Vedo che rispondere al 2% delle argomentazioni come sempre è lo sport preferito:
“Quando erano vivi gli autori e i loro discepoli non vi era alcuna possibilità di confusione. Dunque il primo nucleo del NT è sicuramente apostolico e fino alla fine del I secolo abbiamo la testimonianza apostolica diretta o indiretta sugli scritti accettati.”
Che sancta semplicitas.
1)Come ripeto, già nel I secolo circolavano delle eresie che pretendevano di essere le vere dottrine degli apostoli, e lo vediamo già in Ignazio e in Paolo. Non basta che sia viva la generazione dopo gli apostoli, occorre che la gente che li sente creda che siano i discendenti degli apostoli, quando anche altri si spacciavano come autentici eredi delle loro dottrine. Come già detto tu assumi il canone di una tradizione che non mi hai ancora detto in base a cosa accetti, per legittimare l’idea di Chiesa che quella stessa tradizione dà di se stessa.
2)Non c’era la rete, i discepoli degli apostoli, a cui dobbiamo metà del NT, metà del corpus paolino in primis, potevano essere in continuità o meno cogli insegnamenti del maestro. Come ogni storico dell’antichità sa, non basta essere andati a scuola di qualcuno per essere sicuri di ripetere quello che lui ha affermato, perché sorgono immediatamente diverse opinioni circa quello che ha insegnato il maestro. Si prenda l’Accademia, il discepolo di Platone chiamato Aristotele non è certo il campione del platonismo. Allo stesso modo, di quali discepoli degli apostoli ci fidiamo? Abbiamo scelto delle lettere di scuola paolina, petrina, e forse giovannea, ma in base a cosa?
“Comunque, come ti ho detto, noi siamo perfettamente d'accordo con i parametri usati nel corso dei secoli per defnire il libri ispirati dagli altri”
orbene, pupi essere d’accordo con dei parametri, ma finché non metti il sigillo dell’infallibilità alla Chiesa saranno sempre e solo parametri umani passibili di errore. Motivo per cui il NT sarebbe paragonabile ad un’edizione critica di un testo antico condotta dai nostri migliori filologi, un lavoro che per quanto accurato e fatto in base a dei principi solidi non può essere esente da errore perché umano.
Inoltre che senso ha dire che i cristiani del II, III, e IV secolo valutavano cosa mettere nel canone in base a cosa fosse apostolico? Che cosa era apostolico? E’ ovvio che una persona valuta cosa sia apostolico in base a quello che lui crede sia il cristianesimo,e cioè in base al cristianesimo che gli è stato insegnato all’interno della corrente in cui si trova. E allora siamo da capo, la definizione di cosa sia apostolico passa dalla Chiesa che ti presenta quella dottrina e quello scritto come apostolici (ed ecco perché Agostino, dando un saggio di mentalità antica, dice di rivolgersi a quello che la maggior parte delle Chiese apostoliche considera canonico), proprio perché il testo del NT non si presenta da solo, ma qualcuno ti deve dire che quello è il NT, in questo caso la Traditio della Grande Chiesa contrapposta a quelle degli eretici.
“Come "non esisteva"? Il canone esisteva a priori, perché è di Dio.”
No, esistevano i singoli libri ispirati. Canone è un termine che ha senso solo in relazione ad una comunità umana che lo riconosce come tale. Inoltre, go già detto che il problema non se il canone esistesse già
in mente Dei, bensì come tu faccia a sapere qual è questo canone se non fidandoti di un processo evolutosi in seno ad una Chiesa apostata. Come già detto non c’è nessun criterio in base al quale si può dire ragionevolmente “questo sì, e questo no”. Mettere nell’incertezza l’infallibilità della Chiesa significa che ogni cosa nata al suo interno non è definitiva.
“Perché l'ispirazione dei libro prescelti è evidente dal confronto dei libr sicuramente considerati apostolici nel I secolo”
Doppiamente ingenuo.
1)Non mi hai ancora detto perché confronti i libri deutero-canonici del NT con quelli proto-canonici della grande chiesa, visto che altre correnti pretendono di essere apostoliche e che i loro libri lo siano. Cioè, se rifiuti il criterio che permette di seguire nel tempo l’evoluzione del canone all’interno della grande Chiesa, vale a dire la successione apostolica, perché ti rifai solo alle pretese dei libri interni a questa tradizione?
2)Non c’è nessuna chiarezza. Anche se tu mi spiegassi perché guardi solo all’interno della Grande Chiesa, dovresti spiegarmi in base a che cosa si potrebbe fare un confronto tra i deutero-canonici del NT e i proto-canonici. Se questa chiarezza è così lampante, perché ci fu un dibattito? Perché Origine ed Eusebio ci dicono quali sono i libri accettati da tutti e quelli invece discussi? Pretendere che da un confronto tra deutero-canonici del NT e proto-canonici si possa dedurre che i primi sono apostolici, significa illudersi che questi testi si presentino ad una lettura neutra, quando invece, come dimostra l’esegesi ancora oggi, ogni testo è suscettibile a mille letture. Prendiamo un caso eclatante: chi decide se Giacomo va davvero d’accordo con Paolo quanto al rapporto tra legge e grazia? Ne sai più tu o Lutero? Ed in base a cosa?
