Terremoti - I terremoti del Tirreno

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
anto_netti
00martedì 31 gennaio 2017 09:14
I terremoti che interessano il Tirreno, sono di natura diversa da quelli dell’Appennino e dell’Adriatico, essendo il Mar Tirreno appartenente ad una placca interamente di origine vulcanica.

L’origine del Tirreno si inquadra in un ampio processo geologico che ha interessato tutta l’area mediterranea, legato alla convergenza tra la placca tettonica Eurasiatica e quella Africana.
Il processo, iniziato 10 milioni di anni fa, contemporaneamente alla costruzione dei rilievi montuosi della catena appenninica, è contraddistinto da vulcanismo.

www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/vulcani_sottomarini.wp

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 31 gennaio 2017 09:19
Nel Mar Tirreno vi sono numerosi vulcani interamente sottomarini. Il gigante sottomarino più pericoloso è il supervulvano Marsili, molto al largo delle coste della Sicilia, della Calabria e della Campania.

www.nauticareport.it/dettnews.php?idx=3723&pg=4166

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 31 gennaio 2017 09:22
Il supervulcano Marsili

Il Marsili è un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all'arco insulare Eoliano. Si trova a circa 140 km a nord della Sicilia ed a circa 150 km ad ovest della Calabria ed è il più esteso vulcano d'Europa.

È stato indicato come potenzialmente pericoloso, perché potrebbe innescare un maremoto che interesserebbe le coste tirreniche meridionali.

Nel settembre 2016, in concomitanza con le numerose attività telluriche in Appennino centrale, il vulcano ha originato un sisma di magnitudo 3.2, con ipocentro a circa 4 km di profondità.

it.wikipedia.org/wiki/Marsili

www.meteoweb.eu/foto/vulcano-marsili-quello-ce-sapere-sul-gigante-sommerso-nel-basso-tirreno/id/7...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 31 gennaio 2017 09:33
I vulcani sottomarini

Non tutti sanno, invece, che a due passi dalle coste dell’Italia si nasconde il vulcano più esteso d’Europa: il Marsili. E’ un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare delle Eolie. Si trova a circa 140 km a Nord della Sicilia e a circa 150 km a Ovest della Calabria. Il vulcano Marsili misura 70 km di lunghezza e 30 di larghezza, pari a 2.100 km quadrati di superficie.
Il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno, insieme ad altri due: il vulcano Magnaghi e ilvulcano Palinuro. Il Magnaghi è un vulcano sottomarino italiano sempre nell’Arco eoliano. Ha un’età stimata in tre milioni di anni e si trova 220 km a Sud-Est di Napoli. Si eleva in profondità fra 1.465 e 3.000 m per un’altitudine equivalente di poco più di 2.500 metri. Il Palinuro è un vulcano sottomarino a circa 65 km dalle spiagge del Cilento. La sommità del Palinuro è visibile a 100 metri sotto il livello del mare. E’ un vulcano attivo che potrebbe essere molto dannoso per la costa tirrenica meridionale in caso di eruzione.

siviaggia.it/varie/vulcani-piu-pericolosi-mondo-non-si-vedono-ma-sono-atti...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 31 gennaio 2017 09:45
Il 30 Gennaio 2017, 60 eventi sismici sull'Etna e nelle zone vicine l'Etna. Ci troviamo tra la congiunzione tra la placca dell'Appeninino e la placca vulcanica del Tirreno.

Qualcuno dice: "Per fortuna che L'Etna, fa da valvola di sfogo e ogni tanto libera tutta quell'energia, che se non fosse liberata, potrebbe far esplodere i vulcani più pericolosi"

Terremoto, 60 eventi sismici sull’Etna: evacuate scuole ma per Ingv “l’attività nella norma”

www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/30/terremoto-60-eventi-sismici-sulletna-evacuate-scuole-ma-per-ingv-attivita-nella-norma/...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00lunedì 6 febbraio 2017 13:25
Il 28 Ottobre 2016 alle ore 22:02 è avvenuto un terremoto di magnitudo 5.7 della scala Richter, nel Tirreno ad una profondità di 470 km. Nelle vicinanze del vulcano Marsili. Ma da non attribuire al Marsili.

