Pechino, giro di vite sulle attività religiose degli stranieri

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Amalia 52
00martedì 15 maggio 2018 20:55

Le norme vigenti vietano agli stranieri predicare, insegnare e riunirsi senza autorizzazione. Cinesi e stranieri non possono partecipare a reciproche manifestazioni di fede. Con le nuove regole i partecipanti stranieri dovranno fornire al governo dettagli personali come il numero di passaporto e il luogo di residenza in Cina. Xi Jinping: vigilare contro “le forze ostili dell’Occidente”.

Pechino programma l’ennesimo giro di vite sulla vita religiosa nel Paese: questa volta, nel mirino delle autorità religiose vi sono le “forze ostili” che si nascondono dietro le manifestazioni di fede dei cittadini stranieri.

La scorsa settimana, l’Amministrazione statale per gli affari religiosi ha dato il via alle consultazioni per la revisione delle norme relative agli stranieri che praticano la loro religione in territorio cinese. Le norme vigenti dal 1991 vietano ai cittadini cinesi di partecipare a raggruppamenti religiosi stranieri; proibiscono alle organizzazioni straniere ogni riunione a scopo religioso che non sia stata autorizzata in precedenza. In più, i residenti esteri non possono istruire staff religioso cinese o predicare e insegnare, se non invitati da istituzioni approvate dallo Stato. Le norme vigenti dichiarano che “[gli stranieri] non devono produrre o vendere libri religiosi, prodotti audio-visivi religiosi, pubblicazioni elettroniche religiose, e altri materiali religiosi; non devono distribuire documenti di propaganda o condurre altre forme di attività missionarie”.

Al presente, il governo intende inserire una nuova serie di linee guida amministrative per “proteggere l’interesse pubblico”. Annunciate il 7 maggio sul sito ufficiale, le nuove regole colpiscono le “attività religiose collettive” di più di 50 persone, organizzate e frequentate da stranieri. In particolare, esse riguardano le attività religiose che si svolgono in luoghi per i quali è richiesta un’approvazione da rinnovarsi ogni anno. Prima di partecipare, gli stranieri dovranno fornire al governo dettagli personali come il numero di passaporto e il luogo di residenza in Cina.

Pechino continua ad imporre nuove e severe restrizioni sulle attività religiose nel Paese. Dallo scorso febbraio, sono in vigore i nuovi regolamenti religiosi il cui obbiettivo è eliminare le comunità sotterranee e controllare in modo totale le comunità ufficiali. Secondo Rfa, in Cina vi sono circa 68 milioni di protestanti, dei quali 23 milioni appartengono alle comunità ufficiali. I cattolici si aggirano sui 12 milioni, dei quali cinque ufficiali. Il presidente Xi Jinping ha più volte definito il cristianesimo una pericolosa importazione straniera e ha messo in guardia contro “l’infiltrazione di forze ostili dall’Occidente”.

www.asianews.it/notizie-it/Pechino,-giro-di-vite-sulle-attivit%C3%A0-religiose-degli-stranieri-43...
Amalia 52
00sabato 26 maggio 2018 22:23
Pechino arresta 21 giapponesi cristiani per presunte attività missionarie


Gli arresti compiuti fra il 5 e il 15 maggio. Cinque di loro sono tornati in Giappone, almeno tre dopo essere stati deportati. Ministero cinese degli Esteri: gli stranieri devono rispettare la legge. Il nuovo giro di vite di Pechino sulle attività religiose degli stranieri in Cina.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità cinesi hanno arrestato 21 cittadini giapponesi per presunte attività missionarie. Ne ha dato ieri notizia una fonte informata dei rapporti fra i due Paesi. In Cina, le attività religiose degli stranieri sono regolamentate da una severa legge che bandisce il proselitismo e le riunioni religiose non autorizzate in precedenza.

Le autorità hanno arrestato i membri del gruppo cristiano fra il 5 e il 15 maggio in cinque diverse provincie – Hebei, Henan, Guizhou, Shanxi e Liaoning – oltre che nella regione autonoma di Ningxia.

