"Riconosceremo Gerusalemme come capitale indivisa d'Israele"
La promessa in caso di vittoria al premier israeliano: "È stata l'eterna capitale del popolo ebraico per oltre tremila anni e gli Stati Uniti accetteranno finalmente il mandato del Congresso". Tutto pronto per il primo faccia a faccia con Hillary Clinton
NEW YORK - Se eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump riconoscerà Gerusalemme come capitale "indivisa" di Israele, "unica ed indivisibile", come sancito nel 1980 dalla Knesset. Lo ha dichiarato il candidato repubblicano al termine di un incontro privato di poco più di un'ora con il premier dello Stato ebraico, Benjamin Netanyahu durante il quale ha assicurato fra l'altro che una volta eletto "fra Israele e Usa sarà avviata una straordinaria cooperazione strategica, tecnologica, militare e di intelligence".
Trump parla di Gerusalemme come della "capitale eterna del popolo ebraico per oltre tremila anni" e assicura che gli Usa sotto la sua amministrazione alla fine accetteranno il mandato (legge approvata nel 1995 ma mai attuata da alcun presidente, ndr) del Congresso a riconoscere Gerusalemme capitale indivisa dello Stato di Israele", ha reso noto lo staff del candidato repubblicano.
La mossa di Trump tocca un nervo scoperto per gli israeliani che vedono la quasi totalità delle nazioni, inclusi gli Stati Uniti, riconoscere Tel Aviv quale capitale. Anche Il Salvador e il Costa Rica, che avevano le ambasciate a Gerusalemme, le hanno spostate verso Tel Aviv. Israele catturò la parte araba di Gerusalemme nel 1967, annettendola poi nel 1980: gli Stati Uniti - come la maggior parte dei Paesi dell'Onu - non riconosce l'annessione e considera lo status finale della città santa come una delle questioni fondamentali da risolvere in un negoziato di pace.
Netanyahu, che non ha mai avuto buoni rapporti con l'amministrazione Obama, ha incontrato anche per poco meno di un'ora la candidata democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton che gli ha assicurato strette relazioni e ha affermato che uno Stato di "Israele forte e sicuro è vitale per gli Usa".
Il colloquio con il primo ministro israeliano è stato per Clinton e Trump l'unica pausa nella preparazione per la sfida dell'anno. Dopo un'agguerrita stagione di primarie è tutto pronto per il loro primo faccia a faccia. Clinton si presenta al confronto in testa di soli due punti: secondo un sondaggio condotto da Washington Post e Abc, a lei va infatti il 46% delle preferenze, a fronte del 44% per il miliardario newyorkese. Numeri di certo non rassicuranti per la candidata democratica che partiva da un vantaggio molto più largo,
Novanta minuti di confronto fra i due candidati che potrebbero regalare un pubblico da SuperBowl. Le stime parlano infatti di più di 100 milioni di persone incollate al piccolo schermo, più degli 80 milioni del record stabilito da Jimmy Carter e Ronald Reagan nel 1980. A moderare sarà Lester Holt, al suo primo dibattito presidenziale. L'appuntamento è alla Hofstra University, nello stato di New York, dove i due candidati si sfideranno per la prima volta non a distanza.
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