Räşad Niftäliyev viene multato e incarcerato per aver partecipato a riunioni religiose

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BRAUNSCHWEIG
00sabato 30 gennaio 2016 00:40
Räşad Niftäliyev viene multato e incarcerato per aver partecipato a riunioni religiose



Per la seconda volta in 14 mesi, Räşad Niftäliyev, ministro dei Testimoni di Geova, è finito in carcere perché non ha pagato delle multe comminategli per aver partecipato a riunioni religiose. Il 19 novembre 2015, un tribunale di Gäncä, in Azerbaigian, ha condannato Niftäliyev a 25 giorni di carcere per non aver coperto in maniera soddisfacente delle multe in cui era incorso per “aver organizzato e condotto riunioni religiose”.

Al momento, le sanzioni comminate a Niftäliyev ammontano a 9.450 manat (8.219 euro). Benché convinto che siano ingiuste, finora ha pagato in piccole rate, secondo i mezzi limitati di cui dispone.
Punito per aver assistito a una funzione religiosa

La circostanza che ha portato all’ultima incarcerazione di Niftäliyev è stata l’irruzione della polizia in un raduno a scopo religioso il 14 novembre 2015 a Gäncä, la seconda città dell’Azerbaigian. La polizia ha interrotto la funzione religiosa e ha condotto 27 persone alla stazione di polizia del distretto di Käpäz, a Gäncä. Qui la polizia ha accusato 12 di loro, incluso Niftäliyev, di violazione delle leggi sulla partecipazione a riunioni religiose. * In udienze a porte chiuse tenute tra il 18 e il 25 novembre, il tribunale del distretto di Käpäz, a Gäncä, ha comminato a nove persone una multa di 2.000 manat (1.799 euro) ciascuna per aver partecipato a un “raduno religioso tenuto senza il dovuto permesso”.

Il 19 novembre l’ufficiale giudiziario ha convocato Niftäliyev per chiedergli ragione del ritardo nel pagamento di cinque multe precedentemente comminategli per la medesima accusa negli scorsi cinque anni. Niftäliyev ha spiegato come si fosse impegnato per ottemperare ai pagamenti, nonché le proprie circostanze (cioè il suo basso reddito e la necessità di sostenere la madre malata), ma l’ufficiale giudiziario ha deferito la questione al tribunale. Discusso il caso in udienza, il tribunale del distretto di Käpäz, a Gäncä, ha subito incarcerato Niftäliyev. In seguito, il tribunale ha anche multato Niftäliyev per aver partecipato al raduno religioso del 14 novembre, contribuendo così a farne aumentare il debito; ciò si aggiunge all’ingiustizia di averlo punito perché aveva praticato la sua fede.
Interruzione di incontri religiosi

Quella del 14 novembre è stata l’ottava irruzione da parte della polizia di Gäncä in un raduno di Testimoni dal 2010. * Le irruzioni della polizia seguono lo stesso iter generale: un piccolo gruppo di Testimoni è radunato pacificamente in una casa privata; la polizia entra nella casa privata senza un mandato di perquisizione o l’ordine del tribunale, non si identifica in maniera appropriata né spiega il motivo della visita; gli agenti interrompono l’incontro, confiscano le Bibbie dei presenti e le pubblicazioni religiose, riprendono la scena e li insultano e minacciano verbalmente.

Gli agenti conducono tutti, inclusi bambini e anziani, alla stazione di polizia. Per la stessa giornata viene fissata un’udienza in aula, sebbene un tribunale possa dare alla persona la possibilità di contattare il proprio avvocato e concedere qualche giorno perché si prepari una difesa. In diverse occasioni i media locali hanno reso di dominio pubblico tali arresti e hanno perfino diffuso per televisione immagini dei Testimoni in attesa nella stazione di polizia.
La registrazione come ente legale: richiesta ma puntualmente respinta

Poiché i Testimoni di Gäncä non hanno potuto ottenere la registrazione come ente legale, le autorità dicono che i loro raduni religiosi sono illegittimi. Il tribunale del distretto di Käpäz, a Gäncä, ha addotto tale ragione nel sanzionare coloro che avevano partecipato al raduno del 14 novembre, affermando che “la comunità dei Testimoni di Geova non ha ottenuto da parte delle autorità competenti il permesso ufficiale per operare nella città di Gäncä”. *

Contrariamente a tale determinazione, non esiste in Azerbaigian alcuna legge per cui debba richiedersi un previo permesso dello Stato per incontrarsi a scopo religioso. L’articolo 21 della legge sulla libertà delle credenze religiose recita: “Gli atti di adorazione, [...] i riti e le cerimonie a scopo religioso saranno da compiersi liberamente nei luoghi di culto [...] nonché negli appartamenti e nelle case dei cittadini”.

I Testimoni di Geova sono registrati come ente legale a Baku, la capitale, e a Gäncä hanno presentato numerose richieste di registrazione fin dal 2010. La Commissione statale per i rapporti con le associazioni religiose, però, ha respinto ogni volta la domanda per presunti errori di natura tecnica oppure non ha risposto affatto. La più recente richiesta dei Testimoni, presentata a Gäncä il 10 novembre 2015, è ancora in sospeso.
Sforzi per risolvere la questione delle restrizioni alla libertà religiosa

Gli sforzi per incontrare i funzionari azeri vanno avanti, nel tentativo da parte dei Testimoni di Geova di ottenere la registrazione e di vedere maggiormente rispettati i diritti umani che li riguardano. Tuttavia, a causa delle costanti ingiustizie, vi sono 21 richieste da parte dei Testimoni in Azerbaigian pendenti presso la Corte europea dei diritti dell’uomo per fatti in cui le autorità hanno interferito con il loro diritto alla libertà di culto e alla libertà di professare ciò in cui credono.

I Testimoni di Geova chiedono che il governo azero estenda loro i diritti che le leggi nazionali garantiscono a tutti i cittadini (il che include la libertà di culto) e che smetta di punire dei fedeli sinceri come Niftäliyev.

www.jw.org/it/news/sviluppi-legali/per-area/azerbaigian/g%C3%A4nc%C3%A4-no-libert%C3%A0-religiosa-r%C3%A4%...
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