barnabino, 11/09/2013 14:18:
Caro Adriano,
Per quanto riguarda il concetto di generazione eterna oltre ad evincersi dalle Scritture e dalla logica fu evidente già dai discepoli di Giovanni martiri della chiesa, fino ad Origene
Le scritture non conoscono alcun concetto di "generazione" in senso metafisico, Dio è visto semplicemente come il creatore di ogni cosa, non si accenna al concetto di generazione se non come metafora della creazione. In quanto a Origene non era certo un discepolo di Giovanni, dato che visse circa un secolo dopo, e le sue considerazioni sulla "generazione eterna" del Logos si fondano soprattutto su considerazioni di tipo filosofico.
Paolo disse che per le generazioni precedenti il figlio di Dio era un mistero, non sorprende quindi che lo fosse l'intera trinità
Non mi pare che Paolo si riferisse alla
natura di Dio, che egli riteneva invece molto chiara.
Il paraklito lo Spirito Santo avrebbe fatto conoscere ogni cosa ed infatti dalla pentecoste in poi lo ha fatto
Infatti i testi
ispirati non accennano alla trinità, quelle che portarono alle formulazioni dogmatiche sono speculazioni successive, degnissime espressioni del pensiero umano ma a mio parere non vincolati.
Shalom
Non hai letto bene quello che ho scritto, io ho detto "dai discepoli di Giovanni FINO ad Origene.
Policarpo ad esempio scrisse:
« Padre del tuo amato e benedetto Figlio (τοῦ ἀγαπητοῦ καὶ εὐλογητοῦ παιδός σου) Gesù Cristo, per mezzo del quale ti abbiamo conosciuto, Dio degli angeli e delle potestà, ti benedico per avermi ritenuto degno di questo giorno e di questo momento, rendendomi partecipe, nel numero dei martiri, del calice del tuo Cristo per la risurrezione dell'anima e del corpo nella vita eterna e nell'incorruttibilità dello Spirito Santo. Possa io oggi essere accolto fra loro innanzi a te in un sacrificio pingue e gradito, quale tu stesso mi hai preparato e manifestato e porti ora a compimento, Dio verace e leale. Perciò io ti lodo anche per tutte le cose, ti benedico, ti rendo gloria per mezzo DELL'ETERNO gran sacerdote Gesù Cristo tuo Figlio diletto (ἀγαπητοῦ σου παιδός), e per mezzo suo sia gloria a te in unione con Lui nello Spirito Santo ora e sempre nei secoli venturi, Amen. »
(Martirio di Policarpo, 14[22])
Anche Ignazio e Clemente andarono nella stessa direzione, e che dire di Giustino?
Giustino (100-165 d. C.), parlando della Parola di Dio, osservò come “questa potenza è indivisibile ed inseparabile dal Padre, così come la luce del sole sulla terra è indivisibile ed inseparabile dal sole che è in cielo…..si tratta di una potenza generata dal Padre con la sua forza e volontà ma non per amputazione, come se l’essenza del Padre si fosse suddivisa, come succede per tutte le altre cose che, una volta divise e tagliate, non sono più le stesse di prima ….un esempio è quello del fuoco che vediamo appiccare altri fuochi: dal primo se ne possono accendere numerosi altri senza che esso risulti sminuito, ma rimanendo sempre lo stesso” (Giustino, Dialogo con Trifone, 128, 1-4
Mi sembra che i presupposti per arrivare alle argomentazioni Origeniane ci siano tutti.