Il 29 Ottobre 2016 alle ore 13:58 è avvenuto un terremoto di magnitudo 4.3 della scala Richter, in provincia di Potenza ad una profondità di 270 km.

La grande profondità, caratterizza questi terremoti tipici del Tirreno. A differenza di quelli dell'Appennino e dell'Adriatico che sono superficiali. Possono raggiungere anche una profondità di 600 km.

Terremoti profondi nel mar Tirreno, 28 e 29 ottobre 2016

ingvterremoti.wordpress.com/2016/10/29/terremoti-profondi-nel-mar-tirreno-28-e-29-ottob...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00lunedì 6 febbraio 2017 13:44
Il 3 Febbraio 2017, é avvenuta una sequenza sismica sul Tirreno della costa laziale meridionale (Latina), interessando l'isola di Ponza. La più forte scossa è avvenuta alle ore 22:33 ed è stata di magnitudo 3.7 della scala Richter. Ipocentro ad una profondità di 12 km.

Il terremoto si è avvertito nel Lazio, paura a Latina, Terracina, Formia, Gaeta e Sabaudia.

Terremoto nel mare pontino: scosse al largo dell'isola di Ponza

www.latinatoday.it/cronaca/terremoto-mare-ponza-3-febbraio-2...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 28 febbraio 2017 10:49
Il 27 Febbraio 2017 alle ore 6:20 terremoto di magnitudo 4.0 della scala Richter nelle Isole Eolie provincia di Messina. Ipocentro a 12 km di profondità.

cnt.rm.ingv.it/event/13851131

Ciao
anto_netti
anto_netti
00venerdì 10 marzo 2017 09:06
Terremoti, 4 scosse in pochi minuti in mare in Calabria

Quattro scosse di terremoto, una delle quali di magnitudo 3.3, sono state registrate in mare, a pochi minuti l’una dall’altra, al largo della Calabria, ad una settantina di chilometri da Lamezia Terme

Quattro scosse di terremoto, una delle quali di magnitudo 3.3, sono state registrate in mare, a pochi minuti l’una dall’altra, al largo della Calabria, ad una settantina di chilometri da Lamezia Terme. Le scosse non hanno creato problemi. Secondo i rilevamenti della sala sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, le scosse si sono verificate alle 18.13, 18.21, 18.23 e 18.34 con magnitudo, rispettivamente, di 2.7, 3.3, 2.3 e 2.3 con epicentro a oltre 20 chilometri di profondità.

www.strettoweb.com/2017/03/terremoti-4-scosse-in-pochi-minuti-in-mare-in-calabria-mappe-e-dati-ingv...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 4 aprile 2017 09:18
Il 26 Marzo 2017, alle ore 8:11, terremoto di magnitudo 3.5 della scala Richter, nel Tirreno meridionale. Ipocentro a 29 km di profondità.

Possiamo vedere che nelle coste tirreniche i terremoti sono superficiali. Mentre al largo del Mar Tirreno sono molto profondi. Interessando le zone vulcaniche sottomarine. Anche se non sempre la loro origine può essere vulcanica. Spesso è dovuto anche al movimento di faglie.

cnt.rm.ingv.it/event/14418901

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 9 maggio 2017 13:52
Il 7 Maggio 2017, alle ore 9:42, scossa di terremoto nel Mar Tirreno Meridionale di magnitudo 2.6 della scala Richter. Ipocentro a 30 km di profondità.

Il 7 Maggio 2017, alle ore 13:57, scossa di terremoto nelle Isole Eolie di magnitudo 3.0 della scala Richter. Ipocentro a 189 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 13 giugno 2017 09:30
Il 13 Giugno 2017, alle ore 7:17, scossa di terremoto nella Costa Calabra Nord Occidentale. Magnitudo 3.2 della scala Richter. Ipocentro a 275 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00mercoledì 23 agosto 2017 10:24
Il 21 Agosto 2017, alle ore 20:57, scossa di terremoto a Ischia e costa flegrea in provincia di Napoli. Magnitudo 4.0 scala Richter. Ipocentro a 5 km di profondità.

