la messa.

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(benny59)
00giovedì 7 luglio 2011 13:14
E’ vero che il prete ha il potere di trasformare il pane ed il vino nella carne e nel sangue di Cristo durante e mediante il rituale dalla messa? Avviene davvero, questa trasformazione?
Ed ancora, questo credo si trova o ha origine dalle Scritture?

The Catholic Encyclopedia, Vol.4, p.277, Art . 2 ‘ Consacrazione’ dice:
“ Nella celebrazione della Santa Messa, il pane ed il vino sono cambiati nel corpo e nel sangue di Cristo. E’ chiamata TRANSUSTANZIAZIONE, perché, nel Sacramento dell’Eucaristia, la sostanza del pane e del vino non resta tale, ma L’INTERA SOSTANZA del pane è cambiata nel CORPO di Cristo, e l’INTERA SOSTANZA del vino è cambiata nel suo sangue, mentre restano solo le sembianze esteriori” di pane e vino .

Ci sono parole di Gesù prese a sostegno di questo credo?
Si, e si trovano in Matteo 26:26-28
26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.

Addossare però un senso LETTERALE alle parole di Gesù Cristo, comporta poi numerosi problemi di interpretazione che tendono a passar sopra ad uno specifico fatto, e cioè che la Bibbia usa comunemente espressioni figurate.

Qualche esempio:
Quando gli uomini del re Davide rischiarono la vita per portargli l’acqua da Betlemme, questi la rifiutò e disse :
2 Samuele 23:17
«Lungi da me, Signore, il fare tal cosa! È il sangue di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita!». Non la volle bere.

La Bibbia parla di Gesù come “ La Porta” (Giovanni 10:9 ) , “ La Vigna “ (Giovanni 15:5) , “ La Roccia “ ( I Corinzi 10:4 ) .
Tutti possono però riconoscere che queste dichiarazioni hanno un senso figurato, e dunque la dichiarazione fatta da Cristo in Matteo 26: 26-28 è da prendere in senso figurato,, pane e vino SIMBOLI del corpo e del sangue , nulla togliendo al fatto che
In Matteo 18:20 , Gesù Cristo promette la sua presenza :
“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro “.

Si parla dunque di una presenza SPIRITUALE, non di una presenza materiale.
Dopo che Gesù ebbe benedetti pane e vino questi non si trasformarono in sangue e carne, e dopo questa benedizione, osserviamo cosa accade:
Gesù Cristo chiama il vino FRUTTO DELLA VITE, non lo chiama sangue!

“Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio. “

E Gesù pure bevve dalla coppa: avrebbe bevuto il suo proprio sangue?
No
Infatti:
SE IL VINO FOSSE DIVENUTO SANGUE VERO, BERLO SAREBBE STATO PROIBITO DALLA BIBBIA E GESU’ AVREBBE DISOBBEDITO AL PADRE !

Deuteronomio 12:16
ma non ne mangerete il sangue; lo spargerai per terra come acqua.


Atti 15:20
ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue.

Non esiste dunque alcuna prova a sostegno del rituale Romano.

Il Concilio di Trento proclamò che il credo della transustanziazione è ESSENZIALE ALLA SALVEZZA,
e pronunciò, in aggiunta, una maledizione contro coloro che lo negassero, ordinando che venisse spiegato che pane e vino non si trasformavano solo in carne e sangue,ma nell’INTERO CRISTO.

The Catholic Encyclopedia , Vol.14, pag 586 , art. ‘ Teologia ‘ dice :
“ Il dogma della TOTALITA’ della VERA PRESENZA significa che in ogni individuo, l’INTERO CRISTO, sangue e carne, corpo ed anima, Divinità ed Umanità,
SONO REALMENTE PRESENTI. “.

Essendo divenuto, dunque, il pezzo di pane, Cristo, il prete, innalzando l’offerta, LO SACRIFICA
The Catholic Encyclopedia, Vol. 10, pag.6, art. “ Il Sacrificio della Messa” dice:
“Chiunque dica che nella Messa non venga offerto a Dio un vero ed adeguato sacrificio … sia questi anatema “ ed ancora aggiunge che questo sacrificio è un rinnovamento del sacrificio della croce : “ Cristo … comandò che il suo sacrificio di sangue sulla Croce venisse rinnovato QUOTIDIANAMENTE , mediante un non sanguinolento sacrificio del suo Corpo e Sangue, nella Messa, sotto i semplici elementi del pane e del vino “. (pag.13)
E poiché gli elementi sono mutati nel sangue e nel corpo di Cristo, “ Egli è presente non solo in maniera spirituale,ma veramente, realmente e sostanzialmente, quale vittima di un sacrificio. “( Ibidem, vol.7,pag.346 ) .
Si pretende dunque, con tale rituale, eseguito milioni di volte, che si tratti dello stesso sacrificio del Calvario, perché la vittima, in ogni caso, è Gesù Cristo
( The New Baltimore Catechism, Nr.3, domanda 931 )
Tutta questa pretesa di sacrificare e sacrificare Cristo ogni volta che si celebra la Messa è in netto contrasto con le parole di Cristo medesimo sulla croce:

Giovanni 19:30
“ Tutto è compiuto”

I sacrifici dell’Antico Testamento dovevano essere ripetuti continuamente, dal momento che nessuno di questi sacrifici era un sacrificio perfetto, ma se leggiamo l’Epistola agli Ebrei, qui riportata, ci rendiamo conto di come il sacrificio di Cristo sia stato offerto UNA VOLTA PER TUTTE

Ebrei 10:10-14
10 Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.
11 Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati. 12 Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, 13 aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi. 14 Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Il Nuovo testamento la dice, quindi, contraria alla Chiesa Romana

Leggiamo ancora nella medesima Epistola agli Ebrei:

Ebrei 9:25-28
25 e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. 26 In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 27 E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, 28 così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.

Sulla base di ciò possiamo adesso andare a leggere :


Ebrei 6:6
Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia.
I testi di riferimento sono tratti dalla versione CEI della Bibbia
antonellooo
00giovedì 7 luglio 2011 23:19
Carissimo,

ovviamente non son d'accordo con quello che scrivi. Cercherò di essere il più chiaro possibile, seguendo uno schema logico in modo da introdurti piano piano a quello che io sostengo per verità


Prima di tutto partiamo con il dire che con la morte di Cristo è stata instaurata una NUOVA ED ETERNA ALLEANZA.
Arriviamoci per gradi.

Prima di tutto ricordiamoci l'alleanza avvenuta con Mosè sul Monte Sinai:

Esodo 24-8
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

basata come puoi leggere su due elementi:

- Il "sangue dell'alleanza", ovvero il sangue degli animali sacrificati con il quale veniva asperso il popolo
- Il popolo che fino a poco prima aveva affermato: "«Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto»"

Questa alleanza però, subito dopo viene rotta, in quanto come sicuramente ricorderai, mentre Mosè era sul Monte, il popolo adorava un vitello d'oro.

Proprio da qui nasce la speranza per una nuova alleanza:
Geremia 31,31-34

Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l'alleanza che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato».


Questa nuova alleanza non si baserà più sulla fedeltà fragile degli esseri umani, ma sarà basata sull'obbedienza irrevocabile ed inviolabile di Gesù, il figlio di Dio, che è divenuto servo ed assorbe con la sua obbedienza, ogni disobbedienza umana, pagandola con la morte (in croce o su un palo, fate voi! L'importante è che siamo d'accordo che ha sofferto tanto per la nostra salvezza).

Quindi il sangue degli animali, versato nelle vecchie alleanze non poteva espiare il peccato e congiungere Dio e gli uomini, bensì solo con il Suo Sangue, nonchè con l'abbandono totale di se stesso, Egli smaltisce ogni tradimento, assorbendolo nella Sua fedeltà incondizionata.
Solo grazie a Dio che non agisce più solo come Dio nei confonti degli uomini, ma anche come uomo nei confronti di Dio, formando in questo modo un alleanza eterna e stabile.

Una volta capito il valore della nuova ed eterna alleanza di Gesù, capiamo anche il valore di quel Sangue. Gesù beve non un Sangue di animali immolati, ma il SUO Sangue!
In questo modo rivoluziona a forma del culto e introduce questo aspetto innovativo.



E Gesù pure bevve dalla coppa: avrebbe bevuto il suo proprio sangue?
No
Infatti:
SE IL VINO FOSSE DIVENUTO SANGUE VERO, BERLO SAREBBE STATO PROIBITO DALLA BIBBIA E GESU’ AVREBBE DISOBBEDITO AL PADRE !

Deuteronomio 12:16
ma non ne mangerete il sangue; lo spargerai per terra come acqua.



Ecco perchè qui ti sbagli!! Non bisogna estrapolare una frase a caso, bisgona vedere il contesto in cui è adoperata!
Il passo in questione se lo leggiamo nel contesto dice:

"Ogni volta, però, che ne sentirai desiderio, potrai uccidere animali e mangiarne la carne in tutte le tue città, secondo la benedizione che il Signore ti avrà elargito. Ne potranno mangiare sia l'impuro che il puro, come si fa della carne di gazzella e di cervo. Non ne mangerete, però, il sangue: lo spargerai per terra come acqua."

In questa vecchia alleanza si parla del SANGUE DEGLI ANIMALI, Gesù invece beve il Suo Sangue frutto della sua immolazione, quindi non compie nessun peccato, anzi dobbiamo ringraziare Lei per aver bevuto prima e poi versato veramente (in croce o su un palo, fate voi!) quel sangue!


Tutta questa pretesa di sacrificare e sacrificare Cristo ogni volta che si celebra la Messa è in netto contrasto con le parole di Cristo medesimo sulla croce:

Giovanni 19:30
“ Tutto è compiuto”



Anche qui ti sbagli!
Prima di tutti quel "Tutto è compiuto" si riferisce a quelle profezie che si dovevano compiere prima che Gesù spirasse.

Infatti, come tu sicuramente sai, se nel passo di Giovanni leggi qualche versetto prima c'è scritto:
1 - "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca».
Così si compiva la Scrittura, che dice:
Si sono divisi tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.
"


2- Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Quindi noti che quel "E' compiuto" si riferisce alle profezie che dovevano avverarsi...quindi si sono compiute tutte le profezie e Gesù morì.

