William Tyndale

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Futur@.
00lunedì 20 aprile 2009 16:31
http://it.wikipedia.org/wiki/William_Tyndale

Interessante il fatto che Giovanni Paolo II abbia fatto santo protettore dei politici colui che consegnò Tyndle al braccio secolare per farlo uccidere. [SM=g11399]
Futur@.
00lunedì 20 aprile 2009 16:38
Alla luce di queste verità storiche, come si può minimamente pensare che la Chiesa Cattolica sia la Chiesa fondata da Gesù Cristo 2000 anni fa?
Futur@.
00lunedì 20 aprile 2009 16:40
William Tyndale, un uomo lungimirante

William Tyndale nacque in Inghilterra "ai confini col Galles", probabilmente nel Gloucestershire, sebbene il luogo e la data esatti non si conoscano. Nell’ottobre 1994 l’Inghilterra ha celebrato il 500° anniversario della nascita dell’uomo che "ci ha dato la Bibbia in inglese". Per questa impresa Tyndale morì martire. Per quale motivo?

WILLIAM TYNDALE era un brillante studioso di greco e latino. Nel luglio del 1515, all’età di soli 21 anni, si laureò in lettere all’Università di Oxford. Entro il 1521 divenne sacerdote cattolico. A quel tempo in Germania il cattolicesimo era in subbuglio per l’attività di Martin Lutero. Ma l’Inghilterra continuò ad essere un paese cattolico finché nel 1534 il re Enrico VIII non tagliò i ponti con Roma.

Benché ai giorni di Tyndale l’inglese fosse la lingua comune, l’istruzione veniva impartita interamente in latino, che era anche la lingua della Chiesa e della Bibbia. Nel 1546 il concilio di Trento ribadì che l’unica versione biblica che si poteva usare era la Vulgata latina tradotta da Girolamo nel V secolo. Ma solo le persone istruite erano in grado di leggerla. Perché si doveva negare al popolo d’Inghilterra di avere la Bibbia nella propria lingua e di essere libero di leggerla? "Anche Girolamo tradusse la Bibbia nella propria lingua: perché a noi non è concesso?", insisteva Tyndale.

Un atto di fede

Dopo essere stato a Oxford e aver forse proseguito gli studi a Cambridge, Tyndale fu per due anni tutore dei figli di John Walsh nel Gloucestershire. In quel periodo coltivò il desiderio di tradurre la Bibbia in inglese e indubbiamente ebbe l’opportunità di affinare le sue capacità di traduttore grazie al nuovo testo biblico di Erasmo da Rotterdam che riportava il greco e il latino su colonne parallele. Nel 1523 Tyndale lasciò la famiglia Walsh e andò a Londra. Il suo scopo era quello di ottenere da Cuthbert Tunstall, vescovo di Londra, il permesso di tradurre la Bibbia.

L’autorizzazione di Tunstall era necessaria perché le Costituzioni di Oxford, emanate da un sinodo ivi tenuto nel 1408, includevano il divieto di tradurre e di leggere la Bibbia in vernacolo, salvo che col permesso di un vescovo. Per aver osato contravvenire a questo divieto molti predicatori itineranti, i lollardi, vennero mandati al rogo come eretici. I lollardi leggevano e distribuivano la Bibbia di John Wycliffe, una traduzione inglese della Vulgata. Tyndale pensava che fosse giunto il tempo di tradurre gli scritti cristiani dal greco realizzando una nuova accurata versione per la sua chiesa e il popolo d’Inghilterra.

Il vescovo Tunstall era un uomo dotto, che aveva fatto molto per incoraggiare Erasmo. A dimostrazione delle sue capacità, Tyndale aveva tradotto una delle orazioni di Isocrate, un testo greco difficile, per sottoporla all’approvazione di Tunstall. Tyndale confidava vivamente di ottenere l’amicizia e il patrocinio di Tunstall e sperava che acconsentisse alla sua richiesta di tradurre le Scritture. Cosa avrebbe fatto il vescovo?

La proposta viene respinta: Perché?

Sebbene Tyndale avesse una lettera di presentazione, Tunstall rifiutò di vederlo. Perciò Tyndale dovette scrivergli pregandolo di concedergli un colloquio. Non si sa esattamente se Tunstall si sia infine degnato di incontrarlo, ma la sua risposta fu: "In casa mia non c’è posto". Perché Tunstall trattò Tyndale in questa maniera?

