00 26/06/2017 18:35
viceadmintdg1, 20/06/2017 11.08:



Un altro punto in cui ricorre la parola "Paradiso" è 2 Corinti 12: 2-4: 2 Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. 3 E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - 4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.
Qui Paolo fa coincidere il Paradiso col terzo cielo, quindi anche qui il paradiso è inteso come una realtà celeste non terrena.





Chi l’ ha detto? Anche qui si forza il senso di appena tre versetti, per costruire castelli in aria e null' altro...

L' espressione "terzo cielo", biblicamente parlando, non significa null' altro che grado superlativo di estasi (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider, volume II, pagina 752, che parla di "rapimento estatico") così come il riferimento al Paradiso non indica necessariamente essere trasferiti in estasi in un luogo ben preciso del cielo giacchè il cristiano, spiritualmente parlando, è già in una dimensione celeste, è già lassù, seduto nei luoghi celesti in Cristo (Colossesi 1:13 ; Efesini 2:6).

Nè ci interessa – ovviamente - la "cosmologia degli ebrei" di cui a Paolo non interessa nulla.

Per cui prendiamo atto che in nessun punto l' espressione "terzo cielo" nella Bibbia indichi "il Paradiso dove è Dio" (qui per esempio non lo dice!).

Il brano non indica l’essere portati in cielo con il corpo fisico o meno, ma Paolo si chiede se l’ esperienza mistica è stata vissuta mentalmente, nello spirito, oppure corporalmente (“nel corpo o fuori del corpo”).

Ma questo non vuol dire che il rapimento al terzo cielo, biblicamente, indichi un trasporto letterale in una precisa ubicazione.

E’ e resta solamente un’ eccezionale esperienza mistica…….





(ancora, con Apocalisse 2:7....)

[Modificato da Aquila-58 26/06/2017 18:36]