Inoltre, durante la Messa c'è il ricordo della Sua passione, proprio come Lui ci ha comandato di fare, leggi questi versetti e sarà tutto chiaro:

1 Conrinzi 11, 23-26
"il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. "

Difatti la risposta te la sei data da solo dicendo


I sacrifici dell’Antico Testamento dovevano essere ripetuti continuamente, dal momento che nessuno di questi sacrifici era un sacrificio perfetto, ma se leggiamo l’Epistola agli Ebrei, qui riportata, ci rendiamo conto di come il sacrificio di Cristo sia stato offerto UNA VOLTA PER TUTTE



Infatti il sacrificio è uno solo ed è stato compiuto da gesù, ma noi durante la Messa ne celebriamo la sua memoria e non un nuovo sacrificio ed una nuova alleanza...daltrronde è stato Lui a comandarci di spezzare il pane in sua memoria.

Purtroppo non è colpa mia se la Vostra Bibbia traduce:

Atti 2-42
"E continuavano a dedicarsi all’insegnamento degli apostoli e a partecipare [l’uno con l’altro], a prendere i pasti e alle preghiere."
Ma scusate eh...c'era bisogno di ricordarsi che i Cristiani mangiavano? Mah...ditemi voi perchè davvero non capisco, questa traduzione mi sembra davvero ridicola.

La giusta traduzione invece sarebbe:

Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.

Per ricordare che già le prime comunità cristiane celebravano il memoriale dell'ultima cena di Gesù, proprio come Lui ci ha comandato.





Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro e vi ringrazio per avermi fatto riprendere alcuni testi ed argomenti che non ripassavo da tempo.

Ora attendo le vostre obiezioni!!

Un abbraccio fraterno a tutti voi!


barnabino
00giovedì 7 luglio 2011 23:39
Caro Antonello,


Purtroppo non è colpa mia se la Vostra Bibbia traduce



La "colpa" in che senso? Da dove possiamo dedurre che "spezzare i pani" fosse un rito che ricordava l'ultima cena e non un semplice pasto, che di norma iniziava spezzando il pane?

Io ci andrei piano con distribuire le "colpe" dato che non c'è alcuna evidenza che con "spezzare i pani" si intendesse il memoriale, che testi lo comproverebbero?

Shalom [SM=g2037509]
antonellooo
00venerdì 8 luglio 2011 09:06
Re:
barnabino, 07/07/2011 23.39:

Caro Antonello,


Purtroppo non è colpa mia se la Vostra Bibbia traduce



La "colpa" in che senso? Da dove possiamo dedurre che "spezzare i pani" fosse un rito che ricordava l'ultima cena e non un semplice pasto, che di norma iniziava spezzando il pane?

Io ci andrei piano con distribuire le "colpe" dato che non c'è alcuna evidenza che con "spezzare i pani" si intendesse il memoriale, che testi lo comproverebbero?

Shalom [SM=g2037509]




Strano che su tante cose che ho scritto noti solo questa.

Cmq, con riferimento alla VOSTRA Bibbia, spiegami allora questo passo, quando Gesù appare ai discepoli sulla via di Emmaus:

Luca 24-30,31

"E mentre giaceva con loro al pasto prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo porgeva loro. Allora si aprirono pienamente i loro occhi e lo riconobbero; ed egli scomparve alla loro vista. "

Scusami ma a me sembra chiaro: lo riconobbero nello spezzare il pane, ovvero quel gesto fondamentale dell'ultima cena.

Un abbraccione
gordon62
00venerdì 8 luglio 2011 10:55
Re: Re:
antonellooo, 08/07/2011 09.06:



Scusami ma a me sembra chiaro: lo riconobbero nello spezzare il pane, ovvero quel gesto fondamentale dell'ultima cena.



Si, certo.
Un gesto che però Gesù aveva fatto chissà quante altre volte negli anni di ministero trascorsi insieme ai suoi discepoli.
Vuoi un esempio ?
Te lo prendo dalla Bibbia CEI così sei più contento :

Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci».
Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde.
E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta.
Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono e si sfamarono. (Marco 6:38-42)


Scusami, ma è un po' debole la tua tesi per affermare che la TNM traduce male il versetto...

E comunque, visto che ti piace scrutare nella TNM, prova a leggere anche qualche versetto più avanti del versetto di Luca 24, precisamente il versetto 35. [SM=g27988]

Saluti

antonellooo
00venerdì 8 luglio 2011 14:25
Re: Re: Re:

Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci».
Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull'erba verde.
E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta.
Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono e si sfamarono. (Marco 6:38-42)



Ma sei sicuro di essere Tdg? Mah...non è la prima volta che mi suggerisci la risposta.

Cmq come puoi notare l'atto di spezzare il pane non è fine a se stesso, ma a una donazione verso gli altri. In questo caso, commosso dalla folla, Gesù sfama loro distribuendo il pane da Lui precedentemente spezzato.

Nell'ultima cena spezza il pane, ma perchè lo spezza? Anche in questo caso c'è una donazione, nella fattispecie di sè stesso. Quindi spezza il pane in questo caso per nutrire i Suoi discepoli di quel cibo che ci da la vita eterna, come potete benissimo leggere:

Gv 6-48,58

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».


Quindi: SI lo spezzare il pane è inevitabilmente un gesto biblico che rappresenta la donazione e non semplicemente il fatto di sfamarsi. E da qui discende il culto delle prime comunità cristiane.


E comunque, visto che ti piace scrutare nella TNM, prova a leggere anche qualche versetto più avanti del versetto di Luca 24, precisamente il versetto 35.



E ti ringrazio anche qui per avermi suggerito la risposta, infatti la stessa TNM dice al versetto 35:
Ora essi stessi narrarono le [cose avvenute] per la strada e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane.

Quindi? Lo dice la stessa Vostra Bibbia! Lo riconobbero nello spezzare il pane e perchè proprio nello spezzare il pane e non in qualche altro atto da Lui compiuto?


Come vedi, è la tua teoria che mi sembra al quanto debole. Eppure non ci vuole molto, basta solo ragionare al posto di attaccare versetti a caso.
Mi pare che questo sia solo un aspetto da me rilevato, aspetto risposte su altre obiezioni da me effettuate.

Un abbraccio
barnabino
00venerdì 8 luglio 2011 14:48
Caro Antonellooo,


Strano che su tante cose che ho scritto noti solo questa



Visto che parli di "colpe" la cosa mi ha un po' incuriosito, perché l'espressione di per sé non ha mai un significato rituale ma indica solo il gesto con cui comunemente si iniziava il pranzo, un po' come oggi si dice buon appetito.

Sinceramente a me pare poco corretto voler stabilire della "colpe" su una traduzione del tutto corretta, semmai sei tu che dovresti dimostrare che la fractio panis fosse un rito corrispondente alla pasto serale del Signore.


Scusami ma a me sembra chiaro: lo riconobbero nello spezzare il pane, ovvero quel gesto fondamentale dell'ultima cena



In quell'occasione non si capisce perché la frazione del pane debba essere messa in relazione alla commemorazione, quello era un banale pasto in un'osteria e quei discepoli non erano presenti con i dodici la sera in cui venne arrestato, e dunque non potevano in nessun modo sapere il significato che Gesù aveva attribuito a quel gesto qualche giorno prima. Insomma, non vedo come poterono metterlo in relazione ad un evento a cui non avevano assistito...


Nell'ultima cena spezza il pane, ma perchè lo spezza? Anche in questo caso c'è una donazione, nella fattispecie di sè stesso. Quindi spezza il pane in questo caso per nutrire i Suoi discepoli di quel cibo che ci da la vita eterna



Siamo perfettamente d'accordo, ma questo non può portarci a concludere che ovunque si parli si "spezzare i pani" siamo davanti ad un rito o alla ripetizione di quello che avvenne nell'ultima cena, che era un'occasione particolare, dato che vi erano pani azzimi (e non pane normale) ma anche il vino, altro simbolo importante...

Shalom



ADioLaGloria
00venerdì 8 luglio 2011 15:47
Re:
Caro Antonello,
io non sono Testimone di Geova, bensì Cristiano Evangelico Pentecostale.

Ho letto con molto interesse la tua completa disamina dell'argomento, anche se in essa non ho trovato una vera e propria argomentazione obiettiva sull'argomento.
Hai parlato della sacralità e della superiorità del sangue di Cristo rispetto ai sacrifici veterotestamentari, e su questo nulla da eccepire. Hai parlato del fatto che i primi cristiani fossero soliti "spezzare il pane" (anche la versione in uso alle nostre chiese traduce spezzare il pane), ed anche su questo sono pienamente in sintonia con te.
Il punto focale della messa però non è questo, bensì la dottrina della transustanziazione: il cambiamento totale di sostanza.
Da dove dovremmo trarre, biblicamente, questa dottrina?
Tu riporti diversi passaggi nei quali Gesù parla del "suo" corpo, ma il punto non è nemmeno questo: sappiamo entrambi molto bene che Gesù parla del suo corpo e del suo sangue; ciò che dobbiamo stabilire è se questi fossero intesi da Gesù in modo simbolico o letterale.
L'unico passaggio che, ad una lettura superficiale, potrebbe sostenere questa teoria sono le parole di Gesù nell'atto dell'ultima cena, il quale afferma: "Prendete, mangiate, questo è il mio corpo". Dovendo stabilire quindi se questa espressione abbia un valore letterale o simbolico entra in campo l'elemento logica: se Gesù era presente in quel momento con il suo corpo, non è possibile che il suo corpo si trovasse, nel contempo, nel pane. E' semplicemente ovvio che Gesù stesse dicendo che "Questo rappresenta il mio corpo".
Mangiare il corpo e bere il sangue di Cristo non significa affatto mangiare letteralmente il corpo di Gesù, ma essere unito al suo sacrificio (il corpo spezzato). L'apostolo Paolo non dice che il pane sia il corpo di CRisto, bensì che si tratti della COMUNIONE con il corpo di Cristo(1 Cor. 10:16): questa differenza non è affatto sottile.

Inoltre tu sostieni:

antonellooo, 07/07/2011 23.19:




I sacrifici dell’Antico Testamento dovevano essere ripetuti continuamente, dal momento che nessuno di questi sacrifici era un sacrificio perfetto, ma se leggiamo l’Epistola agli Ebrei, qui riportata, ci rendiamo conto di come il sacrificio di Cristo sia stato offerto UNA VOLTA PER TUTTE



Infatti il sacrificio è uno solo ed è stato compiuto da gesù, ma noi durante la Messa ne celebriamo la sua memoria e non un nuovo sacrificio ed una nuova alleanza...daltrronde è stato Lui a comandarci di spezzare il pane in sua memoria.