L’attività del riformatore Lutero sul continente europeo era fonte di grande preoccupazione per la Chiesa Cattolica ed ebbe ripercussioni anche in Inghilterra. Nel 1521 il re Enrico VIII pubblicò uno scritto in cui difendeva energicamente il papa contro Lutero. Riconoscente, il papa conferì ad Enrico VIII il titolo di "Difensore della fede". Anche Wolsey, cardinale di Enrico, si diede da fare, ordinando di distruggere i libri di Lutero importati illegalmente. Tunstall, essendo un vescovo cattolico fedele al papa, al re e al suo cardinale, si sentì moralmente in obbligo di reprimere ogni manifestazione di pensiero favorevole al ribelle Lutero. Fra i principali sospettati c’era Tyndale. Perché?

Durante la sua permanenza presso la famiglia Walsh, Tyndale si era espresso apertamente contro l’ignoranza e la bigotteria degli ecclesiastici locali. Fra questi c’era John Stokesley, che aveva conosciuto Tyndale a Oxford e che in seguito prese il posto di Cuthbert Tunstall come vescovo di Londra.

L’opposizione a Tyndale è pure evidente da uno scontro con un ecclesiastico d’alto rango, che disse: "Sarebbe meglio essere senza la legge di Dio che senza quella del papa". Nella sua memorabile risposta Tyndale disse: ‘Io sfido il Papa e tutte le sue leggi. Se Dio mi risparmia la vita, fra non molti anni farò conoscere le Scritture a un ragazzo che guida l’aratro più di quanto non le conosciate voi’.

Tyndale dovette presentarsi davanti all’amministratore della diocesi di Worcester per rispondere della falsa accusa di eresia. "Mi minacciò aspramente e mi insultò", riferì in seguito Tyndale, aggiungendo che era stato trattato come "un cane". Ma non c’era nessuna prova per condannare Tyndale come eretico. Gli storici ritengono che tutto questo venisse segretamente riferito a Tunstall per influire sulla sua decisione.

Dopo essere rimasto un anno a Londra, Tyndale concluse: "Non c’era posto a Londra nel palazzo del mio signore per tradurre il Nuovo Testamento, ma . . . non se ne è trovato uno in tutta l’Inghilterra". Ed era così. In quell’atmosfera da caccia alle streghe sorta in seguito all’attività di Lutero, quale tipografo in Inghilterra avrebbe osato stampare una Bibbia in inglese? Così nel 1524 Tyndale attraversò la Manica per non fare più ritorno in Inghilterra.

Altri problemi in Europa

Portandosi appresso i suoi preziosi libri, William Tyndale si rifugiò in Germania. Aveva con sé 10 sterline che l’amico Humphrey Monmouth, un influente mercante inglese, gli aveva gentilmente dato. Con una cifra del genere a quei tempi si potevano pagare quasi interamente le spese di stampa delle Scritture Greche che Tyndale aveva in mente di tradurre. Monmouth fu in seguito arrestato per aver aiutato Tyndale e per presunte simpatie per Lutero. Interrogato e rinchiuso nella Torre di Londra, Monmouth fu rilasciato solo dopo aver chiesto la grazia al cardinale Wolsey.

Non si sa bene in quale località della Germania sia andato Tyndale: forse ad Amburgo, dove potrebbe essere rimasto un anno. Incontrò Lutero? Non è certo, anche se l’accusa contro Monmouth sostenne di sì. Una cosa è certa: Tyndale lavorò alacremente per tradurre le Scritture Greche. Dove poteva far stampare il suo manoscritto? Affidò il lavoro a Peter Quentell, a Colonia.

Tutto andava per il meglio quando l’oppositore John Dobneck, altrimenti noto col nome di Cocleo, scoprì ciò che stava avvenendo. Immediatamente Cocleo informò un amico intimo di Enrico VIII, il quale ottenne subito un divieto di pubblicazione della traduzione di Tyndale che doveva essere stampata da Quentell.

Tyndale e il suo assistente, William Roye fuggirono portando con sé le pagine del Vangelo di Matteo già stampate. Risalirono il Reno fino a Worms, dove completarono l’opera. Col tempo vennero prodotte 6.000 copie della prima edizione del "Nuovo Testamento" di Tyndale.