Il 22 Agosto 2017, alle ore 1:44, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 2.8 della scala Richter. Ipocentro a 296 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00venerdì 25 agosto 2017 09:27
Terremoti e vulcani, il binomio che complica i calcoli degli scienziati

In via teorica, spiega l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, le scosse possono destabilizzare Ischia e i Campi Flegrei. Per il momento tutto è tranquillo, ma gli occhi degli scienziati sono concentrati su quest'area imprevedibile e difficile da studiare

di ELENA DUSI

Un terremoto su un vulcano non è un evento come gli altri, per i sismologi. L’origine è più incerta, la magnitudo difficile da calcolare, gli sciami imprevedibili. Gli strati di terreno leggeri e franosi, in superficie, possono amplificare gli effetti della scossa. “E sismi importanti, in linea teorica, possono anche destabilizzare i vulcani. Nel caso dei Campi Flegrei siamo già in uno stato di attenzione dal 2012” spiega Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). “In queste ore non ci sono stati segnali anomali. Ma abbiamo avuto casi nel mondo, ad esempio a Yellowstone, in cui una scossa a centinaia di chilometri ha scatenato sciami sismici sui vulcani” prosegue Bianco.

Il primo assaggio di quanto insidiosi possano essere i terremoti in queste zone l’ha avuto Antonio Piersanti. Il sismologo dell’Ingv era il funzionario che lunedì sera, con i suoi colleghi di turno, per primo ha notato il sismografo che oscillava. “Non mi ero allarmato in modo particolare” racconta. “Pensavo di avere di fronte un terremoto normale, di magnitudo bassa. Quando la Protezione Civile ha chiamato per dire che c’erano palazzi crollati e persone sotto alle macerie sono rimasto di sasso. Ad Amatrice il senso del dramma ci è piovuto addosso immediatamente. Qui no, ci sono voluti molti minuti prima di realizzarne la portata”.

Anche il ricalcolo delle magnitudo nelle prime ore dopo la scossa, in una situazione così “magmatica”, fa parte della norma. “La prima stima arriva in pochi minuti dagli algoritmi” spiega Piersanti. “Poi il calcolo viene di nuovo effettuato a mano, ed è in genere più preciso”. La prima stima dell’Ingv, lunedì sera, parlava di una magnitudo locale di 3.6. Un paio d’ore più tardi, per misurare l’energia sprigionata dalla scossa si è passati (ragioni tecniche) a un tipo di misurazione “sorella”: quella magnitudo durata che è usata pochissimo nei terremoti che avvengono in ambienti normali. Il dato è stato rivisto al rialzo, passando a 4.0 e avvicinandosi ai valori misurati dai sismografi americani dell’Usgs (4.2 di magnitudo momento, un altro tipo di misurazione simile) e da quelli europei dell’Emsc (4.3 di magnitudo volume). “La magnitudo durata – spiega Piersanti – rispetto alle altre due tiene anche conto della durata della scossa registrata dai sismogrammi. Nel caso di Ischia la durata del segnale è stata dell'ordine dei cento secondi. Ovviamente un uomo è meno sensibile degli strumenti. La sua percezione delle scosse è molto più breve”.

Per definire con accuratezza ancora maggiore il punto d’origine della scossa e l’energia liberata bisogna conoscere la velocità con cui le onde sismiche hanno raggiunto i sismografi. E questa velocità è funzione del tipo di rocce che le onde attraversano. “I modelli informatici più semplici usano un valore medio per ogni tipo di roccia” spiega Piersanti. “Quelli più accurati distinguono, zona per zona, come sono composti superficie e sottosuolo. Nel caso dei vulcani, dove la propagazione delle onde sismiche è molto, molto complessa, si usano modelli ancora più avanzati”. Più il software è raffinato, però, più richiede tempo, capacità di calcolo e attenzione da parte dell’uomo. “Per operare al massimo della rapidità, in sala sismica, dobbiamo per forza accettare una certa approssimazione. Nei prossimi mesi non smetteremo di studiare ancora più a fondo il terremoto di Ischia per svelarne tutti i dettagli” prosegue Piersanti.