Questa tua affermazione, a parere mio, contiene una notevole contraddizione.
Se anche nella teoria tu possa sostenere che il sacrificio di Cristo non si rinnovi, nella pratica la messa sostiene esattamente questo. L'ostia diviene letteralmente il corpo di Cristo, il quale fisicamente viene spezzato. Qui c'è ben poco di "memoriale", ma è un sacrificio che si rinnova a tutti gli effetti. Lo stesso catechismo cattolico, sebbene sostenga anche la funzione di "ricordo" dell'eucarestia, afferma: Il nostro Salvatore nell'ultima Cena, la notte in cui veniva tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, col quale perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della croce. Quindi, oltre ad una funzione memoriale, secondo il catechismo, Cristo istituì l'eucarestia per perpetuare il suo sacrificio fino al suo ritorno. Tuttavia questa è una dottrina in aperto contrasto con la Scrittura (Ebr. 7:27; 9:12, 28; 10:10; I Pt. 3:18).

Concludendo, nessuno è contrario al fatto che il sangue di Cristo abbia una valore estremamente superiore a quello degli animali dell'antico Testamento e nemmeno che i primi discepoli praticassero la Santa cena. Ciò che la Bibbia condanna è la transustaziazione. Alla luce delle Scritture la santa cena, o comunione, è quindi un ordinamento istituito da Gesù nel quale la sua Chiesa RICORDA ed HA COMUNIONE con il suo sacrificio attraverso gli elementi, puramente simobolici, del pane e del vino.
gordon62
00venerdì 8 luglio 2011 16:05
Re: Re: Re: Re:
antonellooo, 08/07/2011 14.25:


Ma sei sicuro di essere Tdg? Mah...non è la prima volta che mi suggerisci la risposta.



Amico mio, forse ti sbagli con qualcun altro. Avevo già dialogato una volta con te, ma non mi sembra di averti suggerito una risposta, anzi, ti eri pure offeso perché avevo scritto che i cattolici non erano molto disposti al confronto…quindi non c'è stato nessun suggerimento.

antonellooo, 08/07/2011 14.25:


Cmq come puoi notare l'atto di spezzare il pane non è fine a se stesso, ma a una donazione verso gli altri. In questo caso, commosso dalla folla, Gesù sfama loro distribuendo il pane da Lui precedentemente spezzato.



Rileggiti l’episodio per intero. Quella gente aveva fame, punto.
Dopo averli “sfamati” in senso spirituale con i suoi insegnamenti, Gesù volle amorevolmente provvedere a sfamarli anche in senso materiale...


antonellooo, 08/07/2011 14.25:


Quindi? Lo dice la stessa Vostra Bibbia! Lo riconobbero nello spezzare il pane e perchè proprio nello spezzare il pane e non in qualche altro atto da Lui compiuto?




A parte il fatto che ci sono episodi in cui venne riconosciuto anche da altri gesti o modi di parlare a loro familiari (vedi Giovanni 20:14-16 oppure Giovanni 21:6, 7) ma lasciamo perdere sennò poi ti confondi...su questo argomento apriremo un thread a parte.
Nel caso in questione evidentemente Gesù aveva un suo modo di rendere grazie, di benedire e di dividere il pane, tale da essere riconosciuto da chi aveva già condiviso con lui momenti come quello.
Non ci trovo nulla di strano in questo.


antonellooo, 08/07/2011 14.25:


Come vedi, è la tua teoria che mi sembra al quanto debole. Eppure non ci vuole molto, basta solo ragionare al posto di attaccare versetti a caso.




Ecco bravo, basta semplicemente ragionare, senza acrobazie dottrinali finalizzate solo a giustificare rituali che cozzano tremendamente con ciò che realmente la Bibbia insegna.


Un saluto affettuoso [SM=g27988]
L' Apostolo
00venerdì 8 luglio 2011 17:21
Era usanza fra i cristiani del I secolo quella che essi definivano agapé, ovvero conviti d'amore. Erano riunioni in cui si spezzava il pane, nel senso che si condivideva il cibo con la fratellanza in un'atmosfera di ringraziamento e dedizione a Dio, magari accompagnata da conversazioni spirituali e cantici. San Giuda riferisce che alcuni apostati durante questi pasti si abbandonavano a ingannevoli insegnamenti. (Giuda 12)
ADioLaGloria
00venerdì 8 luglio 2011 18:43
Re:
L' Apostolo, 08/07/2011 17.21:

Era usanza fra i cristiani del I secolo quella che essi definivano agapé, ovvero conviti d'amore. Erano riunioni in cui si spezzava il pane, nel senso che si condivideva il cibo con la fratellanza in un'atmosfera di ringraziamento e dedizione a Dio, magari accompagnata da conversazioni spirituali e cantici. San Giuda riferisce che alcuni apostati durante questi pasti si abbandonavano a ingannevoli insegnamenti. (Giuda 12)



No, aspetta.
Voi non credete che le chiese celebrassero la santa cena o comunione? E su quale base?

E' un ordinamento di Gesù: fate questo in memoria di me

E' evidente dalla vita dei primi cristiani per come la si trova nel libro degli Atti degli Apostoli:
- Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. (Atti 2:42)
Non può certo trattarsi di agapi in questo contesto! Erano perseveranti nel rompere il pane: quale perseveranza ci vuole per...mangiare? "Rompere il pane" è un'espressione inserita in mezzo a due azioni di natura spirituale: comunione fraterna e preghiere. Ditemi cosa c'entra qui il pasto comune definito "agapè". Vedere in questo verso le agapi e non la Santa Cena è davvero una forzatura.
- Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte. (Atti 20:7)
Qui ci troviamo di fronte ad una vera e propri adunanza cristiana del primo secolo. Erano RIUNITI, era DOMENICA (il primo giorno della settimana) e Paolo, in qualità di ministro dell'evangelo, teneva un discorso all'assemblea (Paolo prolungò il suo discorso). Anche qui si tratterebbe di...agape? Eravamo riuniti a spezzare il pane: eravamo riuniti, durante un culto, spezzando il pane come insegnato da Gesù in ricordo della sua morte. Qui il "pranzo comune" non c'entra davvero nulla.

Le epistole ne parlano
Paolo, al capito 11 del primo libro dei Corinzi, dedica non poche parole a questo argomento inserendolo in un costesto di ORDINARIETA' del culto cristiano. Sta infatti parlando ai Corinti (dal cap 11 fino al 14) proprio dell'ordine del culto, di ciò che deve accadere quando la chiesa si riunisce. Apre infatti con espressioni come "sento che quando vi radunate in assemblea..." (cap. 11:18), "Quando poi vi riunite..." (11:20), "Quando vi riunite..." (14:26). Ed è proprio in questo contesto che inserisce il discorso della Cena del Signore, o comunione. E' logico quindi pensare che parlasse di questo ordinamento di Gesù compiuto dalle chiese nell'ordine del culto comunitario.

L' Apostolo
00venerdì 8 luglio 2011 18:46
Levitico 7:18
Se uno mangia della carne del suo sacrificio di riconoscenza il terzo giorno, colui che l'ha offerto non sarà gradito; dell'offerta non gli sarà tenuto conto; quella carne è immonda e colui che ne avrà mangiato porterà la pena della sua iniquità.

Levitico 19:6
Lo si mangerà il giorno stesso che l'avrete offerto, e il giorno seguente; quello che rimarrà fino al terzo giorno, lo brucerete.


Levitico 19:7
Chi ne mangerà il terzo giorno, mangerà una cosa immonda; il sacrificio non sarà gradito




Queste scritture che prefiguravano il sacrificio di Cristo ben indicano la fine che ha fatto la carne di Cristo il terzo giorno, figuriamoci se Dio avesse voluto che la mangiassimo ancora dopo 2000 anni. Inoltre Gesù non trasgredì mai la Legge, altrimenti sarebbe stato un peccatore e il suo sacrificio vano, e la Legge proibiva di mangiare sangue.
L' Apostolo
00venerdì 8 luglio 2011 18:51
Re: Re:
ADioLaGloria, 08/07/2011 18.43:



No, aspetta.
Voi non credete che le chiese celebrassero la santa cena o comunione? E su quale base?

E' un ordinamento di Gesù: fate questo in memoria di me

E' evidente dalla vita dei primi cristiani per come la si trova nel libro degli Atti degli Apostoli:
- Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. (Atti 2:42)
Non può certo trattarsi di agapi in questo contesto! Erano perseveranti nel rompere il pane: quale perseveranza ci vuole per...mangiare? "Rompere il pane" è un'espressione inserita in mezzo a due azioni di natura spirituale: comunione fraterna e preghiere. Ditemi cosa c'entra qui il pasto comune definito "agapè". Vedere in questo verso le agapi e non la Santa Cena è davvero una forzatura.
- Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte. (Atti 20:7)
Qui ci troviamo di fronte ad una vera e propri adunanza cristiana del primo secolo. Erano RIUNITI, era DOMENICA (il primo giorno della settimana) e Paolo, in qualità di ministro dell'evangelo, teneva un discorso all'assemblea (Paolo prolungò il suo discorso). Anche qui si tratterebbe di...agape? Eravamo riuniti a spezzare il pane: eravamo riuniti, durante un culto, spezzando il pane come insegnato da Gesù in ricordo della sua morte. Qui il "pranzo comune" non c'entra davvero nulla.

Le epistole ne parlano
Paolo, al capito 11 del primo libro dei Corinzi, dedica non poche parole a questo argomento inserendolo in un costesto di ORDINARIETA' del culto cristiano. Sta infatti parlando ai Corinti (dal cap 11 fino al 14) proprio dell'ordine del culto, di ciò che deve accadere quando la chiesa si riunisce. Apre infatti con espressioni come "sento che quando vi radunate in assemblea..." (cap. 11:18), "Quando poi vi riunite..." (11:20), "Quando vi riunite..." (14:26). Ed è proprio in questo contesto che inserisce il discorso della Cena del Signore, o comunione. E' logico quindi pensare che parlasse di questo ordinamento di Gesù compiuto dalle chiese nell'ordine del culto comunitario.





