00 19/02/2016 19:57
Grazie Admin,

viceadmintdg1, 15/02/2016 12:05:

L'ultimo intervento è di don Battista Cadei che parla della successione apostolica dicendo:

L'autorità data da Gesù agli apostoli, finiva con loro, oppure è stata trasmessa a successori che continuassero il compito di confermare nella fede e pascere il popolo di Dio?

I motivi per i quali Gesù ha stabilito il gruppo degli apostoli sussistono anche dopo la loro morte. Gli scritti del NT parlano esplicitamente di questa continuità. Infatti gli apostoli, prima di morire trasferiscono, mediante l'imposizione delle mani, il loro potere ad altri uomini. Ecco che cosa raccomanda l’apostolo Paolo ai suoi discepoli e successori Timoteo e Tito:




Ci sono due evidenti errori in queste affermazioni.

Tanto per cominciare, Timoteo e Tito non sono “successori” di Paolo, ma “rappresentati” degli apostoli.

Non lo dice la Torre di Guardia ma la cattolicissima Bibbia di Gerusalemme nella nota in calce a Tito 1:5:

i presbiteri e gli episcopi cristiani, stabiliti dagli apostoli (Atti 14,23) o dai loro rappresentanti (Tito 1,5)”.

In effetti, Paolo diede incarico a Timoteo e Tito di rappresentarlo in certi luoghi (1 Cor 4:17; Filip. 2:19- 20; 1 Tim 1:3-4; Tito 1:5)....

Riguardo alla "trasmissione del potere apostolico ad altri uomini, mediante imposizione delle mani", a che cosa ci si riferisce specificatamente?

L' imposizione delle mani era effettuata per conferire dei particolari incarichi (Atti 6:6 ; 13:1-3 ; 1 Tim. 4:14, passo che verrà approfondito maggiormente in seguito ; 2 Tim. 1:6), per operare miracolose guarigioni (Atti 28:8), per trasmettere lo spirito santo (Atti 8:17 ; 19:6).

Da notare che, in occasione delle nomine di anziani (presbiteri)/sorveglianti (episcopi), che come vedremo costituivano un' identica figura, non si fa alcun cenno all' imposizione delle mani (Atti 14:23 ; Tito 1:5).

Non c' è quindi alcun sostegno biblico per sostenere che la successione apostolica sia stata portata avanti mediante il rito dell' imposizione delle mani dagli apostoli agli episcopi/presbiteri (identica figura, come detto).

Parlerò tra poco dell' imposizione delle mani fatta dal presbyterion a Timoteo (1 Tim. 4:14)...



viceadmintdg1, 15/02/2016 12:05:


─ Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbìteri (1 Tm 4,14).





Ecco quindi l' occasione per parlarne in maniera più specifica.

Come accennato, nel passo di 1 Tim. 4:14 si parla di presbyterion, che secondo l' autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider (vol. II, pag. 1090) significa “consiglio degli anziani”, un corpo che agiva collegialmente, come agirono collegialmente gli apostoli e gli anziani nell’ assemblea di Gerusalemme (Atti capitolo 15).

Non è certo un caso che il N.T. parli degli anziani/sorveglianti (presbiteri/episcopi) menzionandoli al plurale, come nel caso di Gerusalemme (Atti 11:30; 15:4-6; 21:18) o di Efeso (Atti 20:17, 28) e Filippi (Filip, 1:1)!

Nel caso di Timoteo si parla di un “dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l'imposizione delle mani” (1 Tim. 4:14 CEI).

Di che si tratta?

I Tim. 1:18 chiarisce il punto: Paolo esorta Timoteo a combattere “la buona battaglia” “in accordo con le profezie” fatte su di lui (1 Tim. 1:18 CEI)

Cioè a dire, tramite l’operato dello spirito santo, una predizione indicò quale sarebbe stato il futuro di Timoteo. In armonia con quella indicazione, Paolo e il corpo degli anziani imposero le mani sul giovane, appartandolo così per un particolare servizio, e infatti l’apostolo lo scelse come compagno nell’ opera missionaria (Atti 16:1-3)!

L' imposizione delle mani era quindi finalizzata, come in Atti 6:6; 13:3, al conferimento di una funzione particolare, di un particolare servizio.


viceadmintdg1, 15/02/2016 12:05:



– Le cose che hai udito da me davanti a molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali a loro volta siano in grado di insegnare agli altri (2 Tm 2,2).




Ovvio, basta leggere 1 Tim. 5:17:

17 I presbìteri che esercitano bene la presidenza siano considerati meritevoli di un duplice riconoscimento, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento” (CEI).

Del resto, l’ episkopos (stessa figura del presbyteros nell’ ekklesìa apostolica) doveva essere “capace di insegnare” (1 Tim. 3:2 CEI).

Ma anche “marito di una sola donna”, secondo lo stesso versetto.

Lo sono anche i vostri vescovi?

viceadmintdg1, 15/02/2016 12:05:




─ Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. (Tt 1,5).




Ovvio, come visto Tito agiva come “rappresentante” degli apostoli (nota in calce della cattolica Bibbia di Gerusalemme a Tito 1,5) a faceva nomine di anziani (presbiteri), cioè di sorveglianti (episcopi), esattamente come Paolo e Barnaba costituirono anziani (presbiteri) in ciascuna ekklesìa, Atti 14:23.

Ma è rilevante il fatto che non si faccia cenno, riguardo al conferimento dell' episcopato, ad alcuna imposizione delle mani...




(naturalmente, segue......)
[Modificato da Aquila-58 19/02/2016 20:18]