silvio.51, 07/07/2016 00.21:
Buonasera, vorrei chiedervi se con la traduzione " un dio" di Gv.1:1 non si rischia di mettere in pericolo il monoteismo a favore del politeismo o monolatria.
perdonami Silvio, immagino che tu sappia che abbiamo parlato di Gv. 1:1 un infinità di volte vero?
Usando la funzione "cerca" avresti trovato la risposta, magari facendoti aiutare dai moderatori nella ricerca.
Ad ogni modo, rispondo brevemente alla tua domanda specifica, se la resa "un dio" vada a creare monolatria o politeismo.
La risposta è no, ovviamente.
Il
theos conferito al
Logos va per noi inteso in senso giudaico, che ne ammette anche un senso rappresentativo, non ontologico/immanente.
Il
Logos è
theos perchè svolge una Funzione divina, ricopre un Ufficio Divino (La Parola, il Verbo) e in quanto tale è qualitativamente
theos, in quanto rappresenta Dio, parla e agisce in suo nome e per suo conto, è Colui che rende manifesta la parola, il pensiero e il comandamento divino.
L' autore della Lettera agli Ebrei supporta questa visione in quanto applica il Salmo regale 45:6 al Cristo.
Giusto per farti capire, guarda ciò che afferma la nota in calce della cattolicissima Bibbia CEI al Salmo 45:7 (45:6 TNM):
"
Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale".
La nota della cattolicissima e trinitarissima Bibbia CEI (Conferenza Episcopale Italiana) al passo succitato, afferma:
"
Il tuo trono, o Dio: così con la versione dei LXX. Altra possibile versione dall' ebraico: "il tuo trono, o divino (riferito al re davidico, considerato figlio di Dio in un modo tutto particolare, vedi Salmo 2:7). La lettera agli Ebrei (1,8-9) applica a Gesù i vv. 7-8)".
Del resto, questo senso non immanente di theos era chiaramente accettato dagli ebrei anche nel I secolo: Stefano, davanti al Sinedrio, che aspettava una mezza frase sbagliata del discepolo per ucciderlo, disse tranquillamente che sul Monte Sinai era stato l' angelo a dare a Mosè i sacri oracoli (Atti 7:38), ma in Esodo 19:18-20 ; 20:1 viene detto tranquillamente che era Geova, Dio a dare i sacri oracoli...
Nessuno del Sinedrio batte neppure ciglio!
L' angelo è chiamato Geova, Dio ovviamente non in senso immanente ma rappresentativo.
La stessa cosa è per il Cristo preesistente, vista l' applicazione del salmo regale a Cristo in Ebrei 1:8-9.
Considerato questo senso non immanente e accettato dal giudaismo di theos, la TNM rende con "un dio" non per creare monolatria o un "dio" minore, ma per differenziare l' ho theos di Gv. 1:1b dal Logos/theos di Gv. 1:1c, cosa che a nostro parere non permette di fare la tradizione CEI, peraltro legittima.
Fin qui per ciò che concerne la traduzione. Poi, dopo la traduzione, subentra ovviamente l' esegesi, certamente non può accadere il contrario...
Sono solo brevissimi cenni per spiegare la nostra posizione e rispondere alla tua domanda riguardo alla traduzione della TNM...
[Modificato da Aquila-58 07/07/2016 07:09]