La celebravano, certo, ci crediamo, ma non settimanalmente, bensì annualmente. E sicuramente non pensavano di mangiare realmente la carne e il sangue di Cristo.


ADioLaGloria
00venerdì 8 luglio 2011 19:15
Re: Re: Re:
L' Apostolo, 08/07/2011 18.51:


La celebravano, certo, ci crediamo, ma non settimanalmente, bensì annualmente. E sicuramente non pensavano di mangiare realmente la carne e il sangue di Cristo.



Sul fatto che non pensassero di mangiare realmente il corpo ed il sangue di Cristo sono d'accordo.
Tuttavia i passaggi che ti ho riportato presentato TUTTI la Santa Cena in un contesto di ORDINARIETA' del culto comunitario della prima chiesa. Come si può sostere che espressioni come "Ogni primo giorno della settimana", o "Quando vi radunate" o ancora "erano perseveranti nel..." possano fare riferimento ad un evento annuale?! No, questi passaggi esprimono chiaramente che la Cena del Signore fosse una consuetudine nella chiesa del primo secolo. Ovviamente il pane ed il vino erano solamente simboli, ma non veniva fatta certamente una volta all'anno! Io ti ho portato diversi passaggi che dimostrano sicuramente una alta periodicità di questo ordinamento di Gesù; con quale versi invece si può sostenere che venisse effettuata solamente una volta all'anno?



barnabino
00venerdì 8 luglio 2011 19:51

Tuttavia i passaggi che ti ho riportato presentato TUTTI la Santa Cena in un contesto di ORDINARIETA' del culto comunitario della prima chiesa



In realtà da quei passi è difficile, se non impossibile, dire che quel pasto fosse qualcosa di diverso da un pasto ordinario, magari uno di quei convitti d'amore dei primi cristiani a Gerusalemme.

In Atti 2,42 non farti ingannare dal verbo "perseverare" che indica solo che "erano costanti" nel farlo.


Come si può sostere che espressioni come "Ogni primo giorno della settimana", o "Quando vi radunate" o ancora "erano perseveranti nel..." possano fare riferimento ad un evento annuale?!



Più che altro non c'è alcuna indicazione che quelle espressioni fossero in riferimento al Pasto Serale del Signore, il contesto non fa mai menzione alla morte di Cristo, al vino o ad altro che potesse avere a che fare con le istruzioni lasciate da Gesù il giorno di Pasqua. Insomma, a me pare davvero poco per dire che si parli di "spezzare i pani" in riferimento ad un rito, per di più da ricordare una volta alla settimana, cosa che Gesù comunque non disse...

Shalom
ADioLaGloria
00sabato 9 luglio 2011 19:14
Re:
barnabino, 08/07/2011 19.51:


In realtà da quei passi è difficile, se non impossibile, dire che quel pasto fosse qualcosa di diverso da un pasto ordinario, magari uno di quei convitti d'amore dei primi cristiani a Gerusalemme.



Scusami Barnabino (a proposito, ben ritrovato!), ma questa non può sempre essere la vostra scappatoia...
Ogni volta che un verso è contro alla vostra dottrina..."è dubbio"! Questa è teologia un pò spicciola. I pasti "ordinari", come li definisci tu, non hanno certamente bisogno di essere segnalati. Poi guarda caso, in questi "pasti ordinari", la gente spezzava solo il pane! E comunque, il passaggio di I Corinzi 11 è esplicitamente riferito alla Cena del Signore, e proprio quel passaggio è aperto dall'espressione "Quando vi riunite..."


In Atti 2,42 non farti ingannare dal verbo "perseverare" che indica solo che "erano costanti" nel farlo.



Non stavo facendo riferimento all'espressione "perseverare", quanto più al fatto che in quel brano l'azione di "spezzare il pane" è inserita nel contesto di attività di natura spirituale. Erano perseveranti nella A) Comunione fraterna B) spezzare il pane C) nella preghiera. Si tratta di azioni spirituali, e non certo di "pasti ordinari". In ogni caso, anche se perseverare avesse solamente la valenza di "essere costanti nel" (come sostieni tu), non avrebbe comunque alcun senso sottolineare che "erano costanti nei pasti ordinari". Vi invito con tutto il cuore a tentare di essere obiettivi: in questo brano "consumare un pasto" non significa davvero nulla, è solamente una estrema forzatura.


Più che altro non c'è alcuna indicazione che quelle espressioni fossero in riferimento al Pasto Serale del Signore, il contesto non fa mai menzione alla morte di Cristo, al vino o ad altro che potesse avere a che fare con le istruzioni lasciate da Gesù il giorno di Pasqua. Insomma, a me pare davvero poco per dire che si parli di "spezzare i pani" in riferimento ad un rito, per di più da ricordare una volta alla settimana, cosa che Gesù comunque non disse...



Ripeto, il passaggio di 1 Cor. 11 fa espressamente riferimento al Pasto Serale, e Paolo lo inserisce in un discorso di "ordinarietà del culto". Tra l'altro è molto curioso notare che l'epressione è sempre "spezzare IL PANE" e non "I PANI" come si si trattasse di un pranzo normale, ma come facendo riferimento ad UN PANE (quello appunto della Santa Cena). Anche il passaggio Atti 20:7 è estremamente improbabile che si tratti di un "pranzo comune"; avviene infatti nel giorno in cui la chiesa si riunisce (il primo giorno della settimana), mentre Paolo tiene il discorso pubblico! Cosa c'entra qui un pasto normale? Niente. Anzi, l'azione di "spezzare il pane" in questo passaggio è proprio la motivazione per cui erano riuniti i cristiani! Eravamo riuniti per spezzare il pane. Infine, come già detto, Atti 2:42 inseririsce lo "spezzare il pane" tra la comunione fraterna e la preghiera, dandogli ovviamente spirituale.

Barnabino, vi prego: siate obbiettivi! Non ha assolutamente alcun fondamento sostenere che la prima chiesa non praticasse regolarmente la Cena del Signore (ovviamento solo con significato simbolico, senza transustanziazione). Io ti ho portato diversi passaggi che possono essere considerati "dubbi" solo in presenza di una una faziosità intellettuale. Voi piuttosto, con quali versi della Bibbia potete sostenere che la cena del Signore si tenesse solamente una volta all'anno?
Aquila-58
00sabato 9 luglio 2011 21:34
Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
Caro ADiolagloria,

ADioLaGloria, 09/07/2011 19.14:



Io ti ho portato diversi passaggi che possono essere considerati "dubbi" solo in presenza di una una faziosità intellettuale. Voi piuttosto, con quali versi della Bibbia potete sostenere che la cena del Signore si tenesse solamente una volta all'anno?



...a parte questa bruttissima caduta di stile, che avresti potuto benissimo risparmiarti (accusarci di "faziosità intellettuale", insomma, usare questo linguaggio e questa terminologia non è esattamente un manifestare il frutto dello spirito, che per chi si definisce cristiano dovrebbe essere il pane quotidiano...), ora ti esporrò la posizione dei cristiani testimoni di Geova.
Visto che ci hai fatto una precisa domanda, ho l' obbligo di risponderti, ma, come dice la Sacra Scrittura, lo farò con "mitezza e profondo rispetto" (1 Pietro 3:15)....va da se quindi che mi asterrò assolutamente dal dare del fazioso intellettuale a chi non la pensa come noi... [SM=g27988]

Ecco la nostra posizione in merito. La dividerò in tre parti, per non fare post troppo lunghi.
Buona lettura...........


