Re: Re: Re: Re: LA POSIZIONE DEI CRISTIANI TESTIMONI DI GEOVA
Caro ADLG
ADioLaGloria, 10/07/2011 00.43:
- Da dove dovrei trarre (come sostenete voi) che la Cena del Signore debba svolgersi una volta all'anno?
- Che bisogno ha la Bibbia di specificare che i discepoli si alimentassero? E soprattutto, perchè inserirlo in contesti come un'assemblea cristiana, o associarlo ad elementi spirituali quali la comunione fraterna e la preghiera?
- Perchè Paolo dovrebbe parlarne in un constesto di ordinarietà del culto cristiano?
passo al sodo, e rispondo subito a queste domande. Ho già risposto ad esse nei tre post lunghissimi che ho scritto precedentemente, ma ora sarà assolutamente più sintetico, per rispetto nei tuoi confronti come di tutti i foristi.
Caro ADIOLAGLORIA, il testo greco di Atti 2:42 mi è indispensabile per spiegarti il nostro punto di vista.
Non che serva la conoscenza del greco per comprendere la Bibbia, perchè l' intendimento delle Scritture ci è dato dallo spirito santo, non dal greco (ci mancherebbe il contrario!). Tuttavia, è necessario, ripeto, per spiegare esattamente la nostra posizione alla luce del testo che ci è arrivato, e del contesto immediato.
Il testo greco di
Atti 2:42 è il seguente:
"
esan de proskarterountes [qui c'è il verbo greco proskartereo, che significa "essere assiduo, essere pronto, essere fedele, persistere"] tei didachei ton apostolon kai tei koinoniai, tei klasei tou artou kai tais proseuchais",
alla lettera:
"
Erano poi assidui 1) nell' insegnamento degli apostoli; 2)e nella comunione (o "partecipazione" l' un l' altro, significato implicito nel greco), 3) nello spezzare il pane; 4) e nelle preghiere".
Come vedi, ti ho anche enumerato quelle che erano le principali azioni descritte nel versetto, riguardanti quella primitiva comunità giudeo cristiana. Questo può essere utile per comprendere meglio, tutto qui.
Ora, caro ADLG,
Atti 2:42-46 va letta insieme in tutto il contesto, non prendendo un versetto isolato, altrimenti rischiamo di far dire al versetto quello che non dice. Questo è il mio pensiero.
I tremila battezzati (
Atti 2:41), probabilmente giudei di ogni nazione (
Atti 2:5), anche nazioni lontane (
Atti 2:8-11), erano "assidui", erano "pronti" all' insegnamento degli apostoli, alla
koinonia, cioè alla comunione, alla partecipazione fraterna, cioè a dire alla
vita in comune (
che contempla ogni aspetto della loro vita....), allo spezzare il pane, alla preghiera.
Questi santi
mettevano ogni cosa in comune (
Atti 2:44-45),
quindi la loro intera vita era in comune.
Lo testimonia il versetto successivo,
il 46, che letteralmente dal greco si traduce così:
"Ogni giorno erano assidui unanimemente nel tempio, spezzando in(ogni) casa (il) pane prendevano cibo con gioia e semplicità di cuore". (
Atti 2:46).
Si può tradurre anche: "Ogni giorno frequentavano tutti insieme il tempio, e nella case spezzavano il pane prendendo il cibo con gioia e semplicità di cuore".
Essi trovavano favore presso tutto il popolo per la loro vita in assoluta fratellanza (tanto da mettere in comune ogni cosa e da vivere una vita in comune) e in santa devozione (
Atti 2:47).
Nel contesto giudaico, dal quale non possiamo prescindere (pena far dire alla Bibbia quello che non dice...), lo spezzare il pane e mangiare con gioia (
Atti 2:46) faceva parte della loro
koinonia, cioè della loro
partecipazione fraterna, della loro
vita in comune descritta in
Atti 2:42. Ed era un normale pasto giudaico....in
Atti 2:42-46 non c' è alcun riferimento al Pasto serale del Signore, o Cena del Signore, dato che non si fa cenno ad esempio al vino, aspetto essenziale del Pasto serale del Signore medesimo (si confrontino
Luca 22:19-20 ; 1 Corinti 10:16; 11:26).
Idem per
Atti 20:7-11, che va letto nella sua interezza e nel contesto, e su cui non mi dilungo ora. Ricordo che i cristiani non hanno un espresso obbligo scritturale di celebrare una festa settimanale di riposo (la domenica), come era (espressamente, poichè era scritto nella Legge mosaica) per gli ebrei col sabato...
In
1 Corinti 11:17-34 il discorso è ben diverso,
perchè li si parla chiaramente e specificatamente, senza alcun dubbio, del Pasto serale del Signore o Cena del Signore o
Coena domini, come la chiamano i cattolici.
Tuttavia, e basta scorrere il testo e il contesto, Paolo non si occupa, o non ci da alcuna indicazione, circa la frequenza, semmai egli parla unicamente del
modus del Pasto serale del Signore.
Quindi sono aperte due opzioni, entrambe valide, a mio parere. Prima opzione:
o la cadenza giornaliera, dato che non si parla espressamente di "primo giorno della settimana"; seconda opzione:
la cadenza annuale.
Ora ti spiego perchè, secondo noi, è corretta la seconda opzione.
Dato che Paolo fa esplicito riferimento a
Luca 22:19-20, dove si parla di un memoriale ("
fate questo in memoria di me"), e dato che per gli ebrei questo significa una volta l' anno:
"(
Esodo 12:14, CEI): "
Questo giorno [la Pasqua ebraica]
sarà per voi un memoriale....",
e dato che in
1 Corinti 11:26 viene detto "Ogni volta (
hosakis) che....", e dato che lo stesso Paolo, in
Ebrei 9:25 (confronta
Levitico 16:34: "Una volta l' anno"), mette in relazione il sacrificio di Cristo col giorno di espiazione annuale, noi diamo al "
memoriale" di
Luca 22:19 una cadenza annuale, non giornaliera (e qui entra in gioco anche la teologia riguardante gli unti coeredi e co-regnanti celesti di Cristo, diversa dalla vostra per ciò che concerne ad esempio il prendere gli emblemi...).
Noi siamo persuasi che questa posizione, scritturalmente parlando, sia ineccepibile, come ti ho illustrato sopra.
Caro ADLG, questa è la nostra posizione. Io, caro ADLG, ti considero un caro fratello (e il fatto che apparteniamo a due chiese o congregazioni diverse non cambia di una virgola questo aspetto), e ti ho espresso umilmente la nostra posizione, come tu hai espresso la tua.
Mi auguro che, in nome della fratellanza in Cristo che ci accomuna, tu voglia mantenere la discussione
nella assoluta pacatezza e cordialità, come si conviene a discepoli di Gesù Cristo quali (ci sforziamo di) essere.
Grazie, e ciao.