Successo nonostante l’opposizione

La traduzione e la stampa erano una cosa, introdurre le Bibbie in Inghilterra era un’altra. Gli uomini della Chiesa e le autorità secolari erano decisi a impedire le spedizioni via mare attraverso la Manica, ma alcuni mercanti favorevoli trovarono la soluzione. Nascosti in balle di stoffa e altre mercanzie, i volumi furono sbarcati di nascosto sulle rive dell’Inghilterra e arrivarono fino in Scozia. Tyndale fu incoraggiato da questo successo, ma la sua lotta era appena iniziata.

L’11 febbraio 1526 il cardinale Wolsey, accompagnato da 36 vescovi e altri dignitari ecclesiastici, si riunirono nella Cattedrale di S. Paolo a Londra "per veder gettare nel fuoco grosse ceste di libri". Fra questi c’erano anche copie della preziosa traduzione di Tyndale. Di quella prima edizione non rimangono che due esemplari. L’unico completo (manca solo la pagina del titolo) è custodito nella British Library. Nemmeno a dirlo, l’altra, di cui mancano 71 pagine, fu rinvenuta proprio nella biblioteca della Cattedrale di S. Paolo. Come sia finita lì non si sa.

Indomito, Tyndale continuò a sfornare nuove edizioni della sua traduzione, che venivano sistematicamente confiscate e bruciate dagli ecclesiastici inglesi. Poi Tunstall cambiò tattica. Fece un contratto con un mercante di nome Augustine Packington per l’acquisto di tutti i libri di Tyndale, compreso il "Nuovo Testamento", per bruciarli. Tyndale ne era al corrente, perché in realtà Packington era d’accordo con lui. "Il vescovo ebbe i libri, Packington i ringraziamenti e Tyndale i soldi. In seguito, quando il ‘Nuovo Testamento’ venne stampato in un maggior numero di copie, queste cominciarono ad affluire in fretta e numerose in Inghilterra". — Chronicle di Halle.

Perché il clero si opponeva tanto alla traduzione di Tyndale? Mentre la Vulgata latina non faceva giustizia al testo sacro, la versione di Tyndale dal greco originale trasmetteva per la prima volta il messaggio biblico in un linguaggio chiaro alla popolazione inglese. In 1 Corinti capitolo 13, ad esempio, Tyndale decise di tradurre il termine greco agàpe con "amore" invece che con "carità". Usò "congregazione" anziché "chiesa" per far capire che si parlava di adoratori, non di edifici. Ma ciò che più di ogni altra cosa non andò giù al clero fu che Tyndale usò "anziano" al posto di "prete" e "pentirsi" al posto di "fare penitenza", privando così gli ecclesiastici dei loro presunti poteri sacerdotali. A questo riguardo David Daniell dice: "Era sparito il Purgatorio; non c’era più la confessione auricolare né la penitenza. Due pilastri dell’arricchimento e del potere della Chiesa erano crollati". (William Tyndale  A Biography) Questa era la sfida che la traduzione di Tyndale presentava e gli studiosi moderni confermano pienamente l’accuratezza della sua scelta di vocaboli.

Anversa, tradimento e morte

Fra il 1526 e il 1528 Tyndale si trasferì ad Anversa, dove si sentiva al sicuro fra i mercanti inglesi. Lì scrisse la "Parabola della perfida Mammona", l’"Obbedienza di un cristiano" e "La pratica dei prelati". Tyndale continuò il suo lavoro di traduzione e fu il primo a usare il nome di Dio, Geova, in una traduzione inglese delle Scritture Ebraiche. Il nome vi compare più di 20 volte.

Finché Tyndale rimase con l’amico e benefattore Thomas Poyntz ad Anversa fu al sicuro dagli intrighi di Wolsey e delle sue spie. Tyndale divenne molto noto per l’assistenza che dava ai malati e ai poveri. Alla fine l’inglese Henry Phillips riuscì a conquistare astutamente la fiducia di Tyndale. Di conseguenza nel 1535 Tyndale fu tradito e condotto al castello di Vilvorde, una decina di chilometri a nord di Bruxelles, dove fu rinchiuso per 16 mesi.

Non si sa bene chi abbia assoldato Phillips, ma il dito accusatore è puntato contro il vescovo Stokesley, che all’epoca era intento a bruciare "eretici" a Londra. Nel 1539, sul letto di morte, Stokesley "si rallegrò al pensiero di aver mandato al rogo cinquanta eretici durante la sua vita", dice W. J. Heaton. (The Bible of the Reformation) Fra questi c’era William Tyndale, che venne prima strangolato e poi pubblicamente arso al rogo nell’ottobre del 1536.