Il futuro dello sciame - imprevedibile sempre - lo è ancora di più in presenza di un vulcano. “Quello di Ischia è un sistema in genere molto stabile” spiega Bianco. “Scosse rare e piccole, solo una leggera subsidenza dell’isola, specialmente nella parte sud. Nessuna anomalia delle emissioni geochimiche. Poi, lunedì, è arrivata la scossa”. Alla stessa subdola maniera il terremoto-vulcano aveva piazzato la sua zampata nel 1883 e poi ancora nel 1980, quando sismi anche allora relativamente modesti (le case in Italia cominciano a crollare sopra a una magnitudo 5.5) fecero diverse migliaia di vittime. “Il giorno successivo alla scossa principale – prosegue Bianco – abbiamo avuto una trentina di scosse di assestamento di magnitudo minima, intorno a 1. Poi siamo tornati al silenzio normale. Ma per i prossimi giorni non sappiamo fare previsioni”.

Gli epicentri di queste scosse, in mare, circa 3 chilometri a nord di Lacco Ameno, sono esattamente al confine fra le aree vulcaniche di Ischia e dei Campi Flegrei. Se i due sistemi siano in comunicazione non è chiaro. “Sappiamo che sotto ai Campi Flegrei, attorno a 7-8 chilometri, c’è una camera magmatica profonda” prosegue Bianco. “Ma ci è ignoto quanto sia estesa in orizzontale e se raggiunga anche Ischia. Di certo da domani questa zona sarà l’osservata speciale di tutti noi”.


www.repubblica.it/scienze/2017/08/22/news/terremoti_e_vulcani_il_binomio_che_rende_i_calcoli_degli_scienziati-17...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00lunedì 18 settembre 2017 16:10
Il 12 Settembre 2017, alle ore 00:44, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 2.9 della scala Richter. Ipocentro a 11 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00lunedì 25 settembre 2017 16:39
Il giorno 19 Settembre 2017, alle ore 13:36, scossa di terremoto nella Costa Cilentana in provincia di Salerno. Magnitudo 2.8 della scala Richter. Ipocentro a 9 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00venerdì 29 settembre 2017 09:50
Il giorno 27 Settembre 2017, alle ore 8:57, scossa di terremoto a Sermoneta in provincia di Latina. Magnitudo 2.8 della scala Richter. Ipocentro a 5 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00venerdì 13 ottobre 2017 09:38
Vulcano Marsili, l’ultimo allarme dei geologi: “E’ attivo, rischio tsunami per l’Italia”

2 Ottobre 2017

Pericolo tsunami se il Marsili eruttasse? Un geologo dell’INGV spiega la situazione

Vulcano Marsili, l’ultimo allarme dei geologi: “E’ attivo, rischio tsunami per l’Italia” – Qual è lo stato di attività del Marsili, il più grande vulcano d’Europa e del Mediterraneo? È vero che è attivo? Esiste un pericolo tsunami legato al possibile distacco di una grande frana (collasso laterale)? Il web è in continuo fermento su questo argomento, ma qual è lo stato attuale delle conoscenze su questo vulcano? Ciò che sappiamo sul Marsili è legato a dati geofisici e campioni prelevati dalla sua sommità. Sappiamo che è interessato da un’attività idrotermale e da una attività sismica legata ad eventi di fratturazione superficiale e a degassamento. Sappiamo anche che esiste una zona centrale più “leggera” rispetto a quella di altri vulcani, come per esempio l’Etna; questa zona è più leggera perché interessata da fratture e circolazione di fluidi idrotermali. «Il Marsili è un vulcano attivo che sta nel mare. Il pericolo di una esondazione è reale. Il vulcano c’è e non è spento. Siamo a rischio». Ne è convinto il professore Francesco Dramis dell’università Roma tre. L’esperto di geomorfologia ha lanciato l’allarme a chiusura di un incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Ceraso. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 con epicentro vicino al vulcano è stata registrata mercoledì mattina a poche ore dall’intervento del professore Dramis a Ceraso. Altre scosse erano state registrate nei giorni scorsi. Il sisma avvenuto in mare aperto non è stato avvertito sulla costa o dagli abitanti delle isole vicine ma preoccupa per la vicinanza dell’epicentro al Marsili. Come evidenziato dal Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli e dell’Ingv, il Marsili ha una natura esplosiva e viste le sue dimensioni un’eruzione violenta provocherebbe uno tsunami che in meno di trenta minuti colpirebbe le coste di Campania, Calabria e Sicilia. «È una realtà – ribadisce il professor Dramis – in merito alla quale ci sono diverse posizioni da parte degli studiosi. […]

