una voce

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vincenzo.60
00domenica 11 ottobre 2009 15:59
!Re 19,12

Mi ha sempre colpito piacevolmente il capitolo 19 del primo libro dei Re, in particolare quella descizione divina a metà del capitolo.
Tra l'altro ho visto varie versioni di 1 Re 19,12b:

la TNM : E dopo il fuoco ci fu una voce calma, sommessa

La nuova Riveduta : E, dopo il fuoco, un suono dolce e sommesso.

Nuova Diodata : Dopo il fuoco una voce, come un dolce sussurro.

CEI : Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.

Diodati : E dopo il fuoco, veniva un suono sommesso e sottile.

Non conosco l'ebraico e quindi non so risalire all'origine delle parole.
Le domande sono:
1. vengono usati tre termini : voce, suono vento.
Si può dire che si equivalgono nei termini originari?

2. Vengono poi usati da ciascuna traduzione una coppia di termini:
calma, sommessa
dolce e sommesso
dolce sussurro
mormorio ..leggero
sommesso e gentile.
Anche qui, si può dire che i termini si equivalgono e quindi sono sostanzialente esatti?
grazie
vincenzo





Amalia 52
00lunedì 12 ottobre 2009 21:25
la malvagia regina Izebel aveva giurato che avrebbe fatto mettere a morte Elia. Il profeta stava fuggendo per mettersi in salvo. Si sentiva solo, era spaventato, scoraggiato, turbato, come se tutto il suo duro lavoro fosse stato vano. Per confortarlo, Geova gli ricordò vividamente la propria potenza. Il vento, il terremoto e il fuoco indicavano che l’Essere più potente dell’universo era lì con Elia. Cosa doveva temere da Izebel, avendo l’Iddio onnipotente al suo fianco? — 1 Re 19:1-12.
Per quanto questo non sia il tempo di compiere miracoli, Geova non è cambiato dai giorni di Elia. (1 Corinti 13:8) Oggi è altrettanto desideroso di usare la sua potenza a favore di coloro che lo amano. È vero, dimora nell’eccelso reame spirituale, ma non è lontano da noi. La sua potenza non ha limiti, perciò la distanza non è un ostacolo.

Anzi, “Geova è vicino a tutti quelli che lo invocano”. (Salmo 145:18)
Una volta il profeta Daniele invocò l’aiuto di Geova e un angelo gli apparve prima ancora che avesse finito di pregare. (Daniele 9:20-23) Niente può impedire a Geova di aiutare e rafforzare coloro che ama. — Salmo 118:6.
La potenza rende Dio inaccessibile

La potenza di Dio dovrebbe indurci a temerlo? La risposta è sia sì che no. Sì, in quanto questo attributo ci dà validi motivi per provare santo timore, il profondo rispetto di cui abbiamo parlato brevemente nel precedente capitolo. Questo timore, dice la Bibbia, è “il principio della sapienza”. (Salmo 111:10) Tuttavia rispondiamo anche no, in quanto la potenza di Dio non ci dà motivo di provare nei suoi confronti un terrore morboso né di evitare di avvicinarlo. [SM=g8335]
Amalia 52
00lunedì 12 ottobre 2009 21:28
Elia udì “una voce calma, sommessa”, che risultò essere quella di Geova, il quale gli affidò altro lavoro da compiere. Nel periodo di calma del dopoguerra i fedeli servitori di Geova unti udirono la sua voce dalle pagine della Bibbia. Anche loro compresero di avere un incarico da compiere. — 1 Re 19:4, 9-18; Rivelazione 11:7-13. [SM=g6276]
Amalia 52
00lunedì 12 ottobre 2009 21:35
Elia, che si era nascosto in una caverna, vide una grandiosa manifestazione di tre forze su cui Geova esercita il controllo: un forte vento, un terremoto e infine un fuoco. Tuttavia, quando parlò a Elia, Geova lo fece con “una voce calma, sommessa”. Gli affidò dell’altro lavoro da compiere e lo informò che nel paese c’erano ancora 7.000 fedeli adoratori di Geova. (1 Re 19:9-18) Se come Elia dovessimo a volte sentirci scoraggiati per mancanza di risultati nel nostro ministero, possiamo supplicare Geova di darci “potenza oltre ciò che è normale” così da continuare a predicare la buona notizia senza posa. — 2 Corinti 4:7. [SM=g6276]
monseppe1
00martedì 13 ottobre 2009 09:18
Ciao Vincenzo60

Lascio la più professionale risposta sulla traduzione a chi ne conosce i termini originali e i loro significati effettivi (letterali).

Vorremmo tutti che la bibbia fosse scritta in un unico solo modo. purtroppo è cosa difficile perché in tal caso dovremmo anche tutti parlare una sola lingua.

Esistono espressioni o parole, che spesso non hanno una corrispondenza diretta in una'altra lingua. In tal caso il traduttore, dal contesto degli scritti originali, deve trovare il termine appropriato che nella propria lingua esprima lo stosso pensiero o significato.

