operman
00mercoledì 18 giugno 2008 17:16
18.06.2008 - 30.12.2008
Si riprende in questa cartella la trattazione della Scrittura del Giorno, con possibilità di commentarla ulteriolmente.
operman
00mercoledì 18 giugno 2008 17:18
Mercoledì 18 giugno 2008
Fa passare i miei occhi dal vedere ciò che è inutile. — Sal. 119:37.
Se ci soffermiamo su pensieri sbagliati possiamo arrivare a una condizione mentale in cui siamo disposti a rinunciare alla nostra preziosa relazione con Geova in cambio di qualcosa che non ci spetta. (Giac. 1:14, 15) Se invece temiamo Geova staremo alla larga — anche in senso letterale — da tutte le persone, i luoghi, le attività e le forme di svago che potrebbero farci abbassare la guardia in senso morale. (Prov. 22:3) Qualunque situazione imbarazzante o sacrificio la nostra scelta comporti, sarà ben poca cosa in paragone con il rischio di perdere il favore di Dio. (Matt. 5:29, 30) Di sicuro chi teme Dio non andrà mai deliberatamente alla ricerca di cose immorali, compresa qualsiasi forma di pornografia, ma al contrario farà ‘passare i suoi occhi dal vedere ciò che è inutile’. Se faremo così potremo aver fiducia che Geova ‘ci conserverà in vita’ e ci darà tutto ciò di cui abbiamo realmente bisogno.
— Sal. 84:11.
operman
00giovedì 19 giugno 2008 16:55
Giovedì 19 giugno 2008
Per mezzo di lui . . . abbiamo accesso presso il Padre mediante un solo spirito. — Efes. 2:18.
A chi si riferiva Paolo con le parole “per mezzo di lui”? A Gesù Cristo. In effetti possiamo rivolgerci liberamente al Padre solo per mezzo di Gesù. (Giov. 14:6; 15:16; 16:23, 24) Non dimentichiamo che l’incenso offerto dai sacerdoti israeliti rappresenta le preghiere che i fedeli servitori rivolgono a Dio e che egli accetta. A volte, però, Geova considerava ripugnanti le offerte di incenso degli israeliti, ad esempio quando bruciavano incenso nel tempio e al tempo stesso si inchinavano agli idoli. (Ezec. 8:10, 11) Anche oggi le preghiere di chi professa di servire Geova ma al tempo stesso si comporta in contrasto con le sue leggi diventano come un odore nauseante per lui. (Prov. 15:8) Continuiamo dunque a mantenerci puri sotto ogni aspetto in modo che le nostre preghiere siano per Dio come incenso profumato. — Giov. 9:31.
operman
00venerdì 20 giugno 2008 16:38
Venerdì 20 giugno 2008
Vattene . . . prima che la lite sia scoppiata. — Prov. 17:14.
Se gli animi si accendono e temete di non riuscire a padroneggiarvi, allontanatevi finché il pericolo non è passato. Che dire se siete cresciuti in una famiglia dove era normale usare parole aspre e ora anche voi avete l’abitudine di esprimervi in questo modo? Potete cambiare. In molti campi avete già fissato dei limiti e vi imponete di non comportarvi in una certa maniera. Quali limiti vi porrete per quanto riguarda il modo di parlare? Vi fermerete prima che le vostre parole diventino offensive? Vorrete sicuramente rispettare il limite menzionato in Efesini 4:29: “Non esca dalla vostra bocca nessuna parola corrotta”. A tal fine dovete ‘spogliarvi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestirvi della nuova personalità, che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò’. — Col. 3:9, 10.
operman
00sabato 21 giugno 2008 07:41
Sabato 21 giugno 2008
I giusti stessi possederanno la terra, e risiederanno su di essa per sempre. — Sal. 37:29.
