barnabino, 17/06/2020 13:56:
Caro Aldo,
Ma allora mi prendi in giro... se mi dici che ci sono due soggetti qual è il predicato nominale?
Questo dimostra che sei asciutto anche di grammatica italiana.
In un predicato nominale abbiamo sempre la copula (il verbo essere) seguito da un sostantivo o da un aggettivo, questi in greco vengono declinati al nominativo come il soggetto.
Se io dico che Barnabino è Luca, essendo un predicato nominale con due sostantivi, il soggetto può essere tanto Barnabino, quanto Luca, infatti in greco li declineremmo al nominativo.
Se io dico che Barnabino è ignorante, usando un aggettivo, il soggetto chiaramente è Barnabino, ma l'aggettivo in greco lo trovi declinato al nominativo come il nome Barnabino.
Non capisco di che regola parli, ti ho mai parlato di "regole"? Ti ho detto che spesso trovi delle eccezioni e spesso l'articolo davanti al soggetto è omesso per ragioni sintattiche, ti ho perfino detto che anche qui grammaticalmente è possibile un'eccezione a quello che è l'uso comune... dunque, perdonami, ma che cosa diavolo stai dicendo?
Mi pare che sei tu quello che risponde tanto per, non sapendo dove andate a parare. Io dico solo che non c'è una regola che dice che quando nel predicato nominale viene omesso l'articolo si vuole indicare una qualità e non una identificazione. Ma temo che tu neanche riesca a capire il senso di queste parole.
Perché i tuoi biblisti concordino che theos ha valore qualitativo (dunque indichi una qualità del logos e non una identificazione con ho theos) ma poi traducano con "Dio" come fanno con "ho theos" devi chiederlo a loro, non a noi. Io mi fermo alla constatazione che "theos" qui ha un valore qualitativo.
Si, ma se lo intendi in senso qualitativo, non è comunque il senso che gli da la TNM, dato che essere dio in senso qualitativo significa avere la stessa natura divina di Dio. Essere un dio, per come lo intende la TNM, ha un valore identificativo con l'essere uno dei tanti dei che esistono.
LA CEI traduce con "il Verbo era Dio" con la "D" maiuscola, non capisco in che modo tu possa dire che i biblisti cattolici ci vedano una qualità, quando mai in questi casi si usa la maiuscola, che indica un'identificazione precisa in italiano?
Come detto sopra io resto alle dichiarazioni sulla grammatica, non entro nelle scelte traduttive che per altro sono più varie di quelle della CEI che fondamentalmente ha uno scopo liturgico. Di certo tutti i traduttori ammettono che theos, predicato senza articolo, insiste non sull'identificazione con ho theos ma sulla natura divina del Logos.
Come detto, in greco esistono degli aggettivi specifici per indicare la natura divina di Cristo, ma non cambia di una virgola il senso finale del discorso: il Logos era Dio come il Padre.