Un banale esempio. In italia, si hanno due espressioni per un particolare servizio reso alla comunità:

"vigile del fuoco" o "pompieri"
Lo stesso termine, in inglese, è traducibile solo con una parola composta: "fireman". Letteralmente: "fuoco-uomo"

Uno che leggesse l'originale parola inglese, non sapendone il significato o leggendola separata da ogni possibile contesto potrebbe dedurre:

1) L'uomo aveva preso fuoco o che si era dato fuoco.
2) L'uomo aveva acceso un fuoco.
3) L'uomo ha a che fare con il fuoco.

Delle tre, è già più coerente la terza. Nel contesto però di uno scritto, se si sta parlando di un incendio, è più facile comprendere che sia uno che cerca di spengere tale incendio.

Pertanto, l'espressione più vicina al "senso letterale" della parola originale inglese di "FireMan" è ovviamente "Viglie del fuoco", in quanto "pompiere" riporta solo all'uso di una pompa ma non si ricollega al soggetto di "fuoco" del termine originale inglese; eppure, sia vigile del fuoco che pompiere sarebbero termini corretti di traduzione.

Ultimo esemmpio di traduzione, (simpatico, stavolta) è quello che in inglese è usata l'espressione:
"Rains chats and Dogs" che se tradotta letteralmente dice: "Piovono cani e gatti". Si capisce che è qualcosa che cade dal cielo (piove = Rain), ma cani e gatti?

In Italiano si dovrebbe tradurre: "piove a dirotto" o "piove a catinelle" (catinelle = tanti catini o contenitori di acqua rovesciati). La "simpatica" espressione inglese, si dovrebbe esegeticamente tradurre quindi "Piove Arrabbiato" in quanto i poveri cani e gatti, cadendo, ricordano la tipica inimicizia che fra loro esiste e pertanto cadendo, si litigano).
Pertanto "piove arrabbiato" anche indica che piove forte, molto, in modo violento.

Capisci quindi come ogni traduttore a volte possa spaziare su un largo margine di possibiliespressioni equivelenti dovendone poi sceglierne una sola, che magari non è stata qualla scelta da un altro traduttore.

Eppure, se le traduzioni sono fatte tenendo conto del significato contestuale dove sono inserite, del contesto esegetico al quale si riferiscono (le usanze di chi scrive), e del contesto letterale del significato del termine da tradurre, allora la traduzione, benché possa letteralmente differire nella parola usata, può essere considerata corretta.

Un ultimo esempio per completare la spiegazione. La b12 usa l'espressione: "positivamente" che certamente ai tempi degli iscritti originali, come termine in se, non era usata. Tale espressione è pure riferibile a "certamente", "sicuramente" "indubbiamente". Tale diffente termine usato, fa parte di un contesto di evoluzione di variazione che un linguaggio ha nel corso del tempo.

Come spiegato altrove, "eziandio" "pedate della fede" e altri espressioni che potevano essere chiarmante capite un tempo ora suonerebbero strane. Se pertanto una traduzione, tiene pure conto dell'evolusione del linguaggio, se è bene aggiornata, usa termini moderni anziché termini antichi. Tanto più però il traduttore riesce ad attenersi al significato originale del termine da tradurre, tanto più tale traduzione è certamente la migliore.

pertanto, la risposta (al di fuori di scegliere la "migliore" traduzione del termine) è che sostanzialmente i termini equivalendosi, sono tutti ragionevolmente accettabili. Per "accettabili" si intende che il temine usato per tradurre la parola originale, non ne stravolge o non ne cambia di fatto il suo originale significato o riferimento.

Scusa la lunga trattazione, spero di aver spiegato almeno qualcosa.

barnabino
00martedì 13 ottobre 2009 09:49
Caro Vincenzo,


1. vengono usati tre termini : voce, suono vento.
Si può dire che si equivalgono nei termini originari?



Il termine qowl indica tanto voce che rumore, suono ma a volte è usato anche per "tempesta" quando si tratta della manifestazione divina. Dunque direi che tutte le traduzioni sono sostanzialmente possibili.


calma, sommessa
dolce e sommesso
dolce sussurro
mormorio ..leggero
sommesso e gentile.
Anche qui, si può dire che i termini si equivalgono e quindi sono sostanzialente esatti?



Si direi che anche qui sono corretti, Letteralmente sarebbe "silenzioso e sottile, piccolo" o qualcosa del genere.

Shalom
vincenzo.60
00mercoledì 28 ottobre 2009 22:48
Re:
barnabino, 13/10/2009 9.49:

Caro Vincenzo,


1. vengono usati tre termini : voce, suono vento.
Si può dire che si equivalgono nei termini originari?



Il termine qowl indica tanto voce che rumore, suono ma a volte è usato anche per "tempesta" quando si tratta della manifestazione divina. Dunque direi che tutte le traduzioni sono sostanzialmente possibili.


calma, sommessa
dolce e sommesso
dolce sussurro
mormorio ..leggero
sommesso e gentile.
Anche qui, si può dire che i termini si equivalgono e quindi sono sostanzialente esatti?



Si direi che anche qui sono corretti, Letteralmente sarebbe "silenzioso e sottile, piccolo" o qualcosa del genere.

Shalom




anche se in ritardo grazie
[SM=g1871116]
v.


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