Il ministero giapponese degli Affari esteri afferma che cinque di loro sono tornati in Giappone. Secondo la fonte, tre di loro sono stati deportati ed è probabile che gli altri rimangano ancora in custodia delle autorità di Pechino. Il loro arresto sembra non essere il primo: altri 19 cristiani giapponesi sono stati trattenuti in Cina lo scorso novembre, e in seguito deportati in Giappone. Tokyo sta seguendo con attenzione gli sviluppi e chiede a Pechino che le autorità trattino i propri cittadini in modo appropriato. Da parte sua, Lu Kang, portavoce del ministero cinese degli Affari esteri, ha riferito di non essere informato dei dettagli, ribadendo che la “Cina è uno Stato dove vige la legge” e che per questo i diritti legali di tutte le parti saranno tutelati. “Ma – aggiunge – anche gli stranieri devono rispettare le leggi cinesi e non commettere crimini”.

Pechino impone sulle attività religiose degli stranieri severe regolamentazioni. Le norme vigenti dal 1991 proibiscono ogni attività missionaria e qualsiasi riunione a scopo religioso che non sia stata autorizzata in precedenza. Dall’inizio di maggio, inoltre, le autorità cinesi stanno revisionando le norme in materia, annunciando un ulteriore giro di vite sulla vita religiosa degli stranieri in Cina.


http://www.asianews.it/notizie-it/Pechino-arresta-21-giapponesi-cristiani-per-presunte-attivit%C3%A0-missionarie-43997.html
(SimonLeBon)
00domenica 27 maggio 2018 07:51
Re: Pechino arresta 21 giapponesi cristiani per presunte attività missionarie
Detto cosi' suona bene: "Gli stranieri devono rispettare la legge cinese".
Peccato che la "libertà di religione" rientri tra i diritti fondamentali dell'uomo, su questo pianeta, e proibire ai missionari di esserlo non è proprio un grande esempio di tolleranza religiosa...

Simon
dom@
00domenica 27 maggio 2018 08:02
Re:
Amalia 52, 5/15/2018 8:55 PM:


Le norme vigenti vietano agli stranieri predicare, insegnare e riunirsi senza autorizzazione. Cinesi e stranieri non possono partecipare a reciproche manifestazioni di fede. Con le nuove regole i partecipanti stranieri dovranno fornire al governo dettagli personali come il numero di passaporto e il luogo di residenza in Cina. Xi Jinping: vigilare contro “le forze ostili dell’Occidente”.

Pechino programma l’ennesimo giro di vite sulla vita religiosa nel Paese: questa volta, nel mirino delle autorità religiose vi sono le “forze ostili” che si nascondono dietro le manifestazioni di fede dei cittadini stranieri.

La scorsa settimana, l’Amministrazione statale per gli affari religiosi ha dato il via alle consultazioni per la revisione delle norme relative agli stranieri che praticano la loro religione in territorio cinese. Le norme vigenti dal 1991 vietano ai cittadini cinesi di partecipare a raggruppamenti religiosi stranieri; proibiscono alle organizzazioni straniere ogni riunione a scopo religioso che non sia stata autorizzata in precedenza. In più, i residenti esteri non possono istruire staff religioso cinese o predicare e insegnare, se non invitati da istituzioni approvate dallo Stato. Le norme vigenti dichiarano che “[gli stranieri] non devono produrre o vendere libri religiosi, prodotti audio-visivi religiosi, pubblicazioni elettroniche religiose, e altri materiali religiosi; non devono distribuire documenti di propaganda o condurre altre forme di attività missionarie”.

Al presente, il governo intende inserire una nuova serie di linee guida amministrative per “proteggere l’interesse pubblico”. Annunciate il 7 maggio sul sito ufficiale, le nuove regole colpiscono le “attività religiose collettive” di più di 50 persone, organizzate e frequentate da stranieri. In particolare, esse riguardano le attività religiose che si svolgono in luoghi per i quali è richiesta un’approvazione da rinnovarsi ogni anno. Prima di partecipare, gli stranieri dovranno fornire al governo dettagli personali come il numero di passaporto e il luogo di residenza in Cina.

Pechino continua ad imporre nuove e severe restrizioni sulle attività religiose nel Paese. Dallo scorso febbraio, sono in vigore i nuovi regolamenti religiosi il cui obbiettivo è eliminare le comunità sotterranee e controllare in modo totale le comunità ufficiali. Secondo Rfa, in Cina vi sono circa 68 milioni di protestanti, dei quali 23 milioni appartengono alle comunità ufficiali. I cattolici si aggirano sui 12 milioni, dei quali cinque ufficiali. Il presidente Xi Jinping ha più volte definito il cristianesimo una pericolosa importazione straniera e ha messo in guardia contro “l’infiltrazione di forze ostili dall’Occidente”.

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La Cina e' la commara Della Russia . [SM=g7556]

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