“l’emarginazione degli ex tdG è giustificata dalla Bibbia?”
La letteratura dei tdG è disseminata di citazioni bibliche che farebbero da supporto alle loro posizioni disciplinari. Essi infatti prevedono la disassociazione per peccati gravi (es. adulterio), per partecipazione ad attività politica, oppure se ci si pone in antitesi alla Congregazione, oppure se si interpreta la Bibbia in modo indipendente.
Una piccola nota: i tdG non disassociano chi ha dei dubbi dottrinali o chi fa studi indipendenti della Parola di Dio, come invece lasciano intendere le parole in neretto con la solita malevolenza. Il peccatore incorre nella disassociazione solo se approfitta della fratellanza per pubblicizzare le proprie idee creando uno spirito settario. Come dice Galati 5:19,20, uno spirito del genere non è compatibile con il Cristianesimo.
(Galati 5:19, 20) Ora le opere della carne sono manifeste, e sono [...] contesa, [...] contenzioni, divisioni, sette...
Chi viene espulso, per decisione del comitato giudiziario, deve essere isolato dagli altri confratelli.
Esattamente! Si tratta di far in modo che le idee deleterie del disassociato non vadano a corrompere la pace, l'unità nell'adorazione e la purezza della congregazione. Ci sono dei precedenti biblici a questo modo di fare.
1. Pace ed unità.
(2 Timoteo 2:16-18) Ma evita i discorsi vuoti che violano ciò che è santo; poiché essi progrediranno sempre più in empietà, e la loro parola si spargerà come cancrena. Imeneo e Fileto sono fra quelli. Questi stessi [uomini] hanno deviato dalla verità, dicendo che la risurrezione sia già avvenuta; e sovvertono la fede di alcuni.
Discutere con Imeneo e Fileto sarebbe stato dannoso, come tollerarli nella congregazione. La loro parola era cancrena che minava l'unità e la pace della congregazione.
2. Purezza
(1 Corinti 5:1,11,13) In effetti, si riferisce che fra voi c’è fornicazione, e fornicazione tale che non esiste neanche fra le nazioni, che un certo [uomo] ha la moglie del [proprio] padre. [...] Vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo. [...] “Rimuovete l’[uomo] malvagio di fra voi”.
L'uomo che andava a letto con la moglie del proprio padre non poteva essere accolto in congregazione, ma andava allontanato, non mangiando neppure con un tal uomo.
Notate che in entrambi i casi siamo di fronte a condotte continuate ed impenitenti, ovvero a malvagità.
La stessa cosa accade a chi si dissocia, cioè abbandona deliberatamente la Congregazione.
Viene considerato apostasia, come la Chiesa Cattolica considera apostati i tdG.
In entrambi i casi si viene completamente emarginati e questo vale anche per i familiari.
Inesatto e superficiale. Per quel che riguarda i familiari, l'emarginazione riguarda solo i vincoli sociali, il divertirsi insieme e partecipare ad altre attività non necessarie. Poi ci sono delle differenze determinate dalle situazioni contingenti: alla fine è la famiglia a regolarsi su come mantenere i contatti con i familiari disassociati e nessuno può intervenire su questi.
Per quel che riguarda gli altri, sì, si evita ogni contatto sociale e spirituale con la persona. Eventuali vincoli professionali e civili restano inalterati.
I tdG non ammettono che uno possa uscire per una crisi di coscienza o per un ripensamento a seguito di una riflessione seria e ponderata.
Semplicemente non ce n'è necessità. Basta non predicare più per più di sei mesi e si acquisisce lo status di inattivo. A quel punto si è automaticamente fuori "dal giro" e non c'è alcun isolamento. Chi chiede di uscire è perché non vuole più aver nulla a che fare con noi. Quindi, a che pro frequentare una persona che per prima non desidera aver nulla a che fare con noi?
Chi abbandona la Congregazione, viene demonizzato e c’è l’obbligo di considerarlo come morto e pertanto non lo si può ne salutare ne guardare.
Questa è puerile pubblicità apostata.
Demonizzare significa "far apparire qualcuno malvagio agli occhi dell'interlocutore". Ma quando uno viene disassociato, ricordiamo che la disassociazione è proprio la forma di disciplina più estrema, dimostra impenitenza. Nel caso del dissociato, dimostra anch'egli un inutile ed impenitente spirito settario. Quindi, non è che "facciamo apparire qualcuno malvagio", ma si prende atto di una situazione di impenitenza. Visto che generalmente non si conoscono i motivi per i quali una persona è disassociata, come si fa a dire che si demonizza?
Una delle maggiori sofferenze di un fuoriuscito è dovuta al fatto che gli ex fratelli lo devono emarginare totalmente, anche se era un amico carissimo.
A questo punto si potrebbe aprire una parentesi sulle sofferenze che con la loro caparbietà i disassociati infergono a chi rimane nella congregazione, ma non siamo populisti come i nostri detrattori amano essere.
Giustificano tale comportamento dicendo che questo è ciò che vuole la Bibbia.