Secondo un altro studio effettuato dal geologo dell’Ingv Guido Ventura le due eruzioni più recenti hanno età di circa 5000 e 3000 anni fa, sono stati eventi a basso indice di esplosività, e sono avvenute nel settore centrale dell’edificio a circa 850 m di profondità da coni di scorie con raggio minore di 400 metri. In caso di eruzione sottomarina a profondità di 500-1000 metri sul Marsili, l’unico segno in superficie sarebbe l’acqua che bolle legata al degassamento e galleggiamento di materiale vulcanico (pomici) che rimarrebbe in sospensione per alcune settimane (come accadde per l’eruzione del 10 ottobre 2011 al largo dell’isola di El Hierro alle Canarie).[…]

Il rischio associato a possibili eruzioni sottomarine è quindi estremamente basso, e un’eruzione a profondità maggiore di 500 metri comporterebbe probabilmente soltanto una deviazione temporanea delle rotte navali. Una cosa che ancora non conosciamo sono i tempi di ritorno delle eruzioni del Marsili perché tali stime si basano su calcoli statistici su un gran numero di datazioni. Purtroppo per il Marsili ci sono solo 4 datazioni disponibili. In altre parole, è come se del Vesuvio conoscessimo solo le eruzioni del 1631 e del 1944 e dicessimo che i tempi di ritorno sono di 400 anni, mentre, in realtà, l’attività del Vesuvio tra queste due date è stata pressoché continua.


www.centrometeoitaliano.it/terremoti-e-geofisica/vulcano-marsili-l-ultimo-allarme-dei-geologi-e-attivo-rischio-tsunami-per-l-italia-26-09-201...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 17 ottobre 2017 13:32
Il giorno 12 Ottobre 2017, alle 3:15, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 2.7 della scala Richter. Ipocentro a 40 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 17 ottobre 2017 13:36
Il giorno 15 Ottobre 2017, alle 5:17, scossa di terremoto a Massa di Somma, nei pressi del Vesuvio. Magnitudo 2.5 della scala Richter. Ipocentro a 2 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00giovedì 2 novembre 2017 07:52
Il giorno 2 Novembre 2017, alle ore 00:12, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Di fronte a Napoli. Magnitudo 3.7 della scala Richter. Ipocentro a 465 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00giovedì 2 novembre 2017 07:57
Terremoto di magnitudo 3.7 nel mar Tirreno al largo di Napoli: continua lo sprofondamento dell’antico oceano della Tetide


di Peppe Caridi

2 Novembre 2017

Una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 si è verificata alle 00:12 di questa notte nel mar Tirreno meridionale, al largo della Campania. La scossa si è verificata a 464.5km di profondità, quindi non è stata avvertita dalla popolazione perchè le onde sismiche non hanno raggiunto la superficie della crosta terrestre. Questi terremoti profondi nel basso Tirreno sono provocati dallo sprofondamento dell’antico oceano della Tetide sotto il mantello terrestre. Nell’area è infatti attivo un processo di “subduzione” per cui un pezzo di litosfera, che comprende crosta e mantello (il relitto dell’antico oceano) sprofonda in verticale nel mantello e genera terremoti a grande profondità. Proprio questa profondità mitiga l’energia del sisma e lo fa avvertire molto meno rispetto a quelli di stessa magnitudo e ipocentro superficiale. Dal 2005 nell’area si sono verificati oltre 40 terremoti di magnitudo superiore a 3.5: di questi una decina sono stati di magnitudo superiore a 4. Il più intenso è stato l’evento magnitudo 5.7 registrato nel Mar Tirreno il 28 ottobre 2016, rilevato alla profondità di 470 chilometri.