Il primo e il secondo capitolo di Genesi spiegano che Dio preparò con molta cura la terra perché fosse la dimora dell’uomo. Alla fine del periodo creativo riguardante il nostro pianeta, tutto ciò che Dio aveva fatto era “molto buono”. (Gen. 1:31) Dio pose la prima coppia umana, Adamo ed Eva, nel bel giardino di Eden e diede loro buon cibo in abbondanza. Disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogatela”. Avrebbero avuto figli perfetti, esteso i confini di quel giardino a tutta la terra ed esercitato un amorevole dominio sulla creazione animale. (Gen. 1:26-28) È proposito di Geova che una famiglia umana perfetta viva sulla terra per sempre. Gli esseri umani sono stati creati per vivere per sempre su una terra paradisiaca. Questo è il proposito di Dio ed è ciò che la Bibbia insegna realmente!
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:41
Domenica 22 giugno 2008
Non ignoriamo i . . . disegni [di Satana]. — 2 Cor. 2:11.
Disgrazie, malattie o persecuzione possono sembrare così ingiuste. Pare che altri non siano toccati da problemi del genere. (Sal. 73:3-12) Qualche volta dovremmo farci queste domande fondamentali: ‘L’amore per Dio mi spinge a servirlo qualsiasi cosa accada? Desidero ardentemente dare a Geova la possibilità di “rispondere a chi Lo biasima”?’ (Prov. 27:11; Matt. 22:37) Non dobbiamo mai lasciare che le osservazioni sconsiderate degli altri ci inducano a dubitare del nostro Padre celeste. Per aiutarci Geova ci ha fornito una quantità di consigli saggi a cui attingere. Nella Bibbia si parla di uomini e donne fedeli che sopportarono difficoltà di ogni sorta. (Rom. 15:4) Potrebbe anche essere utile parlare della nostra situazione con anziani comprensivi o altri cristiani maturi. Soprattutto, grazie alla preghiera, possiamo contare sull’aiuto di Geova e del suo spirito santo. “Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che mi impartisce potenza”, scrisse Paolo. — Filip. 4:13
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:42
Lunedì 23 giugno 2008
Geova redime l’anima dei suoi servitori. — Sal. 34:22.
Verso la fine dei suoi 40 anni di regno il re Davide disse: “[Dio] redense la mia anima da ogni angustia”. (1 Re 1:29) Come Davide, presto chi teme Geova potrà pensare al passato e rallegrarsi di essere stato redento da ogni colpa causata dal peccato e di essere stato salvato da ogni avversità. La maggior parte dei cristiani unti ha già ricevuto la ricompensa celeste. “Una grande folla” di ogni nazione si sta unendo al rimanente dei fratelli di Gesù per servire Dio insieme a loro e perciò ha una condizione pura dinanzi a Geova. Questo è possibile perché i componenti di questa “grande folla” esercitano fede nel potere di redenzione del sangue versato da Gesù. Durante il futuro Regno millenario di Cristo i benefìci del sacrificio di riscatto saranno estesi loro in misura completa, elevandoli alla vita umana perfetta. (Riv. 7:9, 14, 17; 21:3-5) Il timore di Geova ci permette davvero di avere una vita felice già da ora e ci aiuta ad ‘afferrare fermamente la vera vita’, la vita eterna nel nuovo mondo di Dio. — 1 Tim. 6:12, 18, 19; Riv. 15:3, 4.
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:43
Martedì 24 giugno 2008
Ciascuno di voi ami individualmente sua moglie così come se stesso. — Efes. 5:33.
Un uomo nel pieno possesso delle sue facoltà mentali si farebbe intenzionalmente del male? Se inciampasse, si percuoterebbe il piede che l’ha fatto inciampare? Naturalmente no! Un marito umilia forse se stesso davanti agli amici o mette in piazza i propri difetti? No! Perché allora dovrebbe maltrattare la moglie, verbalmente o peggio ancora fisicamente, se lei commettesse uno sbaglio? Il marito non deve pensare solo ai propri interessi ma anche a quelli della moglie. (1 Cor. 10:24; 13:5) La notte prima della sua morte, quando lui e i suoi discepoli furono circondati da uomini armati, Gesù disse a quegli uomini: “Se . . . cercate me, lasciate andare questi”. Gesù pensò sempre al bene dei discepoli. Analizzando come Gesù trattò i discepoli, il marito troverà molti princìpi da applicare nella vita coniugale. — Giov. 18:1-9; Mar. 14:34-37, 41.
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:43
Mercoledì 25 giugno 2008
Felice è l’uomo che teme Geova. — Sal. 112:1.
