Re:
Caro Giulius, sono per un' oretta a casa e ne approfitto, perchè più tardi dovrò uscire di nuovo...volevo in questa oretta dedicarmi ad altro, ma pazienza, la dedicherò a te.
giuliusgiulius, 18/04/2016 16.16:
Mi sembra che facendo di Gesù un dio minore mi stai dicendo che viene introdotto una sorta di politeismo (la credenza in molti veri dei) nel Vangelo di Giovanni?
E' decisamente il caso di chiarire.
Osservazioni a cura del prof. Andrea Nicolotti (cattolico)
www.christianismus.it
Pertanto la frase in questione non necessariamente va tradotta "il verbo era un dio", ma può anche significare "il verbo era divinità" oppure, qualitativamente, "era divino".
è pressocchè quello che dice l' appendice della TNM.
6A Gesù — Uno simile a Dio; divino
Gv 1:1 — “e la Parola era un dio (simile a Dio; divina)”
Gr. καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος (kai theòs en ho lògos)
En archei en ho logos, kai ho logos en pros ton theon, kai theos en ho logos
Questo è il testo greco, che
alla lettera si traduce come segue:
"
In principio era la Parola e la Parola era il Dio e Dio era la Parola "
Il greco omette l’ articolo determinativo con sostantivi come
theos o anthropos, quando sono indeterminati, è una precisa regola grammaticale greca.
La costruzione del nome con l’articolo indica un’identità, una personalità, mentre un predicato nominale singolare privo di articolo che precede il verbo indica una qualità di qualcuno. Perciò la dichiarazione di Giovanni indica che la Parola o Logos era “divina” esprimendo una certa qualità circa la Parola, o Logos.
Anche noi siamo d' accordo, perciò, che il Cristo preesistente era divino.
Per noi Gesù è Dio nello stesso senso per cui lo è per l' autore della lettera agli Ebrei, che applica il salmo regale 45, specificatamente i vv. 7-8 (CEI) al Cristo preesistente nell' epistola agli Ebrei!
Quindi noi non neghiamo affatto la divinità di Cristo, ma gli diamo lo stesso valore che lo scrittore biblico ispirato gli dava con l' applicazione cristiana del Salmo regale, restando alla semplicità del testo Sacro, non andando oltre facendo speculazioni metafisiche che il Testo sacro non fa...
Sia per noi che per i trinitari l'assenza dell'articolo ha valore qualitativo, come per esempio afferma lo stesso Nicolotti, la differenza è solo il "senso" da dare. Per noi è una qualità del logos (era un dio, era divino) per i trinitari la natura del logos....
Per i trinitari il valore qualitativo non indica, ovviamente, che il Logos fosse l' ho theos di Gv. 1:1b (sarebbe sabellianismo, un’ eresia del III secolo che insegnava che Dio Il Padre e il Figlio fossero la medesima Persona...) e naturalmente neppure per noi, ma l' indeterminatezza, quindi il valore qualitativo, per i trinitari, indica la natura divina del Logos.
Il punto è: possiamo "leggere" così Gv. 1:1, scritta da giudei sotto ispirazione nel I secolo, ricordando che il N.T. è un documento giudaico?
Oppure il theos conferito al Logos va inteso in senso giudaico, che ammette anche un senso rappresentativo o funzionale, cioè a dire il Logos è theos perchè svolge una Funzione divina, ricopre un Ufficio Divino (La Parola, il Verbo) e in quanto tale è qualitativamente theos, in quanto
rappresenta Dio, parla e agisce in suo nome e per suo conto?
Beh, l' autore della Lettera agli Ebrei sembra darci ragione e noi restiamo fermamente ancorati alla Sacra Scrittura.
Considerato questo senso non immanente e accettato dal giudaismo di theos, la TNM rende con "un dio"
non per creare monolatria o un "dio" minore, ma per differenziare l' ho theos di Gv. 1:1b dal Logos/theos di Gv. 1:1c, cosa che a nostro parere non permette di fare la tradizione CEI, del tutto legittima e corretta, ma che finisce per diluire l' ho theos di Gv. 1:1b e il Logos/theos di Gv:1:1c in un unico Dio, cosa che non può significare nulla nel I secolo, senza l' apporto indispensabile dell' intero apparato metafisico che condusse poi a Nicea e successivi concilii e sinodi ,se noi diteismo.....
Pertanto, la resa della TNM, sulla base del possibile valore qualitativo di theos in Gv. 1:1c , è corretta: anzi, onore alla TNM che, con la sua resa, permette di differenziare i due soggetti di Gv. 1:1.
Poi, dopo la traduzione, subentra ovviamente l' esegesi, certamente non può accadere il contrario...
Per il momento mi fermo qui, perchè vorrei che che non facessimo post lunghissimi per cortesia, nè che andassimo OT.
Restiamo a Gv. 1:1, dato che è di questo che volevi parlare oppure volevi parlare di trinità immanente?