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Domanda:
I testimoni di Geova non festeggiano i compleanni perché anticamente l’usanza aveva qualche significato religioso?
Risposta:
L’usanza di festeggiare il compleanno affonda le sue radici nella superstizione e nella falsa religione, ma questa non è né l’unica né la principale ragione per cui i testimoni di Geova non la seguono.
Ci sono consuetudini che in molti luoghi hanno perso il carattere religioso che un tempo avevano. Per esempio, un tempo l’anello nuziale aveva un significato religioso, ma oggi nella maggioranza dei luoghi non lo ha più. Per questo molti veri cristiani seguono l’usanza locale di portare l’anello nuziale come segno che la persona è sposata. In questi casi ciò che generalmente conta è se un’usanza è ora legata alla falsa religione. — Vedi “Domande dai lettori” nella Torre di Guardia del 1° gennaio 1973 e del 15 ottobre 1991.
Non si può negare, però, che numerose opere di consultazione rivelano che l’usanza di festeggiare il compleanno ha origini superstiziose e religiose. Un’enciclopedia osserva: “Nel mondo antico — in Egitto, Grecia, Roma e Persia — si celebrava il genetliaco di divinità, re e nobili”. Essa afferma che i romani celebravano la nascita di Artemide e il natale di Apollo. Al contrario, “nulla fa pensare che gli antichi israeliti, benché tenessero registrazioni dell’età dei cittadini di sesso maschile, festeggiassero l’anniversario della nascita”. — The Encyclopedia Americana, edizione 1991.
Altre opere di consultazione trattano con dovizia di particolari l’origine delle feste di compleanno: ‘In Europa a un certo punto si cominciò a festeggiare il compleanno. La gente credeva negli spiriti buoni e cattivi, a volte identificati con fate e streghe. Tutti avevano paura di questi spiriti, temendo che facessero del male a chi compiva gli anni, per cui la persona veniva circondata da amici e parenti i cui auguri e la cui stessa presenza l’avrebbero protetta dai pericoli occulti che il giorno del compleanno portava con sé. Fare regali costituiva una protezione ancora maggiore. Mangiare insieme era un’ulteriore salvaguardia e permetteva di propiziarsi gli spiriti buoni. Lo scopo della festa di compleanno, quindi, era in origine quello di proteggere la persona dal male e di assicurare un buon anno avvenire’. — Birthday Parties Around the World, 1967.
Il libro spiega pure l’origine di molte usanze legate ai compleanni. Per esempio dice: “[L’uso delle candeline] si può far risalire agli antichi greci e romani, i quali pensavano che le candele avessero proprietà magiche. Facevano preghiere e auguri, sperando che la fiamma delle candele li portasse in alto agli dèi. Gli dèi avrebbero quindi concesso le loro grazie e forse esaudito le preghiere”. Altre informazioni di carattere storico si trovano alle pagine 75 e 76 del libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.
Come si è detto, però, oltre a considerare se l’usanza di festeggiare il compleanno aveva o ha ancora connotazioni religiose, c’è qualcos’altro di cui tener conto. La Bibbia tocca l’argomento dei compleanni e, saggiamente, i cristiani maturi sono sensibili a qualunque indicazione essa fornisca.
Gli antichi servitori di Dio prendevano nota della data di nascita, perché questo permetteva loro di calcolare l’età. Leggiamo infatti: “Noè aveva cinquecento anni. Dopo ciò Noè generò Sem, Cam e Iafet”. “Nel seicentesimo anno della vita di Noè, . . . tutte le sorgenti delle vaste acque dell’abisso si ruppero”. — Genesi 5:32; 7:11; 11:10-26.
Come fu menzionato da Gesù stesso, fra i servitori di Dio la nascita di un bambino era un avvenimento felice, una benedizione. (Luca 1:57, 58; 2:9-14; Giovanni 16:21) I servitori di Geova non commemoravano però la data di nascita; festeggiavano altri anniversari, ma non quello della nascita. (Giovanni 10:22, 23) L’Encyclopaedia Judaica dice: “La celebrazione dei compleanni è estranea al tradizionale rituale ebraico”. Un libro sulle usanze in Israele osserva: “La celebrazione dei compleanni è stata presa a prestito dalle consuetudini di altre nazioni, perché né la Bibbia, né il Talmud né gli scritti dei Saggi d’epoca posteriore menzionano l’esistenza di un’usanza del genere fra gli ebrei. In effetti era un’antica usanza egiziana”. — Customs and Traditions of Israel.
Questo collegamento con l’Egitto è confermato da una festa di compleanno menzionata nella Bibbia, che però non fu celebrata da veri adoratori. Si tratta del banchetto tenuto in occasione del compleanno del faraone che era al potere quando Giuseppe era rinchiuso in una prigione egiziana. Forse alcuni di quei pagani si rallegrarono per il banchetto, ma in occasione di quel compleanno ci fu la decapitazione del capo dei panettieri del faraone. — Genesi 40:1-22.
In una luce altrettanto sfavorevole viene presentato l’altro compleanno descritto nelle Scritture, quello di Erode Antipa, figlio di Erode il Grande. Questo compleanno è presentato nella Bibbia come una festa tutt’altro che innocua. Essa portò alla decapitazione di Giovanni il Battezzatore. Poco dopo “i suoi discepoli vennero e rimossero il cadavere e lo seppellirono e vennero a riferirlo a Gesù”, il quale ‘si ritirò di là in un luogo solitario per isolarsi’. (Matteo 14:6-13) Pensate che quei discepoli o Gesù si sentissero attratti dall’usanza di festeggiare i compleanni?
Vista la ben nota origine delle feste di compleanno e, quel che più conta, la luce sfavorevole sotto cui sono presentate nella Bibbia, i testimoni di Geova hanno validi motivi per astenersi da questa usanza. Non hanno bisogno di seguire questa consuetudine mondana, perché possono pranzare e stare in felice compagnia in qualsiasi momento dell’anno. In quanto ai regali, non li fanno per dovere o perché vi sono costretti da una ricorrenza; li fanno spontaneamente in qualsiasi momento, spinti dalla generosità e dal sentito affetto. — Proverbi 17:8; Ecclesiaste 2:24; Luca 6:38; Atti 9:36, 39; 1 Corinti 16:2, 3.