La felicità non si trova dietro l’angolo. Per essere veramente felici bisogna fare le scelte giuste, agire rettamente ed evitare ciò che è sbagliato. Il nostro Fattore, Geova, ci ha dato la sua Parola, la Bibbia, per insegnarci quello che è in assoluto il miglior modo di vivere. Se ricerchiamo la sua guida e poi la seguiamo, mostrando così di temere Dio, possiamo essere veramente soddisfatti e felici. (Sal. 23:1; Prov. 14:26) Ci è utile leggere e meditare sugli esempi biblici e moderni indicanti che il vero timore di Dio dà sia la forza di resistere alle pressioni volte a farci agire male, sia il coraggio di fare ciò che è giusto. Da questi esempi comprendiamo che il santo timore può renderci felici spingendoci a correggere una condotta sbagliata, come dovette fare il re Davide. Capiamo anche che il timore di Geova è un’eredità davvero preziosa che i genitori possono trasmettere ai figli.
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:44
Giovedì 26 giugno 2008
Tu sarai con me in Paradiso. — Luca 23:43.
Che Geova brami, o desideri ardentemente, risuscitare i morti è evidente dalle parole ispirate del fedele Giobbe: “Se un uomo robusto muore, può egli tornare a vivere? Tutti i giorni del mio lavoro obbligatorio aspetterò, finché venga il mio sollievo. Tu chiamerai, e io stesso ti risponderò. Bramerai l’opera delle tue mani”. (Giob. 14:14, 15) Giobbe sapeva che, dopo avere cessato di vivere, avrebbe dovuto attendere per un certo periodo di tempo nel sonno della morte. Vedeva quel periodo di tempo come un “lavoro obbligatorio”, un periodo in cui sarebbe stato costretto ad attendere la liberazione. Considerava quella liberazione una cosa certa. Giobbe si rendeva conto che il sollievo sarebbe arrivato. Geova avrebbe ‘bramato’ di rivedere il suo fedele servitore. È suo ardente desiderio riportare in vita tutti i giusti. Darà anche ad altri la possibilità di vivere per sempre nel Paradiso sulla terra. (Giov. 5:28, 29) Dato che è sua volontà adempiere questo proposito, chi può fermarlo?
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:45
Venerdì 27 giugno 2008
Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini. — 1 Cor. 15:33.
Per seguire il principio contenuto nella scrittura di oggi bisogna evitare del tutto la compagnia di chi non è credente? La risposta scritturale a questa domanda è no. Infatti l’apostolo Paolo mostrò amorevole considerazione per “persone di ogni sorta”, compresi i non credenti. (1 Cor. 9:22) L’essenza stessa del cristianesimo richiede che ci interessiamo degli altri, compresi quelli che non condividono la nostra fede. (Rom. 10:13-15) In effetti, come possiamo seguire l’esortazione di ‘operare ciò che è bene verso tutti’ se ci isoliamo da quelli che potrebbero avere bisogno del nostro aiuto? (Gal. 6:10) C’è però una bella differenza tra essere amichevoli con un collega e stringere un’amicizia con lui. È qui che entra in gioco un altro principio biblico. L’apostolo Paolo avvertì i cristiani: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”. — 2 Cor. 6:14.
operman
00sabato 28 giugno 2008 17:46
Sabato 28 giugno 2008
Li farò rallegrare dentro la mia casa di preghiera. — Isa. 56:7.
Chi può avvicinarsi a Dio nel suo tempio spirituale? Nel tempio letterale sacerdoti e leviti avevano il privilegio di prestare servizio nel cortile interno, ma solo i sacerdoti potevano entrare nel Santo. I cristiani unti che hanno la speranza celeste godono di un’esclusiva condizione spirituale, prefigurata dal cortile interno e dal Santo, che permette loro di pregare e lodare Dio. Che dire delle “altre pecore”, coloro che hanno la speranza terrena? (Giov. 10:16) Il profeta Isaia indicò che “nella parte finale dei giorni” persone di molte nazioni sarebbero venute ad adorare Geova. (Isa. 2:2, 3) Inoltre scrisse che degli “stranieri” si sarebbero “uniti a Geova”. (Isa. 56:6) Com’è confortante sapere che tutti gli odierni servitori di Dio possono rivolgersi liberamente a lui con la piena fiducia di essere ascoltati!
operman
00lunedì 30 giugno 2008 16:49
Domenica 29 giugno 2008
Spera in Geova e osserva la sua via, ed egli ti esalterà per prendere possesso della terra. — Sal. 37:34.
