Pietro il Grande tassava le barbe

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Amalia 52
00venerdì 6 agosto 2021 10:59

La storia abbonda di governi restii a cedere, a fine emergenza, i poteri acquisiti per contrastare gravi crisi sistemiche come guerre, crolli economici e, ovviamente, epidemie. Le misure «straordinarie» col tempo diventano permanenti e così pure i nuovi controlli sociali: spesso con ottime motivazioni, come la necessità di stabilizzare l'economia o, più in generale, di «ricostruire meglio». La disponibilità di poteri speciali offre una meravigliosa opportunità per raddrizzare problemi sociali non direttamente affrontabili con metodi democratici e la tendenza a utilizzarli (a fin di bene, naturalmente) è forte.

Il governo britannico ora ha lanciato un ballon d'essai sull'opportunità di usare i sistemi anti-Covid per combattere un'altra «epidemia» (l'obesità) con strumenti che riducono la tendenza popolare a mangiare alimenti «poco sani»…

Il primo caso moderno (o almeno il più bello) di questo tipo di ingegneria sociale in scala fu la guerra contro le barbe condotta dall'imperatore russo Pietro I il Grande (1672-1725), che aveva visto nell'eccessiva villosità dei propri sudditi un ostacolo alla modernizzazione del paese. Da notare che per i russi la barba era un ornamento creato da Dio, portato dai profeti, dagli apostoli e da Gesù stesso. Tagliarla significava per loro commettere un peccato mortale.

Volendo ricreare il «paesaggio umano» che aveva osservato nel corso dei suoi viaggi nella più evoluta Europa occidentale, nel settembre del 1698 Pietro il Grande decretò una «tassa universale» sulle barbe. L'aspetto «moderno» consisteva nell'usare il sistema di tassazione contro l'eccessiva peluria. Era permesso continuare a portare la barba, proprio volendo, ma di colpo questo diventò un vizio molto caro.

La tariffa annua variava in base al censo. I «barbuti» appartenenti alla Corte imperiale, gli ufficiali militari e i funzionari governativi dovevano pagare 60 rubli l'anno. I mercanti «ricchi» 100 rubli, mentre i mercanti minori e gli abitanti metropolitani pagavano 30 rubli.

Per i villici barbuti delle campagne la tassa era di due mezzi-copechi ogni volta che entravano in città. Il calcolo dei cambi storici è un'impresa ardua e soprattutto futile, ma (per andare molto a spanne) un rublo dell'epoca di Pietro il Grande valeva 12 grammi d'argento. Ai nostri tempi l'argento vale poco, ma allora il cambio era di circa 15 a 1 rispetto all'oro e se l'oro oggi vale quasi 50 euro al grammo, allora l'ipotetico costo annuo dei peli facciali era davvero molto al di là delle tasche comuni. Chi pagava comunque otteneva come ricevuta un gettone metallico raffigurante una barba - in argento per gli aristocratici, in rame per la plebe, ça va sans dire.

Molti dei gettoni riportavano sul retro un'iscrizione in russo che diceva «la barba è un peso superfluo». Sono comprensibilmente rari al giorno d'oggi e molto ricercati dai collezionisti.

L'ipotesi corrente inglese non riguarda i peli facciali. Comporterebbe invece una sorta di monitoraggio degli acquisti alimentari allo scopo di poter «premiare», forse con sconti fiscali di qualche tipo, quelli che, secondo il tracciamento, fanno tanto movimento o comprano molte verdure e di «non premiare» - diciamolo così - i sedentari e chi invece insiste a consumare la carne.

Che il progetto vada a buon fine è improbabile. Tra l'altro, implicherebbe vietare subito anche l'utilizzo dei contanti. Altrimenti i furbastri userebbero i pagamenti elettronici per acquistare il verdume e la carta moneta per ingozzarsi di hamburger e patatine fritte.

Fonte
Amalia 52
00venerdì 6 agosto 2021 11:03
Credo che stiamo regredendo al tempo di Pietro il grande.Solo che non vengono controllati quelli con la barba. [SM=g27987]

L'ipotesi corrente inglese non riguarda i peli facciali. Comporterebbe invece una sorta di monitoraggio degli acquisti alimentari allo scopo di poter «premiare», forse con sconti fiscali di qualche tipo, quelli che, secondo il tracciamento, fanno tanto movimento o comprano molte verdure e di «non premiare» - diciamolo così - i sedentari e chi invece insiste a consumare la carne.
Giandujotta.50
00venerdì 6 agosto 2021 12:14
Non può essere vero... 😱
è una bufala

edit: cioè la bufala è che un governo moderno voglia usare un pass per altri scopi che non sia il vaccino...
non credo arrivino a tanto! su dai! 😊
Amalia 52
00venerdì 6 agosto 2021 12:44
Re:
Giandujotta.50, 06.08.2021 12:14:

Non può essere vero... 😱
è una bufala

edit: cioè la bufala è che un governo moderno voglia usare un pass per altri scopi che non sia il vaccino...
non credo arrivino a tanto! su dai! 😊




ItaliaOggi - Numero 179 pag. 12 del 31/07/2021
attualità estero


Vogliono stabilire una società migliore,quindi ogni mezzo per loro è lecito.Il loro governante e padre sa come portare l'umanità a ubbidirgli!😳


La storia abbonda di governi restii a cedere, a fine emergenza, i poteri acquisiti per contrastare gravi crisi sistemiche come guerre, crolli economici e, ovviamente, epidemie. Le misure «straordinarie» col tempo diventano permanenti e così pure i nuovi controlli sociali: spesso con ottime motivazioni, come la necessità di stabilizzare l'economia o, più in generale, di «ricostruire meglio».

Giandujotta.50
00venerdì 6 agosto 2021 13:12
si, l'articolo l'avevo letto..
devo trovare dove si parla del metodo per convincere le persone a non mangiare cibo spazzatura..

per ora ho letto qui:

www.repubblica.it/esteri/2021/03/29/news/londra_addio_patatine_fritte_johnson_inaugura_l_ufficio_governativo_della_svolta_salutista-29...
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