00 21/04/2016 19:44
Re:
viceadmintdg1, 16/04/2016 11:44:

Dopo il preambolo di don Fiorino pende la parola Alessandro Spoto che affronta il tema dei cambiamenti nell'interpretazione della statua di Nabucodonosor di Daniele 2 dicendo:

Spoto:


Oggi vorrei farvi notare i cambiamenti di interpretazione della statua di Nabucodonosor di Daniele capitolo 2:

...

Questo dimostra nuovamente le arbitrarie e mutevoli interpretazioni del corpo direttivo e soprattutto l’esegesi fondamentalista che li porta ad identificare le varie parti della statua con imperi e date ben precise.



Lascio la parola a chi desidera replicare...



Ringrazio il gentile Spoto per il suo intervento pubblicitario.

Parto dal suo ultimo commento per spiegare qualcosa dell”esegesi fondamentalista” a cui lui fa cenno. Ben lungi dal tono sprezzante e denigratorio usato abitualmente da Radiomaria ogni volta che si parla di “esegesi fondamentalista” faccio notare che il termine è stato coniato nel Nordamerica per indicare una corrente di pensiero religioso e di analisi dei testi biblici, tradizionale e conservatrice, tipico di alcuni ambienti religiosi protestanti nordamericani.

In risposta ai lavori e alle pubblicazioni di analisi storico-critica dei testi biblici di fine ‘800 e inizio ‘900, riconducibile prevalentemente all’opera di studiosi come Julius Wellhausen e del suo studente Hermann Gunkel, pastori e professori universitari come R.A. Torrey e A.C. Dixon pubblicarono l’opera “The fundamentals” in dodici volumi, in cui riaffermavano l’approccio conservatore all’analisi delle Scritture.

Da parte sua la chiesa cattolica romana condannò allo stesso modo l’approccio storico critico alle Scritture, come è evidente dalle parole di papa Benedetto XV nella sua enciclica “Ad beatissimi apostolorum principis” (del 1914) contro il “modernismo”.



Il Benedetto non solo affermava “Sembrano davvero giunti quei giorni, dei quali Gesù Cristo predisse: "Udirete le battaglie e le opinioni delle battaglie [...] Nascerà infatti gente da gente e regno da regno" (Matth. XXIV, 6,7). Il tremendo fantasma della guerra domina dappertutto, e non v'è quasi altro pensiero che occupi ora le menti.” ma sentenziava contro il modernismo “Vi sono oggi pure, e non sono scarsi, coloro i quali, come dice l'Apostolo: "Stimolati nell'orecchio, e non. sostenuti da una sana dottrina, ammucchiano le parole dei maestri secondo i propri desideri e dalle verità si sviano e si lasciano convertire dalle parole" (II Tim. IV, 3, 4). Infatti tronfi ed imbaldanziti per il grande concetto che hanno dell'umano pensiero, il quale in verità ha raggiunto, la Dio mercè, incredibili progressi nello studio della natura, alcuni, confidando nel proprio giudizio in ispregio dell'autorità della Chiesa, giunsero a tal punto di temerità che non esitarono a voler misurare colla loro intelligenza perfino le profondità dei divini misteri e tutte le verità rivelate, e a volerle adattare al gusto dei nostri tempi. Sorsero di conseguenza i mostruosi errori del Modernismo, che il Nostro Predecessore giustamente dichiarò "sintesi di tutte le eresie" condannandolo solennemente.”

Correva l'anno 1914 e la chiesa cattolica era contraria agli studi storico-critici.

Dovranno passare molti anni, e anche qualche papa, prima che la chiesa cattolica romana cambi decisamente rotta sugli studi storico-critici del testo biblico; ma anche in tempi più recenti si sono sollevate autorevoli voci discordanti a tal proposito, come quella autorevole del cardinale gesuita Augustin Bea.



Parlava dunque lo Spoto di “mutevoli interpretazioni”?

Voglio chiarire in questa sede il senso dei principi di base dell’interpretazione fondamentalista, nei suoi vari gradi, visto che normalmente personaggi come lo Spoto dichiarano, o peggio ancora lasciano intendere, che sia una lettura limitata alla semplice applicazione letterale del testo biblico, anche nei passi chiaramente simbolici.

Italo Benedetti distingue chiaramente l’”oracolismo”, dove il testo biblico diventa Parola di Dio in ogni sua parte, un testo dettato in ogni sua parola da Dio all’amanuense, concetto che oggi trova sempre meno sostenitori, dagli altri principi, che sono decisamente più flessibili.

Andando per gradi, l’”inerranza” del testo biblico, principio decisamente condiviso anche da noi tdG, vede Dio operare tramite il suo spirito e garantire la qualità e l’ispirazione del testo. Questo lascia però decisamente molto spazio sia allo stile che al modo di esprimersi e alle circostanze storiche mutevoli dell’autore. E’ ben chiara ai tdG la differenza tra un testo spesso poetico come Giobbe, in lettura proprio in questi giorni, e la narrazione essenziale di un vangelo come ad esempio quello di Marco. L’esegesi segue studi linguistici molto approfonditi ed è basata sul buon senso del lettore e sulla predominanza del senso letterale del testo (“sensus literalis”), che viene spiegato per gran parte attraverso altri passi della Bibbia stessa.

Altri gruppi fondamentalisti credono all’”infallibilità” del testo ai fini morali, spirituali ed etici, senza però postulare l’”inerranza” del testo originale dell’agiografo.

In ambienti cattolici ha preso piede una forma particolare di fondamentalismo, basato sul principio di “cattolicità”, che vede la Scrittura come la fonte di autorità ispirata e profetica e nella chiesa cattolica una risorsa per l’interpretazione della Bibbia stessa.

Lascio allo Spoto e ai suoi ascoltatori radiomariani decidere se ha più possibilità di essere mutevole un’esegesi che pone la Parola di Dio ispirata e limitata ad un canone completo e chiuso da secoli, di fronte ad un’esegesi ad opera di un’organizzazione che si vanta di aver dato vita direttamente alla “parola di Dio”, sovrapponendoci poi una tradizione secolare mutevole e quindi ancora il parere più variabile e volubile del papa di turno.

Buona scelta.

Simon