Abbiamo ogni motivo per ‘rallegrarci nella speranza’. (Rom. 12:12) A tal fine, però, dobbiamo tenere viva nella mente la nostra speranza. Riflettete regolarmente sulla speranza che Dio vi ha dato? Vi vedete nel Paradiso, pieni di salute, liberi da ansie, circondati da persone a cui volete bene, mentre svolgete un lavoro che vi soddisfa completamente? Meditate sulle illustrazioni del Paradiso che si trovano nelle nostre pubblicazioni? Naturalmente il motivo principale per cui serviamo Geova è perché lo amiamo. (Mar. 12:30) Tuttavia è bene pensare con entusiasmo alla ricompensa. Anzi, Geova si aspetta che lo facciamo! (Ebrei 11:6) Quando vediamo in lui il Rimuneratore, dimostriamo di conoscere bene il nostro Padre celeste: egli è generoso e ama i suoi figli. Pensate a come saremmo infelici e ci scoraggeremmo facilmente se non avessimo “un futuro e una speranza”. — Ger. 29:11.
operman
00lunedì 30 giugno 2008 16:51
Lunedì 30 giugno 2008
Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse. — Matt. 18:17.
Che ci sarebbe stata una struttura organizzata come congregazione è evidente da ciò che si legge in Matteo 18:15-17. Qui Gesù osservò che a volte potevano sorgere problemi tra due componenti del popolo di Dio, se uno peccava in qualche modo contro l’altro. Chi aveva subìto il torto doveva avvicinare l’altro e ‘mettere a nudo la sua colpa’ privatamente, a quattr’occhi. Se questo non avesse risolto il problema, potevano essere interpellati uno o due altri che erano a conoscenza dei fatti. Se il problema rimaneva comunque irrisolto, si dovevano seguire le istruzioni contenute nella scrittura di oggi. Queste parole furono pronunciate da Gesù quando “la congregazione di Dio” era ancora costituita dagli ebrei, perciò si applicavano inizialmente a loro. (1 Cor. 11:22) Tuttavia, una volta istituita la congregazione cristiana, sarebbero state valide al suo interno.
operman
00mercoledì 2 luglio 2008 16:33
Martedì 1° luglio 2008
Non aver timore, Maria, poiché hai trovato favore presso Dio. — Luca 1:30.
Maria fu senz’altro incoraggiata e rafforzata sentendosi dire che aveva il favore di Dio. Poi l’angelo Gabriele, che era stato mandato da Dio, le disse: “Concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e dovrai mettergli nome Gesù”. (Luca 1:31) Un altro esempio di sostegno angelico si ebbe dopo che Gesù resisté alle tre tentazioni a cui Satana lo sottopose nel deserto. La Bibbia dice che dopo quelle prove “il Diavolo lo lasciò, ed ecco, vennero degli angeli e lo servivano”. (Matt. 4:1-11) Qualcosa di simile accadde la notte prima che Gesù morisse. Angosciato, Gesù si inginocchiò e pregò, dicendo: “‘Padre, se lo desideri, rimuovi da me questo calice. Tuttavia si compia non la mia volontà, ma la tua’. Quindi gli apparve un angelo dal cielo e lo rafforzò”. — Luca 22:42, 43.
operman
00mercoledì 2 luglio 2008 16:35
Mercoledì 2 luglio 2008
Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano di continuo del suo intendimento e delle sue risposte. — Luca 2:47.
