Prima dell’introduzione della stampa a caratteri mobili (a partire dal XV secolo E.V.), sia gli scritti originali della Bibbia che le loro copie venivano scritti a mano, e quindi si chiamavano “manoscritti”. Per manoscritto biblico si intende una copia scritta a mano, completa o parziale, delle Scritture, e non una copia stampata. I manoscritti biblici erano principalmente in forma di rotoli e di codici.
Materiali. Esistono manoscritti delle Scritture su pelle, su papiro e su pergamena. Il famoso Rotolo del Mar Morto di Isaia, ad esempio, è di pelle. Il papiro, una specie di carta fatta con le fibre dell’omonima pianta acquatica, fu usato per i manoscritti biblici nelle lingue originali e per le loro traduzioni fin verso il IV secolo E.V. In quell’epoca cominciò a essere sostituito per i manoscritti biblici da una pergamena finissima, detta velino, ricavata generalmente da pelli di vitellini, agnelli o capretti, un ulteriore perfezionamento rispetto al precedente uso di pelli di animale come materiale scrittorio. Manoscritti come i famosi Codex Sinaiticus (il manoscritto Sinaitico) e Codex Vaticanus (il manoscritto Vaticano 1209) del IV secolo E.V. sono codici in pergamena finissima, o velino.
Il palinsesto (lat. palimpsestus; gr. palìmpsestos, “raschiato di nuovo”) è un manoscritto da cui lo scritto primitivo è stato cancellato o raschiato via per far posto a uno scritto successivo. Un famoso palinsesto biblico è il Codex Ephraemi Syri rescriptus del V secolo E.V. Se lo scritto primitivo (quello raschiato via) è il più importante, gli esperti riescono spesso a leggerlo ricorrendo fra l’altro all’uso di reagenti chimici e a particolari tecniche fotografiche. Alcuni manoscritti delle Scritture Greche Cristiane sono lezionari, brani biblici scelti da leggere durante le funzioni religiose.
Tipi di scrittura. I manoscritti biblici in greco (traduzioni delle Scritture Ebraiche oppure copie delle Scritture Greche Cristiane, o entrambe) si possono dividere o classificare secondo il tipo di scrittura, su cui si basa in parte anche la loro datazione. La scrittura più antica (usata specialmente fino al IX secolo E.V.) è quella onciale, dai grossi caratteri maiuscoli separati. In genere non c’è separazione fra le parole, e mancano anche la punteggiatura e gli accenti. Il Codex Sinaiticus è un manoscritto onciale. Un diverso tipo di scrittura cominciò ad affermarsi nel VI secolo, e portò all’adozione (nel IX secolo E.V.) della scrittura corsiva o minuscola, dai caratteri più piccoli, molti dei quali uniti fra loro. La maggior parte dei manoscritti delle Scritture Greche Cristiane pervenutici sono in minuscola. Questa scrittura rimase in voga fino all’avvento della stampa.
Copisti. Per quanto si sa attualmente, non esistono manoscritti originali o autografi della Bibbia. Eppure la Bibbia è stata preservata in forma accurata, degna di fiducia, perché in generale i copisti, riconoscendo che le Scritture erano ispirate, ricercavano la perfezione nell’arduo lavoro di produrre copie manoscritte della Parola di Dio.
Gli uomini che copiavano le Scritture Ebraiche all’epoca del ministero terreno di Gesù Cristo e anche nei secoli precedenti erano chiamati scribi (ebr. sohferìm). Uno dei primi scribi fu Esdra, definito nelle Scritture “esperto copista”. (Esd 7:6) Scribi successivi apportarono deliberatamente alcune modifiche al testo ebraico. Ma i loro successori, i masoreti, si accorsero di questi cambiamenti e li segnalarono nella masora, o note che compaiono a margine del testo ebraico masoretico da loro prodotto.
Anche i copisti delle Scritture Greche Cristiane fecero sinceri sforzi per riprodurre fedelmente il testo delle Scritture.
it-1 pp. 363-368 Bibbia
***************************************************
“Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
con la mia destra di giustizia”. (Isaia 41:10)
****************************************************