(segue)
Aquila-58
00sabato 9 luglio 2011 21:40

I PARTE:
Cominciamo da Atti 20:7.
Il testo greco legge: “ En de tei miai ton sabbaton sunegmenon hemon klasai arton “,
letteralmente “In poi il primo [giorno] della settimana essendo riuniti noi per spezzare pane”.
Non mi risultano varianti testuali di rilievo.
Qui Luca usa il verbo “klào”, che significa “spezzare, rompere”.
Il sostantivo greco “klàsis”, che deriva dal verbo “klào”, significa letteralmente “il rompere, lo spezzare”.
Viene usato anche in Luca 24:35 in riferimento all' apparizione del Risorto a Emmaus:
Ora essi stessi narrarono le cose avvenute per la strada e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane”, e in Atti 2:42 : “E partecipavano assiduamente alle istruzioni degli apostoli, alla vita comune, allo spezzare del pane (CEI traduce: “nella frazione del pane”) e alle preghiere”.
L' espressione “frazione del pane”o “spezzare del pane” qui usata, così come l' atto di “spezzare (il) pane” di Atti 20:7, di per se richiamano un comune pasto giudaico.
Il verbo “klào” (“spezzare, rompere”) viene usato, ad esempio, in 1 Corinti 10:16 di cui parlerò in seguito, e in Atti 2,46-47 : “Ogni giorno frequentavano tutti insieme il tempio e nelle case spezzavano il pane prendendo il cibo con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo”.
A quei tempi il pane consisteva di solito in focacce sottili. Il pane non fermentato sarebbe stato anche croccante. Il pane non veniva tagliato, ma spezzato, da cui l’espressione “spezzare il pane”, con riferimento, come ho già detto, a un pasto ordinario.
Quindi, scritturalmente parlando, in Atti 2:42, 46 e 20:7 non si sta parlando di una celebrazione eucaristica, né tanto meno di una celebrazione eucaristica domenicale (“ Ogni giorno frequentavano tutti insieme il tempio ........”), ma si parla solamente di prendere dei pasti insieme.
Esaminiamo meglio Atti 2:46. La descrizione sembra riferirsi chiaramente all' agàpe fraterna. In questo versetto l' espressione “rompere il pane” dimostra che in questo punto (in effetti il sostantivo àrton (pane) non è preceduto dall' articolo), si deve intendere un pasto comune, non la “santa Eucaristia”.
Il sostantivo àrtos, secondo il vocabolario Greco Italiano L. Rocci e il Dizionario base del Nuovo Testamento Greco Italiano, di C.Buzzetti, ha anche il significato di “cibo”.
La Bibbia CEI traduce àrtos (il cui significato principale, ricordiamolo, è “pane”) con “cibo” in Matteo 15:2, Marco 3:20, Marco 7:2, Marco 7:5, e con “pranzare” in Luca 14:1 (“Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare [letteralmente, “a mangiare pane”, come in tutti gli altri casi citati prima ] e la gente stava ad osservarlo”).
La realtà è che “dire che i primi Giudei Messianici spezzavano il pane” è dire né più né meno che allora mangiavano insieme.
I primi cristiani facevano tutto insieme, ed avevano ogni cosa in comune (Atti 2:44-45).
Non si può quindi prescindere dal contesto del tempo in cui vivevano queste primissime comunità giudaico-cristiane. Quindi, stando a ciò che dicono le Sacre Scritture, non si può, a nostro parere, affermare che la “chiesa giudaico cristiana” primitiva celebrasse ogni domenica o ogni giorno l' eucaristia.
Tra l' altro, si parla solo di “spezzare il pane”, ma “il vino”, come mai non viene menzionato?
Stando al testo CEI, Gesù disse: “Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue dell' alleanza....... (Matteo 26:26-27, confronta Marco 14:23 : “Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti”, e 1 Corinti 11:25-29: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue: fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me. Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finchè egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno pertanto esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perchè chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” ).
Quindi la descrizione di una celebrazione eucaristica avrebbe semmai dovuto indicare, oltre allo “spezzare del pane”, anche il passaggio di un calice con il vino, ma ciò non viene riferito. C' è da chiedersi perchè!
Si può leggere anche ciò che disse Paolo in 1 Corinti 10:16: “Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?”.
Quindi, di nuovo, lo “spezzare il pane” di Atti 2:42, 46 e 20:7 di per se non indica una “celebrazione eucaristica”, poiché non si parla affatto del “calice di benedizione” che rappresenta la “comunione con il sangue di Cristo”.
Ribadisco ancora che “klàsei” (forma di klàsis), cioè la “frazione del pane” di Atti 2:42, indica un “atto dello spezzare”.
Spezzare il pane, rendendo grazie, era un modo usuale giudaico ed antico di iniziare il pasto (Matteo 14:19-20 ; Atti 27:35-36). Gesù Cristo spezzò il pane in altre occasioni prima della “Cena del Signore”. Logicamente il pane, elemento primario, doveva essere diviso per essere distribuito (Geremia 16:7 : “Bibbia di Gerusalemme” “Non si spezzerà il pane all' afflitto per consolarlo del morto e non gli si darà da bere il calice della consolazione per suo padre e per sua madre”. Secondo la nota in calce, si tratta del pasto funebre).
Il pane usato a quel tempo dagli ebrei non era come quello di oggi. Nel mangiarlo, spesso lo rompevano o ne spezzavano una parte e lo distribuivano.
Come abbiamo visto, quando si riferiscono alla “Cena del Signore” o “Pasto serale”, imitata nell' Eucaristia, le Scritture parlano del “pane” e anche del “calice”, non del solo pane come in questo e in altri casi (1 Corinti 10:16 ; 11:23-29).
Bere il vino del calice, era altrettanto importante come mangiare il pane, e per questo le due azioni erano menzionate insieme, quando si trattava della “Cena del Signore”.
Ogni giudeo che si accingeva ad usare del pane durante un pasto doveva inevitabilmente, sia per ragioni pratiche che per una forma di abitudine, spezzarlo per potersi cibare ed offrirne ad altri, questo era in sintesi ciò che si faceva solitamente durante una cena o un pranzo.
Che questa fosse una prassi comune presso gli ebrei, è testimoniato nel Talmud. Ecco per esempio cosa ricorda accadere nel corso di uno “zimmùn” (un invito): “Quando si giunse alla frazione del pane, Rabbi Abbahu disse a Rabbi Zerà: Vorrebbe il maestro compiere la frazione?.......E così Rabbi Abbahu spezzò il pane” (B.Berakhot 46a).
In un altro testo si legge: “Rabbi Jehudàh, figlio di Rabbi Shemuèl, disse a nome di Rab: I commensali non devono mangiare fino al momento in cui colui che ha compiuto la frazione del pane ha assaggiato il cibo (B. b. 47a).
E si potrebbero portare tanti altri esempi come questo. Da ciò si evince che lo “spezzare il pane” presso gli antichi dava inizio al pasto e che, quindi, per assimilazione, questo termine nel linguaggio comune dell' epoca finì per indicare l' intero pasto consumato. Inevitabilmente qualsiasi riunione giudaico-cristiana dove si “frazionava il pane” poteva essere intesa semplicemente come “prendere i pasti”; questi erano i famosi conviti cristiani.

(segue)
Aquila-58
00sabato 9 luglio 2011 21:42
II PARTE:

Questo non esclude che nello spezzare il pane non ci fosse nulla di cultuale, perchè sappiamo con certezza che l' operazione era accompagnata da una preghiera di ringraziamento a Dio per il cibo ricevuto, chiamata in ebraico “beràka”, e che di solito iniziava così:
“Benedetto sei tu Signore che ci doni il pane della terra.....”. Tale preghiera di ringraziamento ai pasti, o eucharistìa (in greco), avviava ufficialmente ogni banchetto ebraico, dopo che il padrone di casa, o chi per lui, distribuiva il pane spezzato precedentemente. Ma in tutto questo non c' è niente che ci autorizzi a parlare di Eucaristia, intesa nel senso di una certa dottrina.
Anzi, proprio la preghiera ebraica sottolinea ulteriormente che nel linguaggio dell' epoca il termine “pane” indicava il pasto completo. Gesù dirà: “Dacci oggi il nostro pane per questo giorno” (Matteo 6:11) volendo indicare la razione giornaliera di cibo.
Anche se nel greco classico àrtos ha un senso ristretto di “pane”, questo non accade con il greco del Nuovo Testamento (Koinè) che ricalca in molti punti l' ebraico “Ièhem” che non indicava semplicemente “il pane” ma l' intero sostentamento e quindi anche l' intero pasto:
Tu mangerai pane alla mia tavola di continuo” disse Davide a Mefiboset, dove quasi tutti in italiano rendono “tu mangerai sempre alla mia tavola” (CEI – 2 Samuele 9:7), facendoci comprendere il senso dell' ultima frase ( confronta 2 Re 4:8 e 2 Tessalonicesi 3:8).
Bisogna tenere presenti questi elementi del linguaggio semita se si vuole comprendere rettamente il testo in esame; solo chi non conosce il retroterra ebraico dello stesso, può affermare che i versetti considerati (Atti 2:42, 46 e 20:7) non nascondano un semitismo, e che in quanto tale può slittare dalla traduzione letterale di “spezzare il pane” in quella finale di “prendere un pasto”.....
******

Era intenzione di Gesù che questa Commemorazione della Cena del Signore (Luca 22:19 : “Questo è il mio corpo che è dato per voi: fate questo in memoria di me”) si celebrasse ogni giorno o ogni settimana?
Come già visto, secondo noi i riferimenti scritturali allo ‘spezzare il pane’ non riguardano la Commemorazione del Pasto Serale del Signore (Atti 2:42, 46; 20:7).
Come già accennato in precedenza, Gesù ‘spezzò il pane’ in occasione di pasti anche prima dell’Ultima Cena (Marco 6:41; 8:6). Il pane usato a quel tempo dagli ebrei non era come quello a cui molti sono abituati oggi. Nel mangiarlo, spesso lo rompevano o ne spezzavano una parte.
Gesù non disse specificamente con che frequenza si dovesse osservare la Commemorazione della sua morte.
Tuttavia la istituì lo stesso giorno della pasqua ebraica, che fra i suoi discepoli fu sostituita dalla Commemorazione della morte di Cristo.
La pasqua era una ricorrenza annuale, celebrata il 14 nisan.
In modo analogo, la festa ebraica dei pani non fermentati, la festa delle settimane (Pentecoste), la festa delle capanne o della raccolta e il giorno di espiazione si tenevano tutti una volta l’anno.
Riferendosi all’istituzione della Commemorazione della morte di Gesù, Paolo scrisse: “Ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo calice, continuate a proclamare la morte del Signore, finché egli arrivi”. (1 Corinti 11:25, 26)
Secondo molti l’espressione “ogni volta che” farebbe pensare che la morte di Cristo debba essere commemorata molte volte, cioè spesso. Per questo la commemorano più di una volta all’anno. Era questo che intendeva Paolo?
Sono passati ormai quasi 2.000 anni da che Gesù istituì la Commemorazione della sua morte. Perciò, anche celebrandola una volta all’anno, la Commemorazione è stata tenuta spesso dal 33 E.V. a oggi....
Tuttavia, nel contesto di 1 Corinti 11:25, 26, Paolo non stava trattando la frequenza con cui si doveva osservare la Commemorazione, ma il modo in cui farlo.
Nel testo greco Paolo non usò l' avverbio pollàkis, che vuol dire “spesso”, ma l' avverbio hosàkis, che significa “ogni qualvolta”.
Paolo stava dicendo: ‘Ogni volta che fate questo, continuate a proclamare la morte del Signore’ (Confrontare il racconto di 1 Samuele 1:3, 7, dove “tutte le volte che” (CEI; o “ogni volta che” secondo altre traduzioni) si riferisce a fatti che si verificavano “ogni anno”, cioè una volta all’anno, quando Elcana e le sue due mogli si recavano al tabernacolo di Silo).
Con che frequenza, dunque, si dovrebbe commemorare la morte di Gesù?
È appropriato celebrarla una sola volta all’anno.
È una commemorazione e di solito le commemorazioni si tengono annualmente.
Inoltre Gesù morì il giorno della Pasqua ebraica, che si teneva una volta all’anno.
Appropriatamente Paolo si riferì a Gesù come a “Cristo, la nostra pasqua”, dato che la morte sacrificale di Gesù aprì la via della vita all’Israele spirituale, così come il primo sacrificio pasquale salvò la vita ai primogeniti dell’Israele naturale in Egitto e aprì la via alla liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù (1 Corinti 5:7; Galati 6:16).
Il nesso con l’annuale Pasqua ebraica è un’ulteriore prova che la Commemorazione della morte di Gesù va osservata una sola volta all’anno.
Inoltre, il sacrificio dell' agnello pasquale (Esodo 12:1-11) era una chiara prefigurazione del sacrificio dell' “Agnello di Dio”, Cristo Gesù.
Per di più Paolo mise in relazione la morte di Gesù con un’altra festa ebraica annuale, il giorno di espiazione.
In Ebrei 9:25, 26 leggiamo: “E non è per offrire se stesso spesso, come in realtà il sommo sacerdote entra nel luogo santo di anno in anno [nel giorno di espiazione] con sangue non suo. . . . Ma ora [Gesù] si è manifestato una volta per sempre al termine dei “tempi” per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”.
Dato che il sacrificio di Gesù ha sostituito il sacrificio dell’annuale giorno di espiazione (Levitico 16:34), è appropriato osservare la Commemorazione della sua morte una volta all’anno. Non c’è motivo scritturale per osservare la Commemorazione con una frequenza maggiore.