Quando aveva 12 anni, Gesù accompagnò i genitori nel loro viaggio a Gerusalemme per celebrare la Pasqua. Durante il viaggio di ritorno, forse Giuseppe e Maria pensavano che Gesù fosse con i parenti, per cui all’inizio non si accorsero della sua assenza. Quando infine lo trovarono, tre giorni dopo, Gesù era nel tempio “seduto in mezzo ai maestri . . . ad ascoltarli e interrogarli”. (Luca 2:44-46) La parola greca usata qui potrebbe riferirsi al tipo di domande rivolte durante un processo e potrebbe perciò dare l’idea di un controinterrogatorio. Già da ragazzo, dunque, Gesù era diventato un bravo studente della Bibbia che lasciava meravigliati dotti maestri religiosi con la sua conoscenza della Bibbia! Come mai? Aveva il grande vantaggio di essere stato allevato da genitori timorati di Dio che gli avevano insegnato le Scritture fin dall’infanzia. — Eso. 12:24-27; Deut. 6:6-9; Matt. 1:18-20.
operman
00giovedì 3 luglio 2008 16:25
Giovedì 3 luglio 2008
Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli. — Riv. 11:15.
La sua vita come uomo preparò Gesù per il compito che Geova aveva in serbo per lui: quello di servire come Sommo Sacerdote e Re, della congregazione degli unti in primo luogo e poi del mondo. (Col. 1:13; Ebr. 7:26) Prima di venire sulla terra Gesù aveva già manifestato profondo interesse e grande affetto per il genere umano. (Prov. 8:31) Vivendo come uomo, Gesù poté comprendere più pienamente le prove che gli esseri umani affrontano servendo Dio. “[Gesù] dovette divenire simile ai suoi ‘fratelli’ sotto ogni aspetto”, scrisse l’apostolo Paolo, “affinché divenisse un sommo sacerdote misericordioso e fedele . . . Poiché in ciò che egli stesso ha sofferto essendo messo alla prova, può venire in aiuto di quelli che sono messi alla prova”. Gesù è in grado di “compatire le nostre debolezze” perché “è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato”. — Ebr. 2:17, 18; 4:15, 16.
operman
00venerdì 4 luglio 2008 12:55
Venerdì 4 luglio 2008
I viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla, né hanno più alcun salario. — Eccl. 9:5.
Poiché “non sono consci di nulla”, i morti non possono udire, vedere, parlare, provare sentimenti o formulare pensieri. Non ricevono più alcun salario. E come potrebbero? Non sono in grado di svolgere alcun lavoro! Inoltre “il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti”, nel senso che non possono esprimere alcun sentimento. (Eccl. 9:6, 10) Ciò che la Bibbia dice a questo riguardo è semplice e chiaro: i morti non continuano a vivere in qualche luogo. Non c’è una parte di noi che alla morte lasci il corpo e continui a vivere, magari per rinascere in un altro corpo, come sostiene chi crede nella reincarnazione. Potremmo illustrare il concetto con un esempio: La nostra vita è come la fiamma di una candela. Quando la candela si spegne, la fiamma non va da nessuna parte. Semplicemente non c’è più.
operman
00sabato 5 luglio 2008 17:19
Sabato 5 luglio 2008
Prendete a modello di sofferenza del male e di esercizio della pazienza i profeti, che parlarono nel nome di Geova. — Giac. 5:10.
Nel corso dei secoli molti servitori di Dio sono stati perseguitati senza motivo. L’esempio di questo “gran nuvolo di testimoni” ci può incoraggiare a continuare a correre con perseveranza la corsa cristiana. (Ebr. 11:32-38; 12:1) Nella storia biblica, Giobbe si distingue per la sua perseveranza. “Ecco, noi dichiariamo felici quelli che hanno perseverato”, scrisse Giacomo. “Voi avete udito della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che Geova diede, che Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. (Giac. 5:11) La vicenda di Giobbe ci dà un’idea della ricompensa riservata ai fedeli, che Geova benedice. Soprattutto rivela verità che ci saranno utili nei periodi di avversità. Il libro di Giobbe fa parte delle Scritture ispirate che possono prepararci “per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:16, 1
operman
00domenica 6 luglio 2008 17:10
Domenica 6 luglio 2008
Non siete nelle tenebre, così che quel giorno venga su di voi come su dei ladri. — 1 Tess. 5:4.