Tu quoque, Brute, fili mi! Mi pare una giustificazione più plausibile che giustificare qualcosa con concili umani!
Leggiamo in proposito nel Ministero del Regno dell’agosto del 2002:
“Le parole di Gesù riportate in Matteo 18:17 hanno relazione con l’argomento: “[Chi viene espulso] ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse”. Gli ascoltatori di Gesù sapevano bene che a quel tempo gli ebrei non fraternizzavano con i gentili ed evitavano gli esattori di tasse considerandoli dei reietti. Pertanto, Gesù stava insegnando ai suoi seguaci a non stare in compagnia di chi era stato espulso”.
Ma i tdG si dimenticano che questo era il comportamento degli ebrei, mentre Gesù non faceva così. Leggiamo infatti in Luca 15:1-3:
“Or tutti gli esattori di tasse e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo. 2 Quindi i farisei e gli scribi brontolavano, dicendo: “Quest’uomo accoglie i peccatori e mangia con loro”. 3 Allora egli pronunciò loro questa illustrazione”
Quindi non è vero che Gesù emarginava i peccatori e i pubblicani, anzi era proprio criticato perché non lo faceva!
Obiezione sciocca che non tiene proprio conto del contesto. In quel caso il parallelo era tra come trattare gli espulsi e come gli ebrei trattavano i peccatori ed i pubblicani, non come li trattasse Gesù! Ma se siamo a questi livelli con l'esegesi, mi meraviglio di come si possa affidare una rubrica così delicata ad una persona con così scarse capacità interpretative! Studi, Don Cadei, studi!
Ecco un paragrafo dalla w91 15/4 p. 20:
Luca 15:1 dice: “Tutti gli esattori di tasse e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo”. Non che ciascun esattore di tasse e ciascun peccatore fosse lì; il versetto dice “tutti” nel senso che ce n’erano molti. (Confronta Luca 4:40). Quali esattori di tasse e peccatori erano lì? Quelli che ci tenevano a essere perdonati dei loro peccati. In precedenza, alcuni di loro erano stati attratti dal messaggio di pentimento predicato da Giovanni il Battezzatore. (Luca 3:12; 7:29) Perciò Gesù, predicando agli esattori che erano andati da lui, non contraddiceva la sua raccomandazione espressa in Matteo 18:17. Notate che “molti esattori di tasse e peccatori [udirono Gesù] e lo seguivano”. (Marco 2:15) Non si trattava di persone che desideravano continuare a comportarsi male, rifiutando qualsiasi aiuto. Al contrario, avevano udito il messaggio di Gesù e il loro cuore era rimasto toccato. Predicando loro anche se peccavano ancora, nonostante probabilmente stessero cercando di cambiare, “il pastore eccellente” stava imitando il suo Padre misericordioso. — Giovanni 10:14.
Contrariamente agli insegnamenti del Vangelo di amare anche i nemici, i tdG insegnano che bisogna odiare gli apostati. Leggiamo nella Torre di Guardia del 1/10/1993 p. 19:
“quando il male diventa così radicato da essere parte integrante della loro personalità, allora il cristiano deve ‘odiare’ (nel senso biblico del termine) costoro che si sono inseparabilmente legati al male. I veri cristiani condividono i sentimenti che Geova nutre verso questi apostati”
Ma si è chiesto Don Cadei cosa significhi odiare in senso biblico? No, perché sembra che estrapolando una frase dal contesto si possano far dire ad una pubblicazione chissà quali "verità scottanti"! In realtà, l'articolo sta solamente facendo da cassa di risonanza alle informazioni contenute nell'enciclopedi biblica Perspicacia Nello Studio delle Scritture, p. 418 all'esponente Odio:
Per lealtà a Geova, i suoi servitori odiano le persone e le cose che egli odia. (2Cr 19:2) “Non odio io quelli che ti odiano intensamente, o Geova, e non provo nausea per quelli che si rivoltano contro di te? Li odio con odio completo. Mi sono divenuti veri nemici”. (Sl 139:21, 22) Ma questo odio non cerca di nuocere ad altri e non è sinonimo di disprezzo o rancore. Piuttosto si esprime con l’assoluta avversione per ciò che è malvagio, evitando il male e quelli che odiano intensamente Geova. (Ro 12:9, 17, 19)
L’equivoco è proprio qui. Essi si sentono giustificati ad emarginare gli apostati perché lo direbbe la Bibbia.
Un testo biblico che spesso citano a supporto della loro prassi è 1 Corinti 5:9-13:
“Nella mia lettera vi scrissi di cessar di mischiarvi in compagnia di fornicatori, 10 non [volendo dire] interamente con i fornicatori di questo mondo o con gli avidi e i rapaci o gli idolatri. Altrimenti, dovreste effettivamente uscire dal mondo. 11 Ma ora vi scrivo di cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo. 12 Poiché spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro, 13 mentre Dio giudica quelli di fuori? “Rimuovete l’[uomo] malvagio di fra voi”.”
