00 10/12/2016 08:10
Re:
Uno dei pericoli è quello di finire nella zona sbagliata, cosa non rara se ci si affida ad un’autista di Uber, che non conosce la città e si muove solo con il gps. Ad ottobre i morti ammazzati nello Stato sono saliti a 482, il 10% in più rispetto all’anno scorso. Se si guarda all’intero Brasile i numeri sono da conflitto; 60.000 nel 2014, una tassa di 29 omicidi ogni 100.000 abitanti, la terza più alta al mondo dopo El Salvador e il Messico. Le forze dell’ordine sono spesso accusate di essere parte del problema invece che la soluzione; esecuzioni sommarie, vincoli con il narcotraffico, persecuzioni in pieno giorno o sparatorie che causano morti innocenti. Le «balas perdidas» uccidono bambini nelle viottole delle baraccopoli o passanti per le vie del centro delle principali città. I turisti sono più a rischio perché non sanno leggere le difficoltà. Intanto calano le prenotazioni degli hotel e anche le richieste per gli scambi universitari con studenti dall’Europa o dagli Stati Uniti.

Ma se ci sono italiani ed europei e che se ne vanno, c’è anche chi cerca di rispondere alla cattiva pubblicità. Michele Vassallo è proprietario del ristorante italiano più gettonato a Pipa, nello stato di Rio Grande di Norte. «È importante sottolineare che la violenza è concentrata soprattutto nelle grandi capitali e non nei piccoli centri come il nostro. Se si fa di tutta l’erba un fascio, si fanno scappare i turisti europei in un momento già delicato, perché la crisi ha fatto diminuire la domanda interna». Le autorità consolari non si stancano di dare le raccomandazioni utili: non frequentare luoghi isolati o le spiagge di notte, contrattare servizi autorizzati e non taxi abusivi, non portare oggetti di valore o gioielli. Affinché una vacanza ai tropici non si trasformi in una terribile tragedia.