NON È FINALIZZATA -
di per sé -alla diffusione del vangelo...
ma allora sorgono 2 domande:
1) se chi parla in un'altra lingua non parla agli uomini, allora CHI è l'interlocutore di colui che nella congregazione di Corinto aveva il dono di "parlare in lingue"?
2) se questo "parlare in lingue", questa
comunicazione, non era finalizzato alla diffusione del Vangelo, allora per cosa era finalizzata?
alla domanda 1) risponde 1 Corinti 14:2: l'interlocutore di colui che "parlava in lingue" nella congregazione di Corinto era DIO. Colui che aveva ricevuto questo dono "delle lingue" si rivolgeva a DIO e non agli uomini.
alla domanda 2) troviamo risposta in 1 Corinti 14:4 :
nella congregazione di Corinto
Chi parla in un’altra lingua edifica sé stesso,
ma come è possibile edificarsi semplicemente parlando una lingua astrusa? Chiaramente l'edificazione per me può avvenire solo perché -attraverso questo linguaggio- vi era comunicazione tra Dio e la persona con il dono in questione. Era Dio che edificava con la Sua Parola colui che parlava la medesima lingua. Perciò chi aveva questo privilegio, veniva istruito nella lingua di Dio sui propositi di Dio (Sacro Segreto).
di per sé, questa rivelazione che avveniva durante il
dialogo di colui che aveva il dono delle lingue e Dio... non poteva essere utile all'edificazione della congregazione a meno che ci fosse stata presente una persona con il dono dell'interpretazione. In questo modo la comprensione dell'insegnamento edificante sui segreti di Dio poteva essere diffusa e compresa dai presenti. Altrimenti no, se avveniva in maniera silenziosa era meglio, per nono fare confusione inutile.
VEDI 1 CORINTI 14:5
Questo linguaggio universale, non era un privilegio del solo Cristo, mi sembra... piuttosto era il linguaggio comune con tutti i figli di Dio, appartenenti alla Famiglia Universale YHWH.
o mi sbaglio?
Adamo ed Eva prima del peccato parlavano direttamente con Dio, vero?