Ma queste parole giustificano la prassi dei tdG di emarginare i disassociati?
Leggiamo cosa ne pensa Gesù in proposito in Matteo 5:44-47:
“Ma io vi dico: Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; 45 per mostrare d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Infatti, se amate quelli che vi amano, che ricompensa ne avete? Non fanno la stessa cosa anche gli esattori di tasse? 47 E se salutate solo i vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno la stessa cosa anche le persone delle nazioni?”.
Queste parole ci fanno capire che non è biblica la prassi dei tdG di emarginare gli apostati. Gesù ci impone di amare e salutare tutti, anche i nemici. Quindi non c’è giustificazione di emarginare gli apostati, ossia gli ex fratelli, anche se diventano nemici del popolo di Geova!
Con il solito stile, qui si confonde la disassociazione con l'apostasia. L'articolo della Torre di Guardia citato nulla ha a che vedere con la mera disassociazione, ma con l'apostasia. Semplicemente il cristiano odia, o meglio rifugge, coloro che odiano Geova. Non si capisce proprio la consecutio tra l'articolo e 1 Corinti 5:9-13!
Comunque, che non vi sia comunione tra il cristiano e l'apostata mi pare palese ed incontrovertibile.
In merito ai disassociati, invece, le parole di Don Fiorino appaiono come sterile polemica. Noi non ameremmo ne pregheremmo per i disassociati?
Per quel che riguarda l'amare i disassociati, la w91 15/4 p.21, dopo aver considerato come Geova trattò misericordiosamente l'apostata ma pentito Israele dice:
Non suggerisce tutto questo che potrebbe essere opportuno prendere qualche iniziativa nei confronti di alcuni che sono disassociati e che forse ora sono pentiti? Ricordate che l’apostolo Paolo comandò di rimuovere l’uomo malvagio dalla congregazione di Corinto. In seguito egli esortò i componenti della congregazione a confermare il loro amore a tale uomo a motivo del suo pentimento, che portò poi alla sua riassociazione. — 1 Corinti 5:9-13; 2 Corinti 2:5-11.
L’enciclopedia precedentemente citata diceva: ‘La principale giustificazione logica della scomunica era quella di proteggere le norme del gruppo: “un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa” (1 Cor. 5:6). Questo motivo è chiaro in quasi tutti i brani biblici e in quelli estranei al canone, ma alla base della supplica di Paolo riportata in 2 Cor. 2:7-10 c’era l’interessamento per l’individuo, anche dopo l’espulsione’. [...] Sarebbe quindi logico che oggi i pastori del gregge mostrassero un simile interessamento. (Atti 20:28; 1 Pietro 5:2) Parenti ed ex amici possono sperare che un disassociato torni; tuttavia, per rispetto verso il comando di 1 Corinti 5:11, non stanno in compagnia di chi è espulso. Lasciano che siano i pastori nominati a prendere l’iniziativa per vedere se tale persona desidera tornare.
Quindi i disassociati sono amati, benché nel rispetto delle norme bibliche.
Circa il pregare per loro, la w01 1/12 p.31 dice:
Pertanto non dovremmo concludere affrettatamente che una persona sia colpevole di un peccato che incorre nella morte solo perché viene espulsa dalla congregazione. Può volerci del tempo perché si manifesti la vera condizione del suo cuore. Infatti si dice spesso che uno degli scopi della disassociazione è quello di indurre il peccatore a tornare in sé e, si spera, a pentirsi e a convertirsi.
Dato che la persona non è più nella congregazione, qualsiasi cambiamento nei suoi sentimenti e atteggiamenti può essere notato prima da chi gli è vicino, come il coniuge o i familiari. Quelli che notano tali cambiamenti possono concludere che il trasgressore non abbia commesso un peccato che incorre nella morte. Possono essere spinti a pregare affinché tragga forza dall’ispirata Parola di Dio e affinché Egli agisca verso il peccatore secondo la Sua volontà. — Salmo 44:21; Ecclesiaste 12:14.
Anche se alcuni hanno prove sufficienti per credere che il peccatore si è pentito, forse questo non può dirsi della congregazione in generale. Forse i suoi componenti sarebbero perplessi, turbati, magari inciamperebbero se sentissero qualcuno pregare in pubblico riguardo al peccatore. Per tale ragione, coloro che si sentono spinti a pregare in merito al peccatore dovrebbero farlo solo in privato, lasciando qualsiasi ulteriore sviluppo al riguardo nelle mani degli anziani responsabili della congregazione.
Perciò pregare per un disassociato è una scelta personale.
Ancora si rileva come questa trasmissione sollevi un polverone per confondere le idee degli ascoltatori, esponendo con apparentemente voluto disordine delle idee che non trovano fondamento nel nostro modo di essere.
Ripetiamo che i tdG sono cristiani ed i cristiani
non odiano nessuno nel senso comune del termine. Noi odiamo nel senso biblico, ovvero
evitiamo, tutte le forme di malvagità e violenza, e chi le pratica. Amiamo
tutte le persone, come le ama Geova.