Della commissione che processò Tyndale facevano parte tre eminenti teologi dell’Università cattolica di Lovanio, che Phillips frequentava. Alla condanna di Tyndale come eretico e alla sua riduzione allo stato laicale assisterono pure tre canonici di Lovanio e tre vescovi, insieme ad altri dignitari. Tutti si rallegrarono della sua morte, avvenuta probabilmente all’età di 42 anni.

"Tyndale", scrisse più di cent’anni fa il biografo Robert Demaus, "si distinse sempre per la sua coraggiosa onestà". A John Frith, suo collaboratore mandato al rogo a Londra da Stokesley, Tyndale scrisse: "Non ho mai modificato una sola sillaba della parola di Dio contro la mia coscienza, né lo farei oggi anche se mi fosse offerto tutto ciò che c’è sulla terra: piaceri, onori o ricchezze".

Fu così che William Tyndale pagò con la vita il suo desiderio di dare al popolo d’Inghilterra una Bibbia facilmente comprensibile. Che prezzo pagò, ma che dono inestimabile fece!

[Note in calce]

Ben presto la dicitura Fidei Defensor fu impressa sulle monete del regno ed Enrico chiese che il titolo fosse conferito anche ai suoi successori. Sulle monete britanniche odierne essa compare intorno all’effigie della sovrana nell’abbreviazione Fid. Def., o semplicemente F.D. Fatto interessante, la scritta "Difensore della fede" fu poi inclusa nella dedica al re Giacomo stampata nella Bibbia omonima (King James Version) del 1611.

La cifra è incerta: secondo alcuni ne furono prodotte 3.000.

[Riquadro a pagina 29]

PRIME TRADUZIONI

L’APPELLO di Tyndale perché si potesse avere una Bibbia nella lingua della gente comune non era irragionevole o senza precedenti. Nel X secolo era stata fatta una traduzione in anglosassone. Verso la fine del XV secolo in Europa circolavano liberamente Bibbie tradotte dal latino: in tedesco (1466), in italiano (1471), in francese (1474), in ceco (1475), in olandese (1477) e in catalano (1478). Nel 1522 Martin Lutero pubblicò il suo "Nuovo Testamento" in tedesco. Tyndale non riusciva a capire perché in Inghilterra non si potesse fare la stessa cosa.

Futur@.
00lunedì 20 aprile 2009 16:42

Della commissione che processò Tyndale facevano parte tre eminenti teologi dell’Università cattolica di Lovanio, che Phillips frequentava. Alla condanna di Tyndale come eretico e alla sua riduzione allo stato laicale assisterono pure tre canonici di Lovanio e tre vescovi, insieme ad altri dignitari. Tutti si rallegrarono della sua morte, avvenuta probabilmente all’età di 42 anni.



ALTRO CHE COMITATO GIUDIZIARIO! [SM=x1408442]
pavel43
00lunedì 20 aprile 2009 18:31
Futur@

forse qualcosa mi sfugge protettore dei politici mi pare
Thomas More, italianizzato in Tommaso Moro (Londra, 7 febbraio 1478 – Londra, 6 luglio 1535), è stato un umanista, scrittore e politico inglese.
Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo come autore umanista e occupò numerose cariche pubbliche, compresa quella di Lord Cancelliere d'Inghilterra tra il 1529 e il 1532 sotto il re Enrico VIII. Cattolico, il suo rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra mise fine alla sua carriera politica e lo condusse alla pena capitale con l'accusa di tradimento. La Chiesa cattolica e la Chiesa anglicana lo venerano come santo; nel 2000 papa Giovanni Paolo II lo proclamò patrono dei governanti e dei politici.

Un suo famoso motto:
Se l'onore fosse redditizio, tutti sarebbero onorevoli. »
pavel43
00lunedì 20 aprile 2009 18:46
Ok verificato, Thomas More ancora in carica chiese l'arresto per eresia di Tyndale per influssi luterani sulla traduzione.
barnabino
00lunedì 20 aprile 2009 18:49

chiese l'arresto per eresia di Tyndale per influssi luterani sulla traduzione



Un sistema sicuro per derimere le dispute filologiche!

[SM=g8298]
pavel43
00lunedì 20 aprile 2009 19:06

Un sistema sicuro per derimere le dispute filologiche!


non solo quelle
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