00 18/05/2017 09:58
Re:

Il punto è che dal punto di vista biblico un conto è prolungare di qualche ora, giorno o anno l'esistenza terrena, destinata comunque a terminare, ed un altro è preservare la vita eterna.



Questo l'ho capito, ma non si tratta solo del fatto che tu prolunghi la vita di qualche giorno o altro. Tu mi dicevi che se tu disubbisci in relazione al sangue disubidisci a l'esistenza spirituale. Da un punto di vista biblico questo vale anche se disubbisci al fatto di rifiutare una trasfusione, se sei in pericolo di morte, la sacralità della vita viene intaccata. L'ho vedo come un lasciarsi morire, tipo suicidio. Comunque è la percezione biblica che per il momento ho e spero di tutto cuore di cambiarla.

Nei due casi si tratta di ubbidienza. Mi trovo di fronte a due principi di Geova in cui mi si richieda ubbidienza. sia l'uno che l'altro implicano un peccato in quanto ubbidienza. Non si tratta solo del fatto di prolungare la vita di qualche mese.



Tra in due è il secondo ad avere un valore assoluto, la prima è per propria natura relativa, caduta, anche ammesso che il sangue la possa prolungare di qualche giorno o mese, cosa non così certa per altro, perché una terapia non fornisce comunque alcuna certezza di riuscita. Questo vale per qualunque aspetto dell'esistenza, il cristianesimo investe non nella vita attuale ma nella speranza del quella futura.



Su questo concordo, infatti la vera vita è quella che si aspetta, ma questo non impedisce che anche questa vita Geova mi chiede di tutelarla (del resto il non fumare va in questo senso) , se non lo faccio disubbidisco a Geova perché è sacra. Il fatto di prolungare la vita per Geova non ha nessuna importanza se disubbidisci ai suoi principi. Ma in questo caso mi dice non toccare il sangue e non toccare la vita mi trovo di fronte a due principi divini in cui devo ubbidire. E l'ubbidienza che viene messa in causa non il fatto di prolungare la vita di qualche mese in cui concordo anch'io.







[Modificato da erevnitis 18/05/2017 10:23]