(segue)
Aquila-58
00sabato 9 luglio 2011 21:43
III PARTE:

Prima di ogni pasto si dice una benedizione o si chiede in preghiera una benedizione sul cibo. In tale preghiera si ringrazia e si loda Geova Dio per i suoi provvedimenti spirituali e materiali, chiedendogli che il nutrimento serva per il bene dei commensali e per rafforzarli onde lo servano (1 Samuele 9:13; Matteo 14:19; Luca 9:16).
Quando si dice una benedizione sul pane e sul vino al Pasto Serale del Signore, si ringrazia e si loda Dio, e gli si chiede che tutti i partecipanti possano trarre beneficio spirituale da ciò che queste cose simboleggiano, e che possano conservare l’unità e l’integrità come corpo di Cristo (Matteo 26:26; 1 Corinti 10:16).

Luca 22:19: “E, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro”.
Qui, dove è tradotto “rese grazie”, viene usato il verbo eucharistéo, che significa “ringraziare, rendere grazie, dire la preghiera di ringraziamento (ai pasti)".
Questo verbo viene usato in tante altre occasioni nella Sacra Scrittura.
Alcuni esempi: Deuteronomio 8:10Septuaginta” “Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo” ; Marco 8:6 “Quindi prese i sette pani, rese grazie, li spezzò” ; Luca 17:15-16 : “Uno di loro, appena si vide guarito, tornò indietro glorificando Dio a gran voce e si gettò bocconi ai suoi piedi per ringraziarlo. Era un samaritano” ; Luca 18:11: “Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra se: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini” ; Romani 14:6 : “Chi si da pensiero del giorno, lo fa per il Signore; chi mangia, lo fa per il Signore, poiché rende grazie a Dio; e chi non mangia, non mangia per il Signore e rende grazie a Dio”.
E' interessante notare come nei Vangeli, in occasione della descrizione dell' Ultima Cena, non venga mai usato il sostantivo eucharistìa, che significa “ringraziamento”, “rendimento di grazie”, “preghiera di ringraziamento (ai pasti)”, e che viene usato, ad esempio, in 1 Timoteo 4:3-4:
Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie.”, in Levitico 7:12 (Septuaginta): “Se uno l' offre in ringraziamento, offrirà, con il sacrificio di comunione, focacce senza lievito intrise con olio”, e in tante altre occasioni (Atti 24:3 ; 1 Corinti 14:16 ; 2 Corinti 4:15 , 9:11-12 ; Efesini 5:4).
Questa è la nostra posizione.
Scusa per la eccessiva lunghezza.
Ciao.
(fine)
ADioLaGloria
00domenica 10 luglio 2011 00:43
Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
Aquila-58, 09/07/2011 21.34:

Caro ADiolagloria,
...a parte questa bruttissima caduta di stile, che avresti potuto benissimo risparmiarti (accusarci di "faziosità intellettuale", insomma, usare questo linguaggio e questa terminologia non è esattamente un manifestare il frutto dello spirito, che per chi si definisce cristiano dovrebbe essere il pane quotidiano...), ora ti esporrò la posizione dei cristiani testimoni di Geova.



Caro Aquila, premetto che è un piacere risentirti (o meglio, rileggerti!). Credo che sia oppotuno fare una precisazione.
La mia espressione non nasceva con un intento offesivo nei vostri riguardi: non condivido molte posizioni dottrinali dei Testimoni di Geova, ma vi stimo molto e stimo anche i moderatori di questo forum.
Questa espressione, faziosità intellettuale, scaturisce dal fatto che mi capita davvero con molta frequenza di dibattere con voi su diversi argomenti e davanti a mia risposte, riflettute e supportate da passaggi della Bibbia, mi sento spesso rispondere semplicemente: "Questo verso è dubbio" o magari "Questo verso è chiaro solo se visto sotto una chiave dottrinale" o altre simili espressioni. Senza argomentazioni, senza motivazioni. Ora, sebbene possa riconoscere che la mia frase possa sembrare un pò infelice (e me ne scuso), questa non mi sembra comunque una metodologia intellettualmente corretta.

Gesù Cristo, che sopra tutte le cose è Dio, benedetto in eterno. DUBBIO
Battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. INTERPETABILE SOLO CON UNA CHIAVE DOTTRINALE
Erano perseveranti nella comunione fraterna, nel romepere il pane e nella preghiera. DUBBIO

Queste frasi, più che risposte, assomigliano a dei tentativi di liquidare l'argomento. E' dubbio...secondo voi. E' interpretabile...secondo voi. Non mi sembrano criteri obiettivi di valutazione, ma "giudizi di stile".
Da questo derivava la mia "accusa" di faziosità intellettuale.

Veniamo alla tua risposta.
Io non so quali siano i tuoi studi di greco antico: io non ho una laurea in tale settore, perciò non mi ritengo sufficientemente competente nel poter strutturare una valida argomentazione sull'etimologia dei termini che hai riportato. Sono certo (dal livello di erudizione che traspare dalla tua risposta) che tu abbia studiato dettagliatamente ed a livello accademico la lingua greca antica, e che quindi tu abbia le competenze per potere maneggiare tali argomenti (correggimi se sbaglio).
Io, nella mia posizione di semplice credente, mi accosto alla Parola di Dio per quella che è.

Come semplice credente ribadisco ciò che leggo naturalmente sull'argomento accostandomi alla Parola di Dio.

Leggo che Gesù da un ordinamento ai suoi discepoli.
Fate questo in menoria di me.

Perciò io, sempre da semplice credente, mi aspetto che essi lo facciano. Ed infatti, continuando con la lettura trovo che:
I discepoli erano perseveranti nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nella preghiera
Senza sforzarmi troppo con il ragionamento, osservo che "spezzare il pane" è una attività che viene inserita tra Comunione fraterna e Preghiera e, spontaneamente mi sorge il pensiero che se due attività su tre che sono elencate sono di natura spirituale, anche la terza sia di natuar spirituale. Non riesco proprio a vederci nè perseveranza nè spiritualità nel "pasto comune".
Un esempio: erano perseveranti nel leggere la Bibbia, pulire la casa ed evangelizzare. No, proprio non mi suona. Non riesco davvero ad inquadrare il senso di "alimentarsi" in mezzo alla comunione fraterna ed alla preghiera.

Proseguendo la lettura, trovo ancora che il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte. Ora, ragioniamo. I discepoli si riuniscono, in un giorno ben stabilito e l'apostolo Paolo, ministro di Dio, tiene un discorso pubblico. Così, ad intuito e senza studi, a me sembra tanto un'assemblea cristiana del primo secolo (la butto lì). E in questa assemblea cristiana è detto che i discepoli si riunirono per spezzare il pane. Nuovamente non riesco davvero ad immaginarsi che i discepoli apparecchiano la tavola per alimentarsi, a metà di un culto cristiano.

Leggendo umilmente la Bibbia incontro un ulteriore passaggio dell'apostolo Paolo, il quale parla esplicitamente della cena del Signore e che me ne parla spiegando cosa deve accadere quando la chiesa si raduna. (1 Cor. 11:20)

A questo punto faccio due più due (che si può fare anche senza studi)

Gesù ordina alla chiesa di celebrare la Santa Cena
Negli atti trovo almeno due episodi in cui i discepoli, riuniti, spezzano il pane nel mezzo di attività spirituali.
Nei Corinzi, Paolo da indicazioni esplicite riguardo alla Santa Cena nell'elenco delle cose che avvengono quando la Chiesa si raduna.

Alla luce della tua dettagliata argomentazione, caro Aquila, mi sorgono domande

- Non posso io accostarmi e comprendere la Parola di Dio senza una laurea in lingue antiche? (che invece ha il 90% dei TdG)
- Da dove dovrei trarre (come sostenete voi) che la Cena del Signore debba svolgersi una volta all'anno?
- Che bisogno ha la Bibbia di specificare che i discepoli si alimentassero? E soprattutto, perchè inserirlo in contesti come un'assemblea cristiana, o associarlo ad elementi spirituali quali la comunione fraterna e la preghiera?
- Perchè Paolo dovrebbe parlarne in un constesto di ordinarietà del culto cristiano?


Aquila-58
00domenica 10 luglio 2011 13:14
Re: Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
ADioLaGloria, 10/07/2011 00.43:



Caro Aquila, premetto che è un piacere risentirti (o meglio, rileggerti!). Credo che sia oppotuno fare una precisazione.
...........




Grazie per la tua risposta, ADLG.
Ti risponderò molto dettagliatamente oggi pomeriggio, ti prego però di non aggiungere altro materiale a quanto hai già scritto in questo post, che è già più che sufficiente.
Grazie, e a oggi pomeriggio......
[SM=g27985]


ADioLaGloria
00domenica 10 luglio 2011 13:16
Re: Re: Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
Aquila-58, 10/07/2011 13.14:



Grazie per la tua risposta, ADLG.
Ti risponderò molto dettagliatamente oggi pomeriggio, ti prego però di non aggiungere altro materiale a quanto hai già scritto in questo post, che è già più che sufficiente.
Grazie, e a oggi pomeriggio......
[SM=g27985]




D'accordo Aquila! Ti chiederei anche io, se fosse possibile, di strutturare una risposta non estremamente lunga, per agevolare la discussione! [SM=g27985]


Aquila-58
00domenica 10 luglio 2011 13:20
Re: Re: Re: Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
ADioLaGloria, 10/07/2011 13.16:



D'accordo Aquila! Ti chiederei anche io, se fosse possibile, di strutturare una risposta non estremamente lunga, per agevolare la discussione! [SM=g27985]





D' accordo, dovrò però darti delle spiegazioni, anche se cercherò di limitarmi all' essenziale.....
Certo, non scriverò più come ho fatto con le tre parti che ho diviso precedentemente, ma sarò molto più sintetico.
A me preme soprattutto spiegare bene qual' è la nostra posizione, comunque uno la pensi...
A oggi pomeriggio, e grazie ancora....


