IL PENSIERO DI DURKHEIM
"La società non è una semplice somma di individui; al contrario, il sistema formato dalla loro associazione rappresenta una realtà specifica dotata di caratteri propri. Indubbiamente nulla di collettivo può prodursi se non sono date le coscienze particolari: ma questa condizione necessaria non è sufficiente. Occorre pure che queste coscienze siano associate e combinate in una certa maniera; da questa combinazione risulta la vita sociale, e di conseguenza è questa che la spiega. Aggregandosi, penetrandosi, fondendosi, le anime individuali danno vita ad un essere (psichico, se vogliamo) che però costituisce un’individualità psichica di nuovo genere". (Le regole del metodo sociologico, V, p. 102)
Emile Durkheim si può a giusto titolo considerare il padre della sociologia come scienza: è infatti il primo a pubblicare uno studio condotto sul campo (Il suicidio) nonchè a teorizzare una metodologia specifica per la ricerca sociologica che smetta di scimmiottare le scienze "dure" (come avrebbe voluto Auguste Comte).
Ne "La divisione del lavoro sociale" (1893), D. si chiede come possa la società stare in piedi laddove i legami di solidarietà meccanica (tipica delle società di ancient règime) sono venuti meno, e trova la risposta in quella che lui definisce
solidarietà organica: essa si manifesta attraverso la differenziazione di funzioni specializzate (altrimenti detta divisione del lavoro) che implica la cooperazione cosciente e libera degli agenti sociali, quindi lo sviluppo della contrattualizzazione delle relazioni sociali e la nascita dello Stato moderno democratico, centralizzato, gestionale, e la conseguente concezione dell’individuo come persona. In quest’ambito prevale l’adozione di un diritto di tipo restituivo (o privato).
Dal pensiero di Durkheim si sviluppa il funzionalismo di Talcott Parsons, di cui parleremo più in là.
IL PENSIERO DI MAX WEBER
Parlare di Max Weber come di un sociologo è sminuirne la grande figura intellettuale, quella che avrebbe potuto salvare la Germania dalla barbarie nazista se solo fosse vissuto un po' più a lungo e se fosse stato ascoltato (disse in una delle sue ultime lezioni, nel 1922, ai suoi studenti: "Voi credete di essere in cerca di un leader, invece state cercando un capo, e vi ritroverete con un Fuhrer).
Weber definiva la sociologia come lo studio dell'agire sociale, cioè di quell'agire che si riferisce all'agire di altri individui. L'oggetto della sociologia è quindi l'atteggiamento umano in quanto fornito di senso, vale a dire di un termine di riferimento e di una direzione rispetto ad esso, e in quanto mostra nel suo corso connessioni e regolarità al pari di ogni altro accadere. Si tratta di una disciplina che ha come scopo la ricerca di uniformità di comportamenti, e quindi la formulazione di generalizzazioni, e in questo si avvicina alla scienza naturale. Dalla scienza naturale però si distingue per il procedimento, che richiede il ricorso alla comprensione , dato che le connessione e le regolarità dell'atteggiamento devono essere interpretate: non sono leggi come quella della sociologia positivistica, ma uniformità espresse in forma di tipi ideali e constatabili empiricamente.
Bene, questo è un riassuntino veloce, ma credo renda l'idea. Il resto, alle prossime puntate...