Le profezie bibliche indicano chiaramente che siamo molto inoltrati nel tempo della fine. Abbiamo bisogno come non mai di accrescere il nostro senso di urgenza. In tempo di pace un soldato non si sente teso e in pericolo come durante una battaglia. Tuttavia, se non avverte la necessità di stare all’erta e viene all’improvviso chiamato all’azione, probabilmente non sarà preparato, e le conseguenze potrebbero essere fatali. Si può dire la stessa cosa in senso spirituale. Se perdiamo a poco a poco il senso di urgenza, potremmo non essere preparati a respingere gli attacchi che subiamo ed essere colti alla sprovvista quando infine arriverà il giorno di Geova. (Luca 21:36) Se qualcuno ‘si è ritratto dal seguire Geova’, adesso è il momento che cerchi di nuovo Geova. (Sof. 1:3-6; 2 Tess. 1:8, 9) Non è strano che l’apostolo Pietro ci esorti a tenere bene in mente “la presenza del giorno di Geova” e a compiere “santi atti di condotta e opere di santa devozione”! — 2 Piet. 3:11, 1
operman
00lunedì 7 luglio 2008 10:03
Lunedì 7 luglio 2008
Non devi essere che gioioso. — Deut. 16:15.
Dopo il giorno di espiazione gli israeliti celebravano la festa delle capanne, la più gioiosa del calendario ebraico. (Lev. 23:34-43) La festa si svolgeva dal 15 al 21 etanim, e il ventiduesimo giorno del mese si concludeva con un’assemblea solenne. Segnava la fine della raccolta dei prodotti agricoli ed era un tempo in cui rendere grazie per la grande bontà di Dio. Doveva essere un’occasione davvero felice! Durante quella festa gli israeliti dimoravano in capanne per sette giorni. Questo ricordava loro che un tempo avevano abitato in capanne nel deserto. La festa dava loro molti motivi per riflettere sul modo in cui Geova, come un padre, si era preso cura di loro. (Deut. 8:15, 16) E il fatto che tutti, ricchi e poveri, dimorassero in capanne dello stesso tipo ricordava agli israeliti che in relazione alla festa erano tutti uguali. — Nee. 8:14-16.
Cromatiste
00mercoledì 9 luglio 2008 10:43
Martedì 8 luglio
Benché non . . . abbiate mai visto [Gesù], voi lo amate. — 1 Piet. 1:8.
Non è commovente leggere della compassione che Gesù mostrò riportando in vita il figlio unico di una vedova? (Luca 7:11-15) Non ci rincuora sapere che il Figlio di Dio, il più grande uomo che sia mai esistito, lavò umilmente i piedi ai suoi discepoli? (Giov. 13:3-5) Non è toccante sapere che Gesù, pur essendo più importante e più saggio di chiunque altro, era avvicinabile e metteva tutti a loro agio, compresi i bambini? (Mar. 10:13, 14) Più cresce il nostro amore per Gesù, più cresce il nostro amore per Geova. Questo amore si intensifica quando meditiamo sui doni che amorevolmente Dio ci ha fatto perché godessimo la vita: la bellezza del creato, l’infinita varietà di cibi deliziosi, la piacevole compagnia di cari amici, e innumerevoli altre cose che sono fonte di piacere e soddisfazione. (Atti 14:17) Pensiamo anche a tutte le cose che Geova ha fatto per ciascuno di noi. Non siete d’accordo che merita il nostro amore? w06 1/12 1:16, 17
Cromatiste
00mercoledì 9 luglio 2008 10:43
Mercoledì 9 luglio
La loro mente e la loro coscienza sono contaminate. — Tito 1:15.
Se vogliamo rimanere nell’amore di Dio non possiamo permettere che la nostra coscienza diventi insensibile al peccato. Ovviamente non dobbiamo accettare le basse norme morali del mondo e dobbiamo stare attenti alle scelte che facciamo, ad esempio in quanto ad amicizie, letture e svaghi. Paolo avvertì: “In successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate e a insegnamenti di demoni, mediante l’ipocrisia di uomini che diranno menzogne, segnati nella loro coscienza come da un ferro rovente”. (1 Tim. 4:1, 2) Tale coscienza non sarebbe più in grado di avvertirci di stare alla larga dagli apostati e da situazioni che potrebbero farci allontanare dalla fede. La nostra salvezza dipende dall’avere una coscienza pura. (1 Piet. 3:21) Se peccassimo volontariamente la nostra coscienza si contaminerebbe e non saremmo più persone pure, idonee per servire Dio. Ma con l’aiuto di Geova possiamo avere una coscienza pura. w06 15/11 1:15, 16
operman
00giovedì 10 luglio 2008 17:28
Giovedì 10 luglio 2008
Non contristate lo spirito santo di Dio. — Efes. 4:30.