Enciclopedia.
00domenica 10 luglio 2011 17:38
Per ADLG
Ciao Maicol!

Che piacere risentirti!

In che occasione Gesù disse le parole "fate questo in ricordo di me"?(Luca 22:19)

In quell'occasione i discepoli si riunirono per la pasqua(Luca 22:1).
La pasqua si ricordava annualmente(Esodo 12:14,17,18,24).

Gesù,in quel giorno(pasqua),diede un nuovo significato alla pasqua:Non si celebrava più l'uscita dall'Egitto,ma il sacrificio di Cristo per una salvezza maggiore rispetto a quella che ricevette Mosè e il popolo uscendo dall'Egitto.

Gesù diede un nuovo significato,ma non disse nulla riguardo alla frequenza della celebrazione.Sembra proprio che la frequenza(di anno in anno) non erra stata "cambiata".
L'unica cosa che disse è:"continuate a fare questo in ricordo di me"

Ciao Maicol!

Daniele.
Aquila-58
00domenica 10 luglio 2011 18:19
Re: Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
Caro ADLG

ADioLaGloria, 10/07/2011 00.43:




- Da dove dovrei trarre (come sostenete voi) che la Cena del Signore debba svolgersi una volta all'anno?
- Che bisogno ha la Bibbia di specificare che i discepoli si alimentassero? E soprattutto, perchè inserirlo in contesti come un'assemblea cristiana, o associarlo ad elementi spirituali quali la comunione fraterna e la preghiera?
- Perchè Paolo dovrebbe parlarne in un constesto di ordinarietà del culto cristiano?





passo al sodo, e rispondo subito a queste domande. Ho già risposto ad esse nei tre post lunghissimi che ho scritto precedentemente, ma ora sarà assolutamente più sintetico, per rispetto nei tuoi confronti come di tutti i foristi.
Caro ADIOLAGLORIA, il testo greco di Atti 2:42 mi è indispensabile per spiegarti il nostro punto di vista.
Non che serva la conoscenza del greco per comprendere la Bibbia, perchè l' intendimento delle Scritture ci è dato dallo spirito santo, non dal greco (ci mancherebbe il contrario!). Tuttavia, è necessario, ripeto, per spiegare esattamente la nostra posizione alla luce del testo che ci è arrivato, e del contesto immediato.
Il testo greco di Atti 2:42 è il seguente:
"esan de proskarterountes [qui c'è il verbo greco proskartereo, che significa "essere assiduo, essere pronto, essere fedele, persistere"] tei didachei ton apostolon kai tei koinoniai, tei klasei tou artou kai tais proseuchais",
alla lettera:
"Erano poi assidui 1) nell' insegnamento degli apostoli; 2)e nella comunione (o "partecipazione" l' un l' altro, significato implicito nel greco), 3) nello spezzare il pane; 4) e nelle preghiere".
Come vedi, ti ho anche enumerato quelle che erano le principali azioni descritte nel versetto, riguardanti quella primitiva comunità giudeo cristiana. Questo può essere utile per comprendere meglio, tutto qui.
Ora, caro ADLG, Atti 2:42-46 va letta insieme in tutto il contesto, non prendendo un versetto isolato, altrimenti rischiamo di far dire al versetto quello che non dice. Questo è il mio pensiero.
I tremila battezzati (Atti 2:41), probabilmente giudei di ogni nazione (Atti 2:5), anche nazioni lontane (Atti 2:8-11), erano "assidui", erano "pronti" all' insegnamento degli apostoli, alla koinonia, cioè alla comunione, alla partecipazione fraterna, cioè a dire alla vita in comune (che contempla ogni aspetto della loro vita....), allo spezzare il pane, alla preghiera.
Questi santi mettevano ogni cosa in comune (Atti 2:44-45), quindi la loro intera vita era in comune.
Lo testimonia il versetto successivo, il 46, che letteralmente dal greco si traduce così:
"Ogni giorno erano assidui unanimemente nel tempio, spezzando in(ogni) casa (il) pane prendevano cibo con gioia e semplicità di cuore". (Atti 2:46).
Si può tradurre anche: "Ogni giorno frequentavano tutti insieme il tempio, e nella case spezzavano il pane prendendo il cibo con gioia e semplicità di cuore".
Essi trovavano favore presso tutto il popolo per la loro vita in assoluta fratellanza (tanto da mettere in comune ogni cosa e da vivere una vita in comune) e in santa devozione (Atti 2:47).
Nel contesto giudaico, dal quale non possiamo prescindere (pena far dire alla Bibbia quello che non dice...), lo spezzare il pane e mangiare con gioia (Atti 2:46) faceva parte della loro koinonia, cioè della loro partecipazione fraterna, della loro vita in comune descritta in Atti 2:42. Ed era un normale pasto giudaico....in Atti 2:42-46 non c' è alcun riferimento al Pasto serale del Signore, o Cena del Signore, dato che non si fa cenno ad esempio al vino, aspetto essenziale del Pasto serale del Signore medesimo (si confrontino Luca 22:19-20 ; 1 Corinti 10:16; 11:26).
Idem per Atti 20:7-11, che va letto nella sua interezza e nel contesto, e su cui non mi dilungo ora. Ricordo che i cristiani non hanno un espresso obbligo scritturale di celebrare una festa settimanale di riposo (la domenica), come era (espressamente, poichè era scritto nella Legge mosaica) per gli ebrei col sabato...
In 1 Corinti 11:17-34 il discorso è ben diverso, perchè li si parla chiaramente e specificatamente, senza alcun dubbio, del Pasto serale del Signore o Cena del Signore o Coena domini, come la chiamano i cattolici.
Tuttavia, e basta scorrere il testo e il contesto, Paolo non si occupa, o non ci da alcuna indicazione, circa la frequenza, semmai egli parla unicamente del modus del Pasto serale del Signore.
Quindi sono aperte due opzioni, entrambe valide, a mio parere. Prima opzione: o la cadenza giornaliera, dato che non si parla espressamente di "primo giorno della settimana"; seconda opzione: la cadenza annuale.
Ora ti spiego perchè, secondo noi, è corretta la seconda opzione.
Dato che Paolo fa esplicito riferimento a Luca 22:19-20, dove si parla di un memoriale ("fate questo in memoria di me"), e dato che per gli ebrei questo significa una volta l' anno:
"(Esodo 12:14, CEI): "Questo giorno [la Pasqua ebraica] sarà per voi un memoriale....",
e dato che in 1 Corinti 11:26 viene detto "Ogni volta (hosakis) che....", e dato che lo stesso Paolo, in Ebrei 9:25 (confronta Levitico 16:34: "Una volta l' anno"), mette in relazione il sacrificio di Cristo col giorno di espiazione annuale, noi diamo al "memoriale" di Luca 22:19 una cadenza annuale, non giornaliera (e qui entra in gioco anche la teologia riguardante gli unti coeredi e co-regnanti celesti di Cristo, diversa dalla vostra per ciò che concerne ad esempio il prendere gli emblemi...).
Noi siamo persuasi che questa posizione, scritturalmente parlando, sia ineccepibile, come ti ho illustrato sopra.

Caro ADLG, questa è la nostra posizione. Io, caro ADLG, ti considero un caro fratello (e il fatto che apparteniamo a due chiese o congregazioni diverse non cambia di una virgola questo aspetto), e ti ho espresso umilmente la nostra posizione, come tu hai espresso la tua.
Mi auguro che, in nome della fratellanza in Cristo che ci accomuna, tu voglia mantenere la discussione nella assoluta pacatezza e cordialità, come si conviene a discepoli di Gesù Cristo quali (ci sforziamo di) essere.
Grazie, e ciao.



ADioLaGloria
00domenica 10 luglio 2011 22:56
Re: Re: Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
Caro Aquila, grazie della tua risposta.
Intanto io inizierei con il ribadire ciò che, di questa dottrina, ci accomuna: rifiutiamo ogni forma di transustanziazione. Il pane resta pane, il vino resta vino: sono semplicemente due simboli che ricordano il sacrificio di Cristo.
Questo elemento, sul quale siamo concordi, è a parer mio estremamente più rilevante rispetto alla "frequenza" con cui la Cena del Signore fosse praticata.

Per quanto riguarda l'azione dello "spezzare il pane" riportata negli Atti, la tua è certamente un'ottima e valida interpretazione. Valida, ma non l'unica. Il fatto che i discepoli mettessero tutto in comune non giustifica comunque l'abbinamento fatto da Luca di una attività materiale come il semplice alimentarsi con attività decisamente spirituali quali l'insegnamento degli apostoli, la comunione fraterna e la preghiera. Non giustifica nemmeno il fatto che in Atti 20:7 (tralasciando il particolare del primo giorno della settimana) la chiesa fosse espressamente riunita con lo specifico obiettivo di spezzare il pane. Mi sembra piuttosto improbabile che in una assemblea cristiana a tutti gli effetti, nella quale Paolo teneva regolarmente il discorso, fosse necessario per Luca specificare che i discepoli si fossero riuniti...per alimentarsi!

Questi accostamenti "spirituali" assegnati all'azione dello spezzare il pane danno inevitabilmente credito anche alla versione secondo la quale, questo gesto, indicasse proprio l'obbedienza dei discepoli al comando di Gesù di celebrare la Cena del Signore.

Per quanto riguarda invece il passaggio di I Corinzi 11, credo che tu sia in errore. Più precisamente riguardo alla frase che ho sottolineato nel tuo post.


Aquila-58, 10/07/2011 18.19:


In 1 Corinti 11:17-34 il discorso è ben diverso, perchè li si parla chiaramente e specificatamente, senza alcun dubbio, del Pasto serale del Signore o Cena del Signore o Coena domini, come la chiamano i cattolici.
Tuttavia, e basta scorrere il testo e il contesto, Paolo non si occupa, o non ci da alcuna indicazione, circa la frequenza, semmai egli parla unicamente del modus del Pasto serale del Signore.
Quindi sono aperte due opzioni, entrambe valide, a mio parere. Prima opzione: o la cadenza giornaliera, dato che non si parla espressamente di "primo giorno della settimana"; seconda opzione: la cadenza annuale.



La frase evidenziata in rosso, secondo me, non è corretta. Perchè proprio scorrendo il testo ed il contesto si trova benissimo l'indicazione della frequenza della Cena del Signore.

Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e umiliate quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo. Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesú, nella notte in cui fu tradito, prese del pane...

