I giovani chiedono
A SCUOLA il tuo insegnante ti rimprovera perché non sei bravo in matematica come un certo tuo compagno. A casa tuo padre o tua madre ti sgrida perché non sei ordinato come tua sorella. Qualcuno ti guarda e dice: “Quando aveva la tua età tua madre era così graziosa!” Si tratta di un’osservazione pungente perché ti chiedi se per quella persona tu invece sei brutta. “Ma proprio non riescono ad accorgersi di me?”, vorresti urlare. “Perché vengo sempre paragonato a qualcun altro?”
Come mai i confronti sono così irritanti? Se ne può ricavare qualcosa di buono? Cosa puoi fare quando vieni paragonato a qualcuno?
Perché i paragoni fanno male?
Un motivo per cui i paragoni feriscono è che a volte pungono nel vivo. In realtà, quello che gli altri dicono ad alta voce forse è quello che spesso tu stesso pensi di te. Per esempio Becky ammette: “Guardavo i ragazzi più ammirati della scuola e pensavo: ‘Se solo fossi come loro, piacerei di più agli altri’”.
Che cosa genera questi sentimenti di insicurezza?
Pensa a quello che ti sta accadendo dal punto di vista fisico, emotivo e mentale. Può darsi che nel tuo corpo stiano avvenendo rapidi cambiamenti. Il rapporto con i tuoi genitori sta diventando più complesso. E con tutta probabilità il tuo atteggiamento verso le persone dell’altro sesso è cambiato notevolmente. Perciò potresti chiederti: ‘Sto crescendo in modo normale?’
Forse pensi che l’unico modo per scoprirlo sia confrontarti con altri ragazzi che stanno subendo gli stessi cambiamenti. Ed è qui che puoi cadere in errore! Se sembra che se la cavino meglio di te, ti senti insicuro. Quando poi qualche adulto ti chiede: ‘Ma perché non fai un po’ come lui, o lei?’ potrebbe sembrarti che le tue peggiori paure trovino conferma: non sei come gli altri!
April menziona un altro motivo per cui i paragoni possono ferire. “Quando vieni paragonata a qualcuno”, dice, “soprattutto a qualcuno a cui sei legata, possono affiorare gelosia e rancore”. Mia lo sa bene. Sembra che i suoi genitori e i suoi insegnanti non facciano altro che paragonarla alla sua sorella maggiore. “Mi dicono tutte le cose in cui lei riusciva bene quando aveva la mia età”, racconta. E con quale risultato? “Questo mi fa sentire come se fossi in competizione con mia sorella. A volte addirittura ce l’ho con lei”.
I paragoni possono davvero avere degli effetti negativi. Considera cosa accadde agli amici intimi di Gesù. La sera prima che egli morisse, sorse fra gli apostoli “un’accesa disputa”. Come mai? Stavano facendo paragoni fra loro e discutevano su chi “sembrava essere il più grande”. (Luca 22:24) Senza dubbio, in certi casi i paragoni possono essere dannosi. Ma sono sempre sbagliati?
Il lato positivo dei paragoni
Considera l’esempio del giovane Daniele e dei suoi tre compagni ebrei, di cui si parla nella Bibbia. Questi ragazzi non volevano mangiare i cibi prelibati del re di Babilonia vietati dalla legge di Dio. (Levitico 11:4-8) Per convincere il loro guardiano ad aiutarli, Daniele propose di fare una prova. Suggerì che, dopo aver seguito per dieci giorni un tipo di alimentazione che fosse in armonia con la legge di Dio, il guardiano mettesse a confronto i ragazzi ebrei con gli altri ragazzi che erano a corte.
Quale fu l’esito?
La Bibbia narra: “Alla fine di dieci giorni i . . . visi [degli ebrei] apparvero migliori e più in carne di tutti i fanciulli che mangiavano i cibi prelibati del re”. (Daniele 1:6-16) Nota che il buon esito della prova non dipese dal fatto che Daniele e i suoi compagni fossero in qualche modo superiori agli altri ragazzi. La cosa ebbe successo soprattutto perché quei ragazzi ebrei decisero di ubbidire alle leggi che Dio aveva dato al suo popolo.
Ti sembra di essere in una situazione simile a quella di questi giovani ebrei? Se segui i princìpi morali contenuti nella Bibbia, ti dimostri diverso dagli altri ragazzi. Notando queste differenze alcuni potrebbero restare perplessi e ‘parlare ingiuriosamente di te’. (1 Pietro 4:3, 4) Altri, però, vedranno i buoni risultati della tua condotta eccellente, e potrebbero addirittura essere indotti a saperne di più su Geova. (1 Pietro 2:12) In questo caso i paragoni hanno quindi un risvolto positivo.
I paragoni possono rivelarsi utili anche in un altro senso. Per esempio, per quanto riguarda le faccende domestiche tu potresti pensare che stai facendo la tua parte, perlomeno in confronto a tuo fratello o a tua sorella. I tuoi genitori, però, potrebbero pensarla diversamente. Per aiutarti a vederla in un altro modo potrebbero usare un esempio tratto dalla Bibbia e chiederti di confrontare il tuo atteggiamento e le tue azioni con quelli di un certo personaggio.
Forse potrebbero rammentarti che, benché fosse chiamato “Signore” e “Maestro”, Gesù fu lieto di lavare i piedi ai suoi discepoli. (Giovanni 13:12-15) Quindi potrebbero incoraggiarti a imitare l’atteggiamento umile e laborioso di Gesù. Anzi, la Bibbia esorta tutti i cristiani, giovani e vecchi, a confrontarsi sempre con Cristo e a cercare di ‘seguire attentamente le sue orme’. (1 Pietro 2:21) Un confronto di questo tipo ci mantiene umili e ci aiuta a coltivare una personalità che è più gradita a Geova.
Fonte SV 4/07