Nella vita dei cristiani unti e dei loro compagni c’è una forza che sicuramente essi considerano sacra: lo spirito santo. Questo spirito è la forza attiva di Geova, e visto che opera sempre in armonia con la volontà dell’Iddio che è santo, a buon diritto è chiamato “spirito santo”, o “lo spirito di santità”. (Giov. 14:26; Rom. 1:4) Mediante lo spirito santo Geova dà ai suoi servitori la forza necessaria per predicare la buona notizia. (Atti 1:8; 4:31) Geova dà il suo spirito a “quelli che gli ubbidiscono quale governante”, a quelli che ‘continuano a camminare secondo lo spirito’ e non secondo desideri carnali. (Atti 5:32; Gal. 5:16, 25; Rom. 8:5-8) Questa forza potente permette ai cristiani di produrre “il frutto dello spirito”, che consiste in qualità eccellenti, e di compiere “santi atti di condotta e opere di santa devozione”. (Gal. 5:22, 23; 2 Piet. 3:11) Se consideriamo sacro lo spirito santo eviteremo di fare qualunque cosa potrebbe contristarlo, ovvero ostacolarne l’operato nella nostra vita.
operman
00giovedì 17 luglio 2008 17:50
Venerdì 11 luglio 2008
Tutte le mogli stesse [rendano] onore ai loro proprietari, sia al grande che al piccolo. — Est. 1:20.
Quando un re persiano si trovò di fronte a un problema matrimoniale, uno dei suoi consiglieri di fiducia di nome Memucan diede la suddetta raccomandazione. Nei matrimoni cristiani la moglie non ha bisogno che qualche re umano le imponga di onorare il marito; è lei stessa che desidera farlo. In maniera simile, il marito cristiano dà onore alla moglie e la loda. (Prov. 31:11, 30; 1 Piet. 3:7) Per mostrarsi onore all’interno del matrimonio non bisogna aspettare che passino anni. Tale onore dovrebbe essere evidente fin dall’inizio, fin dal giorno delle nozze. Se un anziano cristiano pronuncia un discorso di matrimonio, anche questo dovrebbe essere onorevole e dignitoso. Si sforzerà di essere caloroso ed edificante, dando risalto all’Istitutore del matrimonio e ai suoi eccellenti consigli. Pronunciando un discorso di matrimonio dignitoso, l’anziano contribuirà a far sì che la cerimonia nuziale onori Geova Dio.
operman
00giovedì 17 luglio 2008 17:52
Sabato 12 luglio 2008
La mia anima si vanterà in Geova; i mansueti udranno e si rallegreranno. — Sal. 34:2.
Davide qui non si stava vantando di qualche successo personale. Ad esempio, non si vantò del modo in cui aveva ingannato il re di Gat. Si rendeva conto che Geova l’aveva protetto durante la sua permanenza a Gat e che se si era salvato era grazie al suo aiuto. (Prov. 21:1) Perciò Davide si vantava non di se stesso, ma “in Geova”. In questo modo i mansueti venivano attratti a Geova. Anche Gesù magnificò il nome di Geova, attirando al Padre persone umili e ammaestrabili. Oggi persone mansuete provenienti da tutte le nazioni vengono attratte alla congregazione internazionale di cristiani unti, il cui Capo è Gesù. (Col. 1:18) Questi mansueti sono profondamente toccati quando sentono che il nome di Dio viene glorificato dai suoi umili servitori e quando odono il messaggio della Bibbia, che riescono ad afferrare grazie all’aiuto dello spirito santo di Dio. — Giov. 6:44; Atti 16:14.
operman
00giovedì 17 luglio 2008 17:52
Domenica 13 luglio 2008
In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me. — Matt. 25:40.
