00 04/06/2017 16:02
Il succesivo intervento è di don Battista Cadei che affronta il tema La speranza cristiana: Un paradiso terrestre? dicendo:


Nei mesi scorsi abbiamo visto che i tdG aspettavano la fine per alcune date precise, che poi non si sono realizzate. Dopo aver parlato del "quando", ora domandiamo: "come" sarà la vita eterna?
I tdG non hanno dubbi: 144.000 in cielo, e gli altri tdG meritevoli sulla terra trasformata in paradiso terrestre. Vediamo che cosa dice la Bibbia. Nell'Antico Testamento i profeti parlano di un regno messianico in termini terreni. I tdG interpretano questi testi in senso letterale.
Il loro libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca si dilunga a descrivere la vita felice (pp.10-14) senza delinquenza, guerre, malattia o vecchiaia, godimento dei frutti del proprio lavoro, animali che non saranno più feroci o velenosi Si preoccupano pure di dimostrare che nel paradiso terrestre non ci sarà spazio per la noia:

"Certo, dedicheranno parte del tempo a soddisfare i propri bisogni fisici; dovranno lavorare per procurarsi il cibo, il vestiario e l'alloggio necessari. Dovranno prendere pasti regolari, e il mangiare non diventa mai una cosa noiosa, non importa quanti pasti consumiamo. Inoltre, ci sarà molto tempo per lo svago e per andare a trovare amici, parenti o alcuni famosi servitori di Geova Dio come Noè o Abraamo. Sì, come non ci stanchiamo mai di mangiare, così gli uomini non si stancheranno mai di apprendere cose nuove, di imparare nuove arti. Ogni giorno vi sarà tempo da dedicare a tali attività. L'uomo avrà tutto il tempo per esercitare sia la mente che il corpo. Poiché gli sport competitivi e sfruttati per fini commerciali saranno una cosa del passato, vi saranno senz'altro modi più sani per spendere le proprie energie, come ad esempio in giochi collettivi, facendo passeggiate, nuotando. Gli appassionati di musica impareranno a suonare abilmente la musica meravigliosa che allora sarà composta, con tutta la varietà di strumenti che gli uomini perfetti sicuramente inventeranno. Durante tutti i secoli molti vorranno senz'altro usare il tempo libero per studiare la grande varietà della vita vegetale, di cui, ci è detto, esistono al presente più di 350.000 specie conosciute. Potranno anche dedicare tutti gli anni che vorranno per imparare a conoscere bene le numerosissime e diverse specie di mammiferi, rettili, uccelli, pesci e insetti. Altri preferiranno impiegare le proprie capacità nelle arti, come pittura e scultura, o nel campo delle scienze. Sì, l'umanità continuerà sempre a imparare, troverà sempre nuove idee. Si annoierà? Mai! Mai per tutta l'eternità! (Svegliatevi!, 8.8.76, p. 28).

Domandiamo: dov'è scritto che i redenti faranno passeggiate, praticheranno il nuoto, o che studieranno le specie animali o vegetali, o impareranno la musica?

Un testo che secondo i tdG assicura la futura terra paradisiaca, è tratto dal Salmo 37:

Ancora un poco e l'empio scompare, cerchi il suo posto e più non lo trovi.
I miti invece possederanno la terra e godranno di una grande pace (Sal 37,10-11).

Ma guardiamo bene il suo contesto: il Salmo non sta parlando della vita in una terra paradisiaca futura, ma della vita presente, che secondo la mentalità di molta parte dell'AT, è felice per i buoni, infelice per i malvagi. Del resto lo stesso Salmo dice che questa è una esperienza che l'autore del Salmo stesso ha fatto:

Ho visto l'empio trionfante ergersi come cedro rigoglioso;
sono passato e più non c'era, l'ho cercato e più non si è trovato (Sal 37,35-36).

A questa visione di paradiso "terrestre", contrapponiamo la presentazione biblica. Contro la mentalità del suo tempo, che si aspettava un regno messianico terreno, il NT sottolinea:

─ [Gesù disse:] «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,36).
─ La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso (Fil 3,20-21).
─ Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! (Col 3,1-3).
─ ...La Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre (Gal 4,26).
─ Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3,13-14).
─ Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura (Eb 13,14).
La stessa Lettera agli Ebrei (Eb 11,9-10.13-16) sottolinea molto bene la differenza tra la patria terrestre e quella celeste:

Per fede [Abramo] soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso... Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra. Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria (greco: patrìda). Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste (greco: epuranìu). Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città.

I tdG sono purtroppo nell'impossibilità di verificare questo, perché la Bibbia TNM traduce questo passo in maniera non affidabile: eliminando le due parole patria (TNM= un luogo loro proprio) celeste (TNM= un luogo che appartiene al cielo), crea confusione.





Lascio la parola a chi desidera replicare...