RAI: ZAIA, FICTION IN DIALETTO, ED E' POLEMICA

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(SimonLeBon)
00mercoledì 12 agosto 2009 08:41
Intervistato il noto linguista Lando Buzzanca!
2009-08-12 08:36
RAI: ZAIA, FICTION IN DIALETTO, ED E' POLEMICA
ROMA - Le fiction di grande ascolto targate Rai devono andare in onda in dialetto con i sottotitoli: ne è convinto il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, intervistato da Klaus Davi a 'Klauscondicio'. Dopo le gabbie salariali, e le bandiere e gli inni regionali, anche oggi ad animare il dibattito politico è una proposta del Carroccio. "Quando e se il Consiglio dei ministri della Repubblica italiana si terrà, con tanto di verbali annessi, nel dialetto del ministro proponente un provvedimento, si potrà senz'altro discutere di fiction dialettali", commenta ironico Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza, replicando così al ministro che vorrebbe 'Capri' in napoletano, 'Il commissario Montalbano' in siciliano, 'Gente di mare' in calabrese, 'Nebbie e delitti' in emiliano, 'Cuori rubati' in piemontese e 'Un caso di coscienza' in friulano

Per Zaia, la Rai "non fa nulla per promuovere la cultura locale". Il riferimento è in particolare a Raitre, che "doveva occuparsi della valorizzazione della lingua locale, della storia e della cultura delle diverse realtà regionali ed é invece diventata un canale fortemente ideologizzato che ha altri scopi". Ed è invece proprio attraverso Raitre che passa "la vera rivoluzione, la vera Perestrojka degli enti locali". Ma il ministro va oltre e auspica il dialetto anche nei programmi di prima serata e in radio. Per il vicepresidente della Vigilanza Giorgio Merlo (Pd), Zaia "confonde ferragosto con carnevale" e il servizio pubblico è "credibile se non diventa uno strumento secessionista da inserire nella politica italiana". E su Raitre dice: "Attendiamo con curiosità di sapere dal titolare delle politiche agricole a chi appartengono il Tg1, il Tg2, Rai 1 e Rai 2". Zaia ribatte: "La spartizione ora non riguarda più solo il Pci ma tutto il Pd e le sue correnti. Infatti a quanto si apprende da fonti giornalistiche, pare che sia necessario attendere la fine del congresso di ottobre per poter sapere a chi toccherà la guida della rete e quella del telegiornale". Interviene anche Franco Grillini, presidente di Gaynet (Associazione nazionale giornalisti gay), per il quale Zaia "vorrebbe una tv da Minculpop che imponga la cultura, se così si può dire, di chi governa e che coincide con il più trito clericalismo bigotto e bacchettone". "A Grillini - replica Zaia - ricordo che il 9 luglio Gianni Vattimo, più noto per i suoi outing che per il suo 'Pensiero debole', era a Rai2 per l'ultima omelia laicista su canali pubblici". Ma anche un esponente della maggioranza boccia la proposta di Zaia. "E' un'autentica fesseria da catalogare nelle boutade estive della Lega senza alcuna possibilità di applicazione", dice Italo Bocchino, presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, al quale il ministro risponde così: "Se fosse come dice lui il mondo si sarebbe perso la grande cultura napoletana di De Filippo, quella romanesca del Belli e quella lombarda del Porta". E se Alessandro Pignatiello (Pdci) accusa: "dal governo è in atto un attacco concentrico a Raitre, non gradita al potere mediatico del premier", Pancho Pardi (Idv) annuncia: "dedichiamo volentieri a Zaia il titolo di prima pagina del Vernacoliere di questo mese. Se non la capisce ci faremo carico volentieri di spiegargliela nel suo dialetto". Perplessità anche tra gli attori: per Lando Buzzanca, siciliano, che vedremo su Raiuno nella nuova serie di Io e mio figlio, si tratta di "una sciocchezza". Per Nancy Brilli, una delle Commesse della fortunata fiction di Raiuno, di "una provocazione che non capisce bene a che cosa punti".
barnabino
00mercoledì 12 agosto 2009 09:17
In certe regioni recuperare il dialetto non sarebbe sbagliato, visto che ormai lo parlano più in pochi... ma un dialetto non si impone con le fiction, oggi i giovani hanno il loro dialetto che non è più quello regionale ma quello su scala globale del web.

Detto questo non dobbiamo dimenticare che spesso la lingua diventa veicolo di ideologia politica, basti pensare al fascismo che aveva vietato le parole straniere. Sentendo certi discorsi della Lega è lecito il dubbio che dietro un'operazione in sé anche lodevole possano nascondersi motivazioni ideologiche e politiche verso spinte secessioniste.

Comunque a me opuscoli in friulano o in ladino non dispiacerebbero!

Shalom [SM=x69]
(SimonLeBon)
00mercoledì 12 agosto 2009 17:20
Re:
Barnabin non ti crucciare: ti consiglio "Che s'aspetta Dieu de nous" in rumantsch! E' disponibile da anni... [SM=g8121]

Simon
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