“e da una serie di fattori storici e teologici”
Fattori umani più o meno condivisibili, ma sempre umani. Inoltre che fattori teologici può mai avere chi sceglie di mettere Giacomo e Ebrei nel canone nel IV secolo, se questo secolo è quello del trionfo dell’apostasia più totale? In base a cosa vi fidate di una valutazione di apostolicità?
“laddove certi dogmi si scontrano chiaramente con le scriture stesse.”
Le “scritture stesse”? Ancora il mito di un “testo in sé” perfettamente trasparente. Come già spiegato, abbiate la decenza di rendervi conto che la vostra esegesi del NT e quello che voi credete di leggere è solo una goccia nel mare del trinitarismo, di oggi e soprattutto di ieri.
“E perché dovrebbe esse garante di altre dottrine?”
Perché se non è garante di tutto mi devi spiegare in base a cosa discerni in cosa è garante e in che cosa no. Siccome una delle cose di cui devi dirmi perché sarebbe garante sono le Scritture stesse, mi devi dire in base a quale criterio extra-scritturale puoi dire che le scritture sono tra le dottrine garantite e la trinità invece no. Una creazione di umani va bene e l’altra no, perché visto che sono i medesimi ad averle partorite?
“Dio ha promesso di preservare la sua parola”
Dipende da cosa stai citando. Se il verso che citi è all’interno del NT non è rilevante, sia perché sarebbe semplicemente uno scritto di quel canone che reclama per sé l’autorità, per nulla diverso da altri apocrifi che si attribuiscono l’ispirazione. Tu stai continuando a citarmi il NT senza dirmi perché lo citi e perché lo ritieni affidabile. Mi stai cioè dicendo che uno scritto all’interno di una tradizione dice di sé che Dio avrebbe conservato la sua parola, ma questo è irrilevante perché il mio problema pone una questione che viene prima, e cioè perché sarebbe quello scritto a dire la verità e non altri.
Tra l’altro cosa vuol dire che Dio conserva la sua parola? Come già detto non so cosa stai citando di preciso, ma ancora una volta dai per presupposto il Sola Scriptura, perché dove sta scritto infatti che conservare la parola di Dio significa conservare degli scritti? In una società orale è il contrario, ed è proprio Paolo che dice di attenersi alle tradizione che sono state ricevute da lui sia per parola sia per lettera. Stai cioè ipotizzando che questo versetto del NT parli di qualcosa che ancora non esisteva, cioè un corpus chiamato NT, quando invece vuole semplicemente dire che “la buona novella”, il Vangelo di Cristo, sarà conservato per sempre (e non, come credono le sette del III protestantesimo, perso per secoli e poi riacquistato dall’esaltato di turno).
Se invece quello che citi è un versetto dell’AT; è ancora peggio, sia perché può parlare semplicemente dell’AT, ma neppure di quello in effetti visto che neppure quello esisteva, visto che uno scritto contenuto in esso non era stato ancora terminato mentre quella frase veniva vergata. Anche qui la vostra esegesi è minoritaria perché gli ebrei ritengono che la parola di Dio sia tanto nello Scritto quanto nella torah orale.
“ppunto, oracoli scritti o orali come veniva distinti nel I secolo?”
La conformità con la dottrina insegna da Giovanni evidentemente, e comunque i criteri vengono dati dopo, forse non te li ricordi perché il metodo brookyniano di studio alla Bibbia è “il versetto x dice” (il contesto è un optional, bisogna cercare il versetto e impararsi a memoria l’ubicazione, ecco i criteri: “Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio.”
C’è di qualche aiuto per distinguere canonici da apocrifi? Ben poco, e se anche fosse d’aiuto, la domanda è perché dovremmo prestare fede a questa lettera. E, se altri criteri qui non esposti esistevano, il problema è in base a che cosa tu possa pretendere che nel II, III, e IV secolo della gente avesse un filo-diretto con gli apostoli, e dunque ti fidi della loro scelta anche senza assicurare l’infallibilità alla Chiesa. Ma, soprattutto, non mi hai ancora detto perché ed in base a cosa mi citi Giovanni, visto che come detto devi limitarti ai documenti della Grande Chiesa che tu rigetti per sapere che essi, e non altri, consideravano questa epistola canonica, e perché non ti fidi dei medesimi documenti come il canone muratoriano quando nel canone ti infilano il libro della Sapienza…
Vediamo se sei capace di rispondermi scendendo dal 2% delle argomentazioni all’1%.
Ad maiora