Correzione ed avvertimento
snob., 11/03/2015 17:53:
Salve. Codesta israeliana d.o.c. dice che in ebraico non esiste il presente che va reso solo al participio, ovvero "io volente, io scrivente etc". Se non c'è la coniugazione al participio, il tempo si chiama futuro o passato, inequivocabilmente. Per quanto riguarda il verbo essere invece, non esiste neanche il participio ed è sempre sott'inteso al presente. Per esempio "io sono" si dice "ani". Ehyeh significa inequivocabilmente "sarò".
Devo correggermi: in ebraico non esiste proprio il presente ("indicativo") perciò non è neanche sott'inteso. Tecnicamente "ani = Io l'ente...etc". Non esistendo l'indicativo, l'unico modo per tradurlo al presente
letteralmente in ebraico sarebbe di dire il "presente", passato e futuro insieme, per esempio "Io corro = io correvo, corrente e correrò", e così via. Quindi "io sono" si direbbe "ani asher hayìti ve'sceheyeh (io l'ente che ero e che sarò)".
Poi un'altra cosa, attenti a delle fonti che girano nel web perché fanno disinformazione sull'ebraico dicendo che esistono due tempi perfetto ed imperfetto, e che quest'ultimo non chiarisce se si tratti di futuro o di presente. Ebbene questo è un falso.