www.meteoweb.eu/foto/terremoto-di-magnitudo-3-7-nel-mar-tirreno-al-largo-di-napoli-continua-lo-sprofondamento-dellantico-oceano-della-tetide/id/9...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00sabato 18 novembre 2017 12:28
Nuovi vulcani scoperti nel mar Tirreno, l’esperto: “non ci aspettavamo questo scenario, rischi per gli tsunami provocati dallo sgranamento dei fianchi di queste strutture”

di Roberta Cuzzuculi

14 Novembre 2017

Ieri è stata annunciata la scoperta nel mar Tirreno, di nuovi vulcani sommersi che, insieme a quelli già noti, formano una catena di 15 vulcani sottomarini chiamata “Palinuro”. Questa catena è posizionata tra il più noto Marsili, le isole Eolie e la Calabria in un’area lunga 90 km e larga 20 che parte a sud della costa di Salerno e finisce a 30 km a est della costa di Sangineto. Gli studiosi l’hanno ribattezzata la catena del Palinuro e comprende in tutto 15 vulcani che rappresentano, nel loro insieme, una spaccatura della crosta terrestre dalla quale risalgono magmi provenienti dalle Isole Eolie, dal Tirreno centro-meridionale, e dall’area compresa tra la Puglia e la Calabria. Questi vulcani sono stati sicuramente attivi tra 300.000 e 800.000 anni fa, ma non si può escludere che siano stati attivi in tempi più recenti. Oggi sono caratterizzati da un’intensa attività idrotermale sottomarina in una zona di anomalia termica di circa 500°C sotto il fondo del mare. I dati fin qui raccolti mostrano che la dimensione dell’intera catena risulta maggiore non solo delle isole Eolie ma anche degli altri vulcani sottomarini del tirreno meridionale compreso il Marsili, considerato finora il vulcano più esteso d’Europa, il “gigante” sommerso che se dovesse risvegliarsi potrebbe scatenare uno tsunami che potrebbe coinvolgere persino Roma, Napoli e Palermo.

Oggi abbiamo approfondito la scoperta annunciata ieri, intervistando direttamente il coordinatore del gruppo di ricerca, dott. Guido Ventura, vulcanologo INGV e IAMC.

Dopo la notizia della scoperta di questi nuovi vulcani, la popolazione si chiede che tipo di rischi possono esserci per la pubblica sicurezza. Si tratta di strutture pericolose per l’incolumità delle persone che risiedono intorno al bacino tirrenico?

“La pericolosità legata alle eruzioni vulcaniche non c’è, perché si trovano a profondità variabili dagli 80 ai 1.000 metri sotto il livello del mare quindi anche in caso di eruzioni l’unica cosa che vedremmo è quella che chiamiamo ebollizione dell’acqua di mare che in realtà è solo la risalita di bolle di gas. C’è però una pericolosità legata invece alla instabilità dei fianchi di questi vulcani, perché come tutti i vulcani sottomarini possono diventare instabili e possono verificarsi delle frane sui fianchi. Queste frane possono in alcuni casi innescare degli tsunami. Nel record geologico dei vulcani che abbiamo studiato, comunque, queste evidenze di grosse frane sottomarine non ci sono“.

In cosa consiste l’attività idrotermale rilevata?

“Sono essenzialmente fenomeni di degassamento prevalentemente di gas cauti, che non sappiamo bene ancora da quale profondità vengono, ma possiamo dire che sono dei gas magmatici, quindi significa che sotto questi edifici vulcanici ci sia tuttora del magma attivo“.

Si potrebbe parlare di ipotesi di sfruttamento energetico?

“In linea di principio si, il problema però è tecnologico perché ci troviamo a profondità notevoli e non è facile impiantare delle centrali a mare a quelle profondità“.

Perché ieri dando la notizia avete parlato di “rivoluzione delle conoscenze geodinamiche del Tirreno”?

“Perché non ci aspettavamo che nel Tirreno ci fosse una spaccatura della crosta di queste dimensioni, perché stiamo parlando di circa 90 km di lunghezza e 20 km di larghezza quindi una grossa spaccatura dalla quale risalgono dei magmi dal profondo e che vanno a formare nuova crosta“.

Qual è stato il ruolo dell’INGV in questo studio?

“L’INGV è stato il coordinatore di questo studio insieme al consiglio nazionale delle ricerche, poi per studi più specifici ci siamo avvalsi anche dell’esperienza del GNS della nuova Zelanda“.

