00 14/06/2013 06:46
Come ulteriore prova che Gesù non asserì mai d’essere uguale al Padre suo vi è il fatto che, nella sua preghiera, si rivolse al Padre suo come al “solo vero Dio” e parlò di sé come del “rappresentante” del Padre suo. — Giov. 17:3, 8.

Ma qualcuno obietterà, sostenendo: ‘Quando Gesù disse “Io e il Padre siamo uno”, i Giudei capirono che volesse dire che era Dio, e Gesù non lo negò’. Ma è realmente così? Perché non esaminare il racconto?
La versione cattolica di mons. S. Garofalo dice: “Rispose loro Gesù: ‘Molte buone opere vi ho mostrato, che vengono dal Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate?’ Gli risposero i Giudei: ‘Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per bestemmia, e perché tu, essendo uomo, pretendi di essere Dio’. Rispose loro Gesù: ‘Non è scritto nella vostra Legge: Io dissi: siete dèi? Se la Legge chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio — e non si può distruggere la Scrittura — perché a me, che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, dite: ‘Tu bestemmi’ perché ho detto: ‘Sono il Figlio di Dio’? Se non faccio le opere di mio Padre non credetemi; ma se io le faccio, anche se non credete a me credete alle opere, affinché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre’”. — Giov. 10:32-38.

Perché, dunque, i Giudei senza fede giunsero alla conclusione che Gesù si faceva “Dio”? Evidentemente perché Gesù si attribuiva poteri che i Giudei credevano appartenessero esclusivamente al Padre. Per esempio, Gesù disse che avrebbe dato la “vita eterna” alle “pecore”.

Questa era una cosa che nessun uomo poteva fare. Comunque, gli increduli Giudei trascurarono il fatto che Gesù ammise di avere ricevuto tutto dal Padre suo, e che le eccellenti opere che faceva erano la prova che era il rappresentante del Padre suo. Sbagliavano a pensare che si rendesse Dio in modo blasfemo.

Che gli increduli Giudei facessero un ragionamento sbagliato si vede pure da altri episodi. Interrogato dinanzi al Sinedrio, Gesù fu falsamente accusato di bestemmia non perché pretendesse di essere ‘Figlio di Dio’, ma perché asseriva d’essere il ‘Messia, il Figlio dell’Iddio vivente’. (Matt. 26:63-68; Luca 22:66-71) E in una precedente occasione certi Giudei si erano fatti l’idea che Gesù si facesse uguale a Dio e volevano ucciderlo come bestemmiatore. A questo riguardo, Giovanni 5:18 ci dice: “I Giudei cercavano ancor più d’ucciderlo, perché non solo violava il sabato ma anche chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”. Si noti che Gesù non disse d’essere Dio stesso ma chiamò ‘Dio suo Padre’. Gli increduli connazionali di Gesù, comunque, trovarono da ridire su questa sua pretesa relazione con il Padre suo, questa speciale condizione di Figlio. E come si sbagliavano a definire Gesù un violatore del Sabato, si sbagliavano anche ad asserire che Gesù si facesse uguale a Dio perché ‘chiamava Dio suo Padre’.

NON È ETERNO COME IL PADRE SUO

Questa unità che Gesù aveva con il Padre suo, naturalmente, è molto più grande e più estesa di quella che c’è in qualsiasi relazione umana tra padre e figlio. Anche prima della creazione dell’universo fisico il Padre e il Figlio erano “uno”.

In riferimento alla sua esistenza preumana, Gesù disse agli increduli Giudei: “Prima che Abraamo fosse, Io Sono”. (Giov. 8:58, La Bibbia di Gerusalemme) Con questo si identificò forse Gesù come se fosse Geova? Non aveva Dio detto a Mosè: “‘Io sono colui che sono!’ Poi disse: ‘Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi’”? (Eso. 3:14, Ge) Molte traduzioni usano l’espressione “Io sono” sia in Giovanni 8:58 che in Esodo 3:14.
Fonte:w 15/2/75