Paolo sta educando la chiesa di Corinto riguardo al modus della cena del Signore, che essi praticavano ogni volta che si radunavano. Nei capitoli 11, 12 e 14 Paolo educa proprio questa a chiesa riguardoa come ci si deve comportare QUANDO LA CHIESA SI RADUNA (11:17), ovvero durante l'assemblea cristiana. Parla del fatto che le donne debbano coprirsi il capo (11:4), dei ruoli nella chiesa (12:27-28), dei carismi dello Spirito Santo (14:26), del fatto che le donne, nell'assemblea cristiana, non debbano insegnare (14:34).
Il discorso sulla Cena del Signore è inserito esattamente in questo contesto, ovvero come devono svolgersi le cose nell'assemblea cristiana quando la chiesa si raduna. E la chiesa si raduna certamente più di una volta all'anno...

Aquila-58
00lunedì 11 luglio 2011 09:25
Caro ADioLaGloria, non sono in casa, quindi scrivo molto alla rinfusa, e non avendo dietro neppure le mie Bibbie, vado a memoria (sperando che non faccia cilecca)…

ADioLaGloria 10/07/2011 22.56:

Caro Aquila, grazie della tua risposta.
Intanto io inizierei con il ribadire ciò che, di questa dottrina, ci accomuna: rifiutiamo ogni forma di transustanziazione. Il pane resta pane, il vino resta vino: sono semplicemente due simboli che ricordano il sacrificio di Cristo.
Questo elemento, sul quale siamo concordi, è a parer mio estremamente più rilevante rispetto alla "frequenza" con cui la Cena del Signore fosse praticata.




Sono pienamente d’ accordo con te, ADiolaGloria….


ADioLaGloria 10/07/2011 22.56:

Per quanto riguarda l'azione dello "spezzare il pane" riportata negli Atti, la tua è certamente un'ottima e valida interpretazione. Valida, ma non l'unica. Il fatto che i discepoli mettessero tutto in comune non giustifica comunque l'abbinamento fatto da Luca di una attività materiale come il semplice alimentarsi con attività decisamente spirituali quali l'insegnamento degli apostoli, la comunione fraterna e la preghiera.



Non è questione di giustificare o meno. La koinonia, cioè la comunione, la partecipazione fraterna, la vita in comune, contempla ogni aspetto della vita di quei primissimi discepoli, e ciò è mio avviso ben chiaro in Atti 2:46, dove si parla di “spezzare il pane e prendere il cibo con allegrezza” accanto all’ “assiduità nel frequentare il tempio ogni giorno”. Inoltre della “semplice alimentazione” delle vedove se ne parla come di una “faccenda necessaria” anche in Atti 6:3, ma ciò non toglie che in Atti 6:4 si faccia cenno “alla preghiera e al ministero della parola”. COME VEDI, LE DUE SITUAZIONI POSSONO ESSERE BENISSIMO INSERITE NEL MEDESIMO CONTESTO….inoltre, proprio Atti 6:1 mette in chiaro la situazione assolutamente particolare di quei giorni: i battezzati erano giudei di lingua ebraica ma anche di lingua greca (confronta Atti 2:5-11): era una situazione di emergenza, quelle persone si trovavano lontano dai loro paesi,e il fatto di mettere tutto in comune era proprio finalizzato al fronteggiare quella situazione eccezionale, come ben descritta dal mormorio che sorse tra giudei di lingua greca e giudei di lingua ebraica per la distribuzione del cibo di ogni giorno…

ADioLaGloria 10/07/2011 22.56:

Non giustifica nemmeno il fatto che in Atti 20:7 (tralasciando il particolare del primo giorno della settimana) la chiesa fosse espressamente riunita con lo specifico obiettivo di spezzare il pane. Mi sembra piuttosto improbabile che in una assemblea cristiana a tutti gli effetti, nella quale Paolo teneva regolarmente il discorso, fosse necessario per Luca specificare che i discepoli si fossero riuniti...per alimentarsi!


In Attti 20:7 non si parla affatto dell’ ekklesìa riunita per “spezzare il pane” intendendo la Cena del Signore (NON DIMENTICARE MAI CHE IN TUTTE QUESTE OCCASIONI NON SI PARLA MAI DEL VINO, ELEMENTO ESSENZIALE DELLA CENA DEL SIGNORE, COME TI HO FATTO GIÀ NOTARE NEI MIEI POST PRECEDENTI), ma di Paolo che a Troas è riunito con i discepoli per “spezzare il pane”, ESPRESSIONE CHE, COME TI HO GIÀ DETTO, E IN MANCANZA DI UN QUALUNQUE RIFERIMENTO AL VINO, NELL’ AMBIENTE GIUDAICO INDICA NULL’ ALTRO CHE UN PASTO. Tra l’ altro viene detto che Paolo doveva partire il giorno dopo, quindi per questo si riunì per prendere un pasto e fare un lungo discorso fino a mezzanotte, salvo poi tornare , probabilmente dopo la mezzanotte, e dopo aver risuscitato Eutico, per continuare il medesimo pasto. In Atti 20:11 si specifica bene di cosa si trattava, poiché viene detto che “andò sopra, spezzò il pane [letteralmente dal greco] e prendeva cibo”. Si trattava quindi di un normale pasto giudaico, non della Cena del Signore.

ADioLaGloria 10/07/2011 22.56:


Per quanto riguarda invece il passaggio di I Corinzi 11, credo che tu sia in errore. Più precisamente riguardo alla frase che ho sottolineato nel tuo post.




La frase evidenziata in rosso, secondo me, non è corretta. Perchè proprio scorrendo il testo ed il contesto si trova benissimo l'indicazione della frequenza della Cena del Signore.

Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e umiliate quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo. Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesú, nella notte in cui fu tradito, prese del pane...

Paolo sta educando la chiesa di Corinto riguardo al modus della cena del Signore, che essi praticavano ogni volta che si radunavano. Nei capitoli 11, 12 e 14 Paolo educa proprio questa a chiesa riguardoa come ci si deve comportare QUANDO LA CHIESA SI RADUNA (11:17), ovvero durante l'assemblea cristiana. Parla del fatto che le donne debbano coprirsi il capo (11:4), dei ruoli nella chiesa (12:27-28), dei carismi dello Spirito Santo (14:26), del fatto che le donne, nell'assemblea cristiana, non debbano insegnare (14:34).
Il discorso sulla Cena del Signore è inserito esattamente in questo contesto, ovvero come devono svolgersi le cose nell'assemblea cristiana quando la chiesa si raduna. E la chiesa si raduna certamente più di una volta all'anno...




Non significa nulla, caro ADioLaGloria. E’ vero che si parla delle riunioni dell’ ekklesìa giornaliere o settimanali che siano, in tutto il contesto immediato. Ma ciò non toglie che il Pasto Serale del Signore sia il “memoriale” che i cristiani dovevano tenere, secondo il comando scritturale di Luca 22:19.
In 1 Corinti 11:33 Paolo dice: “quando vi riunite per mangiare [il Pasto serale del Signore, ovviamente] aspettatevi gli uni gli altri”. Il Pasto serale del Signore, come detto è non solo il “memoriale” ma l’ avvenimento più importante che l’ ekklesìa di Cristo doveva ricordare, quindi può benissimo essere (anzi, DEVE ESSERE…) inserito anche nel contesto delle normali adunanze, proprio perché Paolo, analizzando i vari aspetti della vita “ecclesiastica”, è costretto a rimproverare i cristiani di Corinto del fatto che stavano prendendo parecchio sottogamba la ricorrenza più importante, celebrandola del tutto indegnamente.
Quindi, trattandosi, come ripeto, della partecipazione al corpo e al sangue di Cristo inteso come memoriale e non come transustanziazione, Paolo, pur in un contesto che parla della vita delle ekklesiaì nelle normali riunioni, vista l’ importanza l’ apostolo gli dedica la seconda parte del capitolo 11 di 1 Corinti.
Ma ciò non toglie che la cadenza possa essere annuale, e i riferimento a Luca 22:19-20 e ad Ebrei 9:25 lo rende a nostro parere assai probabile. Ne ho già parlato.
Scusa, ma ho scritto tutto molto in fretta, spero di non aver citato male qualche passo scritturale, nel qual caso me ne scuso.
Grazie e ciao.

(a stasera, poichè stamattina non mi sarà più possibile postare. Ciao)
L' Apostolo
00lunedì 11 luglio 2011 10:24

"Ogni primo giorno della settimana", o "Quando vi radunate" o ancora "erano perseveranti nel..."



Mescoli un po' troppe espressioni, partendo dal presupposto che parlino delle stesse cose.

Ogni primo giorno della settimana le famiglie betel dei TDG si riuniscono per l'adorazione in famiglia. Lo stesso giorno molte famiglie di TDG hanno l'abitudine di riunirsi e trattare cose spirituali, per poi consumare un pasto; questo spesso avviene invitando altri TDG alla propria tavola che prima sarà spirituale e poi si trasformerà in un banchetto materiale, dove si ringrazierà Dio prima di spezzare il pane alias iniziare la cena.

Quando invece Paolo parla ai corinti e dice "quando vi radunate per il pasto del Signore" sta parlando della Santa Cena e non mi sembra indichi alcun giorno specifico, come ad esempio questo famigerato "primo giorno della settimana". Anzi tutto sembra indicare che si tratti di una celebrazione annuale, questi elementi ce lo fanno pensare:

1) Paolo fa il paragone con la Pasqua ebraica, che era annuale

2) Dice che bisogna ricordare la morte e risurrezione finché il Signore ritorni, quindi un "memoriale" o "commemorazione" che per sua stessa natura è annuale.


Paolo incoraggiò pure i cristani di corinti a mettere da parte dei soldi ogni primo giorno della settimana per aiutare i fratelli di Gerusalemme, questa espressione denota continuità, impegno, regolarità. Oggi con la stessa regolarità i TDG cercano di adempiere i loro incarichi e le loro responsabilità teocratiche.
L' Apostolo
00lunedì 11 luglio 2011 10:32
Caro ADIOLAGLORIA Paolo in Ebrei 10:25 parla della "comune adunanza" senza far riferimento a nessuna cena né allo spezzare il pane; se vi è un'adunanza comune o abituale, ve ne saranno anche di "straordinarie", così come poteva esserlo quella in cui si celebrava la Santa Cena. [SM=g27988]
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