Che differenza c’è tra questi nuovi vulcani sommersi e il vicino Marsili?

“Il Marsili è un vulcano attivo a tutti gli effetti, questa è una ricerca che abbiamo fatto 4 anni fa però volumetricamente rispetto a quello che abbiamo scoperto oggi con la catena del Palinuro, risulta più piccolo. Per questi vulcani la pericolosità è legata essenzialmente allo sgranamento dei fianchi del vulcano che potrebbero scatenare, nei casi più gravi, degli tsunami“.


www.meteoweb.eu/foto/vulcani-tirreno-tsunami/id/1002031/#1

Ciao
anto_netti
anto_netti
00sabato 18 novembre 2017 12:42
Dalla rivista online "Le Scienze"

13 Novembre 2017

CNR: Una famiglia di vulcani nel Mar Tirreno

Comunicato stampa - Scoperti nel Mar Tirreno 7 nuovi vulcani sommersi che, insieme a quelli già noti, formano una catena lunga 90 km. Ad arrivare a queste conclusioni, uno studio a firma Ingv, Istituto per l’ambiente marino costiero del Cnr e Geological and Nuclear Sciences (Nuova Zelanda), pubblicato su 'Nature Communications'

Roma, 13 novembre 2017 - Il Mar Tirreno meridionale svela una nuova catena di 15 vulcani sommersi, di cui 7 fino a ora sconosciuti, una struttura lineare, in direzione Est-Ovest, che misura circa 90 km in lunghezza e 20 km in larghezza. A dirlo uno studio, frutto del risultato di numerose campagne oceanografiche condotte negli ultimi anni da un team internazionale di vulcanologi, geofisici, e geologi marini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV e IAMC), dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAMC-CNR) e del Geological and Nuclear Sciences (GNS), Nuova Zelanda.

Il lavoro ‘Volcanism in slab tear faults is larger than that in island-arcs and back-arcs’, pubblicato su Nature Communications, impatta sulle conoscenze del Mar Tirreno e apre nuove strade alla interpretazione del vulcanismo in zone di subduzione nel mondo (https://www.nature.com/articles/s41467-017-01626-w).
“Il Tirreno Meridionale è caratterizzato dalla presenza di numerosi vulcani, alcuni emersi, come le Eolie, altri sommersi, come il Marsili”, spiega Guido Ventura, vulcanologo INGV e IAMC e coordinatore del gruppo di ricerca. “Questa catena di vulcani recentemente individuata e descritta nello studio, si estende da circa 90 km a sud della costa di Salerno fino a 30 km a est della costa di Sangineto, in Calabria. La catena, definita del Palinuro, si estende in profondità da circa 3200 m a 80 m sotto il livello del mare. Questi vulcani rappresentano, nel loro insieme, un spaccatura della crosta terrestre dalla quale risalgono magmi provenienti dalle Isole Eolie, dal Tirreno centro-meridionale, e dall’area compresa tra la Puglia e la Calabria”.

I dati raccolti mostrano che la dimensione dell’intera catena vulcanica risulta maggiore non solo di quella delle Isole Eolie ma anche degli altri vulcani sottomarini del Tirreno meridionale, compreso
il Marsili.

“Inoltre molte di queste strutture vulcaniche presentano caratteristiche compatibili con l’apertura di micro-bacini oceanici dove si crea nuova crosta terrestre a seguito della risalita dei magmi lungo fratture”, aggiunge Salvatore Passaro, geologo marino dell’Iamc-Cnr. “Questi vulcani sono stati attivi sicuramente tra 300.000 e 800.000 anni fa, ma non è da escludere che siano stati attivi in tempi più recenti. Oggi sono caratterizzati da attività idrotermale sottomarina a si collocano in una zona di anomalia termica (circa 500°C a 1 km sotto il fondo del mare)”.

Durante le campagne oceanografiche sono stati raccolti dati batimetrici, magnetici, e gravimetrici; sono stati inoltre effettuati carotaggi e osservazioni dirette del fondale marino con il ROV (Remote Operating Vehicle), un veicolo sottomarino pilotato da una postazione remota.