Le altre pecore riconoscono di avere tratto grande beneficio dai diligenti sforzi dello schiavo fedele nel provvedere loro cibo spirituale al tempo opportuno. Riconoscono umilmente che se non fosse per lo schiavo fedele e discreto saprebbero poco o nulla di preziose verità bibliche come la sovranità di Geova, la santificazione del suo nome, il Regno, i nuovi cieli e la nuova terra, e non conoscerebbero neppure la verità sull’anima, sulla condizione dei morti, sull’identità di Geova e di suo Figlio e sullo spirito santo. Mosse da sincera gratitudine e lealtà, le altre pecore sostengono amorevolmente gli unti “fratelli” di Cristo sulla terra in questo tempo della fine. Dal momento che il loro numero diminuisce, oggi gli unti non possono essere presenti in tutte le congregazioni per assicurare la gestione degli averi di Cristo. Perciò il Corpo Direttivo nomina uomini delle altre pecore perché prestino servizio in incarichi di sorveglianza.
operman
00giovedì 17 luglio 2008 17:53
Lunedì 14 luglio 2008
Quando il Figlio dell’uomo arriverà, troverà veramente la fede sulla terra? — Luca 18:8.
Gesù non rispose a questa domanda; voleva che i discepoli riflettessero sulla qualità della loro fede. Tale fede si stava a poco a poco indebolendo, così che correvano il pericolo di tornare alle cose lasciate dietro? O avevano il tipo di fede dimostrato dalla vedova dell’illustrazione di Gesù sul giudice ingiusto? (Luca 18:2-5) Anche noi dovremmo chiederci: ‘Che tipo di fede trova “il Figlio dell’uomo” nel mio cuore?’ Oggi i servitori di Dio possono avere fiducia che Egli renderà loro giustizia, anche se ci vuole più tempo di quanto si aspettavano. Dimostrano inoltre fiducia nelle promesse di Dio pregando con insistenza, anzi, ‘gridando a Geova giorno e notte’. (Luca 18:7) Effettivamente, se un cristiano smettesse di pregare perché venga fatta giustizia mostrerebbe di non avere più fiducia che Geova agirà a favore dei suoi servitori
operman
00giovedì 17 luglio 2008 17:54
Martedì 15 luglio 2008
Abdia stesso aveva mostrato di avere grande timore di Geova. — 1 Re 18:3.
Il devoto Abdia visse al tempo del profeta Elia e di Acab, re del regno settentrionale di Israele. Izebel, la moglie di Acab, acerrima nemica di Geova, cercava di estirpare la vera adorazione dal paese. Per questo assassinò alcuni profeti di Geova e tentò persino di uccidere Elia. Subito dopo che Izebel ebbe assassinato i profeti di Geova, “Abdia prendeva cento profeti e li nascondeva cinquanta alla volta in una caverna, e li sostentava con pane e acqua”. (1 Re 18:4) Come potete immaginare, sfamare di nascosto cento uomini significava correre molti rischi. Ma il santo timore gli dava il coraggio necessario per vincere il timore dell’uomo. Abdia è un ottimo esempio per tutti noi, soprattutto per quelli che per adorare Geova mettono a repentaglio la propria libertà o addirittura la vita. — Matt. 24:9
operman
00giovedì 17 luglio 2008 17:55
Mercoledì 16 luglio 2008
Non siate ansiosi di nulla, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio con preghiera e supplicazione insieme a rendimento di grazie. — Filip. 4:6.
L’apostolo Paolo esortò così i cristiani del suo tempo. Nella Bibbia troviamo molti esempi di persone che confidarono i loro problemi a Dio. Tra loro ci sono Anna, Elia, Ezechia e Daniele. (1 Sam. 2:1-10; 1 Re 18:36, 37; 2 Re 19:15-19; Dan. 9:3-21) Dovremmo seguirne l’esempio. Notate inoltre che le parole di Paolo indicano che le nostre preghiere possono assumere varie forme. Una di queste è il rendimento di grazie, cioè la preghiera in cui esprimiamo gratitudine per quello che Dio fa per noi. Il rendimento di grazie può essere accompagnato da lodi. La supplicazione è un’implorazione umile e sincera. Possiamo anche formulare richieste specifiche. (Luca 11:2, 3) Il nostro Padre celeste è lieto di ascoltare quando ci rivolgiamo a lui in questi modi. Valiamoci di questo mezzo straordinario.