“La ricerca è iniziata con l’analisi di ogni singolo edificio vulcanico, per poi concludersi con la modellazione dei dati geofisici e morfo-strutturali sull’intera struttura crostale”, aggiunge il ricercatore INGV Luca Cocchi, che ha curato insieme a Fabio Caratori Tontini del GNS la modellistica geofisica.
“Lo studio è ancora all’inizio. La conoscenza della storia eruttiva di questi vulcani è ancora parziale e necessita di ulteriori dati e ricerche oceanografiche”, conclude Ventura. “Nonostante ciò, i risultati fin qui raggiunti rivoluzionano in parte la geodinamica del Tirreno e delle zone di subduzione nel mondo, e aprono nuove strade non solo alla ricostruzione dell’evoluzione della crosta terrestre, ma anche alla interpretazione e significato geodinamico delle catene vulcaniche sottomarine attive e degli archi insulari”.


www.lescienze.it/lanci/2017/11/13/news/cnr_una_famiglia_di_vulcani_nel_mar_tirreno-3753242/?ref=nl-Le-Scienze_17...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00lunedì 22 gennaio 2018 13:18
Il giorno 16 Gennaio 2018, alle ore 16:03, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 3.5 della scala Richter. Ipocentro a 7 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00venerdì 16 febbraio 2018 10:11
Il giorno 15 Febbraio 2018, alle ore 20:16, scossa di terremoto a Ogliastro Cilento in provincia di Salerno. Sulla costa tirrenica. Magnitudo 3.1 della scala Richter. Ipocentro a 322 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00sabato 17 febbraio 2018 10:07
Il giorno 16 Febbraio 2018, alle ore 12:21, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 4.0 della Scala Richter. Ipocentro a 297 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00sabato 17 febbraio 2018 10:15
Terremoto al Sud, forte scossa nel Golfo di Policastro: continua a muoversi l’antico oceano della Tetide

Terremoto al Sud, forte scossa nel Golfo di Policastro: l'ipocentro profondo ha evitato danni, il sisma rientra nel movimento dell'antico oceano della Tetide

16 Febbraio 2018

di Peppe Caridi

Pochi minuti fa, alle 12:22 di stamattina, una scossa di terremoto di magnitudo 4.0 (dato INGV), ha colpito il Golfo di Policastro, al Sud Italia. La scossa s’è verificata a 297km di profondità, quindi non è stata avvertita dalla popolazione perchè la crosta terrestre è riuscita ad attutire le onde sismiche nel sottosuolo prima che arrivassero in superficie.

Nel basso Tirreno spesso si verificano terremoti così profondi, che in alcuni casi hanno magnitudo anche rilevante, addirittura nel 1938 ce n’è stato uno di magnitudo 7,1, uno dei più forti di sempre nella storia d’Italia. Questi terremoti si verificano in un’area chiamata “piano di Wadati-Benioff“, che definisce un piano inclinato dove la litosfera oceanica sprofonda sotto la litosfera continentale. Il nome deriva dagli scopritori, Hugo Benioff, del California Institute of Technology, e Kiyoo Wadati, dell’Agenzia Meteorologica Giapponese, due sismologi che riuscirono a identificare questi eventi prima ancora della teoria della tettonica a placche.

Al Sud Italia abbiamo infatti la placca ionica si inflette sotto la Calabria e scende verso nord-ovest, al di sotto del bacino tirrenico. L’antico oceano della Tetide quindi, (il Mar Ionio) si inflette sotto la Calabria e sprofonda sotto il Mar Tirreno dando luogo a un’attività sismica particolarmente profonda.

www.meteoweb.eu/foto/terremoto-golfo-di-policastro/id/10...

Ciao
anto_netti
anto_netti
00venerdì 9 marzo 2018 10:41
Il giorno 7 Marzo 2018, alle ore 21:15, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 4.4 della scala Richter. Ipocentro a 379 km di profondità.

Ciao
anto_netti
anto_netti
00martedì 24 aprile 2018 08:51
Il giorno 23 Aprile 2018, alle ore 11:28, scossa di terremoto nel Tirreno Meridionale. Magnitudo 3.6 della scala Richter. Ipocentro a 33 km di profondità